Il completamento dell’unità nazionale

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Transcript della presentazione:

Il completamento dell’unità nazionale La presa di Roma e la Terza Guerra d’Indipendenza

La situazione del Sud Casse dello stato prosciugate dalle recenti guerre → aumento delle tasse Malcontento del Sud, che non pagava molti tributi sotto i Borbone. Odiosa soprattutto la tassa sul macinato (1869), che fa aumentare il prezzo del grano. Non mantenuta la promessa di distribuire le terre ai contadini ( i latifondisti mantengono i loro possedimenti)

Il brigantaggio Fenomeno di rivolta popolare diffusa nel Sud Italia tra il 1861 e il 1865. Motivazioni: ostilità della nobiltà locale verso i Savoia leva militare obbligatoria, che pesa soprattutto sulle famiglie contadine Diventa una vera e propria guerriglia (20.000 morti in 5 anni). Il divario economico e sociale tra Nord e Sud aumenta e molti contadini meridionali emigrano verso l’America.

Una banda di “briganti”

Il tentativo di Rattazzi Urbano Rattazzi, nuovo primo ministro dopo la morte improvvisa di Cavour. Vuole prendere Roma, ma il papa è difeso dai soldati di Napoleone III. Rattazzi incarica Garibaldi di conquistare Roma, facendo però credere che il generale stesse agendo di sua iniziativa (per non inimicarsi la Francia). Napoleone III intima a Rattazzi di fermare Garibaldi, altrimenti dichiarerà guerra all’Italia.

La Convenzione di Settembre Patto tra la Francia e l’Italia (1864). L’Italia si impegna a non voler conquistare Roma, in cambio Napoleone III ritira le sue truppe. La capitale italiana viene spostata da Torino a Firenze. In realtà il governo italiano non aveva rinunciato alla conquista di Roma.

La Terza Guerra di Indipendenza 1866: l’Italia si allea alla Prussia in una guerra contro l’Austria. La Prussia è impegnata nella creazione di uno stato tedesco unitario, l’Italia vuole approfittare della debolezza austriaca per conquistare il Triveneto. Esercito italiano ancora poco organizzato: sconfitto a Custoza e a Lissa (battaglia navale). La vittoria prussiana permette comunque all’Italia di annettere il Veneto, ma non il Trentino e il Friuli (“terre irredente”).

Battaglia di Lissa

La presa di Roma 1867: Garibaldi tenta di nuovo di conquistare Roma, ma viene sconfitto a Mentana dall’esercito pontificio. Napoleone III riporta a Roma le sue truppe. 1870: dopo la sconfitta subita a Sedan contro la Prussia, Napoleone III abdica e crolla il Secondo Impero → Roma è indifesa. Il generale Cadorna apre una breccia nei pressi Porta Pia e l’esercito italiano conquista Roma.

Il rapporto con la Chiesa Pio IX si ritira nel palazzo del Vaticano e condanna l’occupazione avvenuta, scomunicando il re e il governo. Vittorio Emanuele II si trasferisce a Roma, nuova capitale. Per cercare di risolvere il problema col papa il governo italiano emana la Legge delle Guarentigie (garantiti al papa l’incolumità fisica e l’esercizio dell’autorità religiosa). Il papa non firma la legge e dichiarerà inopportuno per i cattolici impegnarsi in politica (“non expedit”).

Vittorio Emanuele II

I problemi aperti Col 1871 il Risorgimento può dirsi concluso. Processo portato avanti con determinazione, ma anche con scelte che peseranno sul futuro. Problemi aperti: “terre irredente” (conquistate nella I Guerra Mondiale) rapporto Stato-Chiesa divario Nord-Sud