POWERPOINT DI STORIA
TIBERIO GRACCO Nel 133 a.C. un gruppo di senatori decise di affrontare la questione delle terre pubbliche. Fu Tiberio Gracco a presentare un nuovo progetto di legge, la quale consisteva che un privato non poteva possedere più di 500 iugeri di terre pubbliche, però se il possessore aveva dei figli la superficie aumentava. La legge fu infine approvata, ma l’attuazione incontrò parecchie difficoltà. Tiberio presentò la propria candidatura al tribunato anche per l’anno successivo ma i suoi nemici politici lo accusarono di voler imporre il suo potere personale, proprio per questo Tiberio fu ucciso. Dopo la morte di Tiberio, la sua legge non fu abrogata e infatti prese il suo posto il fratello minore Gaio Gracco. Il suo progetto non si limitava a riproporre la questione agraria ma intendeva fare dei comizi tributi, cioè dell’assemblea dei cittadini. Nella visione democratica di Gaio era, infatti, il popolo a dettare le leggi. Nel giro di pochi mesi la posizione di Gaio s’indebolì e la vecchia oligarchia riprese l’iniziativa. Il senato lo dichiarò nemico pubblico e quindi si fece uccidere da uno schiavo.
GAIO MARIO E SILLA Nel 112 a.C. Roma dichiarò guerra a Giugurta. La guerra ebbe una svolta risolutiva quando il popolo fece eleggere come console Gaio Mario. Costui vinse contro i Cimbri e i Teutoni. Mario modificò i criteri di reclutamento, aprì ai nullatenenti la possibilità di arruolarsi come volontari. In seguito riorganizzò anche la struttura della legione, che venne suddivisa in dieci coorti di circa 600 uomini. Silla è stato un militare e dittatore romano. Lui fu richiamato da Roma per la guerra civile. Il conflitto si esaurì quando Roma concesse la cittadinanza agli italici che non si erano ribellati e poi a quelli che avessero abbandonato la lotta. Silla ottenne il comando per la guerra contro Mitridate. Mentre lui si affrettava a concludere la campagna contro gli Italici, il partito decise di togliere il comando dalle mani di Silla contro Mitridate. Silla appena lo scoprì marciò su Roma e la conquistò e dichiarò nemico pubblico Mario. Costui nel 87 a.C. marciò di nuovo su Roma e il console Lucio Cornelio Cinna dichiarò Silla nemico pubblico. Gaio Mario morì nel 86 a.C. Infine Silla nel 83 a.C. divenne dittatore e marciò di nuovo su Roma sbaragliando le truppe di Gaio Mario.
PRIMO E SECONDO TRIUMVIRATO Il triumvirato era un accordo tra tre persone, Cesare, Crasso e Pompeo facevano parte del primo. Questi tre volevano combattere contro il senato (cioè tutto lo stato) per far eleggere Giulio Cesare come console. Una volta salito al potere Cesare prese una serie di provvedimenti che attuava gli accordi con Pompeo e Crasso. L’Asia fu sistemata come Pompeo aveva stabilito. Il secondo triumvirato nasce dopo l’assassinio di Giulio Cesare da parte dell’esercito del figlio Bruto. L’accordo era composto da Ottaviano Augusto, Marco Antonio e Lepido. I tre decisero di combattere contro l’esercito di Bruto e ne uscirono vittoriosi dopo la guerra di Filippi.
IL REGIME AUGUSTEO La vittoria di Ottaviano su Antonio nella battaglia di Azio portò alla conquista dell’Egitto e pose fine alle guerre civili. Il clima politico era cambiato e quindi serviva una forma di potere personale. Il potere di Ottaviano nasceva dal comando dell’esercito. Divenne imperatore. Nel 28 a.C. fu proclamato «princeps senatus»(prima fra i senatori). Ottaviano nel 27 a.C. restituì allo stato tutti i poteri straordinari che aveva attribuito, e in cambio ricevette un imperio proconsolare della durata di 10 anni sulle provincie che non erano ancora state pacificate: Spagna, Egitto ecc. Imperio proconsolare maius et infinitum(illimitato) ed oltre a questo voleva anche il potere di tribuno, questo potere faceva di lui il protettore di Roma.Per designare la propria posizione nello stato si fece chiamare «principes»(principe) e da questo prende il nome il regime democratico «principato». Oltre a questi poteri ne ricevette altri 2: responsabile degli approvvigionamenti e quello di censore. Infine nel 12 a.C. divenne «pontifex maximus»(pontefice massimo), e nel 2 a.C. il senato e il popolo lo dichiararono «padre della patria». Augusto prima di morire si pose il probelma di come potesse trasferire tutto il suo potere ai suoi successori. C’era il nipote Marcello che morì giovanissimo, ma i suoi figliastri Tiberio e Druso ebbero una rapida carriera militare. Due persone più di tutte aiutarono Augusto a organizzare il suo potere: Agrippa e Mecenate. Agrippa era il braccio destro di Augusto e lo aiutava più nel campo militare, e lo aiutò anche a ricostruire e abbellire Roma. Mecenate lo aiutò più nel campo politico, infatti era il suo consigliere.
