ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI - Prof. Sara Tonolo - Trieste 23 ottobre 2017 -
IL SISTEMA DELLE NAZIONI UNITE – CARTA DI S. FRANCISCO 26.6.1945 APPARTENENZA AMMISSIONE PARTECIPAZIONE ORGANI Consiglio di Sicurezza Assemblea generale Segretariato Consiglio economico e sociale e Consiglio di amministrazione fiduciaria Corte internazionale di giustizia FUNZIONI ATTI
ORGANI O.N.U. ART. 7 della CARTA prevede come organi principali: ASSEMBLEA GENERALE CONSIGLIO DI SICUREZZA SEGRETARIATO CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA CONSIGLIO ECONOMICO E SOCIALE CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE FIDUCIARIA
CONSIGLIO DI SICUREZZA (CdS) PACE E SICUREZZA INTERNAZIONALE CONTROVERSIE INCHIESTE SANZIONI PEACE - KEEPING TRIBUNALI AD HOC
CONSIGLIO DI SICUREZZA Consiglio di Sicurezza è organo politico. Ha competenza in materia di mantenimento della pace e sicurezza internazionali; Esercita funzioni di soluzione pacifica delle controversie (non giurisdizionali) su iniziativa: propria degli Stati membri ONU del Segretario generale (art. 99) della AG
SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE E COMPETENZE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA Ha potere di inchiesta (art. 34 Carta); Può invitare le parti alla soluzione pacifica della controversia (art. 33 Carta); Può suggerire un metodo specifico (art. 36 Carta); Ha funzione conciliativa ex art. 37 Carta
COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA 15 membri 5 permanenti/diritto di veto 10 non permanenti eletti periodicamente da AG
COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA Art. 23 dispone espressamente presenza di 5 permanenti: CINA, FRANCIA, USA, REGNO UNITO, URSS (oggi RUSSIA), altri 10 eletti ogni 2A da AG. Norma modificata nel 1963 con ris. AG approvata da 2/3 compresi membri permanenti come prescrive art. 108 Carta (prima erano solo 11) tenendo conto di distribuzione geografica (5 tra Africa e Asia, 1 Europa orientale, 2 America latina, 2 Europa occidentale e altri).
COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA Quale valore di tale risoluzione di AG (su composizione geografica del CdS)? Mera raccomandazione; effetto di liceità: se si segue la stessa non si commette violazione del diritto internazionale.
PROSPETTIVE DI RIFORMA Vari tentativi di riforma in seguito a richieste di partecipazione di vari Stati; High Level Panel nominato dal SG Kofi Annan nel 2004 – Rapporto 2.12.2004. Rapporto del 2004 propone 24 membri complessivi, di cui….
PROSPETTIVE DI RIFORMA 24 membri CDS 6 permanenti (senza veto) +5 e 3 non permamenti (a rotazione di 3 anni) +10 (rinnovabili ogni 2 anni) 5 permanenti + 19 non permanenti, di cui 8 x 4 anni e 11 x 2 anni
PROSPETTIVE DI RIFORMA Aumento dei NON permanenti: soluzioni più o meno condivise; Aumento dei permanenti: problema per criteri: dimensione, popolazione, capacità militare e nucleare, potere economico.
