IL SISTEMA MONDO E L’OCCHIO REALISTA

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Il verismo Nella seconda metà dell’ottocento,nel mondo occidentale si assiste al grande sviluppo della scienza e della tecnica. Si ritiene che lo strumento.
Advertisements

GIOVANNI VERGA (CATANIA ).
GIOVANNI VERGA (la vita e le opere)
Un conservatore meridionale d’epoca positivista
GIOVANNI VERGA (la vita e le opere)
GIOVANNI VERGA.
La vita, le opere e “I Malavoglia”
Giovanni Verga
Il Verismo when why who what when where why who È un movimento letterario che si diffonde in Italia Ritorno alla NATURA, AL VERO Non più realtà.
Il Positivismo 1.
Giovanni Verga Il verismo italiano realizzato da Ada Fortuna
Giovanni Verga.
Giovanni Verga.
GIOVANNI VERGA Vita e Opere.
GIOVANNI VERGA A CURA DELLA PROF.SSA MARIA ISAURA PIREDDA.
IL VERISMO.
Il Naturalismo francese e il Verismo italiano
A CURA DELLA PROF.SSA MARIA ISAURA PIREDDA.
Libertà, Novelle rusticane
Dal naturalismo al verismo
Per gli studenti di italianistica all’Università della Slesia A cura della Prof.ssa Krystyna Wojtynek - Musik Guida allo studio della storia della letteratura.
Giovanni Verga.
I MALAVOGLIA di Giovanni Verga Presentazione a cura di Tarcisio Muratore.
Giovanni Verga ( ).
I PROMESSI SPOSI La letteratura deve avere l’utile per scopo, il vero per soggetto, l’interessante per mezzo.
Caratteristiche generali
Cogli il mondo vero … fai una foto realista!
VERISMO.
Conta che ti passa Sir Isaac Newton matematico, fisico e alchimista
Preferisco Genova a tutte le città che ho abitato
L'unicità Il dizionario Treccani definisce l'unicità come:
Ama la tua Parrocchia Paolo VI,
IL VERISMO PAG. 176.
La letteratura come scienza
FIGLIO, QUELLO CHE È MIO È TUO FIGLIO, QUELLO CHE È MIO È TUO
lavoro e risorse umane: a. smith
L’eclissi del narratore
IL MELODRAMMA VERISTA.
FIGLIO, QUELLO CHE È MIO È TUO FIGLIO, QUELLO CHE È MIO È TUO
I PROMESSI SPOSI PP Prof.ssa Nanci.
DELLA SCUOLA DEL SABATO
Lavoro Realizzato all’interno della 2C
In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio
La lettera.
Il Naturalismo francese e il Verismo italiano
Corrente filosofica che:
GIOVANNI VERGA VITA E OPERE.
Il Naturalismo francese e il Verismo italiano
Riferimenti culturali: Altri riferimenti:
Oggetto: TEST DELLA PERSONALITA'
VERGA NEL NOVECENTO.
Il nuovo governo Prodi Carrubba Biagio.
Giovanni verga e Il VERISMO
Naturalismo e Verismo.
L’argomento di questa sera è:
LA PACE, DONO DI DIO Dalle parole di Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.
GIOVANNI VERGA Catania 1840 – Catania 1922
Giovanni Verga Catania Catania
xVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Dopo Nietzsche Nella filosofia contemporanea esistono pensatori ANALITICI e pensatori CONTINENTALI. Già abbiamo seguito la linea di sviluppo di pensiero.
Ascolta i pensieri.
Questa è la storia di due fratelli che vissero insieme d’amore e d’accordo per molti anni. Vivevano in cascine separate, ma un giorno…
Il Naturalismo (pg ).
La pace come cammino Don Tonino Bello Realizzazione Umberto Parisi.
Santa Maria del cammino
Coro “Resurrexit” della Messa in si minore di Bach
DOMENICA DELLE PALME ANNO C
LUIGI PIRANDELLO “IL FIGLIO DEL CAOS”.
LINEE GENERALI DELLA CULTURA EUROPEA TRA ‘800 E ‘900
IL DONO DELLA SCIENZA.
Transcript della presentazione:

