Fil Mente 16-17 Lezioni 22-24
Lezz. 22-23 27/3/17
Vi ricordo Paolo Leonardi (Bologna), La sostanza del vero DOMANI 28 marzo, ore 11-13, Aula D
Presentazioni OGGI Giacometti su esperimenti di Libet Della Sciucca su Sartre e Merleau-Ponty Manzi su qualia e hard/soft problem DOMANI Accoroni su sopravvenienza Piangerelli su eliminativismo
Passiamo adesso a (B) Difendere, contro il Causal closure argument, l’idea che una persona non è solo ombra di sostanza, ma sostanza genuina, ossia ha poteri causali (§§ 5.3-59) Ossia, difesa di INTERACTIONIST substance dualism
Lowe vuol far vedere che, pur accettando l’interazionismo, possiamo salvare addirittura questo CCP molto forte (p. 100/ = (1H) p. 53): (4) No chain of event-causation can lead backwards from a purely physical effect to antecedent causes some of which are non-physical in character. Mentre invece L. respinge (p. 101) questo: (6) Any cause of a purely physical effect must belong to a chain of event-causation that leads backwards from that effect. Il punto cruciale: in (4) si negano eventi fisici che abbiano cause non fisiche. Ma per evento fisico qui si intende ‘eventi particolare’ nella terminologia usata per il modello 2 per la downward causation presentato in lezioni precedent, lasciando aperta la possibilità che ci siano effetti fisici che NON SONO EVENTI PARTICOLARI ‘eventi generici’ (mia terminologia) o ‘facts’ o ‘general states of affairs’ (Lowe)) NB: questa possibilità verrebbe meno, se venisse accettato (6), che dice che ogni catena causale (“any cause”) coinvolgente effetti fisici è costituita soltanto da eventi (particolari)
§ 5.7: Volizioni come cause di eventi generici (fatti) L. difende l’idea che le volizioni sono cause di eventi generici (fatti) quali il mio alzare il braccio (ma non il mio alzare il braccio precisamente così e cosà) (p. 110). Questo è argomentato in modo analogo a quello che abbiamo visto discutendo il modello 2 e Yablo Quindi la causazione mentale è (1) FACT causation, (2) INTENTIONAL causation (perché il contenuto della volizione (‘I to raise my arm’) corrisponde al successivo evento generico (il mio braccio che si alza) Se non postuliamo la volizione come causa mentale, il particolare movimento del braccio risulterebbe una mera coincidenza, in quanto prodotto di diverse serie di eventi neurali paralleli e indipendenti. Facciamo un passo indietro ai §§5.5-5.7
§ 5.5: Volizioni non identiche a eventi neurali Qui si argomenta in dettaglio la volizione/decisione D non può essere identificata con un pacchetto di eventi neurali N, perché: Possiamo immaginarci che c’è D ma al posto di N c’è un diverso ma simile pacchetto N* avremmo avuto invece del bodily movement B, un altro movimento B* Ma B* sarebbe comunque stato del tipo ‘alzata di braccio’; cioè possiamo vedere D, ma non N, come causa di un certo evento generico Quindi D ed N hanno un diverso profilo causale
§5.6 volizioni non realizzata da eventi neurali Per lo stesso motivo non possiamo considerare D come realizzato da N Perché il realizzato dovrebbe ereditare le sue caratteristiche/capacità causali dal realizzatore Ma come avviamo visto il profilo causale di D è diverso da quello di N
§5.8 (SKIP?) Qui Lowe vuole difendersi da un potenziale problema. Consideriamo un toro che si infuria per l’agitamento di un panno rosso, che di fatto è scarlatto piuttosto che cremisi La causa della furia è l’agitamento di un panno rosso. Ma diremmo che tale agitamento e non identico e non realizzato da un agitamento di panno scarlatto? Lowe vuole evitare di rispondere sì e mantenere che il caso della causazione mentale è diverso. Io risponderei sì anche in questo caso. l’agitamento di un panno rosso è generico rispetto al più specifico evento agitamento di panno scarlatto. Non c’è rapporto di realizzazione, ma solo di genere/specie
§5.9 Le volizioni sono libere, cioè non causate Non causate come eventi quantici quali un decadimento di atomo di radio Ma non casuali perché basate su ragioni (nei casi tipici di deliberazione) Tutti temi sviluppati nella parte II