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Giorgio Giraudi Il Trattato di Nizza Inserire testo Inserire testo

I limiti del Trattato di Amsterdam e il Trattato di Nizza Pur se aveva apportato innovazioni significative, il Trattato di Amsterdam non aveva incluso un accordo sulle riforme istituzionali considerate comunque indispensabili per evitare che il previsto allargamento ad est paralizzasse completamente l'UE. Per questo motivo lo stesso Trattato di Amsterdam prevedeva esplicitamente la convocazione di una nuova Conferenza intergovernativa (CIG) dedicata alla riforma del funzionamento delle istituzioni comunitarie. La CIG iniziò il 14 febbraio del 2000 con il mandato di preparare l'UE all'allargamento in quattro settori chiave: ponderazione dei voti nel Consiglio; estensione dell'area delle decisioni soggette alla regola della maggioranza qualificata invece che dell'unanimità; dimensioni e composizione della Commissione europea; cooperazioni rafforzate. Si tratta quindi di trovare un accordo definitivo sui cosiddetti 'residui di Amsterdam', cioè su temi già esplorati ma non conclusi. Tuttavia, nonostante i temi non fossero totalmente nuovi il lavoro di mediazione fu molto difficile e segnato da una elevata incertezza.

L’allargamento a Est Paese Apertura negoziato Data di adesione Cipro 31 marzo 1998 1 maggio 2004 Rep. Ceca Estonia Ungheria Polonia Slovenia Lettonia 15 febbraio 2000 Lituania Malta Rep. Slovacca Bulgaria 1 gennaio 2007 Romania

Il Trattato di Nizza PRINCIPALI FINALITA’: a) Preparare e definire il processo di allargamento; b) procedere alla creazione di una PESC e una PESD più coordinate ed efficaci; c) rilanciare il processo di creazione di un’Europa sociale; d) proclamazione ma non incorporazione della Carta dei diritti fondamentali dell’UE PROCEDURE: Ulteriore espansione dell’area soggetta a procedura legislativa di codecisione (circa il 40% delle materie) ISTITUZIONI COMMISSIONE: a) Riforma interna e rafforzamento ruolo del Presidente; b) nuovi ruoli di raccolta informazioni e valutazione legati allo sviluppo dell’UE economica e sociale (Processi di Cardiff e Colonia e Strategia di Lisbona) CONSIGLIO EUROPEO: Ruolo crescente con particolare riferimento ai processi aperti di coordinamento e all’allargamento CONSIGLIO DELL’UE: Espansione dell’area soggetta a voto a maggioranza qualificata e previsione di riforma dei pacchetti di voto statali PARLAMENTO EUROPEO: a) estensione area di colegislazione; b) diritto di ricorso alla CGE; c) creazione di una base legale per il finanziamento dei partiti europei

La riforma della Commissione Il 15 marzo 1999 la Commissione europea guidata dal Presidente Jacques Santer si era dimessa, anticipando un voto di censura certo da parte del PE, in seguito ad alcuni scandali dovuti alla cattiva gestione finanziaria attuata da alcuni commissari. La fine ingloriosa della Commissione Santer aveva dimostrato come una riforma della stessa Commissione fosse urgente e ineludibile. Con il Trattato di Nizza sono state ridefinite le procedure di nomina ma, soprattutto, è stato rafforzato il ruolo del Presidente della Commissione. Da Nizza in poi il Presidente dispone del potere di assegnare e modificare le competenze dei commissari anche durante il mandato. Inoltre è prevista la possibilità che lo stesso Presidente, con voto favorevole del Collegio dei Commissari, possa richiedere (e ottenere) le dimissioni di uno o più commissari. Quindi, anche le la responsabilità della Commissione rimane collegiale da Nizza in poi si è assistito ad una maggiore verticalizzazione dei rapporti interni a favore del Presidente di turno. A questa riforma (cd. 'riforma Prodi') hanno fatto seguito una serie di riforme interne la più famosa delle quali è stata la 'riforma Kinnock'.

Il Trattato di Nizza e la rappresentanza politica Il Trattato di Nizza introduceva anche alcune innovazioni nel campo della rappresentanza politica. Il ruolo del PE era rafforzato tramite un'estensione significativa degli ambiti di politica pubblica soggetti a codecisione divenendo un colegislatore al pari del Consiglio. La questione della rappresentanza politica incorporava nuovi elementi di integrazione anche sul fronte dei partiti politici europei. L'articolo 191 permetteva di fissare per via legislativa lo statuto dei partiti politici europei definendone le condizioni necessarie per un riconoscimento ufficiale della funzione svolta da parte dell'UE e il conseguente accesso ai finanziamenti pubblici comunitari. Infine la stessa UE assumeva un nuovo ruolo nella costruzione della polity europea. Il nuovo trattato prevedeva infatti che l'UE svolgesse un'azione di sorveglianza del rispetto dei diritti fondamentali nei confronti degli stati membri e prevedeva una procedura affinché l'UE potesse produrre raccomandazioni ai paesi membri in tema di rispetto dei diritti fondamentali e, nei casi estremi, potesse procedere all'espulsione dei paesi membri non il linea con gli standard di tutela europei.

La riforma delle cooperazioni rafforzate Il Trattato di Nizza ha prodotto delle innovazioni significative anche in tema di cooperazioni rafforzate. Da Nizza in poi un gruppo minimo di nove stati può dare vita ad un'azione di cooperazione rafforzata senza che nessuno stato membro possa più utilizzare il cosiddetto 'freno di emergenza', cioè la possibilità di rinviare la decisione all'unanimità del Consiglio Europeo. Inoltre il campo di possibile applicazione delle cooperazioni rafforzate è stato ampliato e oggi si può utilizzare questo strumento integrativo anche all'interno di aree a lungo riservate alla cooperazione intergovernativa quali la Politica estera e di difesa comune e quella della Giustizia e degli affari interni. La possibilità di partecipare alle cooperazioni rafforzate rimane sempre aperta a tutti gli stati membri così come la possibilità di prendere parte alle discussioni relativa alla gestione. Tuttavia il diritto di voto in Consiglio rimane riservato agli stati membri che in quel momento fanno effettivamente parte di quella specifica cooperazione rafforzata.

La Carta di Nizza La storia del Trattato di Nizza si lega inscindibilmente a quella della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (cd. Carta dei diritti fondamentali). Infatti la necessità di codificare esplicitamente i diritti fondamentali dell'UE era da tempo sostenuta da molte corti costituzionali nazionali. Per ovviare ai conflitti di attribuzione di competenza tra la Corte di giustizia europea e i tribunali costituzionali nazionali era necessaria una Carta dei diritti fondamentali dell'UE. A tal fine era stata costituita una istituzione apposita denominata 'Convenzione' costituita da rappresentanti degli stati membri, da parlamentari nazionali, da europarlamentari e da un rappresentante della Commissione. Il 7 dicembre 2000, a Nizza, il testo della Carta, costituito da 54 articoli che individuavano le libertà fondamentali, i diritti politici, economici e sociali e alcuni diritti 'moderni' legati alle nuove tecnologie, era stato adottato senza però che fosse incorporato nei Trattati o che nei Trattati ci fossero riferimenti diretti ad esso perché, ancora una volta, il consenso tra gli stati membri non era unanime.

Considerazioni conclusive sul Trattato di Nizza Grazie al Trattato di Nizza sono stati sciolti alcuni dei nodi politici che erano rimasti irrisolti ad Amsterdam e sono state approvate le riforme fondamentali per potere procedere lungo la strada dell'allargamento ad est. Tuttavia, la sensazione che ha prevalso già all'indomani della firma del trattato è che i compromessi trovati a Nizza siano stati troppo spesso compromessi al ribasso. Le limitate riforme prodotte a Nizza hanno permesso una nuova estensione geografica dell'Unione ma non sono state in grado di fornire alla stessa Unione gli strumenti istituzionali e politici tali da potere gestire in maniera efficiente l'Unione 'a ventisette'. Insomma, l'incredibile l'allargamento a dodici nuovi paesi ha reso più lento e problematico il processo di approfondimento dell'integrazione europea introducendo un gradiente di differenziazione interna ancora crescente rispetto a quanto già visto a Maastricht e Amsterdam.