Le dinamiche economiche della gestione

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Transcript della presentazione:

Le dinamiche economiche della gestione Il principio della competenza economica

I costi ed i ricavi Nell’aspetto economico, la gestione dà luogo a costi e ricavi. I costi sono gli oneri sostenuti dall’azienda per l’acquisto dei fattori produttivi di cui necessita. I ricavi sono i compensi conseguiti per la vendita dei beni o per la prestazione dei servizi che rappresentano l’oggetto dell’attività aziendale.

L’influenza del reddito sul PN Il risultato economico della gestione influenza la consistenza del Patrimonio Netto aziendale, nel senso che esso: diminuisce a causa dei costi aumenta a causa dei ricavi

I costi e i ricavi Tutti i costi e i ricavi influenzano la consistenza del PN. Ciò avviene “continuamente”, ad ogni operazione. Come si può immaginare, tali operazioni sono numerosissime nell’ambito di un dato periodo di tempo.

I costi e i ricavi E’ possibile seguire quotidianamente le variazioni che le operazioni di gestione determinano sulla consistenza del PN ? Sarebbe possibile, ma non è logico né necessario.

I costi ed i ricavi Ciò che appare logico è tenere nota di tutti i costi e di tutti i ricavi mano a mano che si verificano e poi, con una data periodicità, farne una somma algebrica in modo da determinare “una tantum” la variazione netta subita dal PN per effetto degli andamenti economici della gestione.

Il risultato economico Dalla differenza tra ricavi e costi si ottiene il cosiddetto “reddito”, definito come il risultato economico conseguito con la gestione aziendale in un dato arco di tempo.

L’arco temporale di riferimento Se il periodo di tempo sotto osservazione fosse l’intera vita dell’azienda, al termine di essa la semplice somma algebrica di tutti i ricavi e di tutti i costi sostenuti dall’azienda consentirebbe di determinare il “reddito globale” senza particolari complicazioni.

L’arco temporale di riferimento Ovviamente non è pensabile di poter aspettare la fine della vita di un’azienda per poterne determinare il risultato economico. Una serie di ragioni spinge a determinarlo prima e, soprattutto, ripetutamente.

Le ragioni Ci sono motivi di vario ordine: logico giuridico fiscale

Le ragioni Ogni imprenditore intravede l’opportunità di determinare con periodicità annuale il risultato economico della gestione della propria azienda, a fine conoscitivo, così da poter verificare tempestivamente e regolarmente la convenienza a proseguire in un’attività di per sé rischiosa.

Le ragioni Ad ogni modo, anche se non si ravvedesse tale necessità, la legge impone ad ogni impresa l’obbligo di redigere il bilancio con periodicità annuale. Inoltre, la normativa tributaria impone alle aziende di determinare annualmente il proprio reddito al fine di calcolare il relativo carico fiscale.

Il periodo amministrativo L’arco di tempo convenzionalmente preso in considerazione è l’anno solare, della durata di 12 mesi. Tale arco temporale viene definito “periodo amministrativo”.

L’esercizio amministrativo E’ l’insieme delle operazioni di gestione poste in essere da un’azienda in un periodo amministrativo, di solito coincidente con l’anno solare. Perciò, è convenzione determinare il “risultato economico dell’esercizio n”

Il Conto Economico Riepilogando tutti i costi ed i ricavi relativi ad un dato esercizio in un apposito prospetto, chiamato “Conto Economico”, il suo risultato finale determina il Risultato Economico dell’esercizio. Tale dato individua in un’unica soluzione la variazione netta subita dal PN per effetto di tutte le operazioni di gestione avvenute in un esercizio amministrativo.

Una suddivisione artificiale L’introduzione del concetto di “esercizio amministrativo” determina il sopravvenire di una serie di considerazioni. Innanzitutto, occorre tener presente che la suddivisione dello scorrere continuo ed ininterrotto della gestione in esercizi amministrativi è puramente artificiale: nella realtà, l’azienda non chiude al 31/12 e non riapre all’01/01.

Considerazioni Tuttavia la necessità di suddividere la gestione in esercizi fa immediatamente scaturire la seguente considerazione: alcuni costi ed alcuni ricavi sono facilmente riferibili ad un unico esercizio per altri questo non è affatto vero

Cosa vuol dire “riferibili” ? Significa che, ad esempio, alcuni costi hanno, nello stesso esercizio, sia la loro manifestazione finanziaria (uscita di denaro o sorgere del debito) sia la loro competenza economica. Un costo si dice di competenza di un esercizio quando è riferibile (o imputabile) alla gestione svolta in quel dato esercizio.

