Caratteri generali della sofistica Protagora e Gorgia Socrate I SOFISTI E SOCRATE Caratteri generali della sofistica Protagora e Gorgia Socrate
CONTESTO CULTURALE Il termine “sofista” (sophistés) indica il “sapiente” Nel V sec. indica gli intellettuali che fanno della loro sapienza una professione (scandaloso per la mentalità aristocratica, Senofonte li definì “prostituti della cultura”, critiche di Platone e Aristotele) Interesse filosofico: non più la natura, ma l’uomo Contesto: Atene del V sec., crisi dell’aristocrazia e potenza della borghesia cittadina, avvento della democrazia (Pericle 430 a.C) Uso dell’arte della parola: retorica e grammatica
CARATTERI DELLA SOFISTICA Critica dei miti e della tradizione per sostituirli con nozioni razionali Valore formativo del sapere (paidéia), formazione complessiva dell’individuo nell’ambito del popolo e del contesto sociale a cui appartiene La virtù non è naturale, ma deriva dal sapere che si conquista con lo studio Istanze panelleniche e cosmopolitiche: mentalità greca estesa e coscienza della molteplicità dei costumi umani Distinzione tra “prima generazione” (Protagora, Gorgia, Ippia, Antifonte) e la “seconda generazione” (eristi)
PROTAGORA Nasce ad Abdera nel 490 a.C., influenzato da Eraclito, soggiornò ad Atene e divenne amico di Pericle. Scrive i Ragionamenti demolitori (o Sulla verità) e le Antilogie “L’uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono” L’uomo è il “metro” cioè il soggetto e il criterio di giudizio della realtà o irrealtà delle cose, del loro modo di essere (tre interpretazioni diverse)
L’uomo protagoreo è misura delle cose a vari “livelli”: come singolo, come comunità o civiltà, come specie. Le cose (chrémata) non sono solo gli oggetti fisici, ma anche i valori e tutta la realtà. La sua filosofia è una forma di umanismo (uomo come soggetto, criterio e regola di valutazione), fenomenismo (non entriamo mai in contatto con la realtà in sé, ma con i fenomeni, le apparenze), di relativismo conoscitivo e morale (non esiste una verità o principi etici “assoluti”, ma sempre “relativi” a chi giudica) Come scegliere allora? Il principio di scelta è l’utilità privata o pubblica.
GORGIA Nato a Lentini (Sicilia) nel 485 a.C e morto a Larissa nel 380 a.C. Opere: Sul non essere, Encomio di Elena Tre tesi fondamentali: Nulla esiste Se anche qualche cosa esistesse, non sarebbe conoscibile Se anche fosse conoscibile, sarebbe incomunicabile Tono provocatorio di Gorigia e negazione della possibilità di una concettualizzazione filosofica della realtà; dell’identità essere- pensiero- linguaggio;
L’unica cosa che conta è la parola: forza ammaliatrice che permette di dominare gli stati d’animo La retorica si trasforma da “arte del ben parlare” a arte della suggestione e della persuasione chi la padroneggia ha il potere (politica ridotta a retorica): estremo relativismo sofistico. L’Encomio di Elena: “gioco dialettico” usato per sottolineare la fragilità umana e per esprimere la concezione tragica del reale (l’esistenza è irrazionale e misteriosa) DEGENERAZIONE DELLA SOFISTICA: l’eristica o “arte del competere”, i sofisti ricorrevano alla “dialettica” con modalità argomentative e “trucchi” per far prevalere la propria tesi (seconda generazione dal IV sec.)
SOCRATE (470/69-399 a.C.) Vita: nacque ad Atene (figlio di uno scultore e una levatrice), fu forse scolaro di Anassagora e non lasciò quasi mai la sua città Non partecipò alla vita politica di Atene, si dedicò alla ricerca filosofica intesa come esame incessante di se stesso e degli altri (no insegnamento regolare) Nel 399 a.C. venne accusato di “corrompere i giovani” e di non onorare gli dei della città: processo e condanna a morte. Scelta di non scrivere e difficoltà di ricostruirne il pensiero
Testimonianze diverse: Aristofane (445-385 a.C) nella commedia Le nuvole (intellettuale perdigiorno, insegnamenti corruttori), il “peggior sofista” Senofonte: storico ateniese (430-354 a.C), presenta un Socrate moralista e predicatore Platone e Aristotele: nei “dialoghi” e come “scopritore del concetto” e “teorico della virtù come scienza” Socrate è legato alla sofistica da alcuni aspetti che è necessario tenere presenti
Socrate e la sofistica AFFINITÀ DIFFERENZE L’interesse per l’uomo e il disinteresse per il cosmo L’amore per la verità e il rifiuto di ridurre la filosofia a vuota retorica L’umanismo: cerca nell’uomo i criteri del pensiero e dell’azione Il rifiuto di fare della cultura una “professione” Mentalità razionalistica e atteggiamento spregiudicato Il tentativo di andare oltre lo sterile relativismo conoscitivo e morale Inclinazione alla dialettica e al paradosso Far “partorire” agli uomini delle verità comuni Socrate è insieme figlio e avversario della sofistica
Filosofia come ricerca Iniziale interesse per i filosofi della natura poi nuova convinzione: alla mente umana sfuggono i “perché” ultimi delle cose. “Di tutte le ricerche la più bella è proprio questa: indagare quale debba essere l’uomo, cosa l’uomo debba fare” (Platone, Gorgia) La filosofia è indagine in cui l’uomo cerca di chiarire sé a se stesso con la ragione: “conosci te stesso”. La vita come dialogo interpersonale, esseri umani =essere in rapporto con altri “una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”
So di non sapere La prima condizione per la ricerca filosofica è la coscienza della propria ignoranza Sapiente è chi sa di non sapere (spiegazione della scelta dell’oracolo di Delfi) Invito a indagare i problemi fondamentali dell’uomo: coscienza di non sapere spinge alla ricerca (vs sofisti: vera sapienza è il “desiderio” o amore del sapere) Richiamo ai limiti della ricerca (vs filosofi della natura): non può spingersi alle supreme realtà di natura metafisica
Metodo socratico: Il dialogo Ironia: rendere gli interlocutori consapevoli della propria ignoranza, del “non sapere”, per gettare nel dubbio e usare la tecnica della confutazione La maieutica, l’arte di “far partorire” il vero (pedagogia=auto-educazione) La ricerca di definizioni: l’interrogativo “che cos’è?” (ti estì?) e discorsi brevi (brachiologie) es.che cos’è la virtù?
L’ETICA Aretè o virtù per i greci è il modo di essere ottimale di qualcosa (es.velocità del ghepardo, per uomo le virtù omeriche) ed era disposizione naturale I sofisti la virtù deve essere umanamente cercata e conquistata e così Socrate: la virtù non è dono gratuito, ma una faticosa conquista, essere pienamente umani frutto di arte difficile da apprendere La virtù è “scienza”