LA VIRGOLA In quali casi una virgola non si mette in quali invece si può, o si deve, mettere immediatamente prima della congiunzione e? Non si mette la.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Avamposto Schemi di Gioco 2. Consiste in un nostro pezzo posto su una casella che si trova nella metà avversaria della scacchiera, dalla quale può essere.
Advertisements

Le differenze tra i due tempi.  Le differenze tra i due tempi (Passato Prossimo e Passato Remoto) sono legate:  1) al fatto cronologico (rapporto con.
ALUNNI : ATA DANIELE KARIM LAGO LEANDRO PETRERI DANILO PITIGOI ALESSIA MARIA TIVGA RAZVAN VERDELOCCO ANDREA.
COMUNICARE SUL WEB! La prima cosa da sapere per scrivere sul web è riconoscere che internet non ha lettori tradizionali: l’80% dei navigatori non legge.
stile segmentato e stile coeso
Le preposizioni Le preposizioni sono parole invariabili che, poste davanti a nomi, aggettivi, pronomi, infiniti di verbi, li mettono in relazione con.
Le proposizioni coordinate
2. La struttura del periodo coordinazione e subordinazione
Le Frazioni.
il periodo è una frase composta da più proposizioni che possono essere
Né impaurito, né temerario. Semplicemente…al sicuro
“Perché non scrivere qualcosa per il giorno dopo la cerimonia?”
Inserisci il titolo qui.
Statistica Prima Parte I Dati.
Preferisco Genova a tutte le città che ho abitato
Il predicato ... ma a che cosa serve?
GRAZIA DELEDDA.
Coordinazione e subordinazione
Regole di scrittura efficace
Parola di Vita Ottobre 2017.
Unità didattica- Testo Poetico
L’accento Istruzioni per l’uso.
Paolo Asteriti (presidente OA Crotone)
Porte aperte Nome istituto Data.
L’articolo.
Parola di Vita Gennaio 2006.
Uso delle maiuscole in italiano e in inglese
Lavoro Realizzato all’interno della 2C
L’imprudenza fa morire i fiori più belli.
Sintassi della frase 2. Il soggetto.
Il complemento oggetto o diretto
L’aggettivo Leggi la frase a lato. Individuiamo insieme i nomi Individuiamo insieme gli aggettivi Rifletti: che funzione svolge l’aggettivo rispetto al.
2. La struttura del periodo coordinazione e subordinazione
Rielaborato da Atzeni et al., Basi di Dati, Mc-Graw Hill
4. La coordinazione.
13.00.
Le meraviglie della vita
Tu sei speciale.
Perché devo studiare Inglese
IL VERBO I modi & I tempi.
Школа итальянского языка в Москве
LA SubordinatA relativA
DIDATTICA INCLUSIVA E ALUNNI MIGRANTI: BUONE PRASSI PER DIVENTARE VISIBILI IN CLASSE A cura di: Dott.ssa Lisa Mattioli Dott.ssa Giulia Zoboli.
VI DOMENICA DI PASQUA ANNO B
1. Il periodo caratteri generali
TERRORISTA Il terrorismo oggi.
Parte 3 La ricerca del lessico esatto
LE FORME DEL DISCORSO PAG
Parola di Vita Luglio 2013.
IL REGNO È IN MEZZO A NOI IL REGNO È IN MEZZO A NOI
Panorama Biblico ECCLESIASTE.
ORTOGRAFIA PRONTUARIO.
Parola di Vita Ottobre 2013.
FIGLIO, QUELLO CHE È MIO È TUO FIGLIO, QUELLO CHE È MIO È TUO
15ª domenica A 2 A 2 Luca 10,1-9.
xXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
COME RICONOSCERE LA DISLESSIA?……
O’ Maé Riassunto in vignette del libro di Luigi Garlando
Le particelle Ci (Vi), Ne Τα μόρια
Fare ricerca mai così facile!
Chi può narrare le potenti opere del Signore?
Pronomi (diretti, indiretti, combinati)
PAROLA DI VITA Marzo 2019.
Proposizioni Coordinate
«La vita è una cosa seria. Merita di essere vissuta con impegno»
Modulo 6 Colombo Claudio  EU Web Agency Academy 
SIRIA LE CAUSE DI UNA DITTATURA
Pietà.
Il codice della strada I pedoni.
Laboratorio del 6 maggio 2012
Transcript della presentazione:

LA VIRGOLA In quali casi una virgola non si mette in quali invece si può, o si deve, mettere immediatamente prima della congiunzione e? Non si mette la virgola quando in un elenco la congiunzione e collega un membro ai precedenti senza creare discontinuità Ecco Mario, Paolo, Luca e Giovanni Entrano Mario, Paolo, poi Luca e Giovanni

Non si mette nemmeno quando troviamo disposte e concatenate in serie continua espressioni di significato opposto «le parole rare e quelle dell’uso e del disuso» «ragione e sentimento, istinto e razionalità, lucidità e passione costituiscono l’identità umana»

Invece la lingua compare davanti alla e quando serve come strumento di separazione per sciogliere ambiguità di senso Vedi la seguente frase. «dividiamo la torta: Mario, Giovanni, Elena e Marta»  ambiguità: in quante parti viene divisa la torta: tre o quattro? «dividiamo la torta: Mario, Giovanni, Elena, e Marta»  in questo caso viene tolta l’ambiguità

A volte è bene inserire la virgola perché l’ultimo membro dell’elenco ha una costruzione sintattica più complessa. «Arrivano Francesco, Daniele, Giovanna, e Luisa che come al solito è in ritardo» Ovviamente la virgola va inserita prima di e quando questa introduce una parentetica «La poesia di Montale, e specificamente quella riconducibile agli anni 1916-1925, è fortemente legata alla tradizione simbolista»

Rari, ma esistenti, i casi in cui la congiunzione e ha valore avversativo «Chiamavo, chiamavo, e nessuno rispondeva» In questo caso la virgola ha valore demarcativo

Il ma e la virgola Regola generale. Prima del ma avversativo ci vuole sempre la virgola «Andare a correre è bello, ma è faticoso» «Andrea è simpatico, ma un po’ troppo invadente» Tuttavia si può omettere nei casi di sintagmi brevi «Poveri ma belli» «Guarda ma non vede» Ma anche in questo caso si può decidere per «Guarda, ma non vede» al fine di dare maggiore enfasi alla prima parte [leggere mimesi del parlato]

Altri casi in cui è utile la virgola Quando c’è un cambio di soggetto «Montale è stato molto ispirato dalla poesia di Gozzano, ma la sua successiva produzione predilige altri modelli» «Svevo fu un attento lettore di Schopenhauer, e tutta la cultura italiana di primo Novecento trovò nella filosofia tedesca un modello teorico»

Sia … sia né…né o Per le correlative «sia … sia» «né … né» e per la disgiuntiva «o» è importante il grado di integrazione che gli elementi introdotti da tali congiunzioni presentano nelle strutture sintattiche in cui si trovano «Montale fu apprezzato sia in Italia sia in Francia» MA: «Svevo non ebbe molto successo, anche a causa delle sua innovazioni formali, né in Italia né altrove»

Diverso è il caso di o che può avere sia valore disgiuntivo [«bianco o nero] o inclusivo [«per me mare o montagna vanno bene entrambi». In genere qui la virgola si può omettere Si tende a evitare a virgola quando o ha valore esplicativo (con valore di «cioè»)  «I dieci comandamenti di Dio o decalogo» Si tende invece a metterla quando o in unione con meglio ha valore correttivo  «è ora di sbrigarsi, o meglio, di non perdere ulteriore tempo»

L’uso della virgola con determinazioni di tempo e di luogo Si mette la virgola quando cambia il soggetto o quando muta il significato «Quando mancano pochi minuti al fischio d’inizio, i giocatori si mettono in fila per entrare in campo» Si evita invece quando il soggetto è il medesimo e la frase è breve «Sarò contento quando arriverò a casa» Ma non è scorretto «sarò contento, quando arriverò a casa»: in questo caso si vuole dare enfasi all’essere contento (maggiore mimesi del parlato)

Virgola tra soggetto e verbo MAI «Maria mangia la mela»; ma anche «I quattro figli maschi di Giovanni e Claudia sono ormai maggiorenni. E lo stesso vale per le proposizione soggettive: «Che l’Europa sia un’unione di popoli e non solo di amministrazioni è un fine che ci siamo posti»

Virgola davanti a un pronome relativo Si omette quando il che ha un valore restrittivo o determina una restrizione (relativa determinativa o restrittiva) «Gli studenti che non ottengono 18/30 non possono sostenere l’orale» Si mette invece la virgola quando la relativa ha valore appositivo «La poesia di Montale affronta il tema del tempo, che prima di Bergson era percepito diversamente»

Nei casi di parentetica «Sono arrivato all’Università, che si trova in via Sant’Ottavio, alle 13.30» Ma: «Svevo si dedicò molto alla lettura di Schopenhauer che, secondo le abitudini culturali dell’epoca, costituiva una lettura obbligata per tutti gli intellettuali» [Ma poteva anche funzionare  Schopenhauer, che, ]

Il punto Se ne è andato troppo presto. Se ne è andato via; troppo presto. Se ne è andato via, troppo presto. Se ne è andato via. Troppo presto. Se ne è andato via: troppo presto.

Uso giornalistico del punto «Di quell’articolo mi era piaciuto tutto. Ma una cosa mi aveva disturbato. Anzi, una parola. La parola «bottegaio». Usata talvolta come sostantivo, talvolta come aggettivo. Sempre comunque per qualificare in senso negativo quello spirito «bottegaio conservatore» che si contrappone alla altezza aristocratica del pensiero di Toqueville» [B. Placido, «La Repubblica», 16 aprile 1995]

«Venezia dopo Genova. Città di mare. Con una storia lunga. E importante. Di autonomia. Potere. Oggi divise. Non solo perché alla testa di due diversi mari. Ma perché diverso è il loro destino» [I. Diamanti, Conflitto e democrazia debole, «Il Sole 24 ore», 12 agosto 2001]

Punto e virgola «Mai, mai amato, neanche quando scrivevo i temi a scuola e introdurre un po’ di varietà era d’obbligo. Ora non lo uso quasi più, neanche quando sccrivo testi lunghi, destinati ad essere stampati. Preferisco sempre il punto. Ma forse la colpa è mia: non sono mai riuscita a darmi una regola decedente per usare il punto e virgola» [Luisa Carrada, Il mestiere di scrivere]

USO DEMARCATIVO «Montale pubblicò Ossi di seppia nel 1925, cercando di recuperare la più recente lezione di Sbarbaro e di Govoni; in seguito stampò anche una seconda edizione, più in linea con le nuove tendenze della poesia europea (Eliot ad esempio)»

Il punto e virgola più avere, come la virgola, carattere seriale «Inteso come convinzione, da parte di un gruppo, della propria superiorità su un altro gruppo, il razzismo non può che produrre mali: l’equivoco della razza pura; la volontà di dominio; il genocidio»

LA BETTOLA ERA PIENA DI FUMO CHE ORMAI RESTAVA IMMOBILE ATTORNO AL LUME A PETROLIO ED ENTRANDO SI SENTIVA UN ODORE DI VINO CHE FACEVA VENIRE LE FORZE DI STOMACO NON C’ERA PIÙ UN POSTO VUOTO DI QUATTRO TAVOLINI TUTTI EGUALI ED ALCUNI DOVEVANO BEVERE IN PIEDI PER RICONOSCERE IL VISO DEL VINAIO BISOGNAVA ANDARE PROPRIO VICINO AL BANCO TANTO IL FUMO ERA FITTO SUL BANCO ERANO DUE QUARTALONI PIENI DI VINO QUELLO DA SEI SOLDI E QUELLO DA DIECI IL LITRO I QUARTALONI DI COCCIO BIANCO CON STRISCIE VERDI DA UNA PARTE AVEVANO IL MANICO E DA UN’ALTRA IL BECCUCCIO PER MESCERE IL PADRONE LI PIEGAVA SENZA MUOVERLI DI POSTO MENTRE SUA FIGLIA STAVA DINANZI REGGENDO LE BOCCE CHE POI ANDAVA A PORTARE AGLI AVVENTORI [F. TOZZI, La vinaia, 1918]

La bettola era piena di fumo, che ormai restava immobile attorno al lume a petrolio; ed entrando si sentiva un odore di vino, che faceva venire le forze di stomaco. Non c’era più un posto vuoto di quattro tavolini tutti eguali; ed alcuni dovevano bevere in piedi. Per riconoscere il viso del vinaio bisognava andare proprio vicino al banco; tanto il fumo era fitto. Sul banco erano due quartaloni pieni di vino, quello da sei soldi e quello da dieci il litro. I quartaloni, di coccio bianco con striscie verdi, da una parte avevano il manico e da un’altra il beccuccio per mescere. Il padrone li piegava, senza muoverli di posto, mentre sua figlia stava dinanzi reggendo le bocce; che poi andava a portare agli avventori. [TESTO ORIGINALE]