Sguardi sulla storia volume 1

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Sguardi sulla storia volume 1 Luciano Marisaldi Sguardi sulla storia volume 1

La guerra del Peloponneso Volume 1, capitolo 7

Cause del conflitto Cause occasionali Cause profonde Diverse azioni aggressive di Atene: la più grave fu l’assedio e caduta di Potidea, membro della lega delio-attica ribelle Paura degli Spartani per la potenza ateniese Ostilità per il regime democratico, che Atene cercava di esportare Ingerenze ateniesi nel Peloponneso Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016

Caratteristiche del conflitto Due fasi di durata circa decennale (432-421 e 413-404 a.C.) separate da un periodo di pace precaria. Guerra totale, perché le due potenze erano al culmine della potenza e perché quasi tutta la Grecia fu coinvolta nel conflitto. Combattimenti su molti fronti: Peloponneso, Grecia centrale e settentrionale, Egeo e Asia minore, Sicilia. Lunga guerra di logoramento, con poche battaglie campali decisive. Scontro ideologico fra oligarchia e democrazia, con uno sfondo etnico nel contrasto fra mondo dorico e mondo ionico. La guerra del Peloponneso offrì il soggetto alle Storie di Tucidide, che inaugurò un metodo storico rigoroso, che ne fa il primo esempio di storiografia scientifica. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016

Gli schieramenti iniziali Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016

La prima fase della guerra La tattica impostata da Pericle era piuttosto prudente: evitare gli scontri in campo aperto e puntare sulla superiorità navale. Ma nel 429 a.C., nel corso di un’epidemia che travolse Atene, Pericle morì e il suo successore alla guida del demos, Cleone, impose una tattica aggressiva che portò a gravi disastri. Il caso emblematico di Sfacteria. Cleone e Brasida Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016

L’intervallo di pace precaria Pace di Nicia: alleanza militare cinquantennale, mai applicata. Sparta ristabilisce il dominio sul Peloponneso, Atene rafforza il suo dominio nella Calcidica e il controllo delle Cicladi. Occupazione ateniese dell’isola di Melo, culmine della brutalità dell’imperialismo ateniese. Il tentativo di espansione in Sicilia nel 415 a.C. si risolve in un disastro per gli Ateniesi. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016

Ripresa della guerra Nel 413 a.C., con l’occupazione di Decelea, gli Spartani riprendono l’iniziativa. Molte città abbandonano l’alleanza con Atene, resta fedele Samo. Con l’aiuto della Persia, gli Spartani allestiscono una flotta. La democrazia ateniese entra in crisi. Vengono posti limiti al potere decisionale del Consiglio. 411 a.C.: colpo di stato oligarchico ad Atene, istituzione del regime dei Quattrocento e limiti all’accesso alle cariche pubbliche. Sommossa della flotta a Samo e ripristino della democrazia (410 a.C.). Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016

Sconfitta di Atene Sparta riprende la guerra con l’appoggio della Persia. Alle Arginuse, vittoria ateniese, ma a caro prezzo. 405 a.C. svolta decisiva: il comandante spartano Lisandro cattura la flotta ateniese a Egospotami. Resa di Atene. Dure condizioni di pace imposte ad Atene: abbattute le fortificazioni, consegnata la flotta da guerra, abbandonati i possedimenti fuori dall’Attica. Atene non viene condannata alla distruzione, ma deve darsi una costituzione oligarchica: è il regime dei Trenta tiranni. Concessione della cittadinanza ateniese agli abitanti di Samo, rimasti fedeli ad Atene. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016

Socrate e Platone Atene perse, con la guerra del Peloponneso, l’egemonia politica, ma mantenne quella culturale. La riflessione di Socrate sulla verità e la giustizia nella città fu ripresa nelle opere di Platone, che nella Repubblica propone una forma di stato ideale fondato sull’aristocrazia del sapere. Socrate fu vittima dei tumultuosi cambiamenti politici conseguenti alla guerra e al ripristino della democrazia dopo i Trenta. Platone cercò invano di convincere il tiranno di Siracusa, Dionisio il Giovane, a tentare una riforma dello stato. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016

Frammentazione della Grecia Sparta si dimostrò inadeguata a mantenere l’egemonia sulla Grecia. La Persia impose al mondo greco la “pace del Re” (387 a.C.): la Persia rientrava in possesso delle città greche dell’Asia minore e tutte le poleis venivano dichiarate autonome. Breve periodo di supremazia tebana dopo la vittoria a Leuttra (371 a.C.) contro gli Spartani. Nel 362 a.C. le città greche firmarono una “pace comune” che lasciava la Grecia in uno stato di estrema frammentazione. Stele di un caduto ateniese nel 394 a.C., durante le guerre per la supremazia sulla Grecia. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016

Ascesa della Macedonia Nella seconda metà del IV secolo a.C. fu il regno di Macedonia a prendere il sopravvento sul mondo greco grazie all’azione del re Filippo II. Approfittando dei conflitti intestini, Filippo allargò i suoi domini alla penisola Calcidica e alla Grecia settentrionale e infine, nella battaglia di Cheronea (338 a.C.) sconfisse i Tebani e s’impadronì della Grecia centrale. Divenuto capo della lega panellenica, Filippo si preparava alla guerra contro la Persia, quando fu ucciso. Il Philippeion a Olimpia ricorda la vittoria di Filippo a Cheronea. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016

Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016