Gli equilibri finanziari e gli strumenti di risanamento

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Gli equilibri finanziari e gli strumenti di risanamento Davide Di Russo Gli equilibri finanziari e gli strumenti di risanamento CONVEGNO NAZIONALE A.N.C.R.E.L. Catania, 7 Ottobre 2017 Davide Di Russo

Lo stato di crisi negli enti locali: serie storica del dissesto* Davide Di Russo Lo stato di crisi negli enti locali: serie storica del dissesto* * Fonte: elaborazione dati Ministero dell’Interno e Corte dei Conti al 30/11/2016 REGIONE 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 TOT. Piemonte   1 2 8 Lombardia 3 5 15 Liguria 4 Veneto Emilia-Romagna Toscana 6 Umbria Marche 7 Lazio 45 Abruzzo 25 Molise 16 Campania 18 10 12 22 14 147 Puglia 21 40 Basilicata 20 Calabria 51 13 11 158 Sicilia 47 Sardegna TOTALE ENTI 125 64 46 52 38 9 24 17 556

Lo stato di crisi negli enti locali: fotografia attuale * * Fonte: elaborazione dati IFEL e Corte dei Conti Regione n. enti deficitari (al 27/10/16) n. enti in pre-dissesto (al 27/10/2016) dissesto ( al 30/11/2016) n. totale enti Piemonte 3 4 1 8 Lombardia 13 16 Liguria Veneto 2 Emilia - Romagna Toscana 7 Umbria Marche Lazio 6 10 20 Abruzzo Molise Campania 33 63 Puglia 17 27 Basilicata 9 Calabria 30 29 72 Sicilia 24 28 22 74 Sardegna Totali 67 151 107 325

Lo stato di crisi negli enti locali

Lo stato di crisi negli enti locali Davide Di Russo Lo stato di crisi negli enti locali AREA GEOGRAFICA n. enti deficitari (al 27/10/16) n. enti in pre-dissesto (al 27/10/2016) n. enti in dissesto ( al 30/11/2016) n. totale enti Nord 8 21 1 30 Centro 6 13 25 Sud 28 89 78 195 Isole 22 75 TOTALE 67 151 107 325

Lo stato di crisi negli enti locali

Lo stato di crisi negli enti locali Classi demografiche n. enti deficitari (al 27/10/16) n. enti in pre-dissesto (al 27/10/2016) n. enti in dissesto ( al 30/11/2016) n. totale enti 0-1.999 24 22 18 64 2.000-4.999 30 72 5.000 -9.999 9 32 20 61 10.000-19.999 28 20.000-59.999 7 27 16 50 60.000-249.999 10 5 15 > 250.000 2 Totali 67 151 107 325

Lo stato di crisi negli enti locali

I fattori di squilibrio squilibri nella gestione dei residui; mantenimento in bilancio di residui attivi sopravalutati, datati, inesigibili o di difficile e dubbia esigibilità; gravi difficoltà o incapacità nella riscossione delle entrate proprie; crisi irreversibile di liquidità con ricorso sistematico ad anticipazioni di tesoreria; spese del personale superiori alle entrate correnti; mancanza di equilibrio di bilancio; ingenti debiti fuori bilancio; situazioni debitorie ancora da riconoscere e contenziosi; incompletezza o inadeguatezza nella tenuta delle scritture contabili

Indicatori di squilibrio Dei 67 enti deficitari, escludendo 21 enti «automaticamente» deficitari, il 70% presenta 5 o più indicatori di deficitarietà positivi i più ricorrenti sono il parametro P2-P3-P4-P5 e P6 P2: volume dei residui attivi di nuova formazione provenienti dalla gestione di competenza relativi ai titoli I e III, con esclusione del fondo di solidarietà, superiori al 42% rispetto agli accertamenti di entrata agli stessi titoli I e III (escluso sempre il fondo di solidarietà); P3: ammontare dei residui attivi provenienti dalla gestione dei residui attivi di cui ai titoli I e III superiore al 65% rispetto agli accertamenti di competenza ai medesimi titoli; P4: residui passivi provenienti dal titolo I superiori al 40% degli impegni di spesa corrente; P5: procedimenti di esecuzione forzata superiori allo 0,5% delle spese correnti; P6: volume complessivo delle spese di personale rispetto alle entrate correnti dei titoli I,II, III superiore al 40% nei comuni fino a 5.000 abitanti, al 39% nei comuni da 5.000 a 29.999 abitanti, al 38% nei comuni superiori a 29.999 abitanti

Enti deficitari Gli enti locali in gravi ed incontrovertibili condizioni di squilibrio che presentano valori deficitari pari almeno la metà dei parametri obiettivi

PREDISSESTO (Procedura di riequilibrio finanziario pluriennale) Predissesto e Dissesto a confronto PREDISSESTO (Procedura di riequilibrio finanziario pluriennale) CARATTERISTICHE: squilibri strutturali del bilancio in grado di provocare il dissesto finanziario; impone un piano di risanamento per ricondurre il bilancio all’equilibrio strutturale; punta a garantire i diritti dei creditori senza ricorrere a misure «traumatiche» per l’amministrazione; MA…….:

PREDISSESTO (Procedura di riequilibrio finanziario pluriennale) Davide Di Russo Predissesto e Dissesto a confronto PREDISSESTO (Procedura di riequilibrio finanziario pluriennale) MA…….: gli aumenti automatici di aliquote e i vincoli sulla spesa annullano, di fatto, l’autonomia dell’amministrazione; il piano di risanamento si dilata in tempi irragionevolmente lunghi e non è stringente la disciplina dei controlli; il frequente mancato rispetto dei parametri perpetua i problemi strutturali e impedisce il puntuale soddisfacimento dei creditori (tra cui lo Stato con il Fondo rotativo)

Predissesto e Dissesto a confronto CARATTERISTICHE: impone il commissariamento dell’ente cancellando l’organo politico nel caso il dissesto non venga deliberato dallo stesso (art. 241 TUEL); accelera i tempi del risanamento imponendo entro 3/5 anni la definizione di un bilancio strutturalmente riequilibrato; punta a una rapida ripartenza dell’attività ordinaria dell’amministrazione MA…….:

Predissesto e Dissesto a confronto MA…….: comporta un «trauma» per la comunità locale; va ripensato sotto il profilo della tutela dei creditori; spesso non determina un reale riequilibrio strutturale dell’ente come dimostrano i casi non infrequenti di «doppio dissesto»;

Predissesto e Dissesto a confronto Davide Di Russo Predissesto e Dissesto a confronto IL RUOLO STRATEGICO DELLA «PREVENZIONE» Rivisitazione dei parametri di deficitarietà con un duplice obiettivo: -individuazione di indicatori più stringenti e sentinella di allarme preventivo sulla situazione finanziaria degli enti; - semplificazione del set di parametri di deficitarietà; Introduzione del “rating della salute finanziaria” Rafforzamento dei controlli nei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti