Caratteri del sistema politico-istituzionale

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Transcript della presentazione:

Caratteri del sistema politico-istituzionale 1948-1993 Particolare posizione geo-politica dell’Italia; Governo parlamentare classico; Sistema elettorale proporzionale; Sistema partitico a pluralismo estremo e polarizzato; Assenza di alternanza Modello di democrazia non maggioritaria ma neppure consensuale; Conventio ad excludendum; Degenerazione partitocratica e crollo del sistema partitico.

Modello costituzionale Elementi fondamentali del sistema di governo Sostegno esplicito del parlamento in entrambe le camere Vincoli procedurali, posti dalla Costituzione, alle mozioni di fiducia/sfiducia Modello collegiale con coordinamento del Presidente del consiglio Potere di scioglimento del parlamento attribuito al Capo dello stato Alcuni privilegi legislativi attribuiti al governo (delega, decreti legge di urgenza) Regolamenti parlamentari tradizionalmente sfavorevoli al governo (ampia autonomia del parlamento nella definizione della propria agenda)

Il modello istituzionale nella Costituzione del 1948 La sindrome del tiranno dopo l’esperienza fascista porta i costituenti a definire la posizione dell’esecutivo rispetto alle altre istituzioni Il tentativo riesce solo in parte: i dettami costituzionali sono vaghi sul rapporto tra governo e altre istituzioni Emergono tuttavia i limiti sui processi di governo esercitati dalle prerogative del parlamento (sistema parlamentare con parlamento centrale, cfr. cap. VI) e dai poteri di garanzia attribuiti al capo dello stato)

La nuova democrazia e il problema dell’opposizione L’accordo tra Democrazia cristiana, socialisti e comunisti produsse una costituzione con molti compromessi: sistema di democrazia parlamentare bicameralismo simmetrico esecutivo debole Dopo il 1948, la DC divenne forza di governo, occupando il centro dello schieramento politico, mentre il PCI radicalizzava le sue posizioni stando all’opposizione

Formazione del governo nella prima repubblica Costruzione (post-elettorale) della coalizione Ruolo fondamentale dei condizionamento partitico… … che raramente porta un leader di partito a Palazzo Chigi (governo al guinzaglio) Presidente del Consiglio mediatore che poi conduce ulteriori negoziazioni su nomine e politiche di governo Nella prima repubblica si formano quattro tipi di governo 1. governi di coalizione organica con assegnazione dei posti ministeriali a tutti i partiti della maggioranza parlamentare; 2. governi monopartitici o di coalizione con il sostegno esterno di uno o più partiti, necessari per garantire una vera maggioranza in parlamento; 3. governi di minoranza, cioè governi monopartitici o di coalizione senza una vera maggioranza in parlamento, ma in grado di contare sull’astensione di altri partiti; 4. governi per gli affari correnti senza maggioranza in parlamento (e che in genere precedono un’elezione).

Dal dopoguerra a oggi Nel mondo diviso in due blocchi, l’Italia scelse l’Alleanza atlantica Questo non precludeva un certo margine di autonomia economica (affari con l’URSS e in Medio oriente) Il PCI, schierato con Mosca, era sistematicamente escluso dal governo Tradizionalmente l’Italia è stata tra i paesi più favorevoli all’integrazione europea

Interpretazioni del sistema partitico della prima repubblica Bipartitismo imperfetto (Galli 1966): ruolo predominante dei due principali partiti (Dc e Pci), ma impossibilità, a differenza dei bipartitismi normali, di una alternanza al governo. Pluripartitismo polarizzato (Sartori 1976): presenza di due partiti anti-sistema (Pci e Msi), articolato intorno a tre poli, con uno spazio ideologico polarizzato - molto esteso tra estrema sinistra ed estrema destra. Pluripartitismo centripeto (Farneti 1983): progressiva riduzione dello spazio ideologico e tendenza del sistema partitico (negli anni ’70); aveva quindi un andamento centripeto, invece che centrifugo.

Il formato del sistema partitico sino agli anni ‘90 DC PCI PSI MSI PLI PSDI PRI Fase critica 1975-76, con il Pci oramai vicinissimo alla forza della Dc Inserimento di alcuni piccoli partiti (radicali, partiti di estrema sinistra, verdi) tra il 1976 e gli anni ’80, senza grandi mutamenti di sistema. Differenze territoriali organizzative ed elettorali significative tra i vari partiti

La crisi degli anni novanta Le inchieste giudiziarie sulla corruzione politica hanno portato al collasso del sistema partitico italiano, ma ciò non sarebbe stato possibile senza il concorso di due fenomeni: la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda la crisi della finanza pubblica e la decisione di introdurre una Unione economica monetaria nell’EU La Democrazia cristiana non era più l’unico baluardo contro l’avvento del comunismo e il governo non poteva più contare sulle risorse distributive per preservare il proprio consenso

Il sistema partitico italiano dopo il 1989: destrutturazione e ristrutturazione Dopo il crollo del muro, la fine del Pci: nascono il Pds (poi Ds) e il partito della Rifondazione comunista Il successo nella Lega nord nel 1992 I referendum elettorali nel 1991 e 1993 Tangentopoli e l’emergere di un forte conflitto politica-magistratura

I cambiamenti dei primi anni novanta Prodromi negli anni ‘80: sintomi della crisi partitica, aumento dell’astensionismo e biforcazione tra establishment politico ed elettorato Alcune proposte di “grande riforma” che comprendono il ritocco dei sistemi elettorali Il movimento referendario e il primo ritocco del sistema elettorale della camera (1991) Tangentopoli e la drammatica fase della XII legislatura

Il sistema partitico della seconda repubblica La fase di formazione (1993-1996) Disintegrazione della Dc-Ppi: scissione del Ccd (1993), insuccesso del Ppi nel 1994 e ulteriori scissioni successive Scomparsa del Psi e dei partiti laici (1994) Mancata affermazione del Patto Segni al centro e di Alleanza Democratica al centro-sinistra (1994) Mancato recupero di Pds e tenuta di Rc a sinistra (1994) Trionfo di Forza Italia (1994) e successo dei suoi alleati, Ln e An Recupero dei partiti del centro sinistra (1996) con ulteriore frammentazione (Socialisti, Rinnovamento Italiano, Verdi…)

IL BIPOLARISMO DI COALIZIONE 1. preminenza e persistenza della struttura bipolare di competizione: due larghe alleanze si affrontano e offrono la base per la formazione dei governi; 2. alto livello di frammentazione: i partiti grandi non espandono il proprio seguito, mentre proliferano le forze minori; 3. relative debolezza dei due partiti maggiori del periodo 1994-2006 –Ds e FI– che non hanno mai potuto competere da soli nella competizione maggioritaria; 4. più elevata frammentazione della coalizione di sinistra rispetto a quella di destra. Dopo le elezioni 2006, nuove spinte verso la riaggregazione di due forze maggioritarie: partito democratico nel centro-sinistra e popolo della libertà nel centro-destra. Ma il processo è stato lungo e difficile e non risolutivo.

RIDENOMINAZIONI, SCISSIONI E FUSIONI

TABLE 1. Major Features of the Italian Party Systems pre- and post-1993 1948-1992 1994--   political polarization and ideological distance strong and great weak and limited anti-system parties MSI and PCI disappeared centre of the party system occupied yes, by the DC no opposition/s bipolar unipolar drives centrifugal centripetal ideological patterning rigidity mentalities* alternation impossible implemented Legenda: * I use the term “mentalities”, instead of “identities”, in the meaning giving to it by Juan Linz (1970), to suggest a weak combination of obsolescent ideological traits and of few programmatic components.

Le riforme elettorali degli anni novanta Camera (L. 277/93): sistema misto-maggioritario con 25% dei seggi attribuiti proporzionalmente in 26 circoscrizioni. Voto di lista proporzionale e scorporo parziale Senato (L.278/93): sistema misto-maggioritario con 25% dei seggi attribuiti proporzionalmente in 20 regioni. Nel proporzionale eletti i migliori perdenti dei collegi e scorporo totale Elezioni comunali: elezione diretta del sindaco e premio alla coalizione maggioritaria Elezioni provinciali: elezione diretta del presidente e premio alla coalizione maggioritaria Elezioni regionali: premio di maggioranza (1995) e elezione diretta del presidente (1999-2001)

Sistemi elettorali introdotti dalla legge 270/2005 Camera: 26 circoscrizioni proporzionali (+ collegio uninominale in Valle d’Aosta e circoscrizione estera). Soglia del 10% dei voti validi per le coalizioni, soglia del 2% per ogni partito incluso in una coalizione e del 4% per i partiti che corrono da soli. La coalizione che arriva prima a livello nazionale riceve un bonus che porta i suoi seggi a 340. Senato: circoscrizioni coincidono con le 20 regioni (+ circoscrizione estero). Distribuzione proporzionale con le eccezioni di alcuni collegi uninominali (Valle d’Aosta e Trentino Alto-Adige). Soglie simili a quelle della camera. Premi di maggioranza regionali: in ogni singola regione la coalizione che raggiunge la maggioranza dei voti ottiene almeno il 55% dei seggi.

Formazione e persistenza dei governi: l’evoluzione nella seconda repubblica Coalizioni pre-elettorali e più solidi legami con il programma politico della coalizione vincente Scelta elettorale del capo di governo (almeno all’inizio della legislatura) Maggiore presenza dei leader della coalizione al governo Ricorso a un certo numero di tecnici di fiducia del Presidente del Consiglio Maggiore persistenza dei governi politici rispetto alla media della prima repubblica

FALLIMENTO DEL BIPOLARISMO DI COALIZIONE. PERCHE’? Nell’arena elettorale i partiti si uniscono in coalizioni; In parlamento poi le coalizioni si rompono e i partiti riprendono la loro autonomia Coalizioni eterogenee: buone per vincere le elezioni, pessime per governare; Tutti i governi maggioritari di coalizione fallimentari Nella Seconda Repubblica numero dei partiti aumentato e sistema frammentato e liquido.

Dopo il fallimento del bipolarismo di coalizione Elezioni 2013: formato tripolare della competizione Nessun governo nato direttamente dalle elezioni Governo Letta di grande coalizione Fine del governo Letta e governo Renzi

Tra cambiamento e resistenze Da anni l'Italia è sospesa tra forze che spingono per un rinnovamento e difensori dello status quo Alcune riforme, che trovano ampio consenso nell'opinione pubblica, sembrano prioritarie: fine del bicameralismo ridondante riforma del processo di bilancio nuova legge elettorale riforma dei regolamenti parlamentari

COME USCIRNE? LE SOLUZIONI OFFERTE Partiti a vocazione maggioritaria; Partiti della nazione; Riforme costituzionali; Sistema elettorale maggioritario [l’Italicum] Referendum del 4 dicembre 2016 Argomenti pro e contro

Il sistema politico italiano di fronte alle sfide di oggi Cambiamenti Crisi finanziaria Debito pubblico Mancata crescita Disoccupazione giovanile Abbassamento del tenore di vita Vincoli europei Sfide Immigrazione Invecchiamento Terrorismo Criminalità Corruzione Globalizzazione dei mercati