PROSPETTIVE DI RIFORMA Paesi Africani: assicurare equa rappresentazione degli Stati di tutte le aree geografiche; Germania e Giappone: avanzano la loro candidatura per il livello di industrializzazione; India avanza candidatura per le dimensioni territoriali e demografiche; Brasile avanza candidatura per la propria posizione geografica privilegiata nel continente di appartenenza…
PROCEDURA DI VOTO ART. 27:FORMULA DI YALTA:DIRITTO DI VETO; MAGGIORANZA DI 9/15, TRA I QUALI DEVONO ESSERVI I 5 PERMANENTI; NELLE DECISIONI DEL CAPO VI E DEL PAR. 3 DI ART. 52 UN MEMBRO CHE SIA PARTE DI UNA CONTROVERSIA DEVE ASTENERSI DAL VOTO;
PROCEDURA PER CONSENSUS Procedura per consensus: delibera in cui si riflette l’accordo di tutti i membri dell’organo, adottata senza una votazione formale, con una dichiarazione (non contestata) del presidente dell’organo. Tramite questa procedura le risoluzioni assumono contenuti vaghi e di compromesso…
REGOLA DEL CONSENSUS IN ALTRE OIG : OMC CONSENSUS NEGATIVO = DIRITTO AL PANEL In tutte le fasi in cui si articola la procedura del panel, l’Accordo OMC ha introdotto una significativa modifica rispetto al GATT 1947: la regola del consensus negativo: occorre l’unanimità dei membri del DSB per respingere la proposta di risoluzione (prima esisteva la regola opposta del consensus positivo e quindi occorreva l’unanimità – anche della parte contro cui si agiva per accogliere la proposta di risoluzione). Il ricorrente è quindi favorito perché potrà sempre far venire meno l’unanimità negativa (art. 6 par. 1).
REGOLA DEL CONSENSUS IN ALTRE OIG : OMC CONSENSUS NEGATIVO = DIRITTO AL PANEL ART. 2 PAR. 4 DSU: regola tradizionale del consensus ART. 6 PAR. 1 DSU: regola del consensus negativo per la costituzione del panel; ART. 16 PAR. 3 DSU: regola del consensus negativo per l’adozione del rapporto del panel
PARTECIPANTI Possono partecipare alle sedute del CdS Stati che non sono membri dell’organo: escluso il diritto di voto (art. 31). Uno Stato partecipa quando il CdS ritiene che “gli interessi di tale membro siano particolarmente coinvolti” (discrezione del CdS nel formulare l’invito).
PARTECIPANTI Devono partecipare alle sedute del CdS Stati che sono parti di una controversia instaurata dinanzi al CdS (art. 32); escluso il diritto di voto (art. 31). Consiglio di sicurezza non può rifiutarsi di sentire lo Stato estraneo; art. 32 fissa condizioni di partecipazione alle sedute, e vale anche per Stati non membri ONU. Partecipazione vale sia per delibere di capo VI sia per delibere di capo VII.
PARTECIPANTI NOZIONE DI STATO: rilevante per definire i soggetti invitati a partecipare ai lavori del CdS: dubbi per governi insurrezionali, movimenti di liberazione nazionale. Soluzione: nozione utilizzata dall’art. 4 della Carta per l’ammissione all’ONU; prassi incerta, ad es. inviti a OLP ex art. 32; invito a Indonesia nel corso della guerra di indipendenza dai Paesi Bassi nel 1947; inviti personali al rappresentante serbo – montenegrino tra il 1992 e il 2000.
DIRITTO DI VETO Esito di formula di Yalta – criticato oggetto di proposte di riforma, eliminato, esteso a tutti, deroga in caso di grave crisi umanitaria… Proposte ancora pendenti…
PROSPETTIVE DI RIFORMA Paesi Africani: abolire diritto di veto; Gruppo dei 4 (Giappone, India, Germania, Brasile): estenderlo ai nuovi permanenti.
PROBLEMATICHE DEL DIRITTO DI VETO – RUOLO DELL’AG AG ha cercato di intervenire sul diritto di veto sin dall’istituzione dell’ONU: ris. 267 del 1949 ha sollecitato i membri del Consiglio ad esercitare il voto in modo compatibile con le responsabilità derivanti dalla Carta e in conformità con il diritto internazionale: se al veto si contrappone l’unanimità dei membri del CdS, il veto deve essere adeguatamente motivato.
PROBLEMATICHE DEL DIRITTO DI VETO – RUOLO DELL’AG Alcuni Stati hanno proposto di limitare il veto solo ai casi in cui si debbano adottare decisioni vincolanti ai sensi del capo VII della Carta, ferma restando la distinzione tra questioni sostanziali e questioni procedurali….qualificando il termine procedurale in senso estensivo….
