Esperimenti di cessione e assorbimento di su ignimbriti dell’area vulcanica cimino-vicana (Lazio) Arsenico Mazzuoli M.*, Nardi E.**, Piscopo V.* & Proposito M** *DEB, Università degli Studi della Tuscia, Viterbo **UTPRA, ENEA, Santa Maria di Galeria (Roma Complesso vulcanico Cimino-Vicano, comprendente una superficie totale di circa 900 km². Acquifero carbonatico: acque termali (50-64 °C) e molto mineralizzate (2700-3400 µS/cm) rendimento stimato circa 0,1 m³/s Due acquiferi sovrapposti (vulcanico superficiale, carbonatico profondo), che entrano in comunicazione limitatamente ad alcune zone (per lo più in corrispondenza dell’area termale di Viterbo) mediante risalita di acque dall’acquifero carbonatico profondo, dove il complesso flyschoide è localmente caratterizzato da faglie o fratture. Acquifero vulcanico: spessori variabili tra 10 e 100 m ricopre la quasi totalità dell’area in esame acque fredde (13-20 °C) e poco mineralizzate (200-900 µS/cm) As (mg/kg) TRSN 31.2 IC 32.6 Concentrazioni di arsenico moderatamente elevate + Tipo di falda As (μg/L) sospesa 1,7 - 12 di base 1,8 – 75 acque termali 176 - 371 Concentrazione di arsenico variabile ……. La sua origine naturale è legata alla presenza dell’elemento quale costituente di gas vulcanici e fluidi geotermali o alla lisciviazione di rocce contenti l’elemento? Valutiamo la lisciviazione Rapporto Solido/liquido: 1/20 Temperatura: 25°C pH (all’equilibrio): 6,9(TRSN) 7,0 (IC) Anche variando i parametri che tipicamente influenzano i processi di lisciviazione la percentuale di rilascio dell’arsenico in soluzione è sempre inferiore all’1%. Valutiamo l’affinità dell’arsenico per le fasi del sistema bifasico Scegliamo il coefficiente di distribuzione come parametro di riferimento Metodo EPA (1999) Costruiamo un’isoterma di assorbimento utilizzando due differenti intervalli di concentrazione iniziale:1-100ug/L e 0.1-10 mg/L Il modesto rilascio riscontrato, nonché i valori del coefficiente di ripartizione determinati, implicano, in accordo con quanto già noto in bibliografia (Aiuppa et al., 2003; Baiocchi et al., 2011), che altre cause sono all’origine della variabilità di concentrazione riscontrata nelle acque sotterranee, quali la temperatura ed il chimismo delle acque, l’influenza della risalita di fluidi geotermali e la velocità di flusso idrico sotterraneo che condiziona i tempi di interazione acqua-roccia.