Sei dunque tu Elio Francescone
SEI DUNQUE TU, DIO DEL TUMORE DI MIA MADRE, DIO DEI BAMBINI DI BRASILIA, DIO DEGLI SGUARDI DI TERRORE UBRIACHI, DIO DELLE DONNE DI ZABRÈ RIUNITE IN COOPERATIVE?
TU RITORNI INDIETRO NEL TEMPO, PERCHÉ IO SONO DENTRO DI TE E FUORI DI TE, E TU SEI DENTRO DI ME E FUORI DI ME, TRA QUESTI CIELI, QUESTI UCCELLI, QUESTE PIETRE, QUESTI ULIVI.
QUESTO TUO SUONO DI PACE CONOSCE I MIEI SILENZI ED I MIEI SOGNI, ED IL FRUSCIO DEGLI ALBERI È CLEMENTE COME UNA MITE AURORA.
VIENI, O DIO, CON LE MANI GIUNTE ED UDRAI I MIEI SOSPIRI, POVERI, DI UN FANCIULLO PALLIDO, E LA PIAZZA DELLA CHIESA, IL SONNO DELLA MEMORIA E L'ODORE D'INCENSO.
E DEI MIEI TANTI ERRORI, QUANTE COSE HO SCHIACCIATO DIO DEGLI ETERNI E DEI MIEI TANTI ERRORI, QUANTE COSE HO SCHIACCIATO PER NON MORIRE; POCHE VOLTE TI HO CERCATO MA SEMPRE TI HO VOLUTO, MENTRE LE BIANCHE MANI TOCCAVANO UN SANTINO COLORATO, MEMORIA E SOGNO, FICHI ED ERBA GIALLA, CIELO STELLATO E VOCE DI DONNA.
PRIGIONIERO DI ME STESSO E DEGLI ALTRI, CON TE MI TORNERÀ LA FIABA DEI GIORNI LONTANI: NON SONO PIÙ SOLO SU UNA PIAZZA DESERTA DI SOLE. Fine