MODELLO PRESTAZIONALE DELLA CORSA

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
DEAMBULAZIONE FISIOLOGICA
Advertisements

Facoltà di Scienze Motorie Verona
Il linguaggio dell’insegnante
LA PARTENZA DAI BLOCCHI
Il corpo, lo spazio e il movimento
Il ginocchio elettronico:
© by FIPAV - Centro Qualificazione Nazionale MODULO 3 METODOLOGIA 3 “Aspetti tecnici che identificano la prospettiva nel ruolo” CORSO PER ALLENATORI DI.
USO DEL PREATLETISMO DEGLI ARTI INFERIORI SU DIFFERENTI SUPERFICI NELL’AMBITO DELLA REATLETIZZAZIONE.
Il galleggiamento verticale
REGOLAMENTO PERCORSO PARALLELO A SQUADRE
LA PREVENZIONE 23/12/2017 Alberto Di Mattia.
MOBILITÀ ARTICOLARE Capacità di effettuare movimenti
I primi elementi della geometria
LA VALUTAZIONE MOTORIA IN BICICLETTA
Definizione di lavoro Energia potenziale Potenza
NUOTO PINNATO.
Il Movimento Cinematica.
Impostazione evento finale d’Istituto
L’ALLENAMENTO DEL SISTEMA DI MURO
Le Forze Istituto comprensivo “ M. G. Cutuli” Lavoro di Mattia Adamo
L’ALLENAMENTO DELL’ALZATORE
Definizioni delle grandezze rotazionali
L’Equilibrio dei Corpi Solidi
La battuta in salto nella pallavolo femminile
LA FISICA.
Dalla didattica del palleggio all’identificazione delle attitudini per il ruolo di alzatore CORSO ALLIEVO ALLENATORE RELATORE: GUALDI SIMONE.
Condizione di equilibrio
Università degli studi di Verona
RESPIRAZIONE ADDOMINALE.
CORSO ALLIEVO ALLENATORE PRIMO LIVELLO GIOVANILE
Sistema di riferimento su una retta
Meccanica Cinematica del punto materiale Dinamica
Biomeccanica degli ultimi passi della rincorsa e dello stacco
Azioni muscolari durante la fase di stacco nel Fosbury
I primi elementi della geometria
ARAGONA Il seguente file è stato realizzato per essere utilizzato in una riunione di calcio a 5, ma non è un documento ufficiale prodotto dall’A.I.A.
VELOCITA’ E ACCELERAZIONE ANGOLARE
Università degli studi di Verona
MODELLO PRESTAZIONALE DEL SALTO IN ALTO
Come eseguire gli «esercizi per migliorare l’equilibrio»
Antonelli Roberto Le forze.
Lezioni di fisica e laboratorio
Il linguaggio dell’insegnante
La terra fa parte del sistema solare. Il sistema solare è costituito da una stella, il Sole, da 8 pianeti tra cui la terra e altri corpi di massa minore.
Fisica: lezioni e problemi
SEMINARIO SICUREZZA DONNA
SEMINARIO SICUREZZA DONNA
La velocità.
corso di I° grado Relatore: Gualdi Simone
LA CINESTESI DEL CORPO UMANO ASSI E PIANI SPAZIALI
Facoltà di Scienze Motorie Verona
RETEISSA Corsi di potenziamento e di preparazione ai test di ingresso per i corsi di laurea a numero programmato Corso di Fisica Test di ingresso per il.
Università degli studi di Verona
Il galleggiamento verticale
Unità 5 I vettori.
CORSO PER ALLENATORI DI PRIMO GRADO SECONDO LIVELLO GIOVANILE
Capitolo 2 Cinematica unidimensionale
PERCORSO DIDATTICO PER L’IMPOSTAZIONE DELLE TECNICHE PER GLI INTERVENTI DIFENSIVI PRIMO GRADO SECONDO LIVELLO GIOVANILE RELATORE: GUALDI SIMONE.
TEORIA DEL MOVIMENTO UMANO PARTE SECONDA
Percorso didattico per l’impostazione delle tecniche di ricezione
Facoltà di Scienze Motorie Verona
Percorso didattico per l’impostazione delle tecniche di alzata
Facoltà di Scienze Motorie Verona
Università degli studi di Verona
Meccanica Cinematica del punto materiale Dinamica
CLASSE 5^ Gs A.S ISTITUTO PIERO SRAFFA, BRESCIA
MECCANICA DI LANCIO Rolando cretis
Transcript della presentazione:

MODELLO PRESTAZIONALE DELLA CORSA La corsa rappresenta una delle più elementari manifestazioni delle abilità motorie e coinvolge più di 80 gruppi muscolari e 46 segmenti ossei dell’apparato locomotore (Hay, 1985). Finalità: spostare il più velocemente possibile verso l’avanti il centro di massa. CORSA VELOCE CORSA DI RESISTENZA SPORT DI SITUAZIONE Materiale soggetto a copyright è vietata la pubblicazione

LA PRESTAZIONE NELLA CORSA VELOCE 100 mt sprint Partenza Capacità reattiva Azioni Corsa Accelerazione Max velocità Decelerazione

Struttura generale di base BIFASICA: MODELLO PRESTAZIONALE DELLA CORSA Struttura generale di base BIFASICA: Fase principale: azione di apertura degli angoli alle articolazioni interessate con conseguente spostamento verso l'avanti del centro di massa; Fase finale-preparatoria: recupero dell’arto, ripristino dell’equilibrio del sistema e chiusura degli angoli articolari necessari per ripetere la fase principale. Fase principale Fase finale-preparatoria

FASE PRINCIPALE Azioni dei segmenti per lo spostamento del centro di massa verso l’avanti (apertura degli angoli articolari). Il soggetto passerà da una situazione di equilibrio stabile ad uno sempre più instabile. Sono chiamati al lavoro prima i muscoli più potenti e, in crescendo, quelli sempre più veloci. Il segmento avampiede deve costituire il punto di appoggio, fino a quando i segmenti soprastanti non avranno terminato le loro azioni di apertura degli angoli alle articolazioni; Appoggio Fine fase di spinta

ORDINE DI INTERVENTO SEGMENTARIO Coscia Tronco Retropiede Avampiede La successione temporale dei segmenti è quella che influirà sul rendimento. 1. SEGMENTO COSCIA 1 Fulcro: articolazione del ginocchio. Muscolo: quadricipite femorale.

ORDINE DI INTERVENTO SEGMENTARIO Coscia Tronco Retropiede Avampiede 2. SEGMENTO TRONCO Fulcro: articolazione coxo-femorale. Muscolo: grande gluteo.

3-4- SEGMENTI RETROPIEDE-AVAMPIEDE ORDINE DI INTERVENTO SEGMENTARIO Coscia Tronco Retropiede Avampiede Le azioni combinate dei segmenti coscia, tronco, retropiede-avampiede, spostano il centro di massa sulla direzione del vettore che rappresenta la reazione R, all’azione del piede (pressione) sul terreno, evitando così ogni dispersione di energia. 3-4- SEGMENTI RETROPIEDE-AVAMPIEDE Fulcro: si sposta gradualmente dall’articolazione metatarsale alle articolazioni delle dita fino a togliere completamente il contatto dell’avampiede con il terreno. Muscolo: tricipite surale. R B R A

FASE FINALE-PREPARATORIA Finalità: ripristino dell’equilibrio del sistema e chiusura degli angoli articolari necessari per ripetere la fase principale. Riassume tutte le azioni che i segmenti dell’arto inferiore compiono da quando questo lascia l’appoggio con il terreno, dopo aver esaurito la spinta, fino a quando esso andrà a stabilirne un altro. Le azioni sono svolte in tempi e spazi differenti, per una miglior comprensione questa fase è stata divisa in quattro istanti: Primo istante Secondo istante Terzo istante Quarto istante 1° istante 2° istante 3° istante 4° istante

FASE FINALE-PREPARATORIA primo istante CM Recupero dell’arto fino a quando il segmento coscia è pressoché parallelo al segmento coscia dell’altro arto Una condizione necessaria per non compromettere l’equilibrio del sistema dato che in questa fase l’altro arto stabilisce l’appoggio; La linea del centro di massa (CM), deve intersecare la base d’appoggio. Fp Fp FASE FINALE-PREPARATORIA secondo istante R CM La coscia arriva ad essere quasi parallela al terreno (chiusura angolo all’articolazione coxo-femorale).

FASE FINALE-PREPARATORIA terzo istante L’arto libero si prepara a stabilire un nuovo appoggio. FASE FINALE-PREPARATORIA quarto istante L’ultimo istante è dato dal contatto dell’avampiede sul terreno, con la preparazione degli angoli alle articolazioni soprastanti. Nell’istante di contatto del piede con il suolo, la linea del centro di massa deve cadere all’interno della base d’appoggio in modo da garantire un equilibrio stabile, una ottimale preparazione degli angoli articolari e dei gruppi muscolari interessati. Tutto il sistema tende ad abbassarsi (fase di ammortizzazione o contromovimento). B Fp Retropiede Avampiede Pianta Fp

COMPORTAMENTO DEL SEGMENTO CAPO Pertanto, il comportamento che il segmento capo deve assumere durante il passo di corsa è quello di mantenere il suo asse longitudinale allineato con quello del tronco.

COMPORTAMENTO DEGLI ARTI SUPERIORI Se si osserva un soggetto che cammina si nota che gli arti superiori si trovano in atteggiamento lungo ed eseguono un movimento pendolare alternato. Nel momento in cui il soggetto passa dalla deambulazione alla corsa, si nota che gli arti superiori continuano la loro azione pendolare, aumentano però il grado di escursione articolare e assumono un atteggiamento breve, in quanto più economico, attraverso una chiusura più o meno accentuata dell’articolazione del gomito.

MODELLO PRESTAZIONALE DELLA PARTENZA DAI BLOCCHI Nell’atletica leggera, con il termine partenza si intende l’insieme di azioni che i segmenti di un atleta compiono per passare da un atteggiamento statico ad uno dinamico. Il regolamento internazionale delle gare di atletica leggera impone l’obbligo di quattro appoggi per le distanze che vanno dai 100 ai 400 metri piani, dai 100 e 110 ai 400 ostacoli, al primo frazionista delle staffette 4 per 100 e 4 per 400.

MODELLO PRESTAZIONALE DELLA PARTENZA DAI BLOCCHI “Ai vostri posti” FASE PREPARATORIA creare un’area di appoggio in grado di garantire un equilibrio stabile; reclutare adeguati angoli articolari “Pronti” FASE PRINCIPALE Sviluppare un elevato valore di forza nella direzione orizzontale in tempi brevi; ottenere un elevato impulso e un’elevata velocità d’uscita dai blocchi. “Start” FASE FINALE-PREPARATORIA Stabilire l’appoggio del piede a terra; Ripristino dell’equilibrio del sistema e degli angoli articolari, necessari a proseguire con la corsa.

“Ai vostri posti” “Pronti” “Start” Gli studi di biomeccanica ci offrono informazioni utili riguardo ai gradi angolari che le articolazioni coinvolte devono assumere nella partenza dai blocchi per: consentire un’ adeguata preparazione dei muscoli (accumulo di energia elastica); consentire una successiva espressione della massima forza nel più breve tempo possibile; ottenere la più elevata velocità orizzontale. Posizionamento dei blocchi. Posizioni assunte dagli atleti ai comandi che gli vengono dati alla partenza (“ai vostri posti”, “pronti”, “start”). “Ai vostri posti” “Pronti” “Start”

Stabilire la distanza anteroposteriore tra il blocco anteriore e la linea di partenza; Stabilire la distanza anteroposteriore tra il blocco anteriore e quello posteriore; Stabilire l’inclinazione del blocco; POSIZIONE DEI BLOCCHI START LINE

1. Stabilire qual è il blocco anteriore e qual è il blocco posteriore Sul blocco anteriore deve essere posizionato l’arto dominante. Un test per stabilire l’arto dominante è ad esempio quello di effettuare un salto verticale con un solo piede. In genere l’arto che il soggetto, spontaneamente, tiene in appoggio a terra per determinare la spinta verso l’alto rappresenta il suo arto dominante. SN SN L’arto dominante si stacca dal blocco per secondo . Potrà applicare la forza per un tempo più lungo. DX DX

2. Stabilire la distanza tra il blocco anteriore e la linea di partenza. La distanza dalla linea di partenza al blocco anteriore dovrebbe essere del 60% della lunghezza dell’arto inferiore: dal grande trocantere (GT) al malleolo laterale (ML); 3. Stabilire la distanza tra il blocco anteriore e il blocco posteriore. La distanza media tra i blocchi dovrebbe essere del 45%, della lunghezza dell’arto inferiore: dal grande trocantere (GT) al malleolo laterale (ML). La letteratura scientifica concorda nel definire tre tipi di assetto sui blocchi: Assetto chiuso: una distanza tra i due blocchi < 30 cm Assetto medio: una distanza tra i due blocchi da 30 a 50 cm Assetto aperto: una distanza tra i due blocchi > 50 cm Gli studi hanno dimostrato che una distanza media tra i blocchi offre il miglior compromesso, tra la forza totale espressa e il suo tempo di applicazione, per ottimizzare l’impulso totale di spinta sui blocchi e la prestazione nei primi metri di accelerazione. GT START LINE 60% GT-ML ML 45% GT-ML Schot & Knutzen, 1992; Slawinski et al, 2012; Otsuka et al, 2015

3. Stabilire l’inclinazione del blocco Guissard et al., (1992) hanno dimostrato che il grado di inclinazione dei blocchi è preferibile a 30°. Questa inclinazione permette: una maggior velocità di partenza senza variazioni sia del tempo di spinta, sia del tempo di applicazione della forza. di sfruttare gli effetti positivi del ciclo di allungamento-accorciamento (accumulo energia elastica) del soleo e del gastrocnemio incrementando così la produzione di forza. Mero et al., (2006) ha dimostrato che un’inclinazione di 40° consente al gastrocnemio ed al soleo di incrementare la potenza e la velocità di partenza

Posizioni assunte al comando: “Ai vostri posti” L’atleta si posiziona sui blocchi di partenza con 5 appoggi: le mani, il ginocchio dell’arto posteriore, i piedi; Le mani devono essere posizionate appena dietro la linea di partenza e appoggiate all’interno rispetto la proiezione delle spalle; Braccia distese; La distanza tra le mani corrisponde alla larghezza delle spalle (o poco più); Le dita appoggiano con i polpastrelli; Il pollice e l’indice formano un arco.

Posizioni assunte al comando “Pronti” 80°-110° 90°-136° 80°-90° Questi valori si basano su modelli prestativi di atleti d’elite. Attualmente purtroppo gli studi, che confermano che in assoluto questo range è ottimale per tutti gli atleti, sono molto pochi. Questi valori costituiscono per l’allenatore una importante base di partenza e potranno essere apportati degli aggiustamenti in funzione delle caratteristiche antropometriche, forza muscolare, abilità dell’atleta. L’atleta stacca da terra il ginocchio posteriore passando da 5 a 4 appoggi; Il centro di massa subisce un lieve spostamento verso l’avanti-alto; Alcuni studi suggeriscono: Gli arti superiori possono arrivare ad essere perpendicolari al terreno (90°) (Schot and Knutzen, 1992) o superare leggermente verso l’avanti tale perpendicolarità (80°) (Harland & Steele, 1997). La miglior determinazione dell’angolo è dettata dalla sensazione positiva dell’atleta. Un range di 80°-110° per il ginocchio anteriore Un range di 90°-136° per quello posteriore.

Posizioni assunte al comando “Start” Gli arti superiori contribuiscono a controbilanciare il momento angolare prodotto dalla rotazione delle anche mettendo così gli arti inferiori nella condizione di esprimere al meglio la forza. Il movimento delle braccia non può incrementare la velocità verso l’avanti dell’atleta ma, la componente orizzontale generata dal loro movimento può aiutare a incrementare la lunghezza del passo (Bhowmick and Bhattacharyya, 1988). 80°-90° 90°-136° 80°-110° Arto anteriore- parte per secondo Il segmento coscia dell’arto che parte per primo (quello in posizione arretrata) inizia la fase di spinta seguito dalla coscia dell’altro arto. Ordine di intervento segmentario: estensione coscia dell’arto posteriore, seguita da un’estensione della coscia dell’arto anteriore stacco del piede dal blocco dietro estensione graduale del tronco stacco del piede del blocco anteriore Arto posteriore- parte per primo Vettore di forza risultante all’uscita dai blocchi: 40°-50°

MODELLO PRESTAZIONALE DELLA CORSA AD OSTACOLI L’obiettivo da raggiungere per l’ostacolista, oltre a superare l’ingombro rappresentato dall’ostacolo, è quello di percorrere la distanza di gara nel minor tempo possibile. Il superamento dell’ostacolo, a causa del fine, deve perciò avvenire con una parabola che assuma più i caratteri di un passo di corsa che quelli di un salto. Il passo effettuato per superare la barriera deve prevedere delle azioni anomale rispetto a quelle che gli arti eseguono nella corsa. Le azioni devono garantire al passaggio dell’ostacolo un innalzamento del centro di massa segmentario e la presentazione di un minor ingombro delle masse del segmento. Superato l’ostacolo l’atleta deve compiere con l’arto che andrà in appoggio delle azioni che consentano il ripristino di un equilibrio stabile, e con l’altro delle azioni che gli permettano di assumere un assetto idoneo a riprendere la corsa.

Distanza ultimo HS ed arrivo Categoria Distanza m N° hs Distanza primo HS (m) Distanza tra gli HS (m) Distanza ultimo HS ed arrivo Altezza HS (m) Pro/Sen M 110 10 13,72 9,14 14,02 1,06 Pro/Sen F 100 13 8,5 10,5 0,84 400 45 35 40 0,91 0,76 13 m 8,5 m 10,5 m Start Finish 13,72 m 9,14 m 14,02 m 45 m 35 m 40 m Start Finish 45 m 35 m 40 m

Azioni dell’arto inferiore che per primo supera l’ostacolo Posizioni spaziali degli assi longitudinali dei segmenti: L'arto destro (blu) sta esaurendo la seconda parte della fase finale-preparatoria del movimento corsa Azioni segmentarie e ordine di intervento: COSCIA: flessione del segmento coscia all’articolazione coxo-femorale, sostenuta dal muscolo ileo-psoas; GAMBA: estensione del segmento gamba con fulcro all’articolazione del ginocchio, sostenuta dal muscolo quadricipite femorale; PIEDE: naturale estensione del piede con fulcro all’articolazione tibio-tarsica, sostenuta dalla forza peso. Confrontando il passo di corsa con la corsa ad ostacoli si nota che l’ordine di intervento segmentario non varia ma variano i valori angolari che si determinano soprattutto nell'articolazione coxo femorale e in quella del ginocchio.

Azioni dell’arto inferiore che per secondo supera l’ostacolo Posizioni spaziali degli assi longitudinali dei segmenti: L'arto sinistro (blu) ha appena concluso la fase principale del passo di corsa ed è pertanto in massima estensione Azioni segmentarie e ordine di intervento: PIEDE: flessione del segmento piede con fulcro all’articolazione tibio-tarsica, sostenuta dalla forza-peso; GAMBA: flessione del segmento gamba con fulcro all’articolazione del ginocchio, sostenuta dai muscolari ischio crurali; COSCIA: flessione e contemporanea abduzione del segmento coscia con fulcro all’articolazione coxo-femorale, ma la flessione è sostenuta dalla forza-peso controllata e guidata dai muscoli, l’abduzione è sostenuta dai muscoli abduttori. La contemporaneità delle azioni di flessione e di abduzione del segmento coscia determina un avanzamento del ginocchio nel piano trasverso.

Le azioni compiute dagli arti inferiori provocano un innalzamento del centro di massa segmentario (coscia, gamba) e conseguentemente di quello generale, e consentono di presentare al passaggio dell'ostacolo valori minimi di ingombro delle loro masse.

Comportamento dei segmenti non protagonisti: CAPO-TRONCO-ARTI SUPERIORI Le azioni dei segmenti degli arti inferiori durante la fase di superamento dell’ostacolo, comunicano nel pian orizzontale al centro di massa (B) un effetto di rotazione di senso antiorario. Per non compromettere l’equilibrio del sistema è necessario che i segmenti non protagonisti: assumano un comportamento in grado di annullare gli effetti negativi da tale rotazione. compiano delle azioni in grado di comunicare al centro di massa un momento di pari valore e di senso opposto a quello determinato dagli arti inferiori.

Comportamento dei segmenti non protagonisti: CAPO-TRONCO-ARTI SUPERIORI Il capo mantiene il suo asse longitudinale allineato con quello del tronco; Il tronco compie una flessione e una torsione. Ognuna di queste azioni deve generare un momento rotante di pari valore e di senso opposto a quello generato dagli arti inferiori; L’arto superiore controlaterale a quello inferiore che per primo supera l’ostacolo, deve accentuare la chiusura dell’angolo all’articolazione scapolo-omerale e aprire invece quello all’articolazione del gomito; l’altro arto superiore controlaterale a quello inferiore che per secondo supera l’ostacolo, deve compiere un’abduzione.

Appoggio dell’arto che ha superato l’ostacolo per primo (segmenti blu) I segmenti dell'arto che per primo ha superato l'ostacolo, devono ora compiere le azioni che consentano all’arto di stabilire l’appoggio il più velocemente possibile. Per ripristinare l’equilibrio del sistema è necessario che la proiezione del centro di massa intersechi il centro della base di appoggio determinata dall’avampiede. CM Fp Azioni segmentarie e ordine di intervento: Fp COSCIA: estensione della coscia GAMBA: estensione del segmento gamba RETROPIEDE-AVAMPIEDE: flessione del piede

Ripristino assetto di corsa dell’arto che ha superato l’ostacolo per secondo (blu) I segmenti di questo arto devono compiere delle azioni in grado di far assumere all’arto l’assetto più consono per riprendere la corsa. La posizione spaziale dell’arto in questione e quella di una abduzione. L’arto deve quindi essere portato davanti al corpo, in modo da assumere un normale assetto di corsa Azioni segmentarie e ordine di intervento: COSCIA: - una rotazione interna, nel piano trasverso, al fine di far avanzare l'arto evitando che tocchi la barriera -una rotazione esterna nel piano frontale, al fine di assumere un assetto idoneo a riprendere la corsa GAMBA: estensione del segmento gamba PIEDE: flessione del piede, appoggio di avampiede B Fp

Comportamento dei segmenti non protagonisti: CAPO-TRONCO-ARTI SUPERIORI Le azioni dei segmenti dell’arto inferiore che ha stabilito l’appoggio a terra, e quelle dell’altro arto che ha ripristinato un assetto normale di corsa, comunicano al centro di massa un momento rotante di senso orario. Per non compromettere l’equilibrio del sistema è necessario che i segmenti non protagonisti: compiono delle azioni in grado di annullare tale momento. compiono delle azioni in grado di comunicare al centro di massa un momento di pari valore e di senso opposto a quello determinato dagli arti inferiori.

Comportamento dei segmenti non protagonisti: CAPO-TRONCO-ARTI SUPERIORI Il capo mantiene il suo asse longitudinale allineato con quello del tronco; Il tronco torna alla posizione di partenza, cioè quella che normalmente assume nel passo di corsa; Arti superiori: Sinistro: precedentemente aveva accentuato la chiusura dell’angolo all’articolazione scapolo-omerale e aperto invece quello all’articolazione del gomito, ora deve ripristinare gli stessi gradi angolari che ha nella fase di corsa; Destro: si trova abdotto e deve compiere un’azione inversa, cioè un’adduzione.