Ridendo castigat mores

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Transcript della presentazione:

Ridendo castigat mores Carlo Goldoni Ridendo castigat mores

La vita: Il «mondo» e il «teatro» Nasce a Venezia nel 1707, da una famiglia della borghesia Vive a Perugia, Rimini, Chioggia  studia filosofia e si appassiona al teatro Fuga sull’imbarcazione di una compagnia di comici  «Memoires» 1723-25  Studia legge a Pavia presso un prestigioso collegio dei Gesuiti; terminerà gli studi a Padova 1731 a Verona conosce Giuseppe Imer, capocomico del teatro San Samuele Comincia a scrivere per il San Samuele di Venezia  poeta e librettista Momolo Cortesan La donna di garbo 1743  fuga da Venezia per debiti (1745-48 soggiorno a Pisa e a Livorno, dove conosce Girolamo Medebach, capocomico – Goldoni diviene poeta di teatro per professione) 1748-53 scrive per il teatro Sant’Angelo, si impegna a fornire a Medebach 8 nuove commedie l’anno  sono gli anni della riforma e dei capolavori La locandiera La bottega del caffè Il teatro comico «I miei nemici tremavano, i miei amici ridevano»

La vita: Il «mondo» e il «teatro» 1753  Passa alla compagnia veneziana di San Luca di Francesco Vendramin (6 commedie per anno), scrive commedie di ambientazione popolare e entra in polemica con Gozzi  propone rappresentazioni teatrali fondate sul fiabesco e sul favoloso, senza realismo, senza fini morali Grave malattia nervosa, forse esaurimento Saluta il pubblico veneziano con «La trilogia della villeggiatura» 1762-93  a Parigi, cuore della cultura europea, invitato dalla Comédie italienne: lotta per il rinnovamento del teatro francese  che è fermo alla Commedia dell’Arte. Viene nominato insegnante di Italiano presso la corte reale e si trasferisce a Versailles Compone commedie in francese (poi tradotte) e i Memoires (1787) 1793  muore in povertà a Parigi  ha perduto, a causa della rivoluzione, la propria pensione

Prima di Goldoni: La commedia dell’Arte Detta anche «Teatro dell’Improvviso» o «Commedia delle maschere» Arte = talento nell’improvvisare / Arte = mestiere, frutto di studio e tecnica Gli attori erano dei professionisti, stipendiati, organizzati in compagnie (Pavia, 1545  documento di fondazione di una compagnia), con una precisa durata e un preciso regolamento  inizialmente sono libere, offrono il loro lavoro ai potenti; poi  al servizio delle corti, es. in Francia Lo spettacolo teatrale diventa un affare economico  le compagnie, itineranti, affittano teatri stabili e propongono spettacoli secondo la legge della domanda e dell’offerta Uso del “canovaccio”  non esiste un copione ben preciso, ma solo un breve testo che descrive i caratteri dei personaggi, le entrate e le uscite di scena, il finale Uso delle maschere  i personaggi sono personaggi – tipo, riconoscibili da certi gesti, dalla maschera e dal modo di parlare  Origine? Teatro antico + Carnevale  popolarissime anche in Francia e nelle corti europee  Arlecchino e Pulcinella

Prima di Goldoni: La commedia dell’Arte Le trame erano semplici e puntavano a divertire il pubblico Alcune gag erano famose e richieste dal pubblico esempio i contrasti Si ironizzava sui potenti Ispirò grandi artisti come Molière Fu condannata dalla Chiesa Prevedeva attrici I comici dell’arte erano degli «irregolari» della società Le commedie erano improvvisate e i contenuti erano imprevedibili  non potevano essere censurate

Le maschere Erano utilizzate per comodità: quando si vedeva apparire in scena Arlecchino già si conoscevano le caratteristiche del personaggio: Servo comico Sempre affamato Sempre senza un soldo Fifone… Divennero quindi elementi della ripetitività delle Commedie

Le maschere: Arlecchino È la maschera più celebre; Il vestito colorato è un insieme di toppe, ne segnala la povertà; È astuto, scherzoso; È sagace; Si burla dei nobili e dei potenti.

Le maschere: Pulcinella Discende da una maschera della commedia romana; È ingordo; Ha un largo abito bianco  sembra ancor più magro!

Le maschere: Pantalone e Capitan Fracassa Pantalone è un ricco mercante, avido ma sciocco Capitan Fracassa è un ufficiale aggressivo, arrogante, ma, in fondo, generoso

Le maschere:Colombina Serva astuta; Fa innamorare di sé più di un personaggio; Usa a proprio vantaggio la propria bellezza

La decandenza Col passare del tempo le qualità del teatro di improvvisazione divennero dei difetti Si replicavano sempre le scene che piacevano al pubblico e quindi non ci si rinnovava Al popolo piacevano le battute pesanti, le trame semplici, i soliti personaggi La qualità divenne sempre + scadente e le opere sempre + ripetitive e volgari

La riforma della commedia Per conoscerla: “Il teatro comico” (1750) “Memoires” (1787) Prefazione all’edizione delle Commedie Lettere di dedica che aprono ogni commedia

“Il teatro comico” (1750) La commedia mette in scena Tonino e Orazio, due attori di una compagnia dell’arte. Stanno preparando una commedia sul rapporto genitori – figli. Tonino lamenta il nuovo modo di fare commedia: ora gli attori devono studiare, per rappresentare realisticamente i personaggi, che hanno una parte scritta Orazio risponde che il nuovo modo di fare commedia è più complesso, ma richiede attori intelligenti, capaci, veri professionisti

Caratteri della riforma Testo scritto Professionismo degli attori Verosimiglianza personaggi Realismo situazioni Moralità

Prefazione dell’autore alla raccolta delle sue commedie Ma dirò con ingenuità, che sebben non ho trascurata la lettura de' più venerabili e celebri Autori, da' quali, come da ottimi Maestri, non possono trarsi che utilissimi documenti ed esempli, contuttociò i due libri su' quali ho più meditato, e di cui non mi pentirò mai di essermi servito, furono il Mondo e il Teatro. Il primo mi mostra tanti e poi tanti vari caratteri di persone, me li dipinge così al naturale, che paion fatti apposta per somministrarmi abbondantissimi argomenti di graziose ed istruttive Commedie: mi rappresenta i segni, la forza, gli effetti di tutte le umane passioni: mi provvede di avvenimenti curiosi: m'informa de' correnti costumi: m'intruisce de' vizi e de' difetti che son più comuni del nostro secolo e della nostra Nazione, i quali meritano la disapprovazione o la derisione de' Saggi; e nel tempo stesso mi addita in qualche virtuosa Persona i mezzi coi quali la Virtù a codeste corruttele resiste, ond'io da questo libro raccolgo, rivolgendolo sempre, o meditandovi, in qualunque circostanza od azione della vita mi trovi, quanto è assolutamente necessario che si sappia da chi vuole con qualche lode esercitare questa mia professione.

Il secondo poi, cioè il libro del Teatro, mentre io lo vo maneggiando, mi fa conoscere con quali colori si debban rappresentar sulle Scene i caratteri, le passioni, gli avvenimenti, che nel libro del Mondo si leggono; come si debba ombreggiarli per dar loro il maggiore rilievo, e quali sien quelle tinte, che più li rendon grati agli occhi dilicati degli spettatori. Imparo in somma dal Teatro a distinguere ciò ch'è più atto a far impressione sugli animi, a destar la maraviglia, o il riso, o quel tal dilettevole solletico nell'uman cuore, che nasce principalmente dal trovar nella Commedia che ascoltasi, effigiati al naturale, e posti con buon garbo nel loro punto di vista, i difetti e 'l ridicolo che trovasi in chi continuamente si pratica, in modo però che non urti troppo offendendo.

La riforma della commedia La riforma goldoniana non è un’esperienza letteraria astratta ma deriva da una conoscenza intima del teatro. Il mondo ed il teatro sono la realtà e lo spettacolo che Goldoni rappresenta senza il filtro dello studio libresco. Le scene rappresentate sono verosimili e riprendono la rappresentazione realistica del mondo contemporaneo: la Natura (caratteri umani e problemi del vivere) invece le maschere riproponevano tipi fissi in cui l’individualità, l’irripetibilità, l’inconfondibilità, la complessità e la mutevolezza non potevano venire riprodotte, come neppure le sfumature caratteriali evidenziate dalle espressioni del volto. La riforma della commedia È una riforma graduale e radicale Si compie a Venezia  città del teatro e delle «imprese» teatrali Goldoni si oppone alle forme della «commedia dell’arte», legata ai canovacci, alle maschere, all’improvvisazione, alla volgarità buffonesca, a stereotipi rigidi, a situazioni ripetitive e all’inverosimiglianza Goldoni contrappone alle stravaganze un gusto razionalistico ed arcadico improntato alla semplicità, all’ordine, al buongusto ed alla naturalezza.

Caratteri della riforma Aderenza alla realtà  trame verosimili, che raccontino vizi e virtù contemporanei  per insegnare Scrittura integrale della commedia per dare dignità letteraria allo spettacolo Eliminazione maschere: dai personaggi stereotipati ai personaggi – individuo Moralizzazione contenuti e intento pedagogico Comicità elegante Lingua “media”, della comunicazione tra borghesi, con elementi veneziani o toscani (realismo)