Coincidenza tra manifestazione finanziaria e competenza economica Esistono casi nei quali c’è perfetta coincidenza tra andamenti finanziari ed economici delle operazioni di gestione. Purtroppo, però, ne esistono anche molti nei quali tale coincidenza non si verifica affatto oppure è soltanto parziale.

Casi di coincidenza Se in un esercizio un’azienda acquista beni da destinare alla vendita e poi vende effettivamente tali beni in quello stesso esercizio, allora il costo d’acquisto dei beni è sicuramente “imputabile” alla gestione di quell’esercizio, visto che può persino essere messo a confronto con il ricavo derivante dalla vendita di tali beni.

Casi di non coincidenza Invece, se tali beni, per una parte o del tutto, non si riesce a venderli in quello stesso esercizio e li si conservano come “rimanenze” per l’esercizio successivo, allora si pone il seguente problema: a quale esercizio imputare il costo per l’acquisto dei beni che in parte non ho venduto ?

Diversi tipi di costi Occorre distinguere i costi in maniera tale da poter predisporre una casistica di ciò che si può verificare. A questo scopo è utile la classificazione dei fattori produttivi, dalla quale si può dedurre una prima classificazione dei costi.

I fattori produttivi Sono tutto ciò che è necessario all’azienda per “fare la produzione” (da cui il nome di fattori produttivi). Si suddividono in: beni strumentali beni destinati al consumo o alla vendita servizi prestati da altre imprese (es. trasporto) prestati da professionisti (es. notaio) energie lavorative

Classificazione dei costi E’ possibile distinguere: costi pluriennali (riferiti all’acquisto di beni strumentali) costi per le materie e le merci (riferiti all’acquisto di beni destinati al consumo o alla vendita) Costi per godimento beni di terzi costi per servizi costi finanziari costi per il personale costi tributari

Il caso degli ammortamenti Un costo pluriennale è riferibile a “più esercizi”, cioè a quelli nel corso dei quali il bene strumentale fornisce la propria utilità alla gestione. Poiché al termine di ogni esercizio occorre determinare il relativo reddito, è necessario “quantificare” la parte di utilità (in valore monetario) consumata in ogni esercizio.

L’ammortamento Si può dire che l’utilità totale che il bene è in grado di fornire, espressa in termini monetari dal suo costo storico, viene distribuita, ripartita, spalmata sui diversi esercizi nei quali il bene strumentale partecipa alla combinazione produttiva.

L’ammortamento E’ il procedimento tecnico e contabile mediante il quale il costo storico riferito all’acquisto di un bene strumentale viene frazionato così da farlo gravare sui diversi esercizi nei quali fornisce la propria utilità

La maturazione dei costi e dei ricavi D’altro canto succede molto di frequente che alcuni costi e ricavi maturino in rapporto al trascorrere del tempo. Spesso succede che la maturazione cada a cavallo fra due esercizi consecutivi, mentre la manifestazione finanziaria del costo avvenga in un’unica soluzione in via anticipata o posticipata (rispetto all’arco di tempo globale della maturazione)

I ratei Se la manifestazione finanziaria del costo o del ricavo è posticipata e cade a cavallo fra due esercizi, la parte della futura uscita od entrata di moneta relativa al costo o al ricavo maturato fino al 31/12 dà luogo ad un rateo.

Ratei attivi e passivi Il rateo è attivo se si riferisce ad una futura entrata di denaro e perciò ad un ricavo in corso di maturazione. Il rateo è’ passivo, invece, se si riferisce ad una futura uscita di denaro e perciò ad un costo in corso di maturazione.

La collocazione in bilancio I ratei sono dei valori aziendali che trovano collocazione nello Stato Patrimoniale come elementi attivi o passivi del patrimonio aziendale. Ad esempio, se i ratei sono passivi, rappresentano dei “debiti potenziali” al pagamento dei quali non è possibile sottrarsi poiché il relativo costo è già maturato.

I risconti Se la manifestazione finanziaria del costo o del ricavo è anticipata e cade a cavallo fra due esercizi, la parte del costo o del ricavo che, pur avendo già avuto la propria manifestazione finanziaria, maturerà a partire dal 31/12 in poi, dà luogo ad un risconto.

I risconti attivi e passivi Se si riferiscono ad un costo “anticipato”, i risconti sono attivi poiché rappresentano il diritto di poter usufruire ancora di un certo servizio nel futuro esercizio senza dover pagare nulla. Viceversa i risconti sono passivi se si riferiscono ad un ricavo “anticipato”, poiché rappresentano un’obbligazione da dover rispettare senza poter prendere nuovo denaro.

Le regole della competenza economica La regola fondamentale è che, per decidere sulla competenza economica dei costi o dei ricavi, non ha importanza guardare quando il costo è stato effettivamente sostenuto o il ricavo è stato davvero conseguito. La relativa manifestazione finanziaria non ha nessuna rilevanza.

Le regole della competenza economica: i costi Un costo si considera di competenza di un determinato esercizio quando: è maturato in quel dato esercizio ha dato la propria utilità in quel dato esercizio ha trovato il correlativo ricavo nell’esercizio stesso

Le regole della competenza economica: i ricavi Un ricavo si considera di competenza di un determinato esercizio quando: è maturato in quel dato esercizio ha trovato il correlativo costo nello stesso esercizio

Conclusione Tenere una corretta contabilità nel corso dell’intero esercizio amministrativo è di determinante importanza per poter prendere nota di tutti i fatti di gestione, con particolare riferimento a quelli che generano componenti positivi o negativi del reddito d’esercizio. Infatti al termine di ogni esercizio il C.E. deve riuscire a darci la variazione netta subita dal PN per effetto della gestione.

Conclusione Tuttavia, a causa dell’artificiale suddivisione della gestione in esercizi, la determinazione del reddito d’esercizio porterebbe a risultati completamente sbagliati o largamente incompleti se, al 31/12, non si procedesse a correggere le informazioni annotate in contabilità durante l’anno sulla base dell’applicazione del principio della competenza economica.

L’assestamento Le rilevazioni contabili (scritture) che si rendono necessarie per procedere alle citate correzioni prendono il nome di scritture di assestamento. Esse hanno lo scopo di completare, integrare e rettificare i dati contabili per determinare con esattezza i costi ed i ricavi di competenza dell’esercizio in chiusura, allo scopo della corretta determinazione del risultato economico dell’esercizio e del correlato patrimonio di funzionamento.

La rappresentazione del C.E. Il Conto Economico, in una prima approssimazione, non è che un’elencazione logica di tutti i costi e ricavi d’esercizio in due colonne separate, i cui relativi totali consentono, per differenza, di determinare il reddito d’esercizio.

Conto Economico Costi d’esercizio Acquisti di merci [Esistenze iniziali (700)] Costi per servizi (ENEL, telefono, acqua, trasporti) Costi del personale Ammortamenti Svalutazione crediti Interessi passivi Imposte d’esercizio Ricavi d’esercizio Vendite di merci [Rimanenze finali (760)] Variazione delle rimanenze (+60)

La forma scalare del C.E. Considerazioni più logiche consentono di suddividere la gestione in aree. Perciò si distinguono: l’area operativa (o tipica, caratteristica, ordinaria) l’area finanziaria l’area straordinaria

Conto Economico 1.000 Vp - 860 Cp = 140 Ro - 40 +/- Gf +/- Gs = 100 Rl Valore della Produzione 1.000 Vp - Costi della Produzione - 860 Cp Risultato operativo = 140 Ro +/- Proventi e oneri finanziari - 40 +/- Gf +/- Proventi e oneri della gestione straordinaria +/- Gs Risultato economico lordo = 100 Rl - Imposte dell’esercizio - 48 Reddito d’esercizio = 52 Re

Considerazioni finali Si tratta soltanto di diversi modi di rappresentare come si è arrivati alla determinazione di un risultato economico della gestione che, ovviamente, è sempre lo stesso, qualunque sia il metodo scelto per rappresentarlo.

La forma scalare E’ la forma preferita dagli studiosi poiché fornisce risultati intermedi utili ai fini dell’analisi della redditività della gestione aziendale.

Il patrimonio dell’azienda Da tutta questa serie di considerazioni, si comprende che dalla determinazione del reddito dell’esercizio amministrativo dipende la composizione del correlato patrimonio di “funzionamento”.

Il patrimonio Il patrimonio di un’impresa è composto dall’insieme dei beni a disposizione del soggetto aziendale in un dato momento. Tale ultima precisazione è determinante per la definizione del concetto di patrimonio. Infatti, anche un solo fatto di gestione comporta una modifica della composizione del patrimonio aziendale.

Il patrimonio di funzionamento Se il momento al quale è riferita la determinazione del patrimonio di un’azienda è la fine di un esercizio (cioè, il 31 dicembre di un certo periodo amministrativo), allora si chiama “patrimonio di funzionamento”.

Considerazioni su reddito e patrimonio Il patrimonio individua un preciso momento della vita dell’azienda: è una fotografia di un istante. Il prospetto che lo rappresenta è, quindi, un prospetto “statico”. Lo stesso concetto di patrimonio è un concetto “statico”.

Considerazioni su reddito e patrimonio Al contrario, il reddito scaturisce dalle operazioni di gestione avvenute in un arco di tempo: il periodo amministrativo. Il prospetto che lo rappresenterà è, quindi, un prospetto “dinamico”. Ed anche il concetto di reddito è un concetto “dinamico”.