Popper e la critica la neopositivismo

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Popper e la critica la neopositivismo Popper constata due difficoltà nella concezione verificazionista Il criterio di verificazione elimina dall’ambito del significante le leggi di natura che sono enunciati universali e quindi parlano di infiniti casi: una loro verifica conclusiva è impossibile. il criterio di verificazione e connesso all’esistenza di un’inferenza induttiva che permetta di passare dalla verificazione di un numero finito di enunciati singolari alla verificazione di di una legge che governa infiniti casi da cui possono essere dedotti infiniti enunciati. Ma l’esistenza di un’inferenza induttiva è un mito.

Popper e la falsificazione come criterio di demarcazione Karl Popper propone un altro criterio di demarcazione tra scienza e non scienza. La caratteristica che distingue il sapere scientifico è il suo carattere rischioso: il vero scienziato a differenza del metafisico propone teorie che possono essere messe alla prova e dunque falsificate. “Se l’osservazione mostra che l’effetto previsto (da una teoria ) è del tutto assente, allora la teoria risulta semplicemente confutata”. Il falsificazionismo non è una teoria del significato

Marxisti, psicoanalisti ed Einstein Marxisti e psicoanalisti vedono in ogni fatto che accade una conferma alla loro teoria. Esperimento del 1919 tentato allo scopo di controllare una conseguenza della teoria di Einstein che prediceva che il campo gravitazionale del Sole avrebbe piegato i raggi di luce passanti nei pressi, mentre la teoria di Newton non aveva previsto alcuna deflessione. La teoria di Einstein, a differenza delle altre, ammetteva dei falsificatori potenziali, ossia delle conseguenze che se non si davano empiricamente portavano alla sua confutazione.

Le leggi scientifiche come proibizioni Nella notazione logica la tesi della falsificabilità si presenta a parere di Popper in forma rigorosa: Un legge scientifica: ∀(x) (Px ⊃ Qx) per tutti gli x, se x è un P allora x è un Q è equivalente a: ¬ ∃(x) (Px⋏¬Qx) non esiste un x che sia P e non Q Le leggi scientifiche sono più opportunamente costruite come affermazione di proibizioni che vietano il presentarsi di certe situazioni empiriche. Una legge scientifica afferma cosa non può accadere.

Il contenuto empirico di una teoria Il contenuto empirico di una teoria è fornito dall’ambito di situazioni proibite che la teoria prevede: quanto più una teoria proibisce tanto più afferma e quanto più afferma tanto più numerose sono le occasioni in cui può essere confutata. La scienza non progredisce se gli scienziati cercano di rimanere al sicuro presentando teorie che si attengono quanto è possibile all’evidenza disponibile. La scienza progredisce piuttosto in seguito ad audaci congetture con cui gli scienziati vanno oltre i dati disponibili, avendo operato tali congetture gli scienziati che controllano le teorie non cercano di dimostrare la loro verità, ma piuttosto cercano la loro confutazione.

falsificabilità “Dato un sistema T, questo è ‘empirico’, o ‘scientifico’ o ‘falsificabile’ se da esso è possibile estrarre delle conseguenze C, le asserzioni di base, le quali possono essere confrontate con il mondo empirico tramite un esperimento e quindi da questo falsificate. Se l’esperimento porta a un risultato negativo allora tramite il modus tollens della logica classica, la teoria è falsificata.” “La mia proposta si basa su un’asimmetria tra verificabilità e falsificabilità, asimmetria che risulta dalla forza logica delle asserzioni universali. Queste non possono essere mai derivate da asserzioni singolari, ma possono essere contraddette da asserzioni singolari.”

¬C=falsificatore potenziale modus tollens verificabilità T⊃C C ———- ? p q p⊃q v f falsificabilità Nessuna teoria può essere resa vera, nemmeno da moltissimi fatti. Un unico fatto basta a rendere falsa una teoria. T⊃C ¬C ———- ¬T ¬C=falsificatore potenziale

asserti di base Un asserto di base è un enunciato singolare, controllabile inter-soggettivamente mediante l’esperimento: “sopra la tavola che hai davanti c’è una penna” “alle ore 17,30 del 30 maggio 2014, c’è un elettrone che attraversa un campo magnetico” Perché la falsificazione sia conclusiva gli enunciati di base che fungono da premesse negli argomenti di falsificazione devono essere stabiliti in modo definitivo. Tuttavia per Popper nega che gli asserti di base possano essere stabiliti in modo indubitabile.

1) La natura dei risultati sperimentali Nessuna dimostrazione rigorosa della falsità di una teoria scientifica è possibile, perché i risultati sperimentali possono sempre venire messi in discussione L’esperimento è stato condotto male. La discrepanza è solo apparente e sparirà con il progredire della conoscenza. Si può salvare la teoria sotto controllo, criticando la teoria che presiede al funzionamento dell’apparecchiatura scientifica.

2) Esperienze e linguaggio Le esperienze non sono asserti sono eventi psicologici e nessuna relazione logica può sussistere tra fra un asserto e un evento psicologico. L’esperienza può offrire dei motivi per l’accettazione degli asserti base, ma non può dimostrare questi asserti. L’immagine a fianco può dimostrare la validità sia dell’asserto: “il Sole sorge” sia dell’asserto contrario: “la Terra sorge”

3) La scientificità degli asserti di base. gli asserti di base che entrano negli argomenti scientifici sono devono essere scientifici, così che, in base al criterio di Popper devono essere falsificabili. Affermare che la scienza riposi su un insieme di resoconti osservativi indubitabili non è per Popper scientifico. La concezione che considera la scienza come un insieme di congetture e confutazioni di applica a ogni livello della scienza, nessuno escluso. Tutti gli asserti scientifici sono congetture falsificabili.

convenzionalità degli asserti di base Per Popper la classificazione ha luogo solo dopo che gli scienziati hanno convenuto di accettare come corroborato un asserto di base. “[…] da un punto di vista logico, il controllo di una teoria dipende da asserti base la cui accettazione o rifiuto dipendono a loro volta dalle nostre decisioni. Sono dunque queste decisioni a segnare il destino delle teorie.” Se sono le decisioni degli scienziati a rendere accettabile un asserto di base , allora quell’asserto è accettato per convenzione. A differenza di Duhem e Poincaré che ritengono convenzionale l’accettazione di una proposizione universale, per Popper è l’accettazione di una proposizione singolare ad essere determinata per convenzione.

il problema dell’olismo Per Duhem all’interno della scienza i risultati degli esperimenti e delle osservazioni non vengono confrontati con una proposizione isolata, ma sempre e solo con un insieme di proposizioni, in quanto nella scienza non esistono proposizioni isolate, ma solo proposizioni mutuamente correlate. Non è possibile fare un experimentum crucis capace di stabilire la falsità o verità due proposizioni in competizione in quanto in gioco ci sono sempre sistemi di proposizioni. Per Popper, se dalla proposizione T derivo C (un asserto di base accettato) e mostro che C è falso, allora T sarà falsificato via modus tollens : T⊃C ¬C ———- ¬T

Il problema dell’olismo Ora, però, se teniamo conto dell’osservazione di Duhem nella scienza non controlliamo mai una proposizione isolata, ma sempre e solo un sistema di proposizioni <t1,…..tn>, allora il modus tollens avrebbe questa formulazione: ((<t1,…..tn>⊃ c) ⋀¬c)⊃ ¬<t1,…..tn> Il modus tollens può essere diretto contro il sistema nella sua interezza. Questo però comporta che, se non vogliamo cadere nella fallacia non causa pro causa non sappiamo dove dirigere la freccia del modus tollens. Infatti c può essere derivato sia da una data ti, sia da una combinazione di n-1 proposizioni del sistema.

il problema dell’olismo La logica non ci può essere d’aiuto nella scelta delle n-1 proposizioni da considerare corrette. Solo la fiducia che il ricercatore ripone su un insieme di proposizioni del sistema confutato gli permetterà di non considerarle la causa del fallimento e quindi di imputare ad altre proposizioni la responsabilità del fallimento. Ma per Popper dovrebbe essere sufficiente l’analisi logica della struttura della teoria per individuarne la sua scientificità. non causa pro causa Locuz. lat. («una non causa [considerata] come causa»). Nella logica esprime la forma di sofisma della «falsa causa», consistente nell’affermare che una cosa è causa di un’altra, senza sufficiente ragione: così quando si considera un fatto causato da un altro, solo perché gli succede nel tempo (post hoc ergo propter hoc).

il problema delle ipotesi ad hoc si può sfuggire alla falsificazione introducendo ipotesi ad hoc: l’introduzione dell’ipotesi h non solo annulla gli effetti della falsificazione ma la trasforma in una corroborazione. T⊃c ¬c ——— ¬T T⋀h⊃¬c posso aggiungere un’ipotesi tale che:

La scoperta di Nettuno Secondo la teoria di Newton ( T ), l’orbita di Urano doveva essere tale che il pianeta in un dato momento doveva trovarsi in una data posizione ( c ). Invece si constato che in quella determinata posizione Urano non c’era (¬c). La teoria di Newton era falsificata (¬T). Per evitare la falsificazione si propose l’ipotesi ausiliaria o ad hoc (h) che vi fosse un altro pianeta che perturbava l’orbita di Urano, in modo tale che (T⋀h)⊃¬c, ovvero che la nuova posizione fosse indicata da ¬c. Il pianeta fu scoperto e chiamato Nettuno e così non solo si salvò la teoria di Newton dalla falsificazione, ma grazie all’ipotesi ad hoc la scoperta del pianeta venne salutata come una prova della bontà della teoria newtoniana.

Il problema delle ipotesi ad hoc “Per quanto riguarda le ipotesi ausiliarie, decidiamo di enunciare la regola secondo cui sono accettabili soltanto quelle la cui introduzione non diminuisce il grado di falsificabilità o controllabilità del sistema in questione, ma al contrario lo accresce”. In sostanza usa solo ipotesi ausiliarie buone, siamo fuori dalla logica. Tuttavia Popper cerca di restare all’interno della logica proponendo come criterio per l’introduzione delle ipotesi ad hoc la condizione che esse aumentino il gradi di falsificabilità della teoria a cui vengono aggiunte. Il criterio è plausibile?

la struttura della teoria per Popper Data una teoria T avremo il contenuto logico (CL) insieme delle conseguenze non tautologiche deducibili dalla teoria; contenuto informativo (CI) l’insieme degli enunciati incompatibili con T; contenuto empirico (CE) una sottoclasse del contenuto informativo costituita da enunciati empirici, “falsificatori potenziali”. Quindi data una teoria T le proposizioni che appartengono al sul CE o CI (con CE ⊂ CI) sono in contraddizione con la teoria stessa. Un’ipotesi ad hoc buona aumenta il CE della teoria T.

contenuto logico e contenuto informativo Per la natura della sua metodologia Popper sottolinea come la nozione di contenuto informativo sia plausibile. Gli enunciati del contenuto informativo stanno in corrispondenza uno-a-uno con quelli del contenuto logico. Per ogni elemento di un insieme c’è il corrispondente negato nell’altro. Allora, date due teorie T e T’ si ha che: (CI(T) ⊂ CI(T’) ↔︎ (CL(T) ⊂ CL(T’)) Il contenuto informativo di T è sottoinsieme del contenuto informativo di T’ se e solo se ciò avviene per i corrispondenti contenuti logici.

introduciamo l’ipotesi h T’ è la nuova teoria in grado di assorbire gli esiti sperimentali sfavorevoli a cui andava incontro T. Ma se T→ c e T’→¬c (≡c’), allora T e T’ sono logicamente incompatibili, nello specifico nessun insieme di conseguenze di una può essere un sottoinsieme delle conseguenze dell’altra. Ovvero CL(T’) non può includere il CL(T) e a maggior ragione il CI (T’) non include il CI(T). Il baco nel ragionamento popperiano sta nel ritenere in modo fallace che il contenuto empirico di una teoria modificata, con l’aggiunta dell’ipotesi h, contenga il contenuto empirico della teoria non modificata. L’ipotesi su Nettuno non aggiunge falsificabilità alla teoria di Newton. T→c ¬c ——— ¬T (T⋀h)→ c’ c’ introduciamo l’ipotesi h ¬c≡c’ (T⋀h) ≡ T’