Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Orazio Giancola | Università di Roma “Sapienza” Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA 25-26 NOVEMBRE 2016 CONVEGNO SCIENTIFICO LA SOCIETÀ ITALIANA E LE GRANDI CRISI ECONOMICHE 1929-2016
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme La progressiva espansione del sistema di istruzione in Italia, caratterizzata da una crescente apertura alle classi sociali precedentemente escluse ed alle donne, è rappresentata dalla crescita del numero di immatricolati all’università. Dedicare specifica attenzione all’Higher Education è una scelta determinata dalla saturazione del livello di istruzione secondario inferiore e da una larga partecipazione all’istruzione secondaria di secondo grado. Inoltre, la crescita della quota di laureati, anche in riferimento al policy frame di Europe 2020, è tanto un obiettivo in sé quanto un miglioramento per la collettività in termini di inclusività, innovatività, sicurezza, coesione sociale, aumento del Pil, etc.
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Si è inteso quindi descrivere le dinamiche di espansione ed analizzare come siano cambiate le diseguaglianze educative e sociali, nonché il peso delle credenziali educative nel determinare le performance cognitive della popolazione adulta italiana. Per tali finalità conoscitive sono stati utilizzati dati eterogenei prodotti da Istat (per le serie storiche e le tendenze), Anvur, OECD-PIAAC (per l’analisi di dettaglio delle diseguaglianze nell’attainment e nell’achievement) . L’uso dei dati PIAAC ha come obiettivo analizzare come sia cambiato nel tempo in Italia il complesso sistema di relazioni tra il genere, il background familiare, il titolo di studio conseguito e le competenze (utilizzando quattro raggruppamenti di età come chiave di segmentazione diacronica).
La partecipazione al sistema universitario 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme La partecipazione al sistema universitario L’andamento delle immatricolazioni alle università italiane può essere diviso in 4 periodi, rispetto ai quali è possibile osservare gli effetti (diretti, indiretti ed aggregati) delle principali riforme dell’università italiana: 1) il primo periodo, compreso fra il 1914/15 e il 1945/46, quindi a cavallo fra la prima e la seconda guerra mondiale; 2) il secondo, tra il 1946/47 e il 1971/72, coincidente con il cosiddetto miracolo economico italiano (anche detto boom economico); 3) il terzo periodo, compreso tra il 1972/73 e il 1988/89, è fortemente determinato dalla Legge Codignola (1969), che riforma l’accesso all’università, da quel momento in poi consentito a tutti coloro che posseggono un qualsiasi diploma di maturità; 4) il quarto periodo, tra il 1989/90 e il 2008/09, mostra una radicale trasformazione dell’università italiana perché nel 1999 viene varata la Riforma Berlinguer (decreto n. 509), secondo la quale il percorso formativo accademico è modificato sulla base dello schema adottato dal Processo di Bologna. (cfr. Benadusi e Giancola, 2014; Decataldo e Giancola, 2014)
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme L’accesso all’Higher Education in Italia (fonte Istat 2011, Serie storiche; v.a. in migliaia) r = 0,98 r = 0,99 r = 0,77 r = 0,66
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme La grande espansione.1 Fonte: Istat, Censimento Generale della Popolazione, 1951-2011 Percentuale della popolazione censita in possesso di un titolo universitario Ad una lieve crescita nella fase 1951 – 1971, seguono due fasi di moderata accelerazione (‘71-’81; ‘81- ’91) e, successivamente una sensibile crescita.