Caratteri della riforma Commedia dell’arte Individualità e concretezza Improvvisazione Contesto sociale Ostacoli alla riforma Esigenza che nasce dall’imporsi della borghesia Goldoni è contrario E’ concreto e determina i comportamenti Attori (abituati ad improvvisare) Contro l’astrattezza aristocratica E’ per uno studio attento dei caratteri Le commedie sono di carattere e di ambiente Pubblico (ritiene difficili gli intrecci di Goldoni) Venezia è culla della borghesia laboriosa che non sperpera L’attore coglie le sfumature proposte dall’autore nel copione Descrizione di un personaggio o di un quadro sociale Nobiltà (è contro il rinnovamento e la rappresentazione dei propri vizi) Pubblico borghese che vuol vedere se stesso in scena

Itinerario della commedia goldoniana La presenza del mercante nelle prime commedie prevede la maschera di Pantalone che evidenzia i caratteri della schiettezza, puntualità, rispetto degli impegni, buonsenso, moralità e rispetto della famiglia, del buon nome e dell’onore. Il mondo di Goldoni è la società veneziana contemporanea Venezia è una solida oligarchia democratica con un solido ceto borghese mercantile di cui lo scrittore interpreta e celebra gli ideali. Goldoni rappresenta i vizi della nobiltà: superbia, prepotenza, ozio, dissipazione, parassitarismo, inutilità sociale Goldoni tuttavia rimane un riformista che smuove la nobiltà per spronarla alla produttività senza mettere in dubbio l’ordine costituito.

La Rivoluzione teatrale 1 Goldoni si rese conto che il Teatro dell’Arte era in forte crisi Cercò di modificarlo facendo attenzione a non deludere però i suoi spettatori Iniziò inserendo personaggi della vita reale accanto alle maschere (Il Bugiardo-1750) Poi piano piano le maschere sparirono completamente (La Locandiera-1752)

La Rivoluzione teatrale 2 Quindi cominciò a lavorare sulle storie Non + le solite trame ripetute, ma vicende di vita reale Rispecchia la situazione sociale del 700: Crisi della nobiltà Nascita e sviluppo della borghesia Cambiamenti socio-economici in atto Scontro fra tradizione e rinnovamento

La Rivoluzione teatrale 3 Lavorò anche sul linguaggio Continuò sulla tradizione della commedia dell’Arte che utilizzava il dialetto Prima opera è in veneziano: Il Momolo Cortesan (1738) Poi passa gradatamente all’Italiano Ma mantiene scene e gag della commedia dell’arte: Arlecchino servitor di due padroni (1753)

La Rivoluzione teatrale 4 Infine abbandonò gradatamente il canovaccio Cominciò a scrivere le parti principali lasciando all’improvvisazione solo le parti di contorno Finì per scrivere l’intero testo della commedia con La donna di garbo (1743)

Principali opere Opere d’ambiente Scrisse tantissimo: commedie comiche (d’ambiente e di carattere), libretti d’opera, Tragicommedie. Scrisse in 3 lingue: veneziano, Italiano e Francese (Il Burbero benefico) Opere d’ambiente + moderne, illustrano la società del tempo La Locandiera, Le baruffe chiozzotte, La bottega del caffè, Il Campiello Opere di carattere + vicine alla commedia dell’Arte Costruite su alcuni personaggi e sulle loro caratteristiche Il Bugiardo, Sor Todero brontolon, I Rusteghi, La vedova scaltra…

Fasi dell’evoluzione formale 1759-62 Venezia perde i possedimenti d’oltremare, ciò determina la crisi del ceto mercantile per cui c’è un mutamento di valori che inducono Goldoni a mettere in scena i Rusteghi: popolari portatori dei valori idilliaci e campestri amati da Goldoni. Periodo parigino 1. Necessità del ritorno alla Commedia dell’arte. 2. Caratteri dei personaggi astratti. 3. Memoires: spunti comici, avventure, itinerario della riforma, notizie d’ambiente Prima fase con Medebac Fine dell’intreccio macchinoso Naturalezza contro artifici e complicazioni Policentrismo e coralità Costruzione di un dramma borghese serio per correggere i vizi della società con comicità moderata e modelli di virtù Seconda fase a San Luca Commedie esotiche per soddisfare il pubblico contro Chiari e Gozzi Trilogia persiana: caratteri di una società in decadenza e nevrotica Attenzione al popolo veneziano alla sua vitalità e spontaneità: Le baruffe chiozzotte

Goldoni e l’illuminismo Egli ammira l’Inghilterra e l’Olanda in cui borghesi e aristocratici convivono nelle città che sono luogo del divertimento collettivo, della convivenza civile e dell’ottimismo contro l’autoritarismo retrivo Goldoni assimila le idee illuministiche come Mondanità, buonsenso, socialità e dabbenaggine contro i valori metafisici e trascendenti.

La lingua Goldoni tenta di riprodurre la lingua viva con l’interpolazione di elementi dialettali Prevale l’uso della paratassi Il veneziano è usato per parlare ad un pubblico specifico che è quello della città lagunare, per conferire vivacità e colore, musicalità e non per connotare i suoi testi in maniera espressionistica e plurilinguistica.

Fine