La consulenza nel contenzioso relativo ai contratti di agenzia Lo strumento della consulenza tecnica di parte e d’ufficio nelle cause in materia di agenzia e di contratti di distribuzione La consulenza nel contenzioso relativo ai contratti di agenzia Monza, 17 febbraio 2017 avv. Alberto Venezia www.albertovenezia.it
Fonti del contratto di agenzia Codice Civile articoli 1742-1753 Accordi economici collettivi Evoluzione normativa
Diritti e obblighi delle parti nel contratto di agenzia e CTU Il diritto al compenso dell’agente durante e dopo la cessazione del contratto Legittimità degli storni effettuati Motivi di recesso e inadempimenti: la violazione dell’esclusiva L’ indennità di fine rapporto: requisiti e criteri di quantificazione
Diritto al compenso e onere della prova Criterio generale per il sorgere del diritto in costanza di rapporto: affari conclusi per effetto dell’intervento dell’agente affari diretti in presenza di esclusiva, salvo patto contrario esecuzione della prestazione da parte del preponente con facoltà di deroga sino al momento e nella misura del pagamento da parte del cliente alla scadenza dei termini di pagamento, laddove non rispettati per l’inadempimento del preponente
Art. 1749 c.c. Obbligo di informazione, entro un termine ragionevole (aec), dell’accettazione, rifiuto e mancata esecuzione di un affare Obbligo di consegna di un e/c delle provvigioni dovute entro la fine del mese successivo al trimestre di riferimento Contenuto minimo e/c: elementi essenziali utilizzati per il calcolo Diritto di esigere la trasmissione delle informazioni necessarie per la verifica dell’importo delle provvigioni liquidate: estratto libri contabili Nullità di ogni patto contrario
Art. 1743 c.c. Diritto di esclusiva e affari direttamente conclusi in zona dal preponente Esclusiva bilaterale perfetta quale criterio di carattere generale: derogabilità Diritto alle provvigioni su tutti gli affari conclusi in zona, salvo patto contrario L’accertamento delle violazioni e l’eventuale operatività di termini di decadenza previsti contrattualmente in ordine all’esaustività degli e/c inviati
Affari conclusi dopo lo scioglimento del contratto Diritto alla provvigione: proposta pervenuta a preponente o agente prima della cessazione o contratti conclusi in un termine ragionevole (termini ex aec ?) e conclusione da ricondursi prevalentemente all’attività dell’agente; possibilità di ripartizione tra più agenti intervenuti se, da specifiche circostanze, risulti equo
Indennità di fine rapporto Evoluzione della normativa italiana Modifiche apportate all’art. 1751 c.c. dai d.lgs. 303/91 e 65/99 in attuazione della direttiva 86/653 Gli aec di diritto comune e la giurisprudenza italiana
Apparente assenza di criteri di quantificazione Nell’art. 1751 non vi sono criteri di quantificazione dell’indennità Condizioni necessarie per il riconoscimento del diritto all’atto della cessazione del rapporto: che l’agente abbia procurato nuovi clienti al preponente o abbia sensibilmente sviluppato gli affari con i clienti esistenti e il preponente riceva ancora sostanziali vantaggi derivanti dagli affari con tali clienti; che il pagamento dell’indennità sia equo, tenuto conto di tutte le circostanze del caso, in particolare delle provvigioni che l’agente perde e che risultano dagli affari con tali clienti Necessità di interpretazione dell’art. 1751 c.c. in base al testo della direttiva
Previste due soluzioni alternative: Direttiva comunitaria: art. 17 e criteri di quantificazione dell’indennità di fine rapporto Previste due soluzioni alternative: 1) Indennità, ispirata alla normativa tedesca 2) Risarcimento del danno, in base al diritto francese Possibilità di valorizzazione del testo della direttiva in base al principio interpretativo elaborato dalla Corte di Giustizia Il Giudice nazionale deve interpretare le proprie norme interne, sia precedenti, sia successive all’entrata in vigore di una direttiva in base alla lettera ed alla ratio della direttiva
Corretta interpretazione dell’art. 1751 c.c. Le condizioni previste per il sorgere del diritto debbono essere utilizzate anche per la sua quantificazione L’art. 17 prevede infatti che l’indennità di fine rapporto sia dovuta “ se e nella misura in cui “ sussistano le condizioni di: apporto e sviluppo di clientela con vantaggi per il preponente rispondenza ad equità della corresponsione, tenuto conto di tutte le circostanze del caso concreto Per la quantificazione dell’indennità ex art. 1751 c.c. va accertato, anche tramite CTU, in che misura sussistano le condizioni
Corte di Giustizia 23 marzo 2006 La Corte di Cassazione ha posto alla Corte di Giustizia due domande: I criteri di calcolo dell’indennità previsti dagli aec del 1992 sono in linea con la direttiva? Il Giudice nazionale, nell’applicazione degli artt. 17 - 19 deve utilizzare criteri di quantificazione di tipo analitico o può utilizzare criteri sintetici, se del caso valorizzando l’equità?
