Lo Stato sociale.

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Transcript della presentazione:

Lo Stato sociale

La pensione alle madri

Stato sociale Varie le motivazioni che gli storici hanno posto a spiegare la scelta degli stati liberali a dare avvio ad una legislazione sociale: Nazionalizzare le masse, e far concorrenza ai partiti socialdemocratici La pressione delle masse stesse o meglio dei loro partiti e dei loro sindacati costringe i governi a intraprendere questa strada.

Stato sociale In alcune conferenze tenute all’università i Cambridge nel 1949 (Cittadinanza e classe sociale, Torino, Utet, 1976) il sociologo inglese Thomas Marshall collega lo stato sociale all’ampliamento dei diritti di cittadinanza Questo concetto- cittadinanza indica il complesso dei benefici che conseguono dall’ammissione in un sistema politico, il voto, la garanzia di non essere imprigionati arbitrariamente, la libertà di leggere e di criticare a piacimento,

Stato sociale il poter contare sulla solidarietà collettiva in caso di bisogno. Quest’ultimo aspetto fa riferimento all’welfare, ed introduce nuovi diritti socio-ecomici: diritto al lavoro, diritto al salario, diritto all’assistenza, diritto all’istruzione anche per i non abbienti. Distinzione tra stati sociali universalistici e stati sociali particolaristici.

Stato sociale I primi, esemplificati soprattutto dai paesi scandinavi, collocano il diritto all’assistenza all’interno dello status di cittadino e lo assegnano quindi a tutti secondo criteri egualitari e universali su base non contributiva._ Tra le due guerre inizia una politica del genere in Svezia, e nei paesi scandinavi, in parte minore in Gran Bretagna, mentre in Italia e in Francia le politiche sono rivolte a occupati e famiglie/occupate.

Stato sociale I secondi, rappresentati all’estremo opposto dagli Usa, limitano l’intervento dello Stato ad una sfera residuale- vero e proprio assistenzialismo- complementare e subordinata all’autorganizzazione della società civile (reti di sostegno familiari, assicurazioni private, corporazioni professionali).

Stato sociale Italia 1883-1898 assicurazione infortuni sul lavoro, 1886: età minima al lavoro 9 anni. Giornata di 8 ore fino a 12, divieto del lavoro notturno ai minori di 15 anni. In Germania era assicurata anche la vecchiaia. La legislazione sociale interviene soprattutto sul lavoro femminile- Le donne vanno specificamente protette per avere figli sani, per la nazione.

Stato sociale Il divieto al lavoro notturno viene introdotto in Svizzera 1877 Gran Bretagna e Germania 1878 Francia 1892 Italia 1902 Russia 1905 Svezia 1909 Spagna 1912

Stato sociale Limiti all’orario di lavoro: 12 ore 1844 Gran Bretagna, 11 in Francia nel 1892, 12 in Italia nel 1902. Italia: Legge 19 giugno 1902, porta l’età minima d’ingresso al lavoro a 12 anni. Esclude le donne dal lavoro notturno, esclude le ragazze d’età inferiore a 21 anni dai lavori pericolosi, Introduce il congedo per un mese prima e un mese dopo il parto, senza retribuzione. Solo nel 1907 venne introdotto l’assegno di maternità, con detrazioni sul salario delle lavoratrici, oltreché dei datori di lavoro.

Solo nel 1907 venne introdotto l’assegno di maternità, con contributi sul salario delle lavoratrici, oltreché dai datori di lavoro. Nel corso della prima guerra mondiale verranno introdotte le pensioni e l’assicurazione obbligatoria per i lavoratori dell’industria bellica, ma sospesa la legislazione protettiva del lavoro femminile non si tocca più la legislazione sociale.