LA CANAPA: dalla coltivazione ai mille usi della fibra tessile

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Transcript della presentazione:

LA CANAPA: dalla coltivazione ai mille usi della fibra tessile

La fibra della canapa è una fibra tessile ottenuta dal floema o libro dei fusti delle piante di Cannabis sativa.

Essa era diffusa nel mondo come materia prima per la produzione di carta, essendo una delle piante più produttive in massa vegetale di tutta la zona temperata. Le sue fibre inoltre hanno costituito per migliaia di anni importanti grezzi per la produzione di tessili e corde. Oggi sono coltivabili legalmente per usi tessili.

La canapa cresce naturalmente in zone dal clima temperato, ma può sopportare i climi più diversi. È seminata fittamente per la coltura della canapa cosiddetta "da tiglio", che macerata e sfibrata dà la fibra tessile. La canapa può essere coltivata ripetutamente sullo stesso terreno dal momento che non lo impoverisce, bonificando e ammorbidendo la struttura dei terreni. Può arrivare in alcuni casi fino a 7 metri di altezza in tre mesi dalla semina è pronta per il raccolto. Una volta estratta la fibra tessile o dopo aver raccolto i semi, rimangono la stoppa e in più la parte legnosa, o canapolo.

Con la stoppa della canapa si può fabbricare una carta di alta qualità, sottile e resistente, che in passato sostituiva la moderna carta prodotta dal legno d'albero sminuzzato e sbiancato con processi chimici. Fabbricare carta dalla canapa comporta un vantaggio anzitutto per la sua enorme produttività di massa vegetale, e in secondo luogo perché la si può ottenere da un'unica coltivazione, insieme alla fibra tessile, ai semi, alle foglie e al legno del fusto. Un altro vantaggio è costituito dalla bassa percentuale di lignina rispetto al legno di albero, che ne contiene circa il 20%, oltre a un'analoga percentuale di sostanze leganti

Prima dell'industrializzazione le fibre più comuni per la produzione di carta erano quelle riciclate dagli stracci, ovvero da tessuti e cordami già utilizzati: si usavano gli scarti delle vele e del cordame delle navi, venduto dagli armatori come cascame per essere riciclato. Il resto della materia proveniva dagli abiti smessi, dalle lenzuola, dai pannolini, dalle tende e dagli stracci, fatti prevalentemente di canapa e talvolta di lino, venduti agli straccivendoli. Le fibre di questi erano appunto per lo più di canapa, ma anche di lino e cotone.

La carta di canapa era dalle 50 alle 100 volte più resistente del papiro, e assai più facile ed economica da produrre. Fino al 1883, il 75-90% della carta di tutto il mondo era prodotta dalla fibra della canapa, compresa quella di libri, Bibbie, mappe, banconote, obbligazioni, titoli azionari, quotidiani, e via di seguito. Alcuni documenti notevoli realizzati in carta di canapa sono:

Bibbia di Gutenberg

La Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America

Le opere di Mark Twain, Victor Hugo, Alexandre Dumas

…insomma più o meno tutti libri prodotti dall'invenzione della stampa fino alla fine dell'Ottocento furono stampati su carta di canapa

In Italia… Per usi tessili ha un'antica tradizione in Italia, dov'era usata per realizzare corde e tessuti resistenti. Legata all'espandersi delle Repubbliche marinare, che l'utilizzavano grandemente per corde e vele delle proprie flotte di guerra. La tradizione di utilizzarla per telerie ad uso domestico è molto antica, le tovaglie di canapa in Romagna decorate con stampi di rame nei due classici colori ruggine e verde sono oggetti di artigianato che continuano ad essere prodotti ancora oggi.

Si calcola che nella sola Emilia-Romagna, nel 1910 vi erano 45 Si calcola che nella sola Emilia-Romagna, nel 1910 vi erano 45.000 ettari di terreno coltivati a canapa, soprattutto nel Ferrarese, mentre il dato complessivo di tutta Italia portava la superficie a 80.000 ettari.

Altro importante centro di produzione della canapa nel corso dei secoli è stato Carmagnola, in Piemonte. Fino all'affermarsi delle tecnofibre la canapa era indispensabile per la marina, per le vele e soprattutto le gomene. Carmagnola diventò il centro non solo di coltivazione, ma anche delle fasi di lavorazione e commercio per l'esportazione verso la Liguria e il sud della Francia, in particolare Marsiglia

La coltivazione andò in crisi per la concorrenza, negli usi meno nobili soprattutto produzione di sacchi, della juta e successivamente del cotone e delle fibre sintetiche.

FrANZESE Domenico 2 b