DIRITTO DI VETO/PROFILI PROBLEMATICI/ASTENSIONE ASTENSIONE= VETO? ASSENZA = ASTENSIONE? ASTENSIONE FACOLTATIVA ASTENSIONE/VETO ASTENSIONE DEL MEMBRO PARTE DI UNA CONTROVERSIA ASTENSIONE ASTENSIONE DAL VOTO IN CDS DEL MEMBRO DI UNA CONTROVERSIA ASTENSIONE OBBLIGATORIA ASTENSIONE IN CONTROVERSIA
ASTENSIONE DEL MEMBRO PERMANENTE=DIRITTO DI VETO? E’ considerabile equivalente al diritto di veto l’astensione del membro permanente? In base al testo dell’art. 27 sembra di doversi dare risposta positiva- perché si dice che c’è bisogno di un voto affermativo. Occorre tuttavia considerare che…
ASTENSIONE DEL MEMBRO PERMANENTE=DIRITTO DI VETO? Dopo qualche incertezza si può considerare formata una norma non scritta in base alla quale l’astensione non impedisce l’adozione di una delibera del CdS. Astensione Facoltativa≠ astensione obbligatoria di art. 27 par. 3 della Carta. Primo caso: costituzione di Sottocomitato di indagine nella Spagna di Franco- deliberato con astensione di URSS.
ASTENSIONE DEL MEMBRO PERMANENTE NON = DIRITTO DI VETO NELLA PRASSI Conferma: parere CIG nel caso Namibia 1971. La Namibia era una ex colonia tedesca, che dalla fine della prima guerra mondiale era stata amministrata da una amministrazione fiduciaria della Società delle nazioni, poi, con la creazione delle Nazioni Unite, le Nazioni Unite avevano dato al Sud Africa il compito di amministrare la Namibia, ma di fatto il Sud Africa era andato un po’ più in là del mandato che gli avevano conferito le Nazioni Unite, poiché di fatto aveva operato come una sorta di inglobamento, una sorta di estensione della propria sovranità nei confronti della Namibia. Ci si pose il problema se questa operazione era stata legittimamente adottata,le Nazioni Unite reagirono, il consiglio di sicurezza dichiarò che il mandato del Sud Africa era cessato e che quindi il Sud Africa aveva l’obbligo di garantire che il processo di libera scelta del proprio destino politico fosse avviato all’interno della Namibia.
ASTENSIONE DEL MEMBRO PERMANENTE NON = DIRITTO DI VETO NELLA PRASSI. Nel 1970 l’assemblea generale chiese alla corte internazionale di giustizia un parere circa l’effetto che produceva una risoluzione del consiglio di sicurezza con la quale si era posto fine al mandato del Sud Africa. Nel procedimento davanti alla corte internazionale di giustizia, il Sud Africa sollevò un’obiezione: questa risoluzione che pone fine al mandato del Sud Africa è invalida perché è una risoluzione del Consiglio di sicurezza adottata con l’astensione di alcuni membri permanenti.
ASTENSIONE DEL MEMBRO PERMANENTE NON = DIRITTO DI VETO NELLA PRASSI La corte disse che esiste ormai una prassi costantemente seguita dagli Stati in base alla quale delibere adottata con l’astensione di uno o più membri permanenti sono considerate delibere comunque validamente adottate. Questa prassi è stata fino ad ora accettata dagli Stati membri delle Nazioni Unite, non ci sono state proteste o contestazioni. E allora,ne deduce la Corte, anche nel caso di specie la delibera deve essere considerata valida.
ASTENSIONE DEL MEMBRO PERMANENTE NON = DIRITTO DI VETO Si tratta dunque di una norma consuetudinaria che ha modificato la Carta delle Nazioni Unite…nel senso che l’astensione del membro permanente non impedisce l’adozione di una delibera del CdS.
E L’ASSENZA DEL MEMBRO PERMANENTE=ASTENSIONE? Per alcuni vi è estensione di norma consuetudinaria; Per altri (come Russia in caso di mancata sostituzione di rappresentanti di Cina) occorre indagare su effettiva volontà del membro permanente la cui intenzione può anche essere quella di far cadere la delibera…
E L’ASSENZA DEL MEMBRO PERMANENTE=ASTENSIONE? In presenza di forti contestazioni di Russia che attribuisce alla sua assenza carattere diverso dalla astensione (impedimento di delibera) non si può dedurre l’equivalenza tra assenza e astensione.
