L’ecologia umana: le relazioni con l’ambiente

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Transcript della presentazione:

L’ecologia umana: le relazioni con l’ambiente Vincenza Di Malta 20 ottobre 2016

LA SINTESI DEL PERCORSO EVOLUZIONE UMANA IMPATTI ANTROPICI SULL’AMBIENTE FATTORI DI PRESSIONE (DEMOGRAFICA, TECNOLOGIA..) LE RISPOSTE POSSIBILI: TECNOLOGICHE, CULTURALI LA TRANSIZIONE VERSO UN NUOVO MODELLO DI SOCIETÀ LA GOVERNANCE NECESSARIA ALLA SUA IMPLEMENTAZIONE

L’EVOLUZIONE UMANA: BIOLOGICA …. L’uomo è un animale Ha subìto un’evoluzione biologica che lo ha portato, senza interruzioni lungo la sua linea evolutiva, fino ad oggi, partendo dalle prime forme di vita sulla terra, risalenti a circa 3,5 miliardi di anni fa.

L’uomo è un animale culturale Non si è limitato come le altre specie ad utilizzare i flussi di materia ed energia che caratterizzavano gli ecosistemi in cui viveva, ma ha modificato quei flussi a proprio beneficio, sfruttando le proprie capacità culturali per: conseguire la possibilità di mantenere un numero maggiore di individui; controllare le caratteristiche ambientali per migliorare i tassi di sopravvivenza; accumulare beni ed ottenere servizi che permettessero una vita sempre più svincolata dall’ambiente e dai limiti che questo imponeva alle specie selvatiche.

L’HOMO SAPIENS Grazie alla elevata capacità di adattamento all’ambiente e di perseguire innovazioni sociali e tecnologiche di grande efficacia è riuscito a conquistare tutti gli ambienti presenti sul pianeta. Come ha influito sull’ambiente l’evoluzione biologica e culturale dell’Homo sapiens?

RIVOLUZIONE INDUSTRIALE L’andamento della popolazione (o regime demografico) resta per lungo tempo di tipo tradizionale, caratterizzato da alta natalità ed alta mortalità. La lenta crescita della popolazione mondiale aumenta l’impatto umano sull’ambiente che non cambia in qualità. La rivoluzione industriale è un processo di evoluzione economica (o industrializzazione) della società, che da sistema agricolo-artigianale-commerciale conduce ad un sistema industriale moderno, caratterizzato dall’uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall’utilizzo di nuove fonti energetiche il tutto favorito da una forte componente - di innovazione tecnologica e accompagnato da fenomeni di crescita, sviluppo economico e profonde modificazioni socio-culturali I fase (1780-1830) Rivoluzione industriale tessile-metallurgico II fase (1870) Invenzione dell’elettricità, uso del petrolio come combustibile fossile e sviluppo dei prodotti chimici di sintesi III fase (dagli anni 70) Sviluppo elettronica, telecomunicazioni e informatica. La rivoluzione industriale provoca cambiamenti tanto profondi da innescare una serie di reazioni a catena con ricadute a livello sociale, ambientale ed economico di portata straordinaria.

IMPATTI ANTROPICI SULL’AMBIENTE Transazione demografica CRESCE LA POPOLAZIONE Durante gli ultimi due secoli la popolazione europea si quadruplica, l’aspettativa di vita passa dai 25-35 anni a valori che superano i 75 anni. Il numero di figli per donna scende da 5 a meno di 2 La natalità e mortalità scendono da valori compresi tra il 30 e il 40 per mille a valori prossimi al 10. CAMBIA L’ORGANIZZAZIONE Cresce la durata della vita, l’efficienza della popolazione. Migliora l’intera organizzazione economica e sociale. Aumenta la speranza di vita grazie alla maggior attenzione alla cura dei bambini e all’alimentazione. Cresce tempo e l’impiego verso attività più direttamente produttive, grazie alla diminuzione della natalità ha ridotto enormemente il dispendio di energie e di risorse per l’allevamento della prole Crescono gli insediamenti AUMENTA LA PRESSIONE ANTROPICA SULL’AMBIENTE Sfruttamento dei suoli , riduzione degli habitat naturali, competizione tra le specie selvatiche e quelle coltivate, introduzione di specie esotiche in ambienti privi dei loro predatori naturali, sfruttamento indiscriminato delle risorse del suolo, dell’acqua e della biosfera, produzione incontrollata di rifiuti, crescita a volte abnorme delle aree urbane….

RAPPORTO UOMO – AMBIENTE Le dinamiche demografiche e dinamiche insediative hanno contribuito a fare diminuire – scomparire servizi ecosistemici necessari alla sopravvivenza dell’uomo. I danni ambientali provocati dalle attività umane hanno reso evidente l’impossibilità dell’ambiente di sopportare cambiamenti oltre un certo limite, così come l’impossibilità, per l’uomo, di sopravvivere senza i servizi forniti dagli ecosistemi. Negli anni ‘70 è sorto in occidente un movimento culturale attento ai rapporti dell’uomo e dello sviluppo umano con l’ambiente. Rapporto sui limiti dello Sviluppo del Club di Roma (1972) analizzava i limiti allo sviluppo posti dall’ambiente in relazione alle pressioni esercitate dall’uomo. Cambia la prospettiva culturale: sull’ambiente: non più visto come fonte inesauribile di risorse al servizio dell’uomo ma considerato esso stesso una risorsa, definita da limiti di sfruttamento ben precisi e che necessita di una attenta gestione conservativa. Il Degrado ambientale è un fattore significativo in grado di ridurre la capacità dell’ambiente di far fronte a rischi di catastrofe, con danni anche molto ingenti di natura economica che finiscono per gravare sulle società umane.

L’EVOLUZIONE CULTURALE: una RISPOSTA ALLE CRITICITà? L’uomo sta compromettendo le basi della sopravvivenza, sua e delle altre specie viventi sul pianeta ma possiede anche le risorse intellettuali e tecnologiche per tentare di porre rimedio ai danni provocati, attuando azioni di cambiamento culturale, tecnologico ed organizzativo. Tipologie di problemi come quelli ambientali non possono essere immaginati confinabili o confinati ad un territorio circoscritto ma richiedono: cambiamenti globali, possibili solo se si raggiunge la massa critica di adesione contemporanea dal basso largo coinvolgimento (orizzonatale e verticale) di soggetti azione locale che sia successiva alla condivisione di un approccio globale al problema una mentalità – cultura globale diversa La necessità di cambiamenti radicali, con una forte componente tecnologica, dovrebbe presumere una partecipazione attiva dei cittadini alla gestione dei rischi a ciò connessi, che proprio nelle realtà locali può più naturalmente avere luogo.

LA TRANSIZIONE VERSO UN NUOVO MODELLO DI SOCIETà Leggere ed interpretare i cambiamenti climatici globali richiede uno sforzo scientifico-economico tale da poter essere affrontato solo con un modello di cooperazione globale. Per raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 serve uno shift paradigmatico, una transizione verso un altro modello di produzione economica, organizzazione sociale, ecc, caratterizzati da bassi livelli di emissione di CO2. ..serve una LOW CARBON SOCIETY

Per COSTRUIRE UNA LOW CARBON SOCIETY.. coinvolgere la sfera economica, politica e sociale in modo da creare un largo consenso intorno all’obiettivo da raggiungere e far crescere la consapevolezza della necessità di un cambiamento, della necessità di implementare eventuali roadmap e della necessità di altri mezzi idonei per raggiungere l’obiettivo. affrontare il tema dei costi. raggiungere un consenso diffuso intorno alle proposte politiche per la mitigazione dei fenomeni, aumentando la consapevolezza dei cittadini che questi costi saranno ampiamente compensati da futuri benefici, non solo nel campo dei cambiamenti climatici ma anche nella sicurezza energetica, lo sviluppo sostenibile, la riduzione dell’inquinamento locale e il miglioramento dei livelli occupazionali. un approccio di tipo olistico accompagnato da uno sforzo di ricerca transdisciplinare che faccia da fondamento per il sistema politico, che dovrebbe essere messo nelle condizioni di adottare le giuste strategie di azione.

..Serve una buona governance Creare il contesto appropriato per far crescere i mercati caratterizzati da prodotti e processi produttivi a bassa emissione di carbonio Stabilire le politiche e le misure atte a definire incentivi e a rimuovere le barriere, anche di carattere amministrativo, che ostacolano la diffusione delle tecnologie e delle pratiche a basse emissioni di carbonio e, allo stesso tempo, risolvere le conflittualità tra gli interessi dei diversi stakeholder. Agevolare una forte diffusione di tecnologie a bassa emissione Implementare politiche che promuovano cambiamenti negli stili di vita, riforme delle strutture dei sussidi, dei livelli e struttura delle tassazioni e incentivi