Risk and Accounting Bilancio delle assicurazioni La valutazione delle riserve tecniche (cenni) Giovanni Rago 3 aprile 2017
Agenda La disciplina di riferimento Caratteristiche gestionali attività assicurativa Le riserve danni: aspetti generali Le riserve danni: la riserva premi e la riserva sinistri Le riserve vita: la riserva matematica Le riserve vita: le riserve classe D
La disciplina di riferimento Decreto Legislativo 7 settembre 2005, n. 209 (CAP - SETTEMBRE 2005, N. 209 – Codice delle assicurazioni → con l’introduzione di Solvency II (1/01/2016) il CAP: contiene regole di calcolo delle riserve tecniche ai fini di vigilanza (artt. da 36-bis a 36-terdecies, 37 e 37-bis) e rimanda a regolamenti IVASS la definizione dei principi/regole delle riserve tecniche a fini di bilancio (civilistico) [art. 90] D. Lgs. 173/97 (attuazione della direttiva 91/674/CEE) Regolamenti IVASS: → Regolamento 22/2008, modificato a dicembre 2016(1), ed in particolare allegato 14: principi attuariali e regole per la determinazione delle riserve tecniche rami vita (ex Regolamento 21/2008) allegato 15: principi attuariali e regole per la determinazione delle riserve tecniche rami danni (ex Regolamento 16/2008) allegato 16: principi attuariali e regole per la determinazione delle riserve tecniche di riassicurazione (ex Regolamento 33/2010 – parte III) (1) Modificato dal Provvedimento IVASS n. 53 del 6 dicembre 2016
Caratteristiche gestionali attività assicurativa Definizione di contratto assicurativo ex art. 1882 c.c. “L'assicurazione è il contratto con il quale l'assicuratore, verso pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l'assicurato, entro i termini convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana”. → Diversa portata della definizione rispetto a IFRS 4 (v. lezione successiva) Funzione del contratto: eliminazione alea con il trasferimento del rischio (≠ incertezza) dall’assicurato all’assicuratore che li assume/gestisce in pool Tassonomia de rischi: 3 tipologie: rischio puro: rischio che si verifichi un evento futuro sfavorevole, di natura aleatoria, che, in caso di accadimento, si traduce in un danno → eventi si possono rappresentare come variabili di tipo binomiale → l’incertezza verte sull’an (tipico del ramo danni) rischio speculativo: legato ad evento futuro incerto che può comportare sia effetti negativi (es. perdite) che positivi (es. guadagni) rischio demografico: legato ad evento futuro attinente la vita umana (es. morta o sopravvivenza) → l’incertezza verte sul quando o il quantum (tipico del ramo vita). 2 diverse categorie: assicurazioni danni: l’assicuratore si obbliga a rivalere l’assicurato Ramo danni: si coprono rischi da a) Danni su beni di proprietà (es. furto, incendio), b) Danni a terzi (es. RCA) c) Danni a persone (es. infortuni). Al verificarsi dell’evento assicurato, la società fornisce un “indennizzo” per la perdita subita. Ramo vita: l’evento oggetto di assicurazione riguarda: a) la durata della vita umana, b) nunzialità e natalità c) rischio di non autosufficienza o malattia, d) contratti unit o index linked e) contratti di capitalizzazione Qui, si fornisce una “prestazione” nei termini pattuiti.
Caratteristiche gestionali attività assicurativa 2 diverse categorie: assicurazioni danni: l’assicuratore si obbliga a rivalere l’assicurato di un danno a esso prodotto da un sinistro. Al verificarsi dell’evento assicurato, l’assicuratore fornisce un “indennizzo” per la perdita subita. → finalità endennitaria-risarcitoria → si coprono rischi da: a) danni su beni di proprietà (es. furto, incendio), b) danni a terzi (es. RCA) e c) danni a persone (es. infortuni) (art. 2, comma 3, CAP) assicurazioni vita: l’assicuratore si obbliga a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di in evento attinente la vita umana → finalità di previdenza, risparmio, investimento → classificazione per rami (art. 2, comma 1, CAP) : a) la durata della vita umana, b) nuzialità e natalità c) contratti unit o index linked, d) autosufficienza o malattia e) contratti di capitalizzazione → 3 grandi categorie: assicurazioni caso morte, caso vita e mista → soggetti: assicuratore, contraente, assicurato e beneficiario Possono coincidere oppure essere distinti
Caratteristiche gestionali attività assicurativa Inversione del ciclo costi-ricavi: nel caso delle società di assicurazione vi è un’inversione del ciclo operativo rispetto alle altre società: prima si ricevono i ricavi (=premi) ed in seguito di sostengono i costi (=prestazione assicurativa) Ciò è possibile al principio mutualistico (loss sharing) secondo cui – stante l’omogeneità, numerosità, indipendenza dei rischi assicurati – il costo degli eventi dannosi può essere ripartito pro quota tra soggetti diversi in quanto soltanto per alcuni si verificherà l’evento oggetto di assicurazione La legge dei grandi numeri: tanto più numerosi sono i rischi (individuali) assicurati, tanto più diminuisce – diventando anche prevedibile - il rischio che si corre (e la stima dei costi) Costruzione del premio vita: 3 ipotesi ipotesi demografica: probabilità di accadimento della mortalità/sopravvivenza ipotesi finanziaria: incremento finanziario dei premi pagati in anticipo (tasso tecnico) ipotesi di spesa: stima spese per acquisto contratto, incasso premi e gestione Calcolo del premio vita: Ipotesi demografica Premio puro Ipotesi finanziaria + Premio di tariffa Acquisizione Caricamenti Incasso Gestione
