ANATOMIA E FISIOLOGIA Sistema genitale e urinario 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
III modulo Elide Ceragioli Introduzione Tutte le molteplici funzioni svolte dall’organismo umano e tutti gli apparati e sistemi, che avete studiato, sono indispensabili alla sopravvivenza di ogni individuo; ma il fenomeno essenziale alla sopravvivenza di qualsiasi specie vivente è legato alla capacità di riprodursi, cioè di trasmettere la propria vita agli altri. Adibito a questa funzione è l’apparato riproduttore, che inizia a funzionare quando si raggiunge l’età adulta (maturità sessuale). 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Maturità sessuale e pubertà Nella fascia d’età compresa tra 11 e 16 anni un ragazzo diventa adulto, cioè diventa maturo sessualmente. Questa fascia d’età è chiamata adolescenza o pubertà ed è caratterizzata da tutte quelle trasformazioni fisiche ma anche psicologiche che portano il ragazzo a diventare adulto. Psicologicamente è un periodo abbastanza difficile, caratterizzato dal fatto che non si è più bambini ma neppure adulti. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Maturità sessuale e pubertà Fisicamente la pubertà inizia quando l’ipotalamo induce l’ipofisi a produrre ormoni gonadotropici. Questi ormoni stimolano le ghiandole sessuali, le gonadi (testicoli per i maschi e ovaie per le femmine), che danno inizio alla produzione di ormoni sessuali. Questi provocano tutta una serie di trasformazioni fisiche tipiche della pubertà, cioè sono responsabili della comparsa dei caratteri sessuali secondari. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
III modulo Elide Ceragioli Ipofisi Ipofisi= ghiandola endocrina posta nel cervello che funge da ponte tra il sistema nervoso e tutto il sistema endocrino. Ipotalamo= è una porzione del cervello collegata attraverso un peduncolo all’ipofisi. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
III modulo Elide Ceragioli 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
III modulo Elide Ceragioli 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
III modulo Elide Ceragioli Ormoni androgeni Gli ormoni androgeni della reticolare hanno scarsa importanza in condizioni normali, ma possono conferire caratteri sessuali secondari particolari nel caso in cui vengano secreti in maniera anomala per disfunzioni della ghiandola. Anche progesterone ed estrogeni, che sono ormoni tipicamente femminili sono secreti dalla ghiandola. Hanno alcuni effetti sui caratteri sessuali secondari 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Caratteri sessuali secondari Ecco allora che nel maschio crescono la barba e i peli sotto le ascelle e nella zona pubica, si ingrossa il pomo di Adamo, cambia il timbro della voce, si irrobustiscono i muscoli, si allargano le spalle, ecc.. Nella femmina compaiono i peli sotto le ascelle e nella zona pubica, si sviluppa il seno, si allarga il bacino e si ha un generale arrotondamento delle forme. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Caratteri sessuali primari I caratteri sessuali secondari determinano gli attributi anatomici e fisiologici dell’uomo e della donna; gli organi genitali veri e propri, detti caratteri sessuali primari, formano invece l’apparato riproduttore, o genitale, maschile e femminile. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale maschile È formato da due organi: i testicoli e il pene. I testicoli sono due ghiandole contenute in una borsa cutanea detta scroto; sono formati da vari tipi di cellule: alcune hanno la funzione di produrre spermatozoi, le cellule riproduttrici maschili; altre, dette cellule interstiziali, hanno funzione endocrina e producono gli ormoni sessuali maschili. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale maschile I due tipi di cellule sono situati in sottili condotti detti tubuli seminiferi. Il pene è l’organo che provvede all’immissione degli spermatozoi nell’apparato genitale femminile, permettendo la fecondazione. Esso è formato da particolari tessuti che, avendo la proprietà di dilatarsi, possono aumentare il volume e la rigidità (erezione). 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale maschile Gli spermatozoi, detti anche gameti maschili, vengono formati in continuazione all’interno dei tubuli seminiferi e affluiscono poi in una struttura posta sopra ogni testicolo, l’epididimo; dopo 15 giorni circa essi passano in un condotto deferente (uno per ciascun testicolo) e da qui raggiungono le vescichette seminali. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale maschile In queste vescichette gli spermatozoi sostano ancora qualche giorno immersi in un liquido speciale, il liquido seminale, prodotto da alcune ghiandole, tra cui la prostata. Gli spermatozoi assieme al liquido seminale formano lo sperma, la cui produzione inizia nella pubertà e continua fino alla vecchiaia. Dalle vescichette seminali lo sperma è espulso lungo l’uretra che, attraversando tutto il pene, ne permette l’uscita. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale maschile L’emissione all’esterno dello sperma è detta eiaculazione: in ogni eiaculazione vengono espulsi pochi cm cubici di sperma, che contengono 150 milioni di spermatozoi. Ogni spermatozoo è una cellula piccolissima formata da una testa, che rappresenta il corpo cellulare, da un collo e da una lunga coda, detta flagello, che permette allo spermatozoo di muoversi. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale maschile Il nucleo della cellula spermatozoo si trova nella testa e contiene solo 23 cromosomi invece di 46, recanti i caratteri ereditari del padre. Questi cromosomi assieme ai 23 dell’ovulo femminile, andranno a formare il patrimonio ereditario del nuovo essere. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale femminile L’apparato genitale femminile è molto più complesso di quello maschile in quanto è destinato a varie funzioni, tra cui quella di ospitare e nutrire il nuovo essere. Esso è situato quasi interamente all’interno del corpo della donna ed è costituito da: ovaie ovidotti o tube di Falloppio utero vagina vulva 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale femminile Le ovaie sono due ghiandole delle dimensioni di una mandorla situate nella cavità addominale, a destra e a sinistra della colonna vertebrale. La loro funzione è quella di conservare e portare a maturazione gli ovuli, i gameti femminili, e anche quella di secernere specifici ormoni, l’estrogeno e il progesterone. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale femminile 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale femminile Ogni ovaia è formata da tante masserelle cellulari a forma di vescichette, dette follicoli, in ognuna delle quali matura un ovulo. Gli ovidotti o tube di Falloppio sono due sottili condotti che collegano ciascuna ovaia con l’utero. All’interno sono tappezzati da ciglia vibratili, il cui movimento fa avanzare l’ovulo verso l’utero. L’ovidotto è la sede dove avviene l’incontro fra ovulo e spermatozoi. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale femminile L’utero è un organo muscoloso cavo a forma di pera rovesciata. Internamente presenta una mucosa riccamente irrorata da vasi sanguigni, che ogni mese subisce un complesso ciclo di modificazioni per preparare l’utero ad accogliere e nutrire un nuovo essere. La parte superiore dell’utero è detta corpo dell’utero; la sua parte inferiore, detta collo o cervice, sporge nella vagina. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale femminile La vagina è un canale lungo circa 7 cm costituito da tessuto muscolare; essa mette in comunicazione l’utero con la vulva. Le sue pareti elastiche permettono la fuoriuscita del neonato al momento del parto. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale femminile L’ovulo o cellula uovo, è più grande dello spermatozoo (diametro 1/10 di mm). Non è dotato di movimento proprio e contiene anch’esso 23 cromosomi, recanti i caratteri ereditari della madre. Gli ovuli (oociti) sono presenti nelle ovaie fin dalla nascita in numero ben definito. Di questi solo 400-500 arrivano a maturazione. Fino a una certa età, però, essi sono immaturi, non adatti cioè ad essere fecondati. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Apparato genitale femminile La maturazione di un ovulo avviene con un processo chiamato ciclo ovarico della durata di 28 giorni circa. Il primo ciclo avviene per stimolazione delle ovaie da parte dell’ipofisi e segna l’inizio della pubertà (menarca). Da questo momento in poi comincia il periodo fertile di una donna; tale periodo termina intorno ai 50 anni, quando cessa l’attività delle ovaie e la donna entra in menopausa. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto Tutto il ciclo è controllato dall’ipofisi. Ogni 28 giorni si ha la maturazione di un ovulo, ovvero un ciclo ovarico. All’inizio del ciclo un ovulo immaturo, all’interno del suo follicolo, è circondato da particolari cellule, che lo portano a maturazione. Ad attivare questo processo interviene l’ormone follicolo stimolante. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto A mano a mano che l’ovulo si sviluppa e matura, il follicolo si ingrossa, si riempie di liquido e produce un ormone, l’estrogeno. L’estrogeno stimola l’ipofisi a produrre l’ormone luteinizzante, che è responsabile dell’ovulazione. Questa avviene quando il follicolo scoppia e il suo liquido spinge l’ovulo nell’ovidotto. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto Siamo al 14 giorno e l’ovulo maturo cade nell’ovidotto: è avvenuta l’ovulazione. Il follicolo scoppiato si trasforma in corpo luteo, una specie di cicatrice, che produce il progesterone, che fa crescere ulteriormente la mucosa uterina. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto Se l’ovulo durante la sua permanenza nell’ovidotto incontra gli spermatozoi, può essere fecondato; è quindi solo per pochi giorni al mese che l’ovulo risulta fecondabile. Un ciclo ovarico in cui si ha la fecondazione dell’ovulo (ciclo ovarico fecondo) si concluderà con una gravidanza. Può anche non avvenire alcuna fecondazione (ciclo ovarico infecondo), e in questo caso il ciclo si concluderà con un fenomeno detto mestruazione. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto La mestruazione, che avviene il 28° giorno dall’inizio del ciclo, è il segnale di un ciclo infecondo, ovvero di una mancata fecondazione. Che cosa avviene esattamente? 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto Nei giorni che precedono e seguono l’ovulazione, l’utero si prepara ad accogliere l’eventuale ovulo fecondato con una serie di trasformazioni a carico della mucosa, che si ispessisce e si arricchisce di vasi sanguigni. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto Al 28° giorno l’ovulo non fecondato arriva all’utero in fase di regressione e la mucosa uterina va incontro a disfacimento: essa si stacca a brandelli e, assieme all’ovulo, è espulsa all’esterno attraverso la vagina. Ciò determina un flusso di sangue (piccola emorragia) che prende il nome di mestruazione o flusso mestruale. Tale flusso dura 4-5 giorni e segna l’inizio di un altro ciclo ovarico. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto Se nei 2-3 giorni che seguono immediatamente un’ovulazione si ha l’incontro dell’ovulo con gli spermatozoi, l’ovulo può essere fecondato. Inizialmente l’ovulo maturo passa dalle ovaie nell’ovidotto ed è qui che viene raggiunto dagli spermatozoi, risaliti attraverso la vagina e l’utero. Dei tanti spermatozoi presenti solo uno avrà la possibilità di penetrare nell’ovulo. L’ovulo stesso, infatti, una volta fecondato altera chimicamente la sua membrana rendendola impenetrabile a qualsiasi altro spermatozoo. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto Con la penetrazione dello spermatozoo nell’ovulo si ha la fecondazione, ovvero la fusione dei 23 cromosomi maschili con i 23 cromosomi femminili. Tale fusione da origine alla prima cellula, lo zigote, da cui avrà origine il processo che porterà alla formazione di un nuovo essere: lo sviluppo embrionale. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto A poche ore dalla fecondazione (circa 30 ore) lo zigote, con il suo caratteristico patrimonio genetico di 46 cromosomi, inizia a dividersi per mitosi e nell’arco di 3-4 giorni si presenta come una pallina compatta, formata da numerose cellule: la morula. Al 6-7° giorno la morula si trasforma in una sfera cava, denominata blastocisti o blastula, formata dalla massa cellulare, che darà vita all’embrione vero e proprio e da un involucro esterno detto corion. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Mitosi (cellule somatiche) Mitosi: schema semplificato Ogni carattere è controllato da due cromosomi (nell’immagine uno di colore rosso e uno di colore blu). Nella prima fase i cromosomi si duplicano. Nella seconda fase le cellule si duplicano: totale due cellule uguali a quelle iniziali. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Mitosi (cellule somatiche) Mitosi: approfondimento 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Meiosi (cellule sessuali) Meiosi: schema semplificato Ogni carattere è controllato da due cromosomi (nell’immagine uno di colore rosso e uno di colore blu). Nella prima fase i cromosomi si duplicano. Nella seconda fase le cellule si duplicano: totale due cellule uguali a quelle iniziali. Nell’ultima fase le cellule si dividono (dimezzano il numero di cromosomi). 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto La blastocisti arriva all’utero, che nel frattempo ha ispessito la sua mucosa ed è pronto al suo compito. La blastocisti si annida nelle pareti dell’utero e ha inizio la gravidanza o gestazione, che porterà nell’arco di 265 giorni (9 mesi circa) alla formazione completa del nuovo essere. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto Per proteggere e nutrire l’embrione, appena la blastocisti si è annidata nell’utero, si formano l’amnios o sacco amniotico e la placenta. L’amnios, o sacco amniotico, è un sacchetto pieno di liquido (liquido amniotico) che protegge l’embrione da urti e sbalzi di temperatura. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Ciclo ovarico, gravidanza e parto La placenta, che si origina dall’unione del corion con la parete uterina, ha il compito di nutrire l’embrione, permettendo il continuo scambio di sostanze tra il sangue materno e quello del figlio senza però che vi sia mescolanza di sangue. La placenta è collegata all’embrione attraverso il cordone ombelicale. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
III modulo Elide Ceragioli Crescita embrionale Durante i primi due mesi: L’embrione forma diversi tessuti, gli arti e il cuore comincia a battere. Settima settimana: Le gonadi si differenziano (si sviluppano i testicoli o le ovaie). 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
III modulo Elide Ceragioli Crescita embrionale Dopo circa 9 settimane: L’embrione ha l’aspetto di un bimbo (ma pesa solo 10 g ed è lungo 3 cm). Da adesso si chiama feto. Dal quarto al sesto mese: Il feto termina la formazione di tutti gli organi e comincia a muoversi. Cresce molto (arriva a 700g). 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
III modulo Elide Ceragioli Crescita embrionale Dal settimo al nono mese: Contiunua ad aumentare di peso fino a circa 3 kg e lungo 50 cm. Ultime settimane: Si dispone a testa in giù, pronto per uscire. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
III modulo Elide Ceragioli Glossario Ipofisi= ghiandola endocrina posta nel cervello che funge da ponte tra il sistema nervoso e tutto il sistema endocrino. Ipotalamo= è una porzione del cervello collegata attraverso un peduncolo all’ipofisi. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
NORMALE DIFFERENZIAZIONE SESSUALE Il sesso genetico dipende dal corredo cromosomico 46XX, 46 XY. Lo sviluppo della gonade in testicolo dipende dalla presenza del cromosoma Y, mentre in sua assenza la gonade svilupperà in senso femminile. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
NORMALE DIFFERENZIAZIONE SESSUALE Il fenotipo maschile ha bisogno della presenza di androgeni durante un periodo critico dello sviluppo fetale (8-10 settimana di gestazione) Il fenotipo femminile risulta dalla assenza di androgeni durante il periodo “critico” della vita fetale. Tuttavia la presenza di 2 cromosomi X intatti è un pre-requisito alla formazione di ovaie normalmente differenziate 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Presenza di testosterone 1° trimestre 2°-3° trimestre Alla nascita, l’aspetto fenotipico dei genitali esterni è influenzato dal “timing” prenatale di eccesso o carenza di androgeni Presenza di testosterone 1° trimestre 2°-3° trimestre Espressione clinica + - - - - + + Micropene Ambigui Femmina normale Maschio normale 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
III modulo Elide Ceragioli Un neonato con genitali ambigui può essere: A. una femmina virilizzata B. un maschio ipovirilizzato L’elemento diagnostico chiave all’esame obiettivo è la presenza o assenza di testicoli palpabili 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Cause più frequenti di ambiguita’ dei genitali Genotipo XY insensibilità agli androgeni deficit di 5- reduttasi ICS (deficit di 20-22desm, 17 -OH, 3-OH) Genotipo XX ICS (deficit di 21OH) androgeni materni virilizzazione iatrogena 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
Assegnazione del sesso A. Dipende dalle dimensioni del pene e dalla sua risposta al trattamento ormonale Testosterone Crescere come femmina (ricostruzione vaginale) B. L’elemento critico per la decisione è la valutazione del potenziale e delle capacità funzionali dei genitali per una normale sessualità da adulto 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli
. Panoramica dell’apparato urinario L’ apparato urinario è costituito da diversi organi due reni; due ureteri; vescica urinaria; uretra. I reni filtrano il sangue e restituiscono la maggior parte dell’acqua e dei soluti al circolo sanguigno. L’acqua e i soluti residui costituiscono l’urina. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
1. Panoramica dell’apparato urinario 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
III modulo Elide Ceragioli Funzioni regolazione dei livelli di ioni nel sangue tra cui Ca2+, Na+, K+, Cl-, HPO42-; regolazione del volume e della pressione del sangue; regolazione del pH sanguigno; produzione di ormoni quali il calcitriolo e l’eritropoietina; escrezione di rifiuti attraverso la produzione di urina; 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
III modulo Elide Ceragioli 2. La struttura del rene I reni sono una coppia di organi a forma di fagiolo, allineati lungo la colonna vertebrale a livello intermedio fra le vertebre toraciche e le lombari. Ogni rene è avvolto dalla capsula renale, un tessuto connettivo trasparente che fornisce contenimento e protezione. Internamente sono distinguibili corteccia o zona corticale più esterna; zona midollare, più interna. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
III modulo Elide Ceragioli 2. La struttura del rene 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
III modulo Elide Ceragioli 2. La struttura del rene La midollare è organizzata in diverse piramidi renali; gli spazi fra una e l’altra sono occupati da un’estensione della corticale chiamate colonne renali. L’urina defluisce dai calici minori ai calici maggiori e viene poi convogliata in una cavità imbutiforme detta pelvi renale, per essere espulsa. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
III modulo Elide Ceragioli 2. La struttura del rene Ogni rene è irrorato dalle arterie renali che si dividono in vasi sempre più piccoli, le arteriole afferenti, ognuna delle quali si ramifica in una rete di capillari chiamata glomerulo, da cui si diparte una arteriola efferente suddividendosi nei capillari peritubulari che convergono infine nella vena renale. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
III modulo Elide Ceragioli 2. La struttura del rene 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
III modulo Elide Ceragioli 2. La struttura del rene Il tubulo renale attraverso cui passa il filtrato glomerulare sono il tubulo convoluto prossimale, l’ansa di Henle e il tubulo convoluto distale. I tubuli convoluti distali di più nefroni riversano il loro contenuto in un dotto collettore comune. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
3. Le funzioni dei nefroni Per produrre l’urina, i nefroni e i dotti collettori svolgono tre processi di base la filtrazione glomerulare: la pressione sanguigna spinge l’acqua e la maggior parte dei soluti attraverso la parete dei capillari glomerulari, formando un filtrato glomerulare; 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
3. Le funzioni dei nefroni il riassorbimento tubulare: avviene mentre il fluido filtrato scorre lungo il tubulo renale e il dotto collettore; la secrezione tubulare: ha luogo quando il fluido scorre lungo il tubulo e attraverso il dotto collettore con la rimozione delle sostanze inutili e dannose. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
3. Le funzioni dei nefroni 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
3. Le funzioni dei nefroni La capsula che circonda i capillari glomerulari è costituita da due strati di cellule. La pressione che permette la filtrazione è la pressione del sangue che scorre nei capillari glomerulari. Il filtrato glomerulare passa nello spazio capsulare e poi nel tubulo prossimale. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
3. Le funzioni dei nefroni 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
3. Le funzioni dei nefroni Il riassorbimento tubulare, cioè il recupero della maggior parte del’acqua, è svolta dai nefroni e dai dotti collettori. Le cellule epiteliali lungo l’intero decorso dei tubuli renali e dei dotti collettori effettuano il riassorbimento tubulare. Le cellule localizzate lungo i tubuli convoluti distale e prossimale effettuano il riassorbimento selettivo per mantenere il bilancio omeostatico. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
3. Le funzioni dei nefroni Il riassorbimento tubulare, cioè il recupero della maggior parte del’acqua, è svolta dai nefroni e dai dotti collettori. Le cellule epiteliali lungo l’intero decorso dei tubuli renali e dei dotti collettori effettuano il riassorbimento tubulare. Le cellule localizzate lungo i tubuli convoluti distale e prossimale effettuano il riassorbimento selettivo per mantenere il bilancio omeostatico. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
3. Le funzioni dei nefroni La terza funzione dei nefroni e dei dotti collettori è la secrezione tubulare, cioè il trasferimento di sostanze dal sangue nelle cellule e nel fluido tubulare. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
3. Le funzioni dei nefroni Alcuni ormoni (l’angiotensina II e l’aldosterone) influiscono sull’entità del riassorbimento degli ioni Na+ e Cl- e dell’acqua così come sulla secrezione di K+. Il peptide natriuretico atriale aumenta la velocità di filtrazione glomerulare. L’ormone antidiuretico (ADH) regola il riassorbimento di acqua attraverso un meccanismo a feedback negativo. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
4. Il percorso dell’urina I due ureteri trasportano l’urina dalla pelvi renale alla vescica urinaria. Le loro pareti sono costituite da tre strati tonaca mucosa: all’interno; muscolatura liscia: come strato intermedio; tessuto connettivo lasso più esterno contenente vasi sanguigni, vasi linfatici e nervi (tonaca avventizia). 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
4. Il percorso dell’urina La vescica urinaria è un organo muscolare cavo, situato nella cavità pelvica dietro la sinfisi pubica, di dimensione e forma variabile in relazione alla quantità di urina in essa contenuta. La tonaca muscolare della parete della vescica è costituita da tre strati di muscolatura liscia che prendono il nome di muscolo detrusore. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
4. Il percorso dell’urina 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
4. Il percorso dell’urina L’uretra è il tratto terminale dell’apparato urinario che collega il pavimento della vescica all’esterno del corpo. Lo sfintere uretrale interno è costituito da muscolatura liscia per cui si apre e si chiude involontariamente, mentre lo sfintere uretrale esterno, composto da muscolatura scheletrica, si può controllare volontariamente. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
4. Il percorso dell’urina La vescica urinaria immagazzina l’urina prima di eliminarla e la spinge nell’uretra con un’azione combinata di contrazioni muscolari volontarie e involontarie: la minzione. Il riflesso di minzione parte quando i recettori sensibili allo stiramento trasmettono impulsi nervosi al midollo spinale, determinando la contrazione della vescica e il rilasciamento degli sfinteri. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
5. L’equilibrio dei fluidi corporei I liquidi presenti nell’organismo sono raccolti in due distretti principali, l’interno delle cellule: circa i 2/3 rappresentano il liquido intracellulare; l’esterno delle cellule: circa 1/3 è il liquido extracellulare e comprende tutti i fluidi corporei. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
5. L’equilibrio dei fluidi corporei Normalmente sia la perdita sia l’introduzione quotidiana di acqua ammontano a circa 2500 mL. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009
5. L’equilibrio dei fluidi corporei Un’area dell’ipotalamo chiamata centro della sete regola l’impulso di bere. Quando la perdita di acqua è maggiore dell’assunzione, si va incontro a disidratazione con diminuzione del volume e aumento della pressione osmotica del sangue; si ha così lo stimolo della sete. 18/09/2018 III modulo Elide Ceragioli Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009