VALORE DI ASSENZA ASSENZA SE VOLONTA’ DI VOTO NEGATIVO ART. 27 par. 3_ DIRITTO DI VETO SE NON VI E’ TALE VOLONTA’ EFFETTO DI ASTENSIONE
ASTENSIONE DEL MEMBRO PERMANENTE IN UNA CONTROVERSIA Caso diverso: astensione obbligatoria secondo quanto prevede l’art. 27 par. 3 della Carta ONU: problema più grave quando riguarda i membri permamenti. Rapporto di Kofi Annan nel 2003: obbligo di rispettare tale norma…
ASTENSIONE DEL MEMBRO PERMANENTE IN UNA CONTROVERSIA ….nella prassi spesso disattesa…vd. ad es. il veto opposto dalla Russia alla adozione di una risoluzione proposta da 42 Stati tra cui 3 permanenti e 3 non permanenti del CdS sulla questione Ucraina volta a ristabilire rapporti amichevoli tra Russia e governo legittimo e impedire che si tenesse il referendum non autorizzato dal Governo in carica per l’annessione della Crimea alla Russia (doc. 2014/189).
ASTENSIONE DEL MEMBRO PERMANENTE IN UNA CONTROVERSIA ….nonostante la questione rientrasse nell’ambito dell’art. 27 par. 3 della Carta l’adozione della risoluzione è stata bloccata dal veto della Russia senza che venisse sollevata la questione dell’astensione dal voto (13 membri del CdS erano favorevoli – la Cina si era astenuta)… …si rischia così che si delinei una deroga alla regola dell’art. 27 par. 3…
DIRITTO DI VETO/PROFILI PROBLEMATICI/ASTENSIONE ASTENSIONE= VETO? ASSENZA = ASTENSIONE? ASTENSIONE FACOLTATIVA ASTENSIONE/VETO ASTENSIONE DEL MEMBRO PARTE DI UNA CONTROVERSIA ASTENSIONE ASTENSIONE DAL VOTO IN CDS DEL MEMBRO DI UNA CONTROVERSIA ASTENSIONE OBBLIGATORIA ASTENSIONE IN CONTROVERSIA
DOPPIO VETO Il diritto di veto previsto dall’art. 27 par. 3 è esercitabile “ su ogni altra questione” rispetto alle “questioni procedurali” di cui al par. 2 dell’art. 27 che prescrive il voto di 9 membri qualsiasi del Consiglio. Si pone dunque il problema di identificare le QUESTIONI PROCEDURALI… problema posto alla Conferenza di S. Francisco per chiarire la norma dell’art. 27: alcune risposte date dalla Dichiarazione (Statement 7.6.1945) delle potenze invitanti (USA, URSS, Cina, Regno Unito)-accordo internazionale (URSS) o lavori preparatori?
DIRITTO DI VETO ESCLUSO PER QUESTIONI PROCEDURALI Alcune questioni sono sicuramente QUESTIONI PROCEDURALI, come chiarito dallo Statement del 1945 (artt. 28 – 32 del capo V): Svolgimento delle riunioni del CdS (art. 28); Istituzione di organi sussidiari (art. 29); Adozione del regolamento interno (art. 30); Partecipazione di membri ONU ma non del CdS o di Stati non membri ai lavori del CdS senza diritto di voto (artt. 31 e 32);
DIRITTO DI VETO ESCLUSO PER QUESTIONI PROCEDURALI Successivamente sono state definite QUESTIONI PROCEDURALI (da un Comitato provvisorio istituito da AG nel 1947 che nel 2000 ha presentato un rapporto): Formazione di ordine del giorno del CdS; Sospensione e aggiornamento delle riunioni del CdS; Svolgimento dei lavori del CdS.
PROBLEMA DEL DOPPIO VETO:DIFFICOLTA’ DI IDENTIFICARE QUESTIONI PROCEDURALI Nei casi in cui sia difficile identificare le questioni procedurali si pone il problema del c.d. DOPPIO VETO, ovvero se la delibera sulla qualificazione della questione come procedurale o meno si possa qualificare come procedurale e quindi non si possa verificare il veto del membro permanente oppure sì perché non è considerabile come procedurale.
PROBLEMA DEL DOPPIO VETO:DIFFICOLTA’ DI IDENTIFICARE QUESTIONI PROCEDURALI Ad es. se per le violazioni dei diritti umani in Cecenia gli Stati Uniti dicono che si può nominare una commissione che viene mandata in Cecenia, e che questa è una questione meramente procedurale, la Russia dice invece che si tratta di una questione sostanziale e perciò non può essere utilizzato il potere d’inchiesta che è invece un potere procedurale, si determina una controversia a cui segue una votazione….
PROBLEMA DEL DOPPIO VETO:DIFFICOLTA’ DI IDENTIFICARE QUESTIONI PROCEDURALI ….Se la Russia vuole imporre la propria posizione, vota contro(veto); la delibera non può essere adottata come delibera procedurale.e allora agli Stati Uniti resta solo da sottoporla come delibera sostanziale che deve essere votata con posizione favorevole del membro permanente.
DELIBERA SU QUALIFICA QUESTIONE PROBLEMA DEL DOPPIO VETO:DIFFICOLTA’ DI IDENTIFICARE QUESTIONI PROCEDURALI DELIBERA SU QUALIFICA QUESTIONE PROCEDURALE/NON VETO NON PROCEDURALE/VETO
PROBLEMA DEL DOPPIO VETO:DIFFICOLTA’ DI IDENTIFICARE QUESTIONI PROCEDURALI Nella prassi ONU è accaduto che dopo una prima delibera sulla definizione di questione procedurale, adottata con diritto di veto vi fosse seconda delibera con diritto di veto perché si decideva che non fosse procedurale. Strategia per bloccare risoluzione avente a suo favore maggioranza di 9 membri quindi membro permanente voleva bloccarla in questo modo.
DELIBERA NON PROCEDURALE PROBLEMA DEL DOPPIO VETO:DIFFICOLTA’ DI IDENTIFICARE QUESTIONI PROCEDURALI DELIBERA PROCEDURALE DIRITTO DI VETO DELIBERA NON PROCEDURALE
SOLUZIONE DEL PROBLEMA DEL DOPPIO VETO:DIFFICOLTA’ DI IDENTIFICARE QUESTIONI PROCEDURALI SOLUZIONE: non nella Carta (Art. 27 scarno); Statement del 1945: soluzione della questione preliminare in maniera più gravosa (con diritto di veto) e in casi rari essendo la distinzione già implicita nella Carta (artt. 28 – 32 per procedura) e cap. VI e VII per sostanza.
PRASSI INCERTA 1946: intervento nella Spagna di Franco sottoposto al doppio veto; 1948: risoluzione che intendeva costituire Sottocomitato per raccolta di documenti e informazioni sul colpo di stato comunista in Cecoslovacchia (bloccato da doppio veto russo); 1959: istituzione di comitato di indagine su infiltrazioni guerriglieri comunisti in Laos: non si tiene conto di veto URSS perché delibera procedurale.
PRASSI INCERTA E POSSIBILI SOLUZIONI Non essendovi una prassi sicura non vi è dunque un’unica possibile soluzione: vi è semmai la possibilità per lo Stato che si è visto non accogliere la valutazione di questione non procedurale di far valere la violazione della Carta Onu e di invocare l’illegittimità dell’atto (come fece l’URSS nel caso del Laos).
ASTENSIONE DELLO STATO PARTE DI UNA CONTROVERSIA = ASTENSIONE OBBLIGATORIA Art. 27, par. 3 della Carta prevede che:”……lo Stato membro del Consiglio che sia parte in una controversia deve astenersi dal votare nelle decisioni previste nel cap. VI e al par. 3 dell’art. 52”. Si tratta di ASTENSIONE OBBLIGATORIA che non influisce sull’adozione degli atti del CdS quando viene adottata da un membro permanente.
ASTENSIONE DELLO STATO PARTE DI UNA CONTROVERSIA = ASTENSIONE OBBLIGATORIA Si tratta di un’applicazione del principio generale nemo iudex in re sua, secondo il quale chi ha interesse in una controversia non può prendervi parte… Principio generale di diritto riconosciuto dalle Nazioni civili (art. 38 Statuto CIG) e principio generale del diritto internazionale…
AMBITO DI APPLICAZIONE DELL’ASTENSIONE OBBLIGATORIA AMBITO DI APPLICAZIONE LIMITATO: CAPO VI e Par. 3 di ART. 52 della CARTA; ESCLUSO CAPO VII: delibere in tema di minaccia alla pace e di azioni di aggressione; ESCLUSO ART. 94 par. 2: norma che autorizza il CdS ad adottare raccomandazioni o misure contro uno Stato che si rifiuti di eseguire una sentenza della CIG- impossibilità di agire verso membro permanente (caso Nicaragua c. USA 27.6.1986).
AMBITO POSITIVO: COMPETENZE DEL CDS IN MATERIA DI SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE Consiglio di Sicurezza: Ha potere di inchiesta (art. 34 Carta); Può invitare le parti alla soluzione pacifica della controversia (art. 33 Carta); Può suggerire un metodo specifico (art. 36 Carta); Ha funzione conciliativa ex art. 37 Carta
AMBITO POSITIVO: COMPETENZE DEL CDS IN MATERIA DI SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE Art. 52 par.3 della Carta si occupa dei rapporti tra Consiglio di Sicurezza e organizzazioni internazionali a carattere regionale…
PROFILI PROBLEMATICI DI TALE AMBITO DI APPLICAZIONE: ESCLUSIONE DEL CAPO VII DELLA CARTA Le competenze del CdS in base al Capo VI sono molto vicine a quelle del Capo VII, basti pensare al fatto che le prime riguardano le questioni potenzialmente idonee a turbare la pace; le seconde le situazioni di minaccia alla pace, di violazione della pace di un atto di aggressione. Come distinguerle?
PROFILI PROBLEMATICI CONCERNENTI IL CAPO VII DELLA CARTA ALTRI CRITERI DISTINTIVI: RUOLO DEGLI ATTORI: CAPO VI : STATI che devono risolvere la controversia con mezzi pacifici; CAPO VII CdS ha un ruolo predominante; STRUMENTI DEL CdS: CAPO VI: atto tipico è la raccomandazione; CAPO VII: decisione/risoluzione EFFETTI DI TALI STRUMENTI: CAPO VI non sanzionatorio; CAPO VII: sanzioni.
PROFILI PROBLEMATICI: DEFINIZIONE DI CONTROVERSIA Poiché la presenza di una controversia è elemento che definisce l’ambito di applicazione di tali competenze del CdS occorre definire la nozione di controversia; DEFINIZIONE AMPIA di controversia: “disaccordo su un punto di diritto o di fatto, un contrasto, un’opposizione di tesi giuridiche o di interessi tra due soggetti” (Corte permanente di giustizia . 30.8.1924, Mavrommatis).
DEFINIZIONE DI CONTROVERSIA INTERNAZIONALE Nozione di controversia internazionale, sulla base della prassi: si verifica nel caso in cui la pretesa di uno Stato o di altro soggetto internazionale viene contestata da un altro. o - nel caso in cui si realizza una protesta nei confronti di una lesione di un interesse.
Definizione di controversia internazionale Elementi costitutivi di controversia internazionale: la pretesa e la contestazione della pretesa; - la protesta nei confronti di un comportamento lesivo di un interesse.
DISTINZIONI GENERALI Controversie giuridiche: le parti invocano il diritto internazionale a sostegno delle proprie posizioni Controversie politiche: le parti invocano argomenti politici a sostegno delle proprie posizioni.
CONSEGUENZE DELLA DISTINZIONE TRA CONTROVERSIE GIURIDICHE E POLITICHE Controversie giustiziabili Procedimento giudiziale o arbitrale Controversie politiche Controversie non giustiziabili Mezzi politici
RILEVANZA DELLA DISTINZIONE NELLE FONTI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE Art. 36 par. 2 dello Statuto CIG.controversie giuridiche: Interpretazione di un trattato; Ogni questione di diritto internazionale; L’esistenza di fatti che costituiscono violazioni del diritto internazionale; La natura di una riparazione conseguente a una violazione del diritto internazionale.