Caratteristiche gestionali attività assicurativa Forte legame fra la gestione assicurativa e finanziaria Somme incassate per i premi sono investite (gestiti finanziariamente) in attesa di essere utilizzare per il pagamento degli indennizzi/prestazioni assicurative. In particolare, i premi incassati sono usati per costituire le riserve tecniche in bilancio (contabilmente delle rimanenze passive, cioè dei risconti di ricavi, mentre economicamente rappresentano impegni futuri verso assicurati. Le somme incassate invece sono oggetto di investimento in attività mobiliari e immobiliari. Caratteristica degli investimenti: redditività, sicurezza, liquidità, diversificazione e congruenza. Gestioni principali: ciclo assicurativo, ciclo degli investimenti, ciclo riassicurativo, ciclo dei sinistri
Le riserve danni: aspetti generali Principio della sufficienza delle riserve tecniche: «L'impresa di assicurazione che esercita i rami danni ha l'obbligo di costituire, per i contratti del portafoglio italiano, riserve tecniche che siano sempre sufficienti a far fronte, per quanto ragionevolmente prevedibile, agli impegni derivanti dai contratti di assicurazione». (art. 23-ter Regolamento 22/2008) «Le riserve sono costituite al lordo delle cessioni in riassicurazione…» (in quanto rimane l’unico responsabile verso l’assicurato). Le imprese calcolano le riserve tecniche adottando metodi di valutazione prudenti e costituiscono, fra l’altro, tenuto conto delle caratteristiche dei rischi assunti e dei sinistri: la riserva premi, la riserva sinistri, la riserva per sinistri avvenuti ma non ancora denunciati alla chiusura dell’esercizio, etc. Previsione di valutazioni analitiche (singolo contratto). Utilizzabilità di valutazione forfetarie (insieme di contratti).
Le riserve danni: la riserva premi La riserva premi comprende l’ammontare complessivo delle somme necessarie per far fronte al costo futuro dei sinistri relativi ai rischi non estinti alla data di valutazione Due componenti: Riserva per frazioni di premio → collegata alla ripartizione temporale del premio: parte del premio lordo contabilizzato dall’impresa di competenza dell’esercizio successivo → criteri di calcolo: metodo “pro rata temporis”: analitico (per ciascun contratto) metodo forfettario: % dei premi. Può essere utilizzato se comporta un accantonamento non inferiore a quello derivante dall’utilizzo del “pro rata temporis” 2. Riserva per rischi in corso → collegata ad una insufficienza del premio legata alla maggiore sinistrosità dei contratti rispetto a quanto preventivato in sede di pricing della tariffa (onere per sinistri atteso > riserva per frazioni di premio + rate di premio future) adeguato modello previsionale della sinistrosità o sulla base del loss ratio
Le riserve danni: la riserva sinistri La riserva sinistri è la componente principale delle riserve danni: La riserva sinistri comprende l’ammontare complessivo delle somme che, da una prudente valutazione effettuata in base ad elementi obiettivi, risultino necessarie per far fronte al pagamento dei sinistri, avvenuti nell’esercizio stesso o in quelli precedenti qualunque sia la data di denuncia, e non ancora pagati, nonché alle relative spese di liquidazione, indipendentemente dalla loro origine. Sono compresi gli IBNR Valutazione in misura pari al costo ultimo (no riserve attualizzate) Valutazione analitica (per ciascun sinistro) oppure considerando per gruppi di sinistri omogenei il costo medio dei sinistri (disponibilità di dati storici e serie statistiche) Calcolo con il metodo dell’inventario (valutazioni analitiche) o metodologie statistico-attuariali Sullo smontamento delle riserve si veda lo specifico allegato alla lezione
Le riserve vita: la riserva matematica La riserva matematica è la componente principale delle riserve vita (classe C) Principio generale: le imprese che esercitano i rami vita costituiscono riserve tecniche, ivi comprese le riserve matematiche e le riserve per spese future, sufficienti a garantire le obbligazioni assunte e le spese future. Valutazione per ciascun contratto. Sono tuttavia consentite approssimazioni Metodi di calcolo: metodo attuariale prospettivo e prudente che tenga conto di tute le obbligazioni future dell’impresa metodo attuariale retrospettivo (a certe condizioni) Basi tecniche (demografiche e finanziarie): Basi del 1°ordine: l’utilizzo delle stesse basi utilizzate per il calcolo del premio è considerato prudente + riserva aggiuntiva per rischio di tasso di interesse garantito Basi del 2°ordine: utilizzo di basi tecniche aggiornate (D tra pricing ed esperienza)
Le riserve vita: le riserve di classe D Riserve di classe D: sono riferite ai contratti nei quali il rischio è a carico degli assicurati (unit-linked ed index linked - D.I) e fondi pensione (classe D.II) Contratti unit-linked: le prestazioni sono direttamente collegate al valore delle quote di un organismo di investimento collettivo del risparmio oppure al valore di attivi contenuti in un fondo interno detenuto dall'impresa di assicurazione Contrati index-linked: qualora le prestazioni previste in un contratto siano direttamente collegate ad un indice azionario o altro valore di riferimento Diversamente dai contratti «tradizionali» per cui sia gli investimenti che le riserve sono valutate al costo, la classe D è valutata al valore corrente Principio del close matcing: le riserve sono rappresentate, con la massima approssimazione possibile, dal valore degli attivi Eventuali garanzie impresa: riserva addizionale di classe C