Fra il 18 e il 17 a.C. Augusto fece approvare una serie di leggi che miravano la decadenza dell’istituzione familiare. Tutti i cittadini in età fertile si dovevano obbligatoriamente sposare, poi le famiglie numerose ricevevano un sussidio, mentre quelle senza figli erano penalizzate. Le uniche cose che Augusto doveva fare era di pacificare ancora la Spagna e alcune parti della Gallia. Infine morì il 14 d.C. all’età di 77 anni.
LA FAMIGLIA E L’ISTRUZIONE La politica di Augusto era fortemente incentrata sul valore della famiglia, e proprio per questo furono emanate le leggi Giulie che punivano l’adulterio e penalizzavano il celibato. Caddero i disuso i modi tradizionali del matrimoni, i cambiamenti nel matrimonio stabilivano una specie di parità e la prima conseguenza è che il divorzio poteva essere chiesto da entrambi. Le donne infine furono liberate dalla tutela (cioè non aveva più alcuni vincoli). Nell’impero l’alfabetizzazione era molto diffusa. I bambini a 7 anni cominciavano a ricevere un’istruzione primaria e imparavano a leggere e scrivere. Nelle città c’erano dei maestri privati che insegnavano per esempio: Orazio che era entrato nella cerchia degli artisti protetti da Augusto. Infine le famiglie abbienti educavano i loro figli servendosi di un pedagogo che era uno schiavo di origine greca e questo livello di istruzione finiva a 12 anni. I due poeti e lo storico più celebre di quel tempo furono Orazio, Ovidio e Livio. Orazio dopo aver combattuto di fianco a Bruto, fu amnistiato da Ottaviano e divenne suo sostenitore. Ovidio fu un poeta molto popolare nell’alta società romana, e l’opera più celebre fu «I Fasti» che non fu completata a causa della condanna da parte di Augusto all’esilio. Livio fu uno dei maggiori storici di Roma, infatti, scrisse un’opera di 142 libri dedicata alla storia di Roma dalla fondazione. Quella di Livio è praticamente l’unica opera di storia sopravvissuta al regime augusteo.
LA DINASTIA GIULIO-CLAUDIA Augusto decise di adottare e designare come successore Tiberio e Nerone. Le potentissime famiglie di Giuli e dei Claudi diedero origine alla dinastia Giulio-Claudia. Nel 14 d.C. Augusto morì e Tiberio divenne princeps. Salito al trono, Tiberio fu un buon amministratore e si preoccupò di evitare lo sfruttamento eccessivo delle province riducendo la spesa pubblica. Senaio, nel frattempo che Tiberio era rifugiato nella sua villa di Capri, escogitò un piano per essere eletto successore di Tiberio. Quando quest’ultimo lo scoprì decise di arrestarlo e giustiziarlo. Si moltiplicarono da allora i processi politici contro senatori e oppositori al regime con l’accusa di lesa maestà. Tiberio infine morì nel 37 d.C. in preda alla depressione. Dopo la morte di Tiberio divenne imperatore Gaio Cesare soprannominato «Caligola». Egli governò come l’esatto contrario di Tiberio, imponendo un potere autocratico, ovvero quando il sovrano detiene un potere illimitato che discende da lui stesso in quanto fonte della legge. Il successore di Caligola fu Claudio che era rimasto in disparte dedicandosi alla storia e alla letteratura. Amministrò l’impero creando una burocrazia e affidò i compiti principali ai suoi liberti, come cariche politiche. Claudio allargò i confini dell’impero con la conquista della Britannia che fu la prima regione conquistata ad essere trasformata in provincia al di fuori del mondo Mediterraneo. Infine morì nel 54 d.C.
Nerone fu il successore di Claudio Nerone fu il successore di Claudio. Per qualche anno Nerone governò in accordo con la classe senatoria. Costui non cessò comunque di occuparsi degli affari dello stato migliorando l’approvvigionamento alimentare di Roma. Nel 64 d.C. realizzò una riforma monetaria che ebbe effetti duraturi :diminuì il peso dell’ aureo e ridusse la quantità di argento nel denario. Anche in politica estera Nerone ebbe buoni risultati.La fine del regime neroniano fu dovuta a una sollevazione militare nella Gallia Lugdunese nel 68 d.C. Alla sua morte seguì un anno di guerra civile nel quale si contrapposero i candidati dei diversi gruppi di potere. La famiglia Giulio-Claudia ormai non aveva nessuno dei suoi menbri fra i concorrenti alla carica imperiale.