Fedro e il genere della favola “Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi: superior stabat lupus, longeque inferior agnus…” Questa favola (con cui si apre il I dei 5 libri di favole di Fedro) affronta il tema dell’oppressione dei deboli. La morale, implicita nello svolgimento stesso della vicenda, è una denuncia delle iniquità perpetrate dai prepotenti.
La tradizione favolistica in forma poetica Nato in una colonia romana di Filippi, in Tracia, regione della Grecia nord-orientale, Fedro era di condizione servile, probabilmente schiavo poi liberato poiché in alcuni testi della sua epoca viene definito “libertus Augusti”, vissuto prima sotto l’imperatore Tiberio e poi sotto Caligola e Claudio. Fedro è il fondatore di un nuovo genere poetico latino: la favola in poesia (a differenza della favola in prosa del suo modello, il greco Esopo, considerato l’inventore del genere letterario della favola con oltre 400 favole) concepita come opera autonoma destinata alla lettura. La favola era un genere popolaresco perlopiù breve (più facilmente memorizzabile). Si parla di ‘apologo’ = breve testo con un fine educativo. La struttura della favola riprende quella del modello (Esopo): preceduta da una premessa e seguita da una postilla in cui viene riassunta “la morale della favola” e presentato il contenuto istruttivo del testo. I personaggi sono quasi sempre animali: ‘maschere’ dei vizi e (più raramente) delle virtù degli uomini.
Caratteri delle favole di Fedro: genere allegorico e moralistico Tipico del genere favolistico di Fedro è l’uso appunto di personaggi animali umanizzati dotati di una tipologia fissa e ricorrente, come la volpe furba, il lupo cattivo, l’agnello debole e indifeso, ecc. La morale che si trova alla fine è in genere espressione di una mentalità sociale che rappresenta un’istanza realistica, espressione dell’immaginario popolare, che sembra valere sia nel mondo animale che fra le persone: es. il commento alla legge del più forte (“Il lupo e l’agnello”). Intento etico-didascalico: la favola permette all’autore di esprimere i propri pensieri e i propri sentimenti sotto il velo dell’allegoria grazie al carattere fantastico del racconto. L’adesione alla realtà implica accenni polemici alla società del tempo per colpire velatamente certi tipi umani (es. i prepotenti) e certe regole di vita.
Considerazioni conclusive Le favole di Fedro vogliono essere divertenti (la parola giusta sarebbe “di intrattenimento”) e istruttive insieme. Nei prologhi dei singoli libri (in totale il ‘corpus’ delle favole di Fedro comprende 5 libri) l’autore manifesta una notevole consapevolezza letteraria: difende la propria poesia sottolineandone la ‘brevitas’, la ‘varietas’ e insieme il contenuto istruttivo. I codici ci tramandano poco più di 90 favole, ma è probabile che il ‘corpus’ originario fosse molto più ampio. Nel Seicento il francese La Fontaine avrebbe poi ripreso le favole di Fedro ispirandosi al loro stile semplice e al contenuto moraleggiante.