TECNOLOGIA,TIPOLOGIA E TRACCEOLOGIA DELLE INDUSTRIE LITICHE

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TECNOLOGIA,TIPOLOGIA E TRACCEOLOGIA DELLE INDUSTRIE LITICHE Master in PREISTORIA E QUATERNARIO LM in QUATERNARIO, PREISTORIA E ARCHEOLOGIA TECNOLOGIA,TIPOLOGIA E TRACCEOLOGIA DELLE INDUSTRIE LITICHE LEZIONE 4 AA. 2017/2018 Marta Arzarello marta.arzarello@unife.it

IL DEBITAGE S.S.D.A. Il metodo S.S.D.A. (Système par surface de débitage alterné – sietema per superficie di débitage alternata) è stato definiyo da H. Forestier nel 1993 in riferimento allo studio dei materiali “clactioniani” di High Lodge, Mildenhall (Suffolk). La tecnica utilizzata per la produzione S.S.D.A. è sempre la percussione diretta alla pietra dura e i prodotti sono costituiti da schegge generalmente larghe con un tallone liscio e inclinato che spesso forma un angolo di distacco compreso tra i 110 e i 140 gradi. Il metodo si fonda su un algoritmo di base definito da Forestier (1993) come “une suite finie d’opérations techniques élémentaires constituant l’essence même du schéma opératoire. L’algorithme est un phénomène unique er répétitif.” (una sequenza finita di operazioni tecniche elementari che costituiscono l’essenza stessa dello schema operativo. L’algoritmo è un fenomeno unico e ripetitivo).

Il metodo, che non prevede nessuna fase di messa in forma, consiste nell’utilizzo di differenti piani di percussione (generalmente tra loro ortogonali), progressivamente creatisi con l’avanzare del débitage, tramite un débitage unidirezionale. L’algoritmo di base, che costituisce in questo caso la nozione di predeterminazione, può svilupparsi seguendo diversi schemi a seconda del numero di piani di percussione utilizziati e del numero di distacchi fatti a partire da ciascun piano. Da ciò ne consegue che la morfologia del blocco iniziale influenzerà notevolmente l’organizzazione del débiatge e la morfologia dei prodotti. Modificato da Forestier, 1993

(Forestier, 2000)

Débitage Kombewa Il nome Kombewa compare per la prima volta in uno scritto di W.E. Owen (1938). Gli scheggiatori acheuleani si sono ben presto accorti (inserendo tale constatazione nei loro schemi operativi) che la zona bulbare della faccia inferiore di ogni scheggia è liscia e presenta un rigonfiamento regolarmente convesso. Essa possiede anche, successivamente alla preparazione di un piano di percussione a partire da questa superficie, tutte le caratteristiche geometriche necessarie ad ottenere almeno una scheggia la cui forma ovale e il cui margine tagliente Kombewa, derivante dall’intersezione di due superficie convesse, sono totalmente predeterminati. Questa concezione particolare della scheggiatura utilizza almeno due categorie ben distinte di percussori litici, tra cui un percussore pesante per l’ottenimento della scheggia-nucleo, secondo un metodo di lavorazione a percussione diretta. La produttività limitata dei metodi Kombewa ha come corollario la semplicità del processo e l’eccezionale qualità morfo-funzionale dei supporti e dei margini taglienti prodotti in questo modo e largamente utilizzati dagli acheuleani e dai musteriani.

Inizian et al. 1995

(Casini, 2010)

(Tixier & Turq, 1999)

LEVALLOIS UN METODO …. CONOSCIUTO 1) Quali di questi è un nucleo Levallois? A B A 2) Predeterminato… in che seno?

Débitage Levallois E’ stato V. Commont ad avere effettivamente attribuito la scheggia Levallois ad un particolare metodo di scheggiatura, ma si deve a F. Bordes l’identificazione della tecnica usata, l’enunciazione dei più importanti principi di questo metodo e la definizione di scheggia Levallois che è ancora oggi utilizzata : scheggia di forma predeterminata in seguito ad una preparazione particolare del nucleo prima del suo distacco (Bordes 1961). Più recentemente Boeda (Boeda, 1994) ha proposto una definizione molto più ampia, nella quale la scheggiatura Levallois a scheggia unica appare come un caso relativamente raro, mentre la produzione di diverse schegge Levallois prima di una rimessa in forma del nucleo viene considerata l’evento più comune. Qualunque sia il metodo utilizzato per ottenerli, i prodotti Levallois hanno in comune la loro provenienza da un nucleo la cui costruzione geometrica deriva da una medesima concezione Levallois del metodo di scheggiatura (Tixier 1967; Boeda 1994). Basata sul concetto di predeterminazione, la messa in forma di un nucleo Levallois rappresenta una costruzione geometrica che mira a organizzare simultaneamente le convessità di una superficie di scheggiatura e di un piano di distacco (parziale o periferico a seconda del metodo di sfruttamento previsto), che si intersecano secondo un angolo che risponde a precisi criteri, con la previsione che la situazione di queste due superfici non muterà più nel corso dello sfruttamento del nucleo