La grande espansione.2 (Istat, Serie Storiche) 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme La grande espansione.2 (Istat, Serie Storiche)
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme La grande espansione.3 - Popolazione in età 30-34 anni che ha conseguito un titolo di studio universitario (Istat, Noi Italia 2016)
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Le contraddizioni nella grande espansione - Tassi di abbandono tra il primo ed il secondo anno di corso (ANVUR, 2016)
Grazie alle caratteristiche dei dati PIAAC (che includono non 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Perché l’Oecd-Piaac.1 Grazie alle caratteristiche dei dati PIAAC (che includono non solo le variabili di background e il livello di istruzione, ma anche le capacità cognitive), è stato possibile procedere in due fasi: a) analizzare gli effetti delle variabili ascrittive (come sesso, istruzione dei genitori, etc.) sui titoli di studio conseguiti in quattro gruppi di età (nati nei periodi 1946-1955, 1956-1965, 1966-1975 e 1976-1985), finalizzata a produrre una panoramica della struttura delle disuguaglianze educative nel tempo (N=4.034); b) analizzare gli effetti del livello di istruzione sulle competenze di lettura (tenendo sotto controllo le variabili ascrittive e il livello di istruzione).
Il database Oecd-Piaac 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Il database Oecd-Piaac Si è deciso di suddividere la popolazione in età 26-65 anni in quattro classi: Il primo gruppo (nati tra il 1946 e il 1955) si è trovato a cavallo tra il pre e post riforma della scuola “media unificata”; Il secondo gruppo (nati tra il 1956 ed il 1965) ha invece beneficiato a pieno di questa riforma e della liberalizzazione degli accessi all’università (1969); Il gruppo successivo, il terzo (nati tra il 1966 ed il 1975), ha vissuto l’esperienza della scolarizzazione di massa ed anche l’effetto della prima fase di esponenziale crescita della partecipazione all’università; Il quarto ed ultimo gruppo (nati tra il 1976 ed il 1985) si è trovato negli anni del differimento verso l’alto della domanda di formazione, riconducibile alla prima saturazione (per quanto parziale, 75% circa nel campione Piaac) del titolo di studio secondario superiore e dell’accesso di massa all’università (Throw, 1974). La fascia 16-25 anni è stata esclusa poiché contiene un’elevata quota percentuale di individui ancora in formazione, per i quali sarebbe stato difficile valutare il rapporto tra la più elevata credenziale educativa raggiunta e le competenze maturate.
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme L’Italia nel Piaac: punteggio medio ottenuto al test di reading literacy in 20 Paesi
Fascia d’età Livello di istruzione 26-35 100,0% 36-45 46-55 56-65 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Fascia d’età Livello di istruzione Sesso Totale Uomini Donne 26-35 Meno del diploma 31,2% 22,3% 26,8% Diploma 47,3% 49,4% 48,3% Oltre il diploma 21,5% 28,3% 24,9% 100,0% 36-45 51,4% 44,8% 48,1% 37,9% 36,7% 37,3% 10,7% 18,4% 14,6% 46-55 58,0% 54,6% 56,2% 32,8% 35,3% 34,1% 9,2% 10,1% 9,7% 56-65 65,7% 74,4% 70,3% 24,7% 18,2% 21,2% 9,6% 7,4% 8,5% 51,0% 48,7% 49,9% 36,2% 35,1% 35,6% 12,8% 16,1% 14,5%
Determinanti del livello di istruzione (multinomial logit) 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Determinanti del livello di istruzione (multinomial logit) L’analisi conferma un aumento della probabilità di conseguire un titolo di studio più elevato in base a: coorte d’appartenenza; sesso; background familiare. Su quest’ultimo risultato è bene concentrare l’attenzione: si tratta di un vero e proprio fattore di diseguaglianza sociale in base al quale chi ha almeno un genitore altamente istruito avrà maggiori probabilità di essere, a sua volta, altamente istruito. L’effetto di tale fattore persiste (sebbene allenti la sua rilevanza) anche nella fascia più giovane, contraddicendo nei risultati le politiche di democratizzazione dell’accesso agli studi.
