I DIRITTI SOCIALI I diritti sociali da doveri della collettività a diritti dei lavoratori e poi di tutti i cittadini Dallo Stato liberale “guardiano notturno” allo Stato sociale interventista in base non ad un’elaborazione teorica ma a legislazione sociale sui diritti alla salute, istruzione, sicurezza sociale, casa, servizi pubblici (trasporti, strade, luce, acqua) Costituzione di Weimar (1919) Costituzione sovietica (1918, 1936) in cui i diritti civili e politici sono subordinati agli “interessi dei lavoratori e allo scopo di consolidare l’organizzazione socialista” Costituzione italiana (1948)
SOGGETTO SITUATO E CITTADINANZA Le prime teorie sui diritti sociali come diritti non universali ma riservati a coloro che si trovano in situazioni di bisogno i diritti sociali come diritti d’integrazione rivendicati da gruppi sociali (Gurvitch) i diritti sociali da diritti degli esclusi a diritti dei cittadini (Marshall)
DIRITTI CIVILI E DIRITTI SOCIALI La iniziale contrapposizione tra diritti civili e diritti sociali dal punto di vista liberale perché i diritti sociali espressione dello Stato interventista che limita il diritto di proprietà e la libertà d’iniziativa economica fonte di sprechi di risorse pubbliche mentre i diritti civili “non costano” (falso) ergo natura non giuridica ma programmatica dei diritti sociali in Costituzione da attuare se e come decide il decisore politico dal punto di vista socialista perché i diritti civili si oppongono al compito dello Stato di realizzare la piena eguaglianza sostanziale
La successiva convergenza tra diritti civili e diritti sociali nelle Costituzioni degli Stati sociali di diritto del II dopoguerra I diritti sociali e economici (lavoro, salute, istruzione, ecc.) come necessari presupposti per l’effettivo esercizio dei diritti civili e politici I diritti civili e politici come garanzia per la conquista ed il mantenimento dei diritti sociali ed economici
LA RIFONDAZIONE DEI DIRITTI NEL II DOPOGUERRA Le macerie materiali e spirituali dopo gli Stati totalitari nazista e fascista La “rivincita” del giusnaturalismo (religioso e laico) sul giuspositivismo ai fini del recupero di una dimensione morale del diritto La nascita di Costituzioni rigide il ruolo fondamentale delle Corti costituzionali a loro difesa
Le Dichiarazioni internazionali dei diritti: la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’ONU (10.12.1948) - Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966) - Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (1966) - Corte penale internazionali sui crimini di guerra e contro l’umanità la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) (4.11.1950) la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea di Nizza (CDFUE) (7.12. 2000) inclusa nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) (Lisbona 31.12.2007 entrato in vigore 1.12.2009) Sull’analisi della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 v. Facchi 126-128
I PROBLEMI DELL’UNIVERSALITA’ DEI DIRITTI Universalità dei diritti e eterogeneità culturali, specie islamica L’attacco alla natura universale dei diritti fondamentali come espressione non della dignità di ogni uomo (donna) ma del modello culturale occidentale che cerca di imporsi sugli altri (neo-colonialismo culturale) Il tentativo di dialogo tra culture diverse alla ricerca di valori comuni
I NUOVI DIRITTI FONDAMENTALI La moltiplicazione (proliferazione) dei diritti attraverso emersione di nuovi interessi e beni meritevoli di tutela a seguito del progresso scientifico (vita, morte, identità sessuale, identità genetica, ambiente, ecc.) estensione dei diritti a soggetti sociali (famiglia, minoranze etniche, culturali e religiose, consumatori, bambini, anziani, ecc.) che rivendicano la promozione dell’eguaglianza attenzione verso l’effettività dei diritti attraverso la risoluzione (spesso giurisprudenziale) dei conflitti