Le utopie del XVIII secolo
Caratteri generali Il XVIII è il secolo delle utopie il grandissimo numero di utopie che vennero prodotte indica, secondo Baczko, l’immaginario di un’epoca, che in questo caso provocò (o fu provocato da) una grande esigenza di cambiamenti. Sul diffondersi delle utopie influiscono: a) l’ampliarsi e il diffondersi del dibattito politico; b) l’evitare la censura; c) l’allargarsi del pubblico; d) a concezione della storia come progresso; e) il diffondersi di una visione più ottimistica del futuro ; f) il coesistere dell’elemento filosofico (fiducia nella ragione e nella scienza) con il formarsi dello spirito rivoluzionario.
L’utopia di viaggio È un genere tra i più diffusi. Particolarmente rilevante è La scoperta australe (1781) di Nicolas Réstif de la Bretonne. Autore di numerose utopie Réstif de la Bretonne, tende a porre in luce: a)il comunismo dei beni: b) la centralità dell’agricoltura; c) la sottomissione delle donne. Nel romanzo citato il protagonista fonda una società in un’isola dell’emisfero australe e scopre popolazioni tra cui una è il contrario della Francia ed è quindi un paese virtuoso e felice (educazione dei giovani, lavoro diffuso a tutti e quindi minimo, considerazione della scienza e della filosofia) modello retrogrado e conservatore.
Ucronia SI ha nel Settecento la prima ucronia ante litteram, con L’anno2440 (1771) di Louis Sébastien Mercier. È un’utopia che si svolge in un luogo reale (Parigi), ma dove l’alterità è data dallo spostamento di tempo. Città pulita e ordinata, civile, urbanisticamente bella, senza la Bastiglia, le scienze diffuse, il diritto certo. Si ha una religione naturale. I libri pericolosi sono stati bruciati. Anche qui le donne sono sottomesse ai mariti.
Le utopie in forma di codici Un esempio di utopia in forma di codice è il Codice della Natura (1755) di (Étienne- Gabriel?) Morelly (date incerte); prevede l’abolizione della proprietà privata, la creazione di una collettività per il mantenimento di tutti, descrizioni delle istituzioni dello Stato. Stessi temi, in forma di una più classica utopia, Morelly tratta in un poema dal titolo Naufrage des Iles flottantes ou Basiliade (1753).