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Determinanti delle performance in reading literacy.1 Quanto conta l’istruzione …
Titolo di studio più elevato in famiglia 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Determinanti delle performance in reading literacy.2 Quanto conta l’istruzione … Fascia d’età 26-35 36-45 46-55 56-65 R2 26% 19% 20% 16% Titolo di studio più elevato in famiglia Diploma o oltre 0,126 0,104 0,108 0,080 Sesso Donna -0,078 -0,046 0,015 0,041 Livello di istruzione Oltre il diploma 0,528 0,380 0,305 0,224 Diploma 0,336 0,337 0,339 0,332 1. Passando dal gruppo più maturo a quello più giovane, il titolo di studio dell’intervistato mantiene un ruolo cruciale nel determinare le competenze possedute. 2. Il differenziale di vantaggio prodotto dal possesso di un titolo “oltre il diploma” rispetto al possesso del “diploma” o meno si divarica nei gruppi. 3. Si osserva, quindi, un effetto per il quale il gruppo più giovane è allo stesso tempo il più istruito, ma anche quello con il maggior differenziale interindividuale di competenze (in base all’istruzione).
Alcuni spunti di riflessione (1) 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Alcuni spunti di riflessione (1) Appare evidente il doppio ritardo dell’Italia: per un verso il livello medio di istruzione della popolazione italiana è ancora molto basso rispetto a quello della media Oecd (vedi Oecd, 2016); per un altro verso, vi è uno speculare bassissimo piazzamento dell’Italia nel ranking di punteggio prodotto dal Piaac. In realtà, in Italia la partecipazione al sistema scolastico è progressivamente cresciuta fino a stabilizzarsi con una quota di 26-36enni diplomati superiore (di poco) al 70% ed allo stesso tempo è cresciuta la quota di popolazione che partecipa all’istruzione post-secondaria (principalmente di tipo universitario). I cambiamenti culturali, della struttura produttiva e del mercato del lavoro hanno in qualche modo trascinato verso l’alto le aspirazioni e le aspettative di istruzione della popolazione.
Alcuni spunti di riflessione (2) 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Alcuni spunti di riflessione (2) In una condizione di marcato innalzamento del livello di istruzione della popolazione italiana, sono entrati in azione anche i meccanismi inflattivi auto-alimentantisi tipici delle fasi di espansione (Boudon, 1979; Collins, 1979), nelle quali la saturazione di un dato livello di istruzione genera quasi automaticamente lo slittamento della competizione tra gli individui verso un livello più elevato. I meno scolarizzati hanno minori competenze ieri come oggi, mentre i più scolarizzati godono di un incremento progressivo del loro livello medio di competenza. Tale differenziale delinea un vero e proprio rischio di marginalizzazione nel mercato del lavoro e di esclusione sociale sul piano della partecipazione civico-culturale, ma anche del godimento dei diritti di cittadinanza.
Alcuni spunti di riflessione (3) 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Alcuni spunti di riflessione (3) Nelle analisi presentate è possibile osservare come il background influenzi gli esiti in termini di conseguimento del titolo di studio, mentre nel passaggio successivo il titolo di studio conseguito (che assorbe una parte consistente dell’effetto dell’origine sociale) va a determinare le abilità cognitive. Questa dinamica vede nelle giovani generazioni (quelle che hanno goduto della maggiore scolarizzazione) un consistente differenziale di competenza in base al titolo di studio conseguito. Parrebbe quindi che l’espansione dell’istruzione non comporti automaticamente né una riduzione delle diseguaglianze né una maggiore inclusione delle fasce sociali più basse, ma piuttosto una trasformazione delle dinamiche di produzione delle diseguaglianze.
Alcuni implicazioni di policy 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Alcuni implicazioni di policy Si rendono necessarie policy multi-livello e multi-settore. Politiche di life long learning mirate verso i lavoratori, ma anche verso la popolazione adulta in condizione non professionale, possono contribuire ad evitare il deterioramento delle competenze acquisite, ma anche ad aggiornarle e/o potenziarle. Allo stesso tempo, politiche scolastiche di tipo “generalista” paiono essere inefficaci ai fini dell’inclusione delle classi sociali più basse, quindi sono auspicabili politiche mirate e finalizzate ad una “soglia minima” tanto di scolarità che di competenze (Gerese, 2005).
Grazie per l’attenzione! 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme Grazie per l’attenzione! orazio.giancola@uniroma1.it