IL SISTEMA MONDO E L’OCCHIO REALISTA VERGA

Per iniziare torniamo brevemente a occuparci di SCAPIGLIATURA Tarchetti, con Paolina. Il mistero del coperto de’ Figini, che risale al 1861, scrive il primo romanzo di “critica sociale” italiano Seguirà la “seconda scapigliatura”, coeva al verismo, molto vicina al naturalismo francese, a Zola in particolare (P. Valera, Milano sconosciuta, 1879, réportage sui bassifondi di Milano, la “capitale morale del Regno”)  

Il “coperto” de’ Figini a Milano si trovava di fronte al Duomo e venne abbattuto negli anni Settanta dell’Ottocento per dare corso alla ristrutturazione della piazza

Dalla prefazione a Germinie Lacerteux (1864) dei fratelli De Goncourt: “Le public aime les romans faux: ce roman est un roman vrai. Il aime les livres qui font semblant d’aller dans le monde: ce livre viens de la rue. Il aime les petits oevres polissonnes, les mémoires de filles, les confessiones d’alcôves, les saletés érotiques, le scandale qui se retrousse dans une image aux devantures des libraires : ce qu’il va lire est sévère et pur. Qu’il ne s’attende point à la photographie décolletée du Plaisir : l’étude qui suit est la clinique de l’amour »

Il dato importante è rappresentato dal richiamo al vero nel senso del « documento umano », da cogliere il più possibile senza intrusioni liriche o autobiografiche : di qui la scelta del romanzo come veicolo di diffusione, in quanto esso sarebbe « la più completa e la più umana delle opere d’arte », quella più adatta a restituire in modo « scientifico » la realtà. Mutuandolo da Flaubert, Verga e Capuana insisteranno molto sul canone dell’impersonalità dell’opera d’arte

GIOVANNI VERGA (1840, Vizzini, 1922 Catania) Apprendistato letterario: da giovane in Sicilia legge Guerrazzi e i romanzi storici, molti romanzi francesi d’appendice (Dumas, Sue); si trasferisce poi a Firenze e a Milano, pratica i salotti della nobiltà (contessa Maffei), conosce alcuni scapigliati (Arrigo Boito, Emilio Praga), scrive romanzi sentimentali, ambientati presso le classi alte, che piacciono al pubblico dell’epoca, legge Flaubert, Maupassant, Zola.

SVOLTA VERISTA Con il bozzetto Nedda, scritto nel 1874, l’attenzione dello scrittore si sposta verso la Sicilia, fra gli umili raccoglitori di olive. Sul “Fanfulla” nel 1878 pubblica Rosso Malpelo,che nel 1880 includerà nella raccolta Vita dei campi. Progetta un grandioso affresco di vita sociale, “una specie di fantasmagoria della lotta per la vita, che si estende dal cenciaiuolo al ministro e all’artista e assume tutte le forme, dall’ambizione all’avidità del guadagno, e si presta a mille rappresentazioni del gran grottesco umano; lotta provvidenziale che guida l’umanità, per mezzo e attraverso tutti gli appetiti alti e bassi, alla conquista della verità”. (lettera a Salvatore Verdura)

È il progetto di un romanzo ciclico, di cui comporrà solo due parti: I Malavoglia e Mastro-don Gesualdo, lasciando incompiuta La Duchessa delle Gargantas, L’Onorevole Scipioni e L’uomo di lusso. Interesse per l’umanità, in tutte le sue manifestazioni, attitudine scientifica e teoria dell’impersonalità. Lo scrittore, teorizza Verga, “deve farsi piccino, chiudere l’orizzonte fra due zolle”: un’assenza di artificio che si tramuta in un nuovo artificio. Anche la lingua è soggetta a un’operazione simile: un italiano “colorato” di dialetto, non in senso lessicale ma mentale, riportando l’ethos dei suoi corregionali (si tratta di quello che Baldi denomina “l’artificio della regressione”, per cui l’Autore “regredisce” al livello dei suoi personaggi).

A VOLO RADENTE SUI MALAVOGLIA Unità di luogo: il paese di pescatori di Aci Trezza in Sicilia (un microcosmo e, all’interno di esso, un ulteriore microcosmo, la famiglia Toscano, detti Malavoglia, e la loro “casa del nespolo”) La famiglia: Padron ‘Ntoni, Bastianazzo, La Longa, ‘Ntoni, Luca, Mena, Alessi, Lia Il villaggio: l’usuraio (zio Crocefisso detto Campana di legno), il mediatore Piedipapera, Alfio, gran lavoratore innamorato (ricambiato) di Mena.

Eventi che sconvolgono l’assetto familiare: il servizio militare cui viene chiamato per cominciare ‘Ntoni nel 1863 (il ragazzo, non ben inclinato, si lascia sedurre dalla vita cittadina, chiede continuamente soldi); l’idea di intraprendere un’attività commerciale comprando una partita di lupini a credito dallo zio Crocefisso; ‘Ntoni che rifiuta di protrarre il servizio militare per altri sei mesi esentando così il fratello Luca, che perciò parte e muore a Lissa (1866)

Effetti sul breve periodo: la famiglia perde la barca (la Provvidenza), Bastianazzo muore nel neufragio, la casa del Nespolo viene pignorata dal creditore, ‘Ntoni si dà ad attività illecite, viene arrestato, le sue sorelle sono travolte dall’onta, Lia abbandona il paese e diventa una prostituta in città, Mena non potrà mai sposare Alessi; il nonno, padron ‘Ntoni, muore senza poter vedere riacquistata la casa del Nespolo)

Sul lungo periodo: qualcosa si ricompone, la casa viene riacquistata grazie ad Alessi, che si sposa e ridà futuro alla famiglia. ‘Ntoni invece ritorna una sera per dire definitivamente addio al paese.

TESTI DI RIFERIMENTO PER INTENDERE IL VERISMO VERGHIAMO (l’occhio realista di Verga) La lettera-prefazione, indirizzata a Salvatore Farina, all’Amante di Gramigna (Vita dei campi). La novella Fantasticheria che contiene l’espressione dell’ideale dell’ostrica (Vita dei campi)

Quando nel romanzo l’affinità e la coesione di ogni sua parte sarà così completa, che il processo della creazione rimarrà un mistero, come lo svolgersi delle passioni umane, e l’armonia delle sue forme sarà così perfetta, la sincerità della sua realtà così evidente, il suo modo e la sua ragione di essere così necessarie, che la mano dell’artista rimarrà assolutamente invisibile, allora avrà l’impronta dell’avvenimento reale, l’opera d’arte sembrerà essersi fatta da sé, aver maturato ed esser sorta spontanea, come un fatto naturale, senza serbare alcun punto di contatto col suo autore, alcuna macchia del peccato d’origine (Lettera-prefazione a L’amante di Gramigna).

- Insomma l'ideale dell'ostrica. - direte voi  - Insomma l'ideale dell'ostrica! - direte voi. - Proprio l'ideale dell'ostrica! e noi non abbiamo altro motivo di trovarlo ridicolo, che quello di non esser nati ostriche anche noi -.   Per altro il tenace attaccamento di quella povera gente allo scoglio sul quale la fortuna li ha lasciati cadere, mentre seminava principi di qua e duchesse di là, questa rassegnazione coraggiosa ad una vita di stenti, questa religione della famiglia, che si riverbera sul mestiere, sulla casa, e sui sassi che la circondano, mi sembrano - forse pel quarto d'ora - cose serissime e rispettabilissime anch'esse.   Sembrami che le irrequietudini del pensiero vagabondo s'addormenterebbero dolcemente nella pace serena di quei sentimenti miti, semplici, che si succedono calmi e inalterati di generazione in generazione. - Sembrami che potrei vedervi passare, al gran trotto dei vostri cavalli, col tintinnìo allegro dei loro finimenti e salutarvi tranquillamente.   Forse perché ho troppo cercato di scorgere entro al turbine che vi circonda e vi segue, mi è parso ora di leggere una fatale necessità nelle tenaci affezioni dei deboli, nell'istinto che hanno i piccoli di stringersi fra loro per resistere alle tempeste della vita, e ho cercato di decifrare il dramma modesto e ignoto che deve aver sgominati gli attori plebei che conoscemmo insieme. Un dramma che qualche volta forse vi racconterò, e di cui parmi tutto il nodo debba consistere in ciò: - che allorquando uno di quei piccoli, o più debole, o più incauto, o più egoista degli altri, volle staccarsi dai suoi per vaghezza dell'ignoto, o per brama di meglio, o per curiosità di conoscere il mondo; il mondo, da pesce vorace ch'egli è, se lo ingoiò, e i suoi più prossimi con lui. - E sotto questo aspetto vedrete che il dramma non manca d'interesse. Per le ostriche l'argomento più interessante deve esser quello che tratta delle insidie del gambero, o del coltello del palombaro che le stacca dallo scoglio. (Fantasticheria)