METODI DI SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE INTERNAZIONALI Obbligo di risolvere pacificamente le controversie internazionali: Art. 2 par. 3 Carta ONU – complementare a art. 2 par. 4 Carta ONUart. 33: mezzi di soluzione pacifica delle controversie internazionali.
OBBLIGO DI RISOLVERE CONTROVERSIE IN MANIERA PACIFICA E’ CONSUETUDINARIO? Sì – ribadito in Risoluzione dell’AG su relazioni amichevoli del 1970 e in Dichiarazione dell’AG di Manila del 1982 sulla soluzione pacifica delle controversie internazionali. CIG lo ha affermato in caso Nicaragua – USA 1986
DALLA NOZIONE DI CONTROVERSIA DEDUCIAMO INDICAZIONI PRECISE SULL’ASTENSIONE DELLO STATO PARTE DI UNA CONTROVERSIA? No, perché definizione di contrapposizione di interessi può indurre ad estendere l’obbligo di astensione. Invece art. 27 par. 3 è norma da interpretare in maniera restrittiva per assicurare il funzionamento del CdS.
PRASSI DIFFICILE Si pensi ad es. al caso del Canale di Suez e alle restrizioni imposte dall’Egitto al passaggio delle navi nel 1951: Israele adisce il CdS denuciando l’azione egiziana intesa a bloccare navi dirette verso porti israeliani e cariche di petrolio, armi e altro materiale bellico. Prima di Israele altri Stati avevano già protestato contro l’Egitto (Francia, USA, Regno Unito, Turchia). Si propone delibera per ordinare a Egitto blocco di restrizioni e il rappresentante egiziano afferma illegittimità di delibera perché si sarebbero dovuti astenere tutti quelli che avevano protestato….
PRASSI DIFFICILE Soluzione eccessiva: molto spesso interessi di Stati si manifestano in molte circostanze; soluzione inadeguata Soluzione restrittiva: solo chi ha fatto ricorso al CdS…: soluzione inadeguata perché non è detto che il CdS si rivolga solo a chi ha fatto ricorso nei propri atti
PRASSI DIFFICILE Soluzione preferibile: astensione dei destinatari dell’atto che sarà adottato dal CdS…
DEROGA ALLA REGOLA Molto spesso si aggira norma facendo ricadere delibera nel capo VII (ris. 1983 inchiesta per abbattimento di aereo coreano da parte di URSS bloccata per veto URSS – pur non dichiarandosi che rientrava nel capo VII si è sottoposta la delibera alla votazione con diritto di veto).
DEROGA ALLA REGOLA Altro caso: ris. N. 457 del 1979 che chiede al governo iraniano di porre fine alla detenzione del personale dell’ambasciata USA a Teheran. La risoluzione non era sottratta al capo VI ma gli USA parteciparono e vista la condanna degli altri sarebbe stato opportuno che gli USA si astenessero.
DEROGA ALLA REGOLA Altro caso: ris. N. 731 del 1992 richiedente a Libia di consegnare a USA, UK e Francia i cittadini libici sospettati di aver organizzato gli attacchi contro gli aerei esplosi in volo nei cieli della Scozia (Lockerbie) e del Ciad – non era sottratta al Capo VI ma USA e UK vennero comunque ammessi al voto.
DEROGA ALLA REGOLA Caso Ucraina: veto opposto dalla Russia alla adozione di una risoluzione proposta da 42 Stati tra cui 3 permanenti e 3 non permanenti del CdS sulla questione Ucraina volta a ristabilire rapporti amichevoli tra Russia e governo legittimo e impedire che si tenesse il referendum non autorizzato dal Governo in carica per l’annessione della Crimea alla Russia (doc. 2014/189).
DEROGA ALLA REGOLA Forse l’art. 27 par. 3 è superato nella prassi?