GRAZIA DELEDDA
Biografia: Grazia Deledda nasce a Nuoro,in Sardegna, il 27 Settembre 1871.
Dopo aver frequentato le elementari continua ad istruirsi privatamente da un parente della famiglia Deledda con il quale studia italiano,latino e francese. Dovette studiare da privatista in quanto all’epoca alle donne non era concessa l’istruzione oltre le scuole elementari.
Importante per i primi anni della sua carriera è l’amicizia con Enrico Costa ,archivista e storico che per primo ne comprese il talento.
Nel 1888,all’età di 17 anni invia a Roma alcuni suoi racconti ovvero “Sangue Sardo” e “Remigia Helder” i quali vengono pubblicati sulla rivista “L’ultima Moda” diretta da Epaminonda Provaglio. Sulla stessa rivista qualche anno dopo viene pubblicato anche il romanzo “Memorie di Fernanda”.
Nel 1890 viene pubblicato a puntate a Cagliari sul quotidiano “L’avvenire della Sardegna” il romanzo “Stella d’Oriente” e a Milano nello stesso anno un libro di novelle.
Durante la sua vita continua la collaborazione con le riviste sarde ma anche nazionali. Ella si dedica anche alla poesia e alla letteratura russa; questo particolare è espicitato da una citazione di Tolstoj usata dalla Deledda come introduzione al saggio “Tradizioni popolari di Nuoro in Sardegna”.
Nel 1903 la pubblicazione di ELIAS PORTOLU la conferma come scrittrice e l’avvia ad una fortunata serie di romanzi ed opere teatrali. Tra i romanzi ricordiamo “Cenere” che fu scelto anche come trama di un film o ancora “Canne al vento”e l’”Edera”.
Le sue opere sono apprezzate anche dal maggior esponente del Verismo ovvero Verga oltre che da altri scrittori più giovani.
Nel 1926 le viene conferito il PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA.
Morì a causa di un tumore al seno nel 1926 all’età di 55 anni.
Poetica: I suoi temi principali furono: MONDO SARDO: atmosfere e tradizioni di questa terra FATO: destino,questa forza superiore che sconfigge gli uomini
-AMORE,DOLORE E MORTE: queste tre parole sono collegate alla Colpa ed ai Sensi di Colpa causati spesso da indomite passioni che provocano effetti indesiderati e poco felici. -IL BENE ED IL MALE: Deledda nei suoi testi sa che l’uomo molto spesso si trova in una condizione di scelta tendenzialmente tra queste due forze contrastanti. Inoltre,l’uomo è spesso tormentato perché sa che è limitato nelle sue azioni ma è libero nei suoi pensieri.
-SENTIMENTO RELIGIOSO: In situazioni avverse l’uomo può scegliere di allontanarsi dalla fede oppure gettarsi nel mistero di quest’ ultima.
Personaggi: La scrittrice tenta di portare il lettore alla consapevolezza dell’esistenza del male e ciò lo fa servendosi dei suoi personaggi i quali spesso soffrono fino alla fine del racconto o almeno fino a quando non ammettono di aver sbagliato facendo i conti con ciò che poi dopo l’ammissione dovranno subire. Ella inoltre afferma che solo chi ha la consapevolezza dell’esistenza di Dio sfugge da ogni forma di turbamento.
Lingua e stile: Grazia Deledda afferma in numerose interviste che le risulta molto difficile scrivere in lingua italiana in quanto questa le appare totalmente diversa dal sardo alla quale lei era abituata. Nonostante ciò afferma sempre in queste interviste a noi pervenute che cerca in tutti i modi di riuscire a scrivere nel miglior modo possibile cercando dunque di evitare il fenomeno del regionalismo.
Fine Rosa Console