Élite e classi dirigenti in Italia

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Transcript della presentazione:

Élite e classi dirigenti in Italia Fonti: C. Carboni, Élite e classi dirigenti in Italia (Laterza, 2007) AAVV, 1° Rapporto Luiss Generare classe dirigente (Lup-Il Sole 24 ore, 2007) C. Carboni, La società cinica. Le classi dirigenti nell’epoca dell’antipolitica (Laterza, 2008) AAVV, 2° Rapporto Luiss Generare classe dirigente (Lup-Il Sole 24 ore, 2008)

17.305 (cerchio “allargabile”50.000) Fig. 1: GLI ALTI CERCHI CONCENTRICI DEL POTERE IN ITALIA classi dirigenti funzionali elite traenti 5.967 17.305 (cerchio “allargabile”50.000) vantaggi posizionali organiz zazione Leaders 1.924 Carisma notorietà

Gli altri “cerchi”/raggruppamenti della società Quarto gruppo: 5-6 milioni di persone (2,5 milioni di borghesi e loro familiari, oltre ai professionisti) Quinto gruppo: 15 milioni di cittadini (area della “cittadinanza competente”, prevalentemente ceto medio intellettuale e autonomo) Sesto gruppo: la maggioranza dei cittadini (una rete di relazioni orfana della vecchia società di massa industriale, se pur percorsa da nuovi valori e nuove aggregazioni; “lealtà passiva”)

La cittadinanza competente: quadro di riferimento e aspetti salienti La società attuale, rispetto alla morfologia della società di massa, presenta una nuova segmentazione sociale, tra una componente di cittadini che vivono i cambiamenti valoriali, tecnologici, delle professioni in modo consumistico e passivo, con minori competenze e livelli di istruzione, e quanti sanno cogliere in tale scenario in mutamento e nei nuovi consumi, opportunità per irrobustire le proprie competenze individuali, professionali e civili. Nella prima società alberga una cittadinanza i cui tratti tipici sono disimpegno e lealtà passiva verso l’interesse pubblico, mentre nella seconda prevale la cittadinanza competente. Tra gli aspetti positivi del processo di individualizzazione, quest’ultima componente sociale scaturisce dai sistemi di opportunità (a livello educativo, comunicativo, tecnologico, sociale ed economico) in grado di rafforzare l’individuo, le sue reti di relazione, le proprie competenze e informazioni. Le stesse spingono i cittadini a chiedere una rinnovata modalità di esercizio, più attiva, della partecipazione. La cittadinanza competente esprime pertanto una domanda sociale di nuovo e maggiore coinvolgimento nel processo democratico. Si interessa della polis e della cosa pubblica, ma è portatrice di istanze politiche fondate su rinnovate modalità di partecipazione dal basso e dell’esercizio del potere. La cittadinanza competente risulta composta da cittadini istruiti sopra la media, con un elevato accesso informativo, impegnati nella sfera pubblica, anche attraverso forme innovative di azione e mobilitazioni “critiche” rispetto allo status quo (Carboni, 2008).

% nel 1998 % nel 2004 Oltre i 70 anni 18,8 23,4 61-70 anni 27,4 30,4 Tab. 1: Classi di età % nel 1998 % nel 2004 Oltre i 70 anni 18,8 23,4 61-70 anni 27,4 30,4 51-60 anni 31,7 24,3 41-50 anni 15,9 14,3 31-40 anni 5,3 3,8 Fino a 30 anni 0,9 0,7 Dato mancante 3,1 Totale 100,0

Graf. 1: Permanenza nelle elite (1998-2004) sulla base del ramo di attività 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 Cultura Spettacolo Media / Comunicazione Economia Sport Professioni Politica e Istituzioni Totale complessivo

Graf. 2: Personaggi potenti e celebri per sesso

Tab. 2: Incrocio tra esperienze lavoro o studio estero e over 60 Tab. 2: Esperienze lavoro o studio estero 67,6% 71,9% 64,3% 69,3% 32,4% 28,1% 35,7% 30,7% 100,0% Esperienze lavoro o studio estero No Si Totale Oltre i 60 anni 41-60 anni fino a 40 anni Over 60 Tab. 2: Incrocio tra esperienze lavoro o studio estero e over 60 67,6% 71,9% 64,3% 69,3% 32,4% 28,1% 35,7% 30,7% 100,0% No Si Esperienze lavoro o studio estero Totale Oltre i 60 anni 41-60 anni fino a 40 anni Over 60

Tab. 3: Secondo lei dove si formano le classi dirigenti italiane? AMBITI VALUTAZIONE (%)* Per niente o poco In parte Abbastanza o molto Non risponde Università e scuole di alta formazione 13,9 25,4 36,8 23,9 Associazioni di rappresentanza datoriali 11,4 29,4 33,1 26,1 Sindacati 22,6 28,3 24,9 24,2 Associazioni culturali, sociali e religiose 43,3 17,9 9,8 29,0 Partiti politici e scuole di formazione politica 10,2 14,1 53,1 Ordini professionali 19,1 26,8 25,0 29,1 Fondazioni 36,4 21,2 9,3 Formazione sul campo 10,3 20,4 45,0 24,3 * I totali di riga sono pari a 100%.

Tab. 4: Le classi dirigenti ideali Le caratteristiche ideali che dovrebbero avere le classi dirigenti di un Paese CARATTERISTICHE   VALUTAZIONE (%) Per niente o poco importante Importante Abbastanza o molto importante N.R. Visione strategica 1,0 4,5 90,2 3,3 Competenza 0,7 3,7 92,7 2,9 Autonomia decisionale 4,8 15,2 75,3 4,7 Capacità decisionale 0,9 5,6 88,6 4,9 Autorevolezza e leadership 3,6 11,3 80,3 Capacità di innovazione e creatività 0,8 5,9 89,6 Tutela e promozione di interessi specifici/settoriali 12,3 21,2 57,8 8,7 Capacità di far convergere interessi diversi 1,3 6,9 88,1 Responsabilità pubblica e sociale 1,5 5,0 88,7 Senso morale legalità, etica 89,8 4,3 Immagine positiva 26,8 31,1 33,3 8,8 Ricchezza 46,4 33,1 12,7 7,8 Relazioni importanti 18,7 31,4 38,9 11,0 * I totali di riga sono pari a 100%. Fonte: Generare classe dirigente. Primo Rapporto 2007

Tab. 5: Le classi dirigenti italiane di oggi Le caratteristiche delle classi dirigenti italiane di oggi CARATTERISTICHE   VALUTAZIONE (%) Per niente o poco importante Importante Abbastanza o molto importante N.R. Visione strategica 42,7 39,6 14,0 3,7 Competenza 31,5 42,0 23,0 3,5 Autonomia decisionale 32,7 32,0 20,0 5,3 Capacità decisionