Riflessioni su Jean Rouch

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Transcript della presentazione:

Riflessioni su Jean Rouch Prof. Antonello Ricci “Sapienza” Università di Roma

Jean Rouch Jean Rouch nasce nel 1917 e muore in Niger in un incidente d’auto nel 2004. La sua formazione etnografica e antropologica avviene sotto la guida di Marcel Griaule e con il continuo uso della macchina da presa come strumento di indagine in alcuni contesti africani.

Jean Rouch Jean Rouch è stato uno dei maestri del cinema francese che ha influenzato linguaggio cinematografico e forma narrativa della Nouvelle Vague del cinema francese: Claude Chabrol, Alain Resnais, Jean-Luc Godard, Jean Renoir, Roberto Rossellini, François Truffaut e la rivista Cahiers du cinema.

Jean Rouch In particolare il film Jaguar (1957) di Rouch orienta il nuovo cinema francese: il racconto di un viaggio attraverso l’Africa in cui lo sguardo dell’osservato e quello dell’osservatore si incrociano dando luogo allo sguardo filmico frutto dell’incontro etnografico. Per la prima volta gli attori sociali diventano interpreti di se stessi e orientano le scelte del regista. L’autore è ben presente e propone la sua personale lettura della realtà.

Jean Rouch Il cinema di Ruch è statto definito “Cinema verità”. Con il sociologo Edgar Morin nel 1960 realizza il film Cronique d’un été, sulla gioventù francese di quegli anni. La sua definizione del suo modo di fare cinema è: “Un balletto della cinepresa insieme agli uomini che riprende”; una sintesi fra il “cine-occhio” di Vertov, la “cinepresa partecipante” di Flaherty a cui si acciunge la sua “improvvisazione dinamica”.

Jean Rouch Dalla sintesi dei tre aspetti prima ricordati, secondo Rouch, il cineasta-operatore penetra nel soggetto, non è più lui, ma “un occhio meccanico e un orecchio elettronico”. Uno stato che Rouch definisce: CINE-TRANCE Un potere dell’uomo e della macchina da presa di vedere oltre le possibilità dell’occhio umano.

Jean Rouch Fiction o no? Rouch ritiene indispensabile ricorrere alla finzione a due condizioni: Deve essere fatta in collaborazione con coloro che recitano Si devono conoscere molto bene le situazioni da riprendere Il cinema come incontro, condivisione e complicità tra i soggetti Spezzare i ruoli di osservatore e osservato

Jean Rouch Sul campo il cineasta: Etno-guarda Etno-osserva Etno-pensa A ciò corrisponde che i soggetti: Etno-mostrano Etno-parlano Etno-pensano ETNO-DIALOGO

Jean Rouch Con la cinepresa si fa un’antropologia condivisa La cinepresa non è più testimone imparziale ma catalizzatore di situazioni e di ruoli. La cinepresa non è mai sul cavalletto ma è a mano: prolungamento del corpo e dell’occhio. Cambia il modo di fare i film: per Rouch non è il montaggio a dare forma al film, ma è la ripresa stessa. IL PIANO-SEQUENZA