Avviare la presentazione col tasto “Invio”

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Urti e forze impulsive “Urto”: interazione che avviene in un tempo t molto breve (al limite infinitesimo) tra corpi che esercitano mutuamente forze molto.
Advertisements

Esempio 1 Una palla avente una massa di 100 gr viene colpita da una mazza mentre vola orizzontalmente ad una velocità di 30 m/s. Dopo l’urto la palla.
1 Lezione XIII – terza parte Avviare la presentazione col tasto “Invio”
1 Grandezze scalari e vettoriali Grandezze scalari: sono completamente definite da un numero esempi: massa, lunghezza, tempo. Grandezze vettoriali: sono.
VETTORI: DEFINIZIONI Se ad una grandezza fisica G si associa una direzione ed un verso si parla di vettori: ✔ Le grandezze fisiche possono essere di due.
Chi era James Joule James Joule fu un fisico britannico che si interessò al calore, al lavoro e all’energia. Joule dimostrò in un congresso irlandese che.
La maggior parte delle grandezze fisiche ha una unità di misura. Probabilmente conosci già le unità FONDAMENTALI per lunghezza, massa e tempo: metri (m),
Energia. Cos’è l’energia L’energia è una proprietà che associamo agli oggetti o sistemi che fa sì che in un sistema si possano produrre dei cambiamenti:
INDICE IL LAVORO; IL LAVORO POSITIVO; IL LAVORO POSITIVO IL LAVORO NEGATIVO; IL LAVORO NEGATIVO IL LAVORO NULLO; IL LAVORO NULLO LA POTENZA; LA POTENZA.
Avviare la presentazione col tasto “Invio”
La funzione seno è una corrispondenza biunivoca nell’intervallo
Cinematica Breve riepilogo che non può sostituire il programma svolto nel biennio. Verificate di essere in grado di leggerlo e comprenderlo. Prendete nota.
Definizione Sistemi isolati Teorema degli impulsi Moto di un razzo
Avviare la presentazione col tasto “Invio”
Scattering multiplo Una particella carica che attraversa un mezzo è deflessa attraverso tanti piccoli processi di scattering. Il maggiore contributo a.
Sezione d’urto ed ampiezza di diffusione
Definizione di lavoro Energia potenziale Potenza
Energia e forze conservative
Attrito Nel contatto tra due corpi c’è sempre l’attrito.
RISPOSTA ALL'ECCITAZIONE NON PERIODICA NEL DOMINIO DEL TEMPO
Il Movimento Cinematica.
I Padri della Teoria Cinetica
Avviare la presentazione col tasto “Invio”
I PRINCIPI DELLA DINAMICA
La circonferenza nel piano cartesiano
Avviare la presentazione col tasto “Invio”
Avviare la presentazione col tasto “Invio”
Definizioni delle grandezze rotazionali
LA FISICA.
La circonferenza nel piano cartesiano
Dinamica vs. cinematica
Lavoro ed energia 2H ARMATO EMANUELE GALILEO GALILEI PALERMO MASSARO
Lavoro potenza energia quantità di moto
URTI elastici anelastici e.
Avviare la presentazione col tasto “Invio”
Sistema di riferimento su una retta
Meccanica Cinematica del punto materiale Dinamica
Energia potenziale energia cinetica energia elastica energia di dissipazione urto elastico urto anelastico.
F = forza esercitata dall’esterno
Avviare la presentazione col tasto “Invio”
Avviare la presentazione col tasto “Invio”
Bilancio di energia o legge di conservazione dell’energia
Antonelli Roberto Le forze.
Rapporti e proporzioni
Meccanica dei Fluidi (parte 2)
Y Y j R i mg sin θ i -mg cos θ j θ mg X θ
Grandezze Fisiche PRIMO ESEMPIO DI STUDIO DI UN FENOMENO FISICO:
Il lavoro e l’energia.
1. La dinamica La dinamica studia il moto dei corpi per effetto delle forze che agiscono su di essi.
Urti urto: evento isolato nel quale una forza relativamente intensa +
Urti elastici o anelastici
RETEISSA Corsi di potenziamento e di preparazione ai test di ingresso per i corsi di laurea a numero programmato Corso di Fisica Test di ingresso per il.
Misura dell’energia del fascio
Parte IV: Dinamica del Punto 2a parte
Riassunto Grandezze scalari: modulo (es. il tempo, la massa, la temperatura): numero e una unità di misura Grandezze vettoriali: modulo, direzione e verso.
e conservazione della quantità di moto
Energia potenziale energia cinetica energia elastica energia di dissipazione urto elastico urto anelastico.
Dinamica relativistica
Il moto rettilineo uniformemente accelerato
Stati di aggregazione dal microscopico della materia al macroscopico:
Capitolo 7 Lavoro ed energia cinetica
Capitolo 9 Quantità di moto e urti
Capitolo 4 Cinematica bidimensionale
E n e r g i a.
Momento di inerzia, momento di una forza, momento angolare
Meccanica Cinematica del punto materiale Dinamica
Precorso di Fisica 2011/2012 Facoltà di Agraria
1. La dinamica La dinamica studia il moto dei corpi per effetto delle forze che agiscono su di essi.
Il lavoro misura l'effetto utile di una forza con uno spostamento.
Transcript della presentazione:

Avviare la presentazione col tasto “Invio” Lezione XIII Avviare la presentazione col tasto “Invio”

Urti anelastici Nel caso di urti anelastici, continua a valere la Conservazione della Quantità di Moto ma non possiamo utilizzare la Conservazione dell’Energia Cinetica, in quanto parte dell’energia cinetica viene dissipata in calore. Per potere ricavare le velocità delle particelle dopo l’urto dovremmo pertanto applicare la conservazione dell’energia totale il che in molti casi non è semplice in quanto potrebbe non essere noto quanta energia cinetica si è dissipata in energia termica.

Fra gli urti anelastici, l’unico che può essere risolto avendo a disposizione la sola legge di conservazione della quantità di moto è l’urto completamente anelastico. In questo caso infatti le due particelle rimangono attaccate e dopo l’urto hanno quindi la stessa velocità v. Avendo una sola velocità da determinare, può essere ricavata con una sola equazione: m1 u1 + m2 u2 = ( m1 + m2 ) v

oppure per la sua capacità di cambiare l’energia cinetica ? L’utilizzo delle due Leggi di Conservazione risulta quindi essenziale per la soluzione dei problemi del moto dei corpi. Poiché come abbiamo visto è sempre l’applicazione di una forza esterna che genera variazioni della quantità di moto ed è sempre l’applicazione di una forza esterna che genera variazioni di energia cinetica: una domanda che potrebbe sembrare naive, ma che è stata oggetto di dibattito è: Ma allora una forza si caratterizza per la sua capacità di cambiare la quantità di moto? oppure per la sua capacità di cambiare l’energia cinetica ? In realtà possiamo affermare che l’effetto cumulativo di una forza può essere misurato sia dal suo effetto integrato nel tempo, sia per il suo effetto integrato nello spazio. I due integrali danno rispettivamente una misura delle variazioni di quantità di moto e di energia prodotte dalla forza.

Urti in due dimensioni Abbiamo visto che nel caso di urti elastici unidimensionali, l’applicazione delle due leggi di conservazione studiate ci fornisce sufficienti equazioni per determinare le velocità dopo l’urto, note le velocità prima dell’urto. Nel caso di urti elastici in due dimensioni invece abbiamo 4 incognite che sono le componenti x e y delle velocità dopo l’urto delle due particelle, ma abbiamo a disposizione solo 3 equazioni: due per la quantità di moto lungo x e lungo y e una per l’energia cinetica. L’unico caso in cui un urto in due dimensioni può essere risolto è infatti il caso di un urto completamente anelastico: in questo caso infatti le due particelle rimangono attaccate, hanno cioè la stessa velocità e abbiamo pertanto 2 incognite in meno

Pertanto, nel caso di urti elastici in due dimensioni, occorrono maggiori informazioni sul particolare esperimento in questione. Una situazione semplice è quella in cui viene fornito come dato del problema l’angolo con cui viene deviata una delle due particelle.

Consideriamo per esempio un urto in due dimensioni come di seguito:

PRIMA DELL’URTO m2 v2 m2 m1 u1 m1 v1

DOPO L’URTO m2 v2 m2 m1 u1 m1 v1

Indicheremo con b il cosiddetto parametro d’urto, cioè la distanza fra la traiettoria della particella incidente ed una parallela passante per il centro della particella bersaglio Indicheremo con θ1 l’angolo di cui viene deviata la particella 1 e θ2 l’angolo con cui si muove la particella 2 dopo l’urto m2 v2 θ2 m2 b θ1 m1 u1 m1 v1

m1 u1 = m1 v1 cos (θ1) + m2 v2 cos (θ2) Applicando la conservazione della quantità di moto che essendo una relazione vettoriale ci fornisce due equazioni scalari, una lungo x e una lungo y, si ha: Per l’asse x: m1 u1 = m1 v1 cos (θ1) + m2 v2 cos (θ2) e per l’asse y: 0 = m1 v1 sin (θ1) + m2 v2 sin (θ2) Per un urto elastico potremo anche applicare la conservazione dell’energia cinetica: ½ m1 u12 = ½ m1 v12 + ½ m2 v22

Note le sole condizioni iniziali: m1 m2 e u1 avremmo 4 incognite: v1 v2 θ1 e θ2 E abbiamo a disposizione solo 3 equazioni Pertanto potremo descrivere il moto dopo l’urto solo se misuriamo una delle 4 incognite, per esempio θ1

Sezione d’urto Quando invece le forze in gioco nell’urto sono note, si possono derivare le caratteristiche del moto a partire dalle sole condizioni iniziali. In questo caso, la stessa legge fondamentale della dinamica (la II Legge di Newton) fornisce la quarta equazione necessaria. In questo caso, il parametro d’urto diventa un’importante condizione iniziale che deve essere nota per definire il range di azione della forza in questione. Per esempio può essere utile definire una dimensione massima del parametro d’urto per il quale la deflessione attesa è la minima, affinché nel particolare esperimento si possa parlare di urto. In sostanza, risulta rilevante definire la distanza sino alla quale la forza di interazione è efficace

In sostanza, possiamo definire un’area attorno alla particella bersaglio, tale che l’urto avviene solo se la particella incidente intercetta questa area Chiameremo quest’area sezione d’urto σ

Esempio 1 Una palla avente una massa di 100 gr viene colpita da una mazza mentre vola orizzontalmente ad una velocità di 30 m/s. Dopo l’urto la palla viaggia ad una velocità di 40 m/s in verso opposto. Determinare l’impulso della collisione. Ovviamente non possiamo ricavare l’impulso dalla sua definizione: J = F dt In quanto non conosciamo F (né tantomeno t1 e t2) Dobbiamo servirci della relazione che ci dice che: J = Δp  cioè: Impulso = variazione quantità di moto t2 ∫ t1

Esempio 1 Una palla avente una massa di 100 gr viene colpita da una mazza mentre vola orizzontalmente ad una velocità di 30 m/s. Dopo l’urto la palla viaggia ad una velocità di 40 m/s in verso opposto. Determinare l’impulso della collisione. Ovviamente non possiamo ricavare l’impulso dalla sua definizione: J = F dt In quanto non conosciamo F (né tantomeno t1 e t2) Dobbiamo servirci della relazione che ci dice che: J = Δp  cioè: Impulso = variazione quantità di moto t2 ∫ t1

J = Δp = p2 − p1 = mv2 –mv1 = m(v2 –v1) Pertanto scriveremo: J = Δp = p2 − p1 = mv2 –mv1 = m(v2 –v1) Quindi: J = 0,1 Kg (−40 m/sec − 30 m/sec ) = 0,1kg x (−70 m/sec) = − 7 kg m /sec Il risultato − 7 kg m /sec Può essere scritto: − 7 (kg m /s2) sec = − 7 nt sec ma  dimensioni di una forza

Ovviamente, abbiamo determinato J come richiesto, ma NON possiamo determinare F, che dipende dall’intervallo di durata dell’impulso

Esempio 2 Ki = ½ m1 u12 Kf = ½ m1 v12 (Ki − Kf ) / Ki = 1 − v12 / u12 Un neutrone (massa m1) urta frontalmente in modo elastico contro un nucleo atomico. L’energia cinetica iniziale Ki vale: Ki = ½ m1 u12 Mentre quella finale vale: Kf = ½ m1 v12 Determinare la diminuzione percentuale di Energia Cinetica Quindi la diminuzione percentuale è (Ki − Kf ) / Ki = 1 − v12 / u12