Qualunque sia il metodo adottato, ne deriva un processo di sfruttamento che non varia, caratterizzato da distacchi successivi, subparalleli e di dimensioni decrescenti; in tale situazione il nucleo deve essere nuovamente preparato alla fine di ogni sequenza di sfruttamento. Il metodo Levallois corrisponde dunque ad una sequenza di fasi di sfruttamento di superfici progressive del nucleo. Il procedimento adottato per la messa in forma iniziale sul nucleo e, successivamente, all’inizio di ogni nuova sequenza di sfruttamento, di convessità laterali e distali destinate a contenere la presenza di un piano di distacco di ogni singola scheggia Levallois prodotta (Boeda 1994), è direttamente legato alla natura dei prodotti richiesti. E’ a questo stadio che si esprime la grande variabilità dei metodi Levallois. La o le schegge ricercate sono dunque prodotte a spese del volume delimitato da una superficie di preparazione Levallois globalmente convessa e del piano di percussione definito dalla sua intersezione con un piano di distacco periferico o parziale inclinato di circa 65° sul piano Levallois. Questa costruzione è destinata a permettere il controllo (direzione, posizione, preparazione) del fronte di frattura che si sposta al di sotto della superficie Levallois nel momento in cui viene dato il colpo con il percussore.

(Lycett & Eren, 2013)

(Lycett & Eren, 2013)

La preparazione delle superfici Levallois e del piano di percussione, come anche le fasi di distacco, sono realizzate per percussione diretta con percussore duro. L’esperienza mostra che sono necessari per lo meno due percussori: un percussore di qualche centinaio di grammi per il distacco delle schegge che mettono in forma la superficie Levallois e il piano di distacco: un percussore leggero e piatto per la preparazione dei talloni. Una preparazione molto accurata dei talloni garantisce la qualità del punto di contatto tra il percussore e il nucleo e dunque la trasmissione integrale dell’energia comunicata dal percussore, ma dosata da chi scheggia in funzione del risultato richiesto. La preparazione a “cappello di gendarme”, così caratteristica di alcuni metodi di distacco Levallois, è un procedimento tecnico che permette di (pre)determinare con una grande precisione la posizione del punto di impatto indipendentemente della tecnica utilizzata per il distacco delle schegge.

LEVALLOIS Surface de débitage (Levallois) Surface de plan de frappe

Punte Levallois

(Coudenneau, 2013) (Douze & Delagnes, 2016)

I metodi Levallois possono essere raggruppati in due grandi insiemi : i metodi Levallois a schegge preferenziali che richiedono una nuova preparazione del nucleo successivamente al distacco di una singola scheggia Levallois e i metodi a schegge multiple, dette ricorrenti (Boeda, 1994), che non richiedono tale successiva preparazione se non in seguito al distacco di diverse schegge predeterminate. Le varianti della sequenza operativa nell’ambito di questi due gruppi sono molto numerose. Gli esempi archeologici di produzione Levallois a schegge preferenziali sono relativamente rari. Citiamo, ad esempio, il sito di Bagarre (Pas-de-Calais) e di Ault (Somme), che hanno restituito prodotti di forma ovale in seguito ad una preparazione centripeta (Boeda, 1994). I metodi di scheggiatura Levallois a schegge multiple (ricorrenti), che sono invece molto più diffusi, autorizzano la produzione di una serie limitata di schegge Levallois predeterminate che, a loro volta, predeterminano la successiva preparazione di una superficie convessa, necessaria al proseguimento della scheggiatura. Le varianti di questo tema sono infinite. L’organizzazione della scheggiatura permette di classificare i diversi metodi in tre insiemi principali in cui si raggruppano le tecniche di scheggiatura Levallois a seconda che l’insieme, o solo alcuni settori particolari del piano di percussione periferico vengano attivati : - ricorrenti centripeti; - unipolari, convergenti o paralleli; - bipolari.

Levallois ricorrente unipolare e bipolare, da Boeda, 1994

(Lycett & Eren, 2013)

(Delagnes et al., 2007)

(Lycett, 2007)

(Guette 2002)