Non ci sono ranghi o caste. Non ci sono sacerdoti, leviti e popolo.

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Transcript della presentazione:

Non ci sono ranghi o caste. Non ci sono sacerdoti, leviti e popolo. Nel movimento di Gesù svanisce ogni autoritarismo patriarcale e Dio riappare: é il Padre vicino che fa tutti fratelli e sorelle. Non ci sono ranghi o caste. Non ci sono sacerdoti, leviti e popolo. Non c’é spazio per intermediari. Con Gesú é tutt’altra cosa. I suoi seguaci, uomini e donne, si siedono in cerchio attorno a Lui; nessuno si mette in una posizione superiore agli altri; tutti ascoltano la sua parola e tutti assieme cercano la volontà di Dio. Non si osserva alcun rito né normative gerarchiche nel prendere il pasto; a nessuno si riserva un posto privilegiato nei banchetti di Gesù. José Antonio Pagola Jesús: aproximación histórica Testo: Marco 10,35-45. Tempo Ordinario 29 -B- Commenti e presentazione: Asun Gutiérrez Cabriada. Musica: Beethoven. Triplo concerto in C. Largo.

Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gesù oggi mi chiede: Che cosa vuoi che faccia per te? Cosa gli dico? La mia risposta corrisponde ai valori di Gesù?

Gli risposero: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». La posizione della sequela non é stare seduti, ma essere in cammino. Due dei migliori amici di Gesù sognano potere e gloria. Li muove l’ambizione e il desiderio di essere riconosciuti e lodati. Lo seguono cercando nel regno di Gesú meriti, vantaggi, onori, ricompense e il potere dei più forti. Oggi diventa opportuno confrontarsi con tali atteggiamenti che si allontanano tanto dall’insegnamento e dall’esempio di Gesù.

Con Gesú ogni difficoltà o rinuncia si converte in libertà. Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». Discepolo é colui che prolunga nella propria vita e nei propri atteggiamenti la persona, il messaggio e lo stile di vita di Gesú. Con Gesú ogni difficoltà o rinuncia si converte in libertà. Lo possiamo fare?

E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Il discepolo é chiamato a seguire il Maestro ogni giorno, lasciando che Dio programmi liberamente il suo futuro.

All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Gli altri dieci si pongono nello stesso atteggiamento dei due apostoli. La vanità, l’ansia del potere, l’egoismo, l’invidia, l’ambizione, divide e crea tensione e concorrenza nella convivenza. Lo proviamo nelle nostre relazioni personali o fra gruppi, sia nel mondo civile che ecclesiastico. E’ la lotta, sempre attuale, fra la generosità e la vanità, la sapenza e l’ignoranza, il valore e la codardia, il servizio e il potere...

Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; … Chi opprime non tollera chi dona libertà, né chi crede di essere potente accetta chi annuncia il regno di Dio. Chi ha poca sicurezza di sé e poca autostima sente il bisogno di dominare gli altri. Gesú non parla né agisce come un’autorità, ma si guadagna autorevolezza con con i suoi insegnamenti e le sue azioni.

… chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. La via proposta da Gesù è concentrata in una parola: servicio. E’ la rivoluzione di Gesù. Non propone utopie o brillanti teorie. Conferma con la vita le sue parole. Il servizio altruista e generoso è la sorgente della vera gioia ed è un linguaggio comprensibile a tutti.

Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Ascoltando queste parole siamo soliti pensare alla morte di Gesú sulla croce. Tutta la sua vita fu impegno e servizio. Di giorno in giorno impiegò la sua forza, la sua fiducia, la sua gioia, il suo tempo, la sua speranza, il suo amore. La sua morte fu la conseguenza della sua vita. Siamo riscattati, liberi e felici. Siamo invitati a chiamare e a riscattare ogni persona. Secondo l’evangelo, dare la vita é sempre un gesto che arricchisce, che aiuta a vivere, che crea vita negli altri, che riscatta, libera e salva. Come fa Gesú.

Signore, fa’ di me uno strumento della tua solidarietà. Dove c’é fame, che io doni il tuo pane e che possa insegnare a guadagnarlo onoratamente. Dove non ci sono attrezzi, o sono inutilizzabili, che io lavori per procurare una vita degna. Dove c’é scoraggiamento o timidezza, che io fomenti la partecipazione e la speranza. Dove ci sono fanciulli senza scuola, che io procuri il necessario. Fa’ che io non cerchi di seguire la mia vanità, ma il bene dei miei fratelli; che non promuova l’apprezzamento per me, ma la dignità altrui; e che la mia soddisfazione consista nell’avere amato con i fatti. Grazie, Signore, perché più io dono, più ricevo; più io lavoro, più aiuto; quanto meno cerco me stesso, più sono efficace; Continua a risuscitare Te stesso in me, perché tu sei... “la solidarietà con il mio prossimo”. Patxi Loidi