Esempio 2 Ki = ½ m1 u12 Kf = ½ m1 v12 (Ki − Kf ) / Ki = 1 − v12 / u12 Un neutrone (massa m1) urta frontalmente in modo elastico contro un nucleo atomico. L’energia cinetica iniziale Ki vale: Ki = ½ m1 u12 Mentre quella finale vale: Kf = ½ m1 v12 Determinare la diminuzione percentuale di Energia Cinetica La diminuzione percentuale è (Ki − Kf ) / Ki = 1 − v12 / u12

(Ki − Kf ) / Ki = 1 − v12 / u12 v1 = u1 (m1 –m2) / (m1 + m2) Quindi la diminuzione percentuale è (Ki − Kf ) / Ki = 1 − v12 / u12 Ricordando che per questo tipo di urto risulta: v1 = u1 (m1 –m2) / (m1 + m2) e quindi: (Ki − Kf ) / Ki = 1 − (m1 –m2)2 / (m1 + m2)2 = 4 m1 m2 / (m1 + m2)2

Esempio 3 Il cosiddetto pendolo balistico viene usato per misurare la velocità delle pallottole. Il sistema è così congegnato: un grande blocco di legno di massa M è appeso con due cordicelle e la pallottola di massa m, sparata orizzontalmente, incide su un lato

Pfinale = Piniziale  m u = (m + M)v Consideriamo la conservazione della componente orizzontale della quantità di moto del sistema pallottola-legno. La quantità di moto iniziale è quella della pallottola. Indicando con u la velocità inziale della pallottola e con v la velocità subito dopo l’urto della pallottola e del legno attaccati, scriveremo: Piniziale = m u Pfinale = (m + M)v E poiché: Pfinale = Piniziale  m u = (m + M)v D’altra parte, la velocità v che acquista il sistema pallottola-legno subito dopo l’urto corrisponde ad una energia cinetica K = ½ (m + M)v2

m u = (m + M) (2 g y)1/2  u = (1/m) (m + M) (2 g y)1/2 Quindi adesso sappiamo che questo pendolo comincerà ad oscillare, raggiungendo una altezza massima y tale che l’energia potenziale corrispondente U eguagli l’energica cinetica subito dopo l’urto K. Quindi scriveremo: ½ (m + M)v2 = (m + M) g y Da cui si ricava: v = (2 g y)1/2 Tornando alla equazione della quantità di moto: m u = (m + M)v si ricava: m u = (m + M) (2 g y)1/2  u = (1/m) (m + M) (2 g y)1/2 Questa è la velocità iniziale della pallottola ricavata in funzione delle grandezze note

Esempio 4 Una molecola che ha una velocità di 300 m/sec urta elasticamente contro un’altra molecola ferma di eguale massa. Dopo l’urto la molecola incidente si muove ad un angolo di 30° rispetto alla direzione iniziale. Quesito: Determinare le velocità delle due molecole dopo l’urto e l’angolo formato dalla traiettoria della molecola originariamente ferma con la direzione di incidenza della molecola incidente.

L’esercizio in questione propone esattamente il caso illustrato a lezione:

Condizioni iniziali: m2 v2 m1 = m2 m2 m1 u1 = 100 m/s m1 v1

m2 v2 incognita m1 = m2 m2 m1 u1 m1 v1 incognita Condizioni finali θ1 = 30° m1 v1 incognita

v1 sin (θ1) = v2 sin (θ2) (porre attenzione ai segni) Poniamo m = m1 = m2 . Dalla conservazione della quantità di moto si ha: Per l’asse x: Px iniziale = Px finale m u1 = m v1 cos (θ1) + m v2 cos (θ2) u1 = v1 cos (θ1) + v2 cos (θ2) Per l’asse y: Py iniziale = Pyfinale 0 = m v1 sin (θ1) + m v2 sin (θ2) 0 = v1 sin (θ1) + v2 sin (θ2) v1 sin (θ1) = v2 sin (θ2) (porre attenzione ai segni)

Dalla conservazione dell’energia cinetica si ricava: ½ m u12 = ½ m v12 + ½ m v22 u12 = v12 + v22 Riassumendo abbiamo a disposizione le tre equazioni per risolvere le tre incognite: u1 = v1 cos (θ1) + v2 cos (θ2) v1 sin (θ1) = v2 sin (θ2) u12 = v12 + v22