Le risposte della Corte di Giustizia Il regime previsto dagli artt. 17 – 19 della direttiva ha carattere imperativo La validità di deroghe al regime di cui all’17 è condizionata alla dimostrazione che, in qualunque ipotesi di scioglimento del rapporto, la deroga garantisca all’agente un’indennità uguale o superiore a quella che deriverebbe dall’applicazione dell’art. 17 Nel caso di cui agli aec del 1992 il rispetto del predetto principio impone il cumulo tra aec e disciplina di cui all’art. 17 Per quantificare l’indennità gli Stati, nel rispetto dei criteri di cui all’art. 17, possono esercitare il loro potere discrezionale, anche facendo ricorso all’equità
La giurisprudenza italiana Superamento dell’orientamento maggioritario relativo all’applicazione degli aec quale ordinario criterio di quantificazione dell’indennità Il Giudice deve interpretare l’art. 1751 c.c. garantendo all’agente, sulla base delle vicende del rapporto concluso, il risultato migliore, poiché l’inderogabilità a svantaggio dell’agente comporta che l’importo determinato dal Giudice ai sensi della normativa legale, laddove superiore, deve prevalere su quello spettante in applicazione di regole pattizie, individuali o collettive Ruolo centrale attribuito all’equità nella valutazione delle circostanze del caso concreto I criteri degli aec costituiscono un trattamento minimo garantito, applicabile laddove non spetti all’agente un’indennità di legge superiore
La giurisprudenza italiana Stravolto il criterio generale indicato dalla Corte di Giustizia, che prevede una comparazione astratta che prescinda dal singolo caso concreto La giurisprudenza potrebbe elaborare idonei criteri di quantificazione dell’indennità ex art. 1751 c.c. , da interpretarsi alla luce dell’art.17, n. 2 della direttiva, per poi effettuare un raffronto con eventuali deroghe Permane incertezza nella quantificazione dell’indennità di fine rapporto, potendosi al più determinare un limite minimo e massimo Fondamentale in fase giudiziale l’apporto della CTU combinata con l’ordine di esibizione
Esibizione scritture contabili Necessità di preliminare produzione di sufficienti prove documentali e/o principi di prova in ordine a: - elementi costitutivi del diritto a provvigioni laddove richieste (promozione, conclusione, buon fine se previsto; affari diretti); - elementi costitutivi eventuali inadempimenti contestati, anche in funzione della legittimità di risoluzione e recesso; -apporto e sviluppo di clientela Indispensabile al fine di accertare: - diritto alla provvigione per affari diretti e/o conclusi o eseguiti dopo la cessazione del rapporto (principio di prova) - esistenza di vantaggi rimasti al preponente dopo la cessazione del rapporto (Cass 6/10/2016 n. 20047)
Esibizione scritture contabili Indicazione specifica dei documenti e scritture di cui si richiede l’esibizione Indispensabilità dei documenti richiesti ed impossibilità di acquisizione altrimenti Funzione di strumento istruttorio residuale
CTU Criteri di ammissibilità: impossibilità di sostituire l’assolvimento dell’onere della prova Fonte oggettiva di prova laddove la parte non possa dimostrare altrimenti il proprio assunto Strumento di mera valutazione di fatti già acquisiti e divieto di utilizzo a fini esplorativi La formulazione del quesito e la sua rilevanza anche con riferimento al tentativo di conciliazione
CTU Il riferimento ai reciproci rapporti di dare e avere così come prospettati in funzione delle domande azionate Acquisizione di documenti in corso di CTU Il ruolo del CTP ed il suo coordinamento con il difensore nello svolgimento della CTU da effettuarsi prima del deposito della bozza Il rito del lavoro: preclusioni e decadenze; l’onere di immediata e specifica contestazione
Grazie per la Vostra attenzione Alberto Venezia