Sviluppi della società moderna e teorie sociologiche del ‘900 Corso di Sociologia generale 2017/18
Paradigmi dei sociologi classici Strutturalismo Organicista: Durkheim Strutturalismo Conflittualista: Marx Paradigma dell’azione: Weber Paradigma della relazione: Simmel Si evolvono ulteriormente nel corso del ‘900 in stretto contatto con la trasformazione della società moderna e delle sue diverse versioni
MODELLI SOCIETARI DEL ‘900: ECON0MIA E POLITICA SOCIETA’ LIBERISTE: forte incentivo allo sviluppo economico capitalistico e ruolo secondario dello Stato SOCIETA’ SOCIALISTE: sviluppo economico collettivista e predominio della struttura politica SOCIETA’ MISTE O SOCIALDEMOCRATICHE: equilibrio instabile fra sviluppo economico e redistribuzione della ricchezza attraverso la mediazione del sistema politico e dei servizi pubblici Divisione fra classi sociali capitalistiche vs lavoratrici Divisione fra forze progressiste vs conservatrici (sinistra/destra) Contrapposizione fra società liberiste e socialdemocratiche vs società socialiste (emergere dei paesi del “Terzo Mondo”)
PRIMA PARTE DEL ‘900 LA PRIMA GUERRA MONDIALE, ORIGINATA DAGLI SCONTRI FRA I NAZIONALISMI EUROPEI, PORTA AD UNA GRAVISSIMA CRISI MONDIALE CHE SEGNERA’ LA SOCIETA’ DEL ‘900 Con la rivoluzione sovietica in Russia sia avrà la costituzione del MODELLO SOCIALISTA-COMUNISTA in molti Stati Europei e del “Terzo Mondo” che sfocia in “dittature del proletariato” Con la crisi economica post-bellica e l’anti-comunismo andranno al potere REGIMI DITTATORIALI in diversi paesi europei (Italia, Germania, Spagna, Portogallo, …) Dopo la crisi del 1929 e il rilevante impoverimento di ampi gruppi sociali, gli Stati Uniti reagiranno con politiche di forte investimento in lavori pubblici (periodo di F.D. Roosevelt) I paesi occidentali (sia democratici sia dittatoriali) continuano o iniziano l’occupazione coloniale di ampi territori in Africa e Asia LA SOCIOLOGIA VIENE OSTEGGIATA E SOPPRESSA D’AUTORITÀ NEI PAESI DITTATORIALI E IN QUELLI SOCIALISTI EUROPEI
Seconda parte del ‘900 con un ulteriore sviluppo dell’industria SOLO DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE SI SVILUPPA UNA NUOVA FASE SOCIALE “TARDO-MODERNA” (anni ‘50-anni ’70) con un ulteriore sviluppo dell’industria l’avvento di una società dei consumi di massa la creazione di un sistema di assistenza sociale (pensioni) e di welfare (servizi sociali) il forte sviluppo dei mass media (giornali, tv, radio) il forte sviluppo di nuove istanze culturali e movimenti di massa (giovani, donne, operai, pacifisti, riformisti per il welfare, di self-help, ecc.)
PROSPETTIVE SOCIOLOGICHE del ‘900 STRUTTURAL-FUNZIONALISMO Talcott Parsons (1902-1979) parla di Sistema Sociale strutturato e integrato attraverso le funzioni assolte da varie strutture sociali (o sotto-sistemi) entro cui il soggetto svolge dei ruoli che gli conferiscono uno status accentuando l’attenzione a ciò che mantiene l’ordine e la coesione sociale (es. la famiglia, la relazione medico-paziente, ecc.) Sistema: Sotto-sistemi interagenti formanti un complesso unitario che produce effetti sistemici emergenti superiori alle parti costituenti (rilevante il ruolo dell’informazione per organizzare e tenere unito il sistema) Status: posizione in un sotto-sistema (e la sua considerazione sociale) Ruolo: diritti e doveri, aspettative legate allo status
Sistema sociale, sottosistemi, prerequisiti funzionali Schema A-G-I-L La teoria della Modernizzazione (es. Rostow, Gli stadi dello sviluppo economico, 1960): Portare i diversi paesi (specie del Terzo Mondo) verso modelli avanzati di tipo capitalista, tecnologico e democratico Sistema economico (adattamento) Sistema politico (conseguimento scopi) Comunità sociale (integrazione) Sistema fiduciario [famiglia, educazione, cultura] (mantenimento ordine e valori)
TEORIE DEL CONFLITTO, TEORIA CRITICA (ispiratori Weber e Marx) Scuola di Francoforte (Horkheimer, Adorno, Marcuse, Habermas) Riformismo Keynesiano (Dahrendorf, Giddens, Coser, Myrdal, ecc.) Radicalismo democratico (Wright Mills, Goffman, …) Storicismo antideterminista (Barrington Moore, …) Antiimperialismo (Wallestein, Gunder Frank, …) e altri studiosi marxisti la società è composta di gruppi distinti generati nel campo economico (classi sociali, ceti, …), ciascuno dedito al proprio interesse e ciò comporta la costante presenza di un conflitto. Quelli che prevalgono nel conflitto diventano gruppi sociali dominanti, quelli che soccombono diventano gruppi sociali subordinati. Si crea DISEGUAGLIANZA (economica e sociale) e quindi minori opportunità per vasti gruppi di popolazione.
Le diseguaglianze non sono solo economiche e fra le classi sociali, ma anche fra gruppi di interesse e fra élite e popolo per ragioni di potere, per ragioni di considerazione sociale, per differenze di valori culturali. Nuove forme di diseguaglianza sorgono dalle discriminazioni sessuali (gender studies) e razziali (studi multiculturali) che possono ripercuotersi sugli status delle persone Forme di redistribuzione della ricchezza, del potere, della considerazione sociale possono avvenire attraverso lotte e movimenti sociali che portano a politiche sociali inclusive e allo sviluppo di servizi pubblici e comuni Compito della sociologia è quello di mettere in evidenza i meccanismi che creano diseguaglianza ed essere critica verso i vari poteri sociali che la mantengono, ma anche sostenere i movimenti sociali e le politiche inclusive e redistributive
TEORIE DELL’AZIONE rivolgono l’attenzione ai comportamenti individuali dei singoli attori; le strutture sociali sono prodotte da azioni e interazioni degli individui. LA SOCIOLOGIA SVILUPPA LA SUA ATTENZIONE PER L’AMBIENTE MICRO E PER I FATTORI CULTURALI CHE GUIDANO L’AZIONE. Secondo la teoria dello scambio sociale (o della scelta razionale) formulata da Homas il comportamento umano è basato sull’utilitarismo (Stuard Mills) e il comportamentismo (Skinner). Si applicano dei modelli matematici ed econometrici per definire situazioni sociali. Un esito molto influente è stata la “teoria dei giochi” e il “dilemma del prigioniero” (Coleman)
Una forma diversa di TdA è: l’Interazionismo simbolico George H. Mead, Mente, Sé, Società E. Goffman, Relazioni in pubblico; Rituali di interazione; Asylums (ricerca in un Ospedale psichiatrico) E.T. Hull, Prossemica H. Blumer, Interazionismo simbolico, 1969 si concentra sull’analisi delle interazioni dirette nei contesti della vita quotidiana e ne sottolinea il ruolo nella creazione della società e delle sue istituzioni; si occupa degli effetti dei simboli, incluse le parole e la cultura, sull’interazione tra due o più persone. La mente e il sé si formano grazie alle interazioni: queste dipendono dal significato che attribuisce alla situazione che si vive. Il significato dipende dal contesto. Privilegia la comprensione di situazioni specifiche attraverso i metodi etnografici e qualitativi (ispirazione dal pragmatismo: la definizione di realtà data dai soggetti viene assunta come reale. Per Dewey bisogna partire dai problemi concreti per vederne la soluzione)
Sé e socializzazione Mead vede la personalità come un processo dinamico in continua evoluzione sulla base delle interazioni con gli altri e l’ambiente. L’IO è la parte più soggettiva e interiore, il ME la parte più sociale, influenzata dall’opinione degli altri e che assorbe i simboli del gruppo La teoria della socializzazione comprende tre fasi nel bambino: pre-gioco (imitazione), gioco-play (altro significativo), gioco- game (regole del gioco e altro generalizzato). Il ruolo dell’altro è mediato da gesti, simboli, emozioni. La socializzazione (secondaria) continua durante tutta la vita, attraverso contatti con i diversi ambienti frequentati (v. anche teorie del corso di vita)
La presentazione del Sé Goffman (La vita quotidiana come rappresentazione, 1959): la metafora teatrale e il sé rappresentato in pubblico. L’attore (sulla ribalta) recita tenendo conto delle aspettative del pubblico e dell’effetto che vuole suscitare, ma nel retroscena può comportarsi molto diversamente. Il Sé viene messo alla prova in situazioni estreme in cui viene umiliato e compresso (Le istituzioni totali come Asylum) Oppure può venire “etichettato” (Becker) o “stigmatizzato” (Goffman) imponendo un’identità frutto di pregiudizi e attivando un processo di “profezia che si autoavvera” (carriera deviante, carriera del malato psichiatrico, studente “asino”) G. descrive anche le strategie di “disattenzione civile” (es. usate negli spazi collettivi) che servono per affrontare le situazioni sconosciute e imprevedibili
LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLA “REALTÀ” e l’etnometodologia La vita sociale “reale” (che produce effetti e cambiamenti) è sempre mediata dalle interpretazioni intrecciate dei soggetti individuali e collettivi che si relazionano sulla scena sociale Le interpretazioni dipendono: dal gioco interattivo reciproco degli attori che “adatta” la cultura alla specifica situazione; dagli schemi culturali presenti in un gruppo sociale; dall’immaginario presente in uno spazio-tempo (rappresentazioni ed emozioni sociali) Ad esempio: il sesso riflette una condizione anatomica, il genere riflette le interpretazioni sociali che si danno delle differenze di genere in un determinato ambiente e momento storico. Il “dato per scontato” e l’ordine sociale sono il risultato di processi condivisi (es. esperimenti “di rottura” o breaching experiments condotti da Garfinkel) P. Berger e T. Luckmann, La realtà come costruzione sociale, 1966 H. Garfinkel, Studies in etnometodology, 1967
Sociologia e senso comune Esiste spesso una notevole differenza fra le conclusioni tratte tramite il pensiero sociologico e quelle invece basate sul senso comune Come esempio prendiamo un esperimento condotto nel 2011 su 5.000 americani, il quale aveva l’obbiettivo di registrare le percezioni del divario tra ricchi e poveri. E’ risultato che gli intervistati credevano che il quinto superiore della popolazione degli Stati Uniti possedesse circa il 59% della ricchezza del proprio paese. Ma la realtà è ben diversa: il quinto superiore in realtà detiene quasi l’84% della ricchezza (Norton e Ariely, 2011). Il grafico mostra i risultati di questo studio. E’ evidente che per il senso comune americano la ricchezza è molto più equamente distribuita e la società è molto più egualitaria di quanto in realtà i dati scientifici mostrino. Risulta chiara la necessità di adottare uno sguardo sistematico per comprendere a pieno la realtà sociale, sia nel micro, sia nel macro. Figura. 1.6 Ricchezza del 20% superiore degli americani: opinione popolare VS realtà. Fonte: Michael I. Norton e Dan Ariely « Building a better America – One wealth quintile at a time » Perspectives on Psychological science, January 2011: 9-12 George Ritzer, Introduzione alla sociologia ©2014 De Agostini Scuola SpA - Novara
TEORIE RELAZIONALI sviluppano l’analisi delle relazioni sociali in specifici contesti, situazioni, “ecologie”, ma anche delle forme tipiche che caratterizzano specifici periodi storici Propongono una sociologia dei processi sociali e della loro evoluzione, dei giochi e delle configurazioni che emergono nell’interazione fra individui, gruppi, istituzioni, idee SVILUPPANO ANALISI DELL’IMMAGINARIO SOCIALE, DELLE EMOZIONI COLLETTIVE, DAGLI ASPETTI FIDUCIARI/SFIDUCIARI DELLE RELAZIONI Spesso si occupano di aggregati di relazioni o sistemi: le proprietà dei sistemi sono diverse da quelle degli elementi componenti (particolare attenzione alla DIMENSIONE MESO che connette micro e macro) Esempi: N. Elias, Che cos'è la sociologia?; Coinvolgimento e distacco G. Bateson, Verso un’ecologia della mente (1972); Mente e Natura (1979) E. Morin, Il Metodo; Il soggetto ecologico Z. Bauman, La modernità liquida; Vite di scarto G. Morgan, Images. Le metafore dell’organizzazione (1989)
La RELAZIONE SOCIALE: il mattone fondamentale della vita sociale
Definizione “Processo di interagenza fra unità distinte che origina una forma di legame di cui esse diventano parte” La relazione (diadica, triadica, multipla, ecc.) è una interazione (fra esseri viventi o organizzazioni) che sviluppa qualità sistemiche
Rappresentazione grafica
TIPI DI RELAZIONI SOCIALI (I) DIADICA (Bateson, 1972): del tipo IO-TU, EGO-ALTER, NOI-LORO simmetrica: interazione per somiglianza e paritarietà (rischi di competitività e schismogenesi) complementare: interazione per differenze che si richiedono vicendevolmente (rischi di dominazione e dipendenza: asimmetria) reciproca: combinazione flessibile di simmetria e complementarietà reversibile fra le parti (rischio di autorefenza e tautologia) ENERGIA COESIVA E DI APPARTENENZA ALLA RELAZIONE RISPETTO ALLE PARTI COSTITUENTI
Esempi di relazione diadica Uomo-donna (da complementare differenziato a simmetrico- paritario) Insegnante-studente (da complementare gerarchica e complementare dialogica) Medico-paziente (da complementare gerarchica e complementare dialogica) Leader politico (carismatico)-follower (fiduciario) (da condivisione progetto ad affidamento imitativo) Soggetto (coscienza, libertà, …) - Divinità (Assoluta, Paterna, Materna, Fraterna, …)
TIPI DI RELAZIONI SOCIALI (II) TRIADICA (es. IO-TU-LUI, NOI-VOI-LORO) Tre unità agenti, ma anche tre coppie diadiche il terzo gode (del conflitto fra due) il capro espiatorio (terzo vittima ed escluso) divide et impera (non permettere un’alleanza) mediazione (costruire un ponte fra opposti) reciprocità triadica (dinamismo sinergico) ecc.
Esempi di relazione triadica Padre-Madre-Figlio (da guida ad ammirazione identificativa) Dirigente-Insegnante-Studente Insegnante-Genitore-Studente Medico-Media-Paziente Dirigente-Medico-Paziente Leader politico-Partito-Cittadino Soggetto - Mediatore (Sciamano, Guru, Setta, Chiesa)-Divinità
Il desiderio mimetico (R. Girard) Nella società molti desiderano ciò che hanno o desiderano altri (v. mode, pubblicità, spettacolo) Desiderio di essere come l’Altro, di desiderare ciò che desiderano i nostri modelli di riferimento Può accendere la “rivalità mimetica” e il “risentimento”: io e l’Altro desideriamo lo stesso modello-oggetto (o persona) Si ha quindi una triangolazione immaginario- desiderante fra tre poli: (A) chi imita-(B) il mediatore/modello desiderato-(C) l’Altro desiderante (da cui si vuole essere accettati e riconosciuti)
TIPI DI RELAZIONI SOCIALI (III) MULTIPLA O GRUPPALE (piccolo numero di Altri, Noi in cui mi riconosco e mi sento parte) ORGANIZZATIVA O ISTITUZIONALE (comporta ruoli e regole, ma anche una dimensione informale) COMUNITARIA (comporta un forte senso di appartenenza e unità che trascende i singoli componenti: spesso è generata da MOVIMENTI COLLETTIVI) RETICOLARE (comporta dei nodi ben individuati senza un centro dirigente in cui si diffondono le informazioni e le emozioni; spesso dà un senso di spontaneità-libertà ma che può tramutarsi in oppressione senza regole) SOCIETARIA (comporta la collocazione entro una macro entità strutturata, organizzata attraverso apparati e un centro-guida) …
COESISTENZA DEI PARADIGMI SOCIOLOGICI Le varie teorie sono coesistenti, ma hanno avuto momenti di maggiore diffusione e riscontro sulla base del loro potere esplicativo rispetto all’evoluzione della società Diversi sono stati i tentativi di integrare due o più teorie (es.: Teorie funzionaliste e dell’azione; teorie del conflitto e dell’azione, Teorie relazionali e dell’azione) Attualmente la sociologia si considera un campo disciplinare pluralista costituito da diversi paradigmi, teorie e metodi di ricerca coesistenti e chiamati a fornire quadri generali e analisi specializzate utili alla riflessività sociale e all’organizzazione di specifici campi operativi e professionali
Obiettivi di apprendimento Modelli societari e sviluppi storici della società moderna nel primo e secondo novecento Le teorie sociologiche del ‘900: a) struttural-funzionalismo; b) teoria critica e del conflitto; c) teorie dell’azione (scambio, interazionismo, costruttivismo, etnometodologia); teorie relazionali (nozioni basilari e esempi applicativi) La questione della coesistenza fra diversi paradigmi sociologici