Demografia e gruppi sociali

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Transcript della presentazione:

Demografia e gruppi sociali Rosella Rettaroli

Questioni Quanto contano le classi sociali nel determinare un comportamento/una scelta demografica. Quale è la traduzione operativa delle classi sociali di tipo “sociologico”, in demografia. Le dimensioni economiche (reddito, grado d'istruzione, professione, ricchezza…) spiegano tutta la variabilità dei comportamenti? Quali necessità ed esigenze informative e quanta flessibilità in esse ai fini della ricerca delle determinanti.

Le classi sociali contano Trasmissione intergenerazionale dei comportamenti e quindi dell’appartenenza sociale (es: uscita dalla famiglia e transizione allo stato adulto, fecondità, movimenti migratori) Composizione intragenerazionale (es. scelta del partner, fecondità, disuguaglianze nella salute, mobilità di capitale umano) Origini sociali e appartenenza a gruppi sociali (classi) approssimate da singole dimensioni, (istruzione propria e dei genitori, cond.prof.le propria e del padre e/o della madre, livelli di consumo o di reddito individuo/famiglia)

1. Transizione allo stato adulto I giovani delle classi sociali più elevate ritardano l’uscita La maggiore disponibilità di ricchezza della famiglia di origine trattiene i giovani nella famiglia di origine

1. Transizione allo stato adulto Predicted probability of being in each cluster, by country and parental social class. Pooled sample women. Note: The probabilities are obtained controlling for birth cohort and number of siblings. Fonte: Sironi et al. 2015 Family: prevalence of single living and cohabitation. Delay of childbearing. Independence: fast achievement (as cluster 1) Family: fast family formation (single  marriage  parenthood). Independence: early achievement Transizione più lenta tra le classi sociali più elevate e più ricche. Più basso è lo status socioeconomico, più elevata è la probabilità di sperimentare una transizione precoce e veloce.

2. Fecondità Cambiamento di relazione, da positiva a negativa, tra status e fecondità nel lunghissimo periodo (dal 13° al 21° secolo) Preponderante l’ampiezza dell’effetto positivo prima del declino della fecondità sull’effetto negativo contemporaneo il declino della fecondità è guidato dalle classi sociali più elevate [modello “leader-follower”] [Fonte: Skirbekk, 2008]

2. Fecondità Generazioni fine 800 -1960: fecondità più bassa e quota maggiore di donne senza figli tra laureate e diplomate, (borghesia e ceti impiegatizi), declino della fecondità più lento e tardivo per le donne meno istruite. Andamento che continua per la nascita del primo figlio fino alle generazioni più recenti dove l’effetto negativo dello status è ancora rinforzato e legato a ritardi di transizione. Fonte: Caltabiano & Dalla Zuanna 2015

Istruzione: ruolo fondamentale Livello di istruzione: sempre molto importante per raggiungere o mantenere status sociali elevati per essere competitivi sul mercato matrimoniale sempre molto caratterizzato da livelli di competizione crescenti per livello di istruzione e omogamia influenza le preferenze per il timing e l’outcome di fecondità aumenta l’autonomia femminile fa crescere l’uso dei contraccettivi aumenta i costi-opportunità dei figli

3. Sopravvivenza Mortalità generale e indicatori di posizione sociale individuale (RR da modelli di Poisson) Elaborazione grafica da dati in Costa et al., 2014. Popolazione torinese residente al Censimento 2001, follow up fino a settembre 2011.

3. Disabilità le quote di vita vissuta con malattie e disabilità, hanno ampia variabilità in Europa e tra i diversi gruppi socio-economici (Cambois et al. 2015). i risultati mettono in luce la presenza di contesti in cui la differenzialità tra i gruppi sociali diminuisce (paesi scandinavi), ma anche quelli in cui ad avvantaggiarsi delle risorse del contesto (welfare) sono soprattutto le classi più elevate (paesi Baltici), con l’Italia ed altri paesi Mediterranei in una posizione intermedia

Conclusioni 1/2 Premesso l’aspetto multidimensionale della classe sociale affrontato con proxy differenti (istruzione reddito, classe…) ESISTE un legame tra Classe SOCIALE e comportamenti demografici La dimensione economica non è l’unica individuabile ma esiste un ambito di flessibilità legata a norme culturali (timing, dimensione familiare e gli stili di vita) e aspettative individuali. Vanno salvaguardate per la demografia le letture longitudinali in approccio inter-generazionale oltre che intragenerazionale.

Conclusioni 2/2 Lavorare sulle classificazioni dei gruppi sociali perché siano rappresentative dei cambiamenti è importante quanto più siamo in momenti di trasformazione dei contesti e delle aspirazioni personali. Il confronto è necessariamente interdisciplinare e necessita di momenti di discussione e di raccordo. Da evitare la dispersione del patrimonio conoscitivo cumulato con la ricerca preesistente (per non perdere il confronto sul lungo periodo e indebolire il potere conoscitivo), curando la comparabilità (interna e internazionale). Qualsiasi nuovo approccio scelto potrà permettere di affinare e aggiornare quanto già presente.