UNA NUOVA CAPITALE PER IL REGNO D’ITALIA: ROMA Liceo classico ‘’TOMMASO FAZELLO’’ A.S. 2016/2017 LAVORO REALIZZATO DA MARTINA CAMARRETTA IV D
LA QUESTIONE ROMANA Nella seduta del 27 marzo 1861 il parlamento italiano aveva proclamato Roma futura capitale d’Italia. Il papa Pio IX non si aspettavano nulla di buono da un governo che non solo aveva invaso le sue terre ma mirava anche a eliminare il potere temporale del papato. Quella che presto venne definita questione romana ebbe delle conseguenze gravi per il regno.
Nel 1864 il presidente del Consiglio era Minchetti,il quale puntò alla soluzione della questione romana,giungendo alla firma della Convenzione di settembre (1864) con la quale la Francia si impegnava a ritirare entro due anni le sue truppe da Roma,mentre l’Italia si impegnava nel difendere lo Stato della Chiesa da attacchi esterni e a spostare la capitale da Torino a Firenze. Si trattò di un compresso di breve durata ma molto importante. Proprio in quell’anno Pio IX condanno ‘’i principali errore del nostro tempo’’ con il Sillabo,un elenco di 80 proposizioni considerate eretiche,inoltre condannava tutte le tesi che implicavano la libertà di coscienza in tema di fede,la perdita del potere temporale dei papi. Nel 1869 venne convocato a Roma il Congresso Vaticano I che a causa dell scoppio della guerra franco.prussa non poté essere affrontato.
Da mentana a porta pia Nel 1867 vi fu un tentativo attuato da Garibaldi e dai democratici di prendere Roma. Di fronte all’attacco dei garibaldini,Napoleone III inviò un corpo di spedizione. A Mentana Garibaldi e i suoi vennero fermati da due reggimenti francesi. Fu un episodio grave che turbò profondamente i rapporti tra l’Italia e la Francia. Tant’è che nel 1780 mentre la Francia era sconfitta dalle armate prussiane e il governo italiano decideva di occupare la città ormai non più difesa. Il 20 settembre 1870 un reparto di bersaglieri entrò con le armi a Roma,dopo aver aperto a colpi di cannone una breccia a Porta Pia. Con una resistenza anche simbolica il papa aveva voluto mostrare di fronte all’opinione pubblica internazionale di dover cedere alla violenza.
Nessun accordo era stato possibile: il papa si ritirò nei suoi palazzi e scomunicò i Savoia e i membri del governo italiano,con i loro sostenitori. Da parte sua il governo italiano propose in parlamento un pacchetto di provvedimenti,racconti in quella che si chiamò legge delle guarentigie (delle garanzie) con cui garantivano le prerogative del pontefice e venivano regolati i rapporti fra Stato e Chiesa,riconoscendo l’indipendenza e la libertà a entrambi. Ma Pio IX non accettò e si dichiarò prigioniero in Vaticano. La posizione del papa portò a un conflitto tra il Regno d’Italia e il Vaticano che durò per un cinquantennio.