una chiave di lettura dei cambiamenti nei rapporti di genere Il lavoro: una chiave di lettura dei cambiamenti nei rapporti di genere Dario Ceccarelli Regione Autonoma Valle d’Aosta Osservatorio economico e sociale Milano - 26 Settembre2015
LA PARTECIPAZIONE IT E EU Fonte: Eurostat e Istat
PARTECIPAZIONE IL TREND Permane una minore partecipazione delle donne al mdl, ma nell’arco di 20 anni le differenze si sono ridotte di 10 punti Fonte: Istat
LA PARTECIPAZIONE: TREND PAESI EU Fonte: Eurostat
LA PARTECIPAZIONE Fonte: Istat
PARTECIPAZIONE E MANCATA PARTECIPAZIONE Al basso livello di partecipazione delle donne al mdl è associato un’elevata mancata partecipazione (offerta di lavoro potenziale) Fonte: Elaborazioni OES su dati Eurostat e Istat
PARTECIPAZIONE E MANCATA PARTECIPAZIONE: IL QUADRO TERRITORIALE Fonte: Elaborazioni OES su dati Istat
LA PARTECIPAZIONE PER ETÀ Fonte: Eurostat Il livello della partecipazione delle donne al mdl colloca l’Italia lontana dall’UE anche nelle fasce di popolazione che possono determinare i cambiamenti futuri
LA PARTECIPAZIONE 25-34 Rilevanti differenze territoriali si confermano anche per le classi di età che potrebbero portare a modificare la struttura della partecipazione Fonte: Istat
OCCUPAZIONE E PARTECIPAZIONE La partecipazione femminile è certamente condizionata dai livelli generali della domanda di lavoro Fonte: Elaborazioni OES su dati Istat
OCCUPAZIONE NEL QUADRO EUROPEO Fonte: Elaborazioni OES su dati Eurostat
L’OCCUPAZIONE TOTALE Fonte: Istat Anche per l’occupazione permangono differenze a sfavore delle donne, ma nel corso di 20 anni si sono più dimezzate
L’OCCUPAZIONE FEMMINILE 25-34 ANNI Fonte: Istat Tra i segmenti più giovani, ad es. 25-34 anni, riduzione gap più evidente e trend territoriali convergenti.
L’OCCUPAZIONE: I TREND REGIONALI I tassi di occupazione femminile sono cresciuti negli ultimi 20 anni, ma in maniera disomogenea Pur essendosi modificato il ranking, parte alta e parte bassa mantengono quasi inalterata la composizione Le distanze tra le regioni aumentano: nel 1993 circa 31 punti tra prima e ultima, nel 2014 sono 37 Fonte: Istat
LA FEMMINILIZZAZIONE DELL’OCCUPAZIONE La femminilizzazione dell’occupazione è generalizzata Si osserva una crescita anche nel periodo della crisi In questo caso, le differenze tra max e min si riducono, ma restano elevate (14 punti nel 1993, 11 nel 2007 e 10 nel 2014) Fonte: Elaborazioni OES su dati Istat
L’OCCUPAZIONE PER ETÀ Fonte: Istat
I SETTORI DI OCCUPAZIONE L’occupazione femminile è concentrata ovunque nel terziario Opportunità o segregazione? Fonte: Istat
L’OCCUPAZIONE PART TIME Fonte: Istat
LA POSIZIONE NELL’OCCUPAZIONE: L’INCIDENZA DEL LAVORO DIPENDENTE Fonte: Istat
LA DISOCCUPAZIONE FEMMINILE Fonte: Istat
LA DISOCCUPAZIONE Si sono ridotte le differenze di genere, anche in ragione degli effetti della crisi Fonte: Elaborazioni OES su dati Istat
L’OFFERTA DI LAVORO POTENZIALE Fonte: Istat
LA SOTTOCCUPAZIONE Fonte: Istat
IN SINTESI QUALCHE ELEMENTO DI RIFLESSIONE IL TEMA DELLA SEGREGAZIONE – la presenza femminile è disomogenea settorialmente e professionalmente e anche sotto il profilo della distribuzione verticale IL PROFILO DEL LAVORO FEMMINILE APPARE ANCORA MAGGIORMENTE SBILANCIATO RISPETTO AGLI UOMINI SU CONTRATTI ATIPICI, sebbene le distanze si stanno riducendo PERMANGONO DIFFERENZIALI RETRIBUTIVI LA MANCATA PARTECIPAZIONE – la componente femminile è ancora prevalente tra le forze lavoro potenziali (scoraggiati), pur essendosi ridotta la distanza da quella maschile