CAMBIAMENTI NELLA POLITICA ESTERA TRADIZIONALE
I fattori che hanno contribuito a modificare la politica estera tradizionale fino a portarla a quella contemporanea, sono vari: l’ingresso sulla scena mondiale della politica di massa e della guerra in generale, i processi di liberazione e democratizzazione, la crescita dell’interdipendenza economica e di nuovi e veloci mezzi di 6 comunicazione. Questo cambiamento è percepibile considerando le tre dimensioni ad esse connesse: l’espansione dei settori, degli attori e delle pratiche della politica estera. Le questioni tenute in conto nell’elaborazione della politica e ormai intermestica, cioè un tipo di politica in cui elementi internazionali e domestici si intrecciano.
Gli attori sono aumentati in numero, tipo: vertici militari, banche centrali, ministri, ma anche gruppi domestici e la popolazione stessa. La riservatezza della diplomazia bilaterale ha lasciato spazio ad una politica estera più trasparente condotta per conferenze multilaterali e la proliferazione di organizzazioni internazionali ha diversificato le sedi di confronto e le figure che esprimono gli interessi degli stati; le possibilità offerte dai mezzi di comunicazione ha permesso la nascita della diplomazia pubblica.
Gli attori sono aumentati in numero, tipo: vertici militari, banche centrali, ministri, ma anche gruppi domestici e la popolazione stessa. La riservatezza della diplomazia bilaterale ha lasciato spazio ad una politica estera più trasparente condotta per conferenze multilaterali e la proliferazione di organizzazioni internazionali ha diversificato le sedi di confronto e le figure che esprimono gli interessi degli stati; le possibilità offerte dai mezzi di comunicazione ha permesso la nascita della diplomazia pubblica.
La teoria prende spunto dalle istituzioni Kanitane “per la pace perpetua”, e si interroga su un problema specifico: l’occorrenza della guerra in relazione alla natura delle istituzioni politiche degli stati che lo combattono e cioè se regimi politici diversi fanno guerra con frequenza diversa. Non si può dire che le democrazie sono più pacifiche degli altri regimi politici perché combattono meno di frequente, tuttavia esse sono pacifici nei loro confronti reciproci (e questa è la risposta che la letteratura da a questo problema).
Dixon: mette in evidenza come le democrazie cerchino di risolvere le dispute con lo strumento dell’arbitrato internazionale (dunque attraverso ad una risoluzione pacifica) molto più spesso di quanto non facciano gli stati non democratici. Un esempio che sostiene questa teoria e come gli USA e UK abbiano superato senza conflitto una situazione incerta come quella della transazione di potere, che la tradizione realista connette alla guerra.
Kant specifica l’elemento principale che avrebbe portato alla pace tra gli stati: la diffusione universale del governo costituzionale repubblicano poiché avrebbe reso gli stati meno propensi alla guerra per le conseguenze che esso avrebbe avuto sui cittadini, da cui dipende la fiducia dei governi. Assume a questo fattore, bisognava anche avere la realizzazione di un unione pacifica che avrebbe sancito il rispetto per la legge e il rispetto del diritto cosmopolitico che sancisce il dovere all’ospitalità universale.
Le spiegazioni successive si basano su tre tipi di cause della pace democratica: 1-istituzionali (che considerano di grande rilevanza il fatto che le democrazie sono dei sistemi politici dai quali i governi dipendono dai cittadini tramite le elezioni periodiche e i costi della guerra sia finanziari che in vite umane ricadono su di loro e molto probabilmente saranno a disfavore alla guerra) 2-normative (hanno a che fare con la cultura politica che caratterizza le democrazie e la violenza e esclusa dalle risorse impiegabili per conquistare e mantenere il potere, essendo loro stati di diritto la dove per risolvere le 9 controversie si concorda per la risoluzione pacifica attraverso i trattati e le alleanze internazionali) 3-economiche (riguardano il fatto che le democrazie tutelano la proprietà privata e la liberta economica i quali troverebbero pesanti conseguenze nel trovarsi in guerra: ciò facilita il libero mercato e lo sviluppo delle relazioni internazionali e aumenta anche i costi della guerra e ne riduce i benefici rispetto ad una risoluzione pacifica.