Lezione 9 Il modello del moltiplicatore Fino a pag. 410 tutto Lezione 9 Il modello del moltiplicatore Fino a pag. 410 tutto. Gli effetti della politica fiscale solo sul ppt
Un breve riepilogo In un sistema economico, l’equilibrio viene determinato dall’incontro tra la domanda aggregata (DA) e l’offerta aggregata (OA). Il loro incontro determina il livello di equilibrio della ricchezza prodotta dalla nazione (PIL reale) e livello dei prezzi (indice dei prezzi) Figura 19.3
Un breve riepilogo Può accadere che il livello di equilibrio nel breve periodo venga alterato da fenomeni (interni o esterni) al sistema economico che portano a recessioni o ad espansioni “eccessive”. Figura 19.4 Es. Riduzione dei consumi o degli Investimenti Es. Euforia internet (espansione di C e I) Q2 P2 Q1 P1
Cosa alimenta la domanda aggregata? Un breve riepilogo Per poter capire come è possibile “curare” simili situazioni, è necessario approfondire lo studio del sistema economico. Adottando la prospettiva Keynesiana, è fondamentale focalizzarsi sulle componenti e sul comportamento della DA. Cosa alimenta la domanda aggregata? Reddito = Q Consumo= C C = 15 + 0.75 Q 15 PMC a) In una economia chiusa, la DA è composta da: Consumi delle famiglie (C) Investimenti delle imprese (I) DA = C + I i I
L’equilibrio si ha con Y = C + I Un breve riepilogo Reddito (PIL, Y) Spesa aggregata C DA = C + I I L’equilibrio si ha con Y = C + I E* Y*
Un breve riepilogo L’equilibrio si ha con Y = C + I + G + X b) In una economia aperta, con intervento dello stato, la DA è composta da: Consumi delle famiglie (C) Investimenti delle imprese (I) Spesa pubblica (G) Relazioni con l’estero, ossia esportazioni nette (X = E – M) DA = C + I + G + X Reddito (PIL, Y) Spesa aggregata C DA = C + I + G + X I L’equilibrio si ha con Y = C + I + G + X E* Y*
Spostamento lungo la curva e spostamenti della curva Domanda Aggregata Spostamento lungo la curva e spostamenti della curva Figura 19.12
Spostamenti lungo la DA Ci si sposta lungo la curva a seguito di mutamenti del livello generale dei prezzi Se aumentano i prezzi Diminuisce il potere di acquisto della moneta disponibile Aumentano M Si riducono E Diminuiscono C e I Diminuisce la DA
Spostamenti della DA La Da si sposta, tra l’altro, a causa di: maggiore/minore incertezza che determina variazione nei consumi delle famiglie e mutamento delle aspettative degli imprenditori mutamenti della congiuntura estera (situazione economica internazionale), con un calo/aumento delle esportazioni variazione delle imposte o introduzione di altri interventi di politica fiscale variazione del costo dei prestiti di denaro (tassi di interesse), per manovre di politica monetaria
Il modello keynesiano Nella teoria keyensiana, è la DA a dover essere osservata e posta sotto controllo per cercare di influenzare l’equilibrio del sistema economico. Il livello della produzione e il Pil sono influenzati dal livello della DA. Questo pensiero è in contrapposizione a quanto affermato dagli autori classici, secondo cui il livello del PIL dipende dall’offerta, ossia dall’insieme dei mezzi di produzione a disposizione della nazione. Per la legge di Say, detta anche legge degli sbocchi, l'offerta è sempre in grado di creare la propria domanda. Nello schema di Keynes, la dotazione di fattori produttivi è importante solo perché misura il PIL potenziale, massimo producibile.
Il moltiplicatore keynesiano Keynes sostiene che per influenzare il sistema economico occorre agire sulla DA. Ogni intervento sulle componenti della domanda ha un impatto sull’equilibrio. a) Economia chiusa, ove DA = C + I. Ipotesi: gli investimenti sono dati (I), ossia esogeni e collegati alle aspettative degli imprenditori; i prezzi ed i salari sono fissi; esistono risorse inutilizzate (si è lontani dal PIL potenziale); se si verificano variazioni della Domanda, le imprese rispondono con variazioni delle quantità offerte e dell'occupazione.
Il moltiplicatore keynesiano Y = C + I Y = Ca + cY + I Y - cY = Ca + I Y (1-c) = Ca + I Moltiplicatore Keynesiano Y = 1 * (Ca+I) (1-c) Y = 1 * (Ca+ I) (1-c) Esempio: c = 0.8; I = 100 Y = 100 + 100 * 0.8 + (100 * 0.8) * 0.8 + (100 * 0.8 * 0.8) * 0.8 …. Sinteticamente si può scrivere che: Y = 1 / (1-0.8) * 100 = 500
Dipende dalla pendenza della funzione al consumo, Il moltiplicatore keynesiano Il livello del moltiplicatore non è altro che il rapporto: Y Dipende dalla pendenza della funzione al consumo, cioè dalla PMC I L’aumento o la diminuzione della produzione è più che proporzionale, rispetto alla variazione iniziale della spesa autonoma Il valore del moltiplicatore è: 1 1 - PMC Nell’esempio precedente: 1 1 – 0,8 = 5
Il moltiplicatore keynesiano Il significato economico del moltiplicatore è evidente: qualsiasi incremento nella componente autonoma dei Consumi o negli investimenti I genera un incremento nel reddito nazionale cinque volte superiore all'iniziale incremento. La domanda aggregata addizionale, infatti, provoca effetti a cascata nei redditi di più individui. Secondo l’impostazione keynesiana l’eventuale presenza di disoccupazione dipende da insufficienza della domanda.
Y I L’effetto del moltiplicatore attraverso i grafici … nel grafico della DA Reddito, Y DA, C, I DA’ = DA + I DA = Ca + 0,8 Y + I I Y Y1 Y2 Y = 1/1-0,8 * I
L’effetto del moltiplicatore attraverso i grafici … nel grafico della funzione del Risparmio Reddito, PIL (Y) Risparmio (S) S = -20 + 0,8 Q I2 I Y2 I1 Y1 Y Y = 1/0,20 * I
L’effetto del moltiplicatore attraverso i grafici Figura 23.4
L’effetto del moltiplicatore attraverso i grafici … nel grafico dell’equilibrio del sistema economico DA2 = DA + I I Livello Prezzi PIL P OA Y2 Y1 DA1 Y Y = 1/0,20 * I
L’effetto del moltiplicatore attraverso i grafici Figura 23.5
Il moltiplicatore keynesiano b) Economia chiusa, con intervento dello Stato ove DA = C + I + G. Ipotesi: gli investimenti sono dati (I), ossia esogeni e collegati alle aspettative degli imprenditori; i prezzi ed i salari sono fissi; esistono risorse inutilizzate (si è lontani dal PIL potenziale); se si verificano variazioni della Domanda, le imprese rispondono con variazioni delle quantità offerte e dell'occupazione; lo stato interviene con spesa propria nell’economia.
Senza imposizione fiscale Il moltiplicatore keynesiano b1) Economia chiusa, con intervento dello Stato ove DA = C + I + G Senza imposizione fiscale C = Ca + cY Y = C + I + G Y = Ca + cY + I + G Y - cY = Ca + I + G Y = 1 * (I + G +Ca) (1-c) Y = 1 * (Ca+ I + G) (1-c)
Se lo stato interviene con l’imposizione… Il moltiplicatore keynesiano b2) Economia chiusa, con intervento dello Stato ove DA = C + I + G Se lo stato interviene con l’imposizione… Ipotesi: imposta fissa T C = Ca + c (Y-T) C = Ca + cY – cT Y = C + I + G Y = Ca + cY – cT + I + G Y - cY = Ca – cT + I + G Y = 1 * (I + G - cT +Ca) (1-c)
Teorema del Bilancio in Pareggio Il moltiplicatore keynesiano Y = 1/(1-c) ( I + G - c T+ Ca) Se I, allora Y= 1/(1-c) * I Se G, allora Y= 1/(1-c) * (G ) Se T, allora Y= 1/(1-c) * (-cT) Teorema del Bilancio in Pareggio Cosa succede se lo stato autofinanzia una manovra espansiva? Es. tasse = + 100; spesa pubblica = + 100; c=0,8 Y = 1/(1-c) * (+ G - c T) Y = 1/(1-0,8)*[(+ 100 – 0,8*100)] = 5* (20) = 100 Se si utilizzano manovre fiscali per finanziare interventi nell'economia, si produce un impatto positivo sul reddito (Y), senza alcuna influenza sul bilancio pubblico (G=T). Se G = T, si ha che Y = G.
Il moltiplicatore keynesiano Ipotesi: imposta proporzionale al reddito T=tY C = Ca + c (Y-t*Y) Y = C + I + G Y = Ca + c(Y – t*Y) + I + G Y - cY + c*t*Y = Ca + I + G Y = 1 * (+Ca +I + G) 1-c*(1-t) Moltiplicatore Keynesiano Un aumento di G fa aumentare il reddito, ma in misura inferiore al caso precedente, poiché il processo di moltiplicazione viene frenato dal prelievo fiscale.
Il moltiplicatore keynesiano Esempio: c=0,8 (ossia 80% di Y) t=0,3 (ossia 30% di Y) 1 = 1-c*(1-t) 1 / [1-0,8*(1-0,3)] = 1/[1-0,8*0,7] = 2,27 Se I = 100 Y = 2,27 * 100 = 227 L’incremento di Y generato dai maggiori investimenti è pari a 227, rispetto a 500 del caso precedente, in cui le imposte erano assenti. Più alta è l’imposizione, più debole è l’effetto moltiplicativo.
Spesa pubblica Figura 23.8
Il moltiplicatore keynesiano L’analisi del moltiplicatore è la premessa teorica per quello che nel tempo è divenuto noto come il sistema delle politiche economiche keynesiane di gestione della domanda, in particolare quelle basate sullo strumento fiscale dell’espansione della spesa pubblica G. Obiettivo è quello di stabilizzare il reddito (verso un livello di piena occupazione). Questa funzione stabilizzatrice assegnata alla politica fiscale, anche a costo di possibili deficit nel bilancio pubblico, è oggi spesso definita come una gestione della finanza pubblica ispirata al principio del functional finance. Ciò in contrapposizione ad una gestione ispirata al sound finance, ossia ad una gestione principalmente dedicata all’equilibrio dei conti pubblici tra spesa e gettito fiscale.
Il moltiplicatore keynesiano I limiti del modello Keynesiano: si suppone che gli investimenti siano fissi ed esogeni; si ignora l’impatto di moneta, credito e tassi di interesse; prezzi e salari sono considerati fissi; l’offerta aggregata viene esclusa dall’analisi e non si analizza come l’aumento del prodotto impatti anche sui prezzi. Man mano che l’economia raggiunge il livello di piena occupazione (PIL potenziale), una DA maggiore si traduce in un aumento dei prezzi anziché in prodotto reale e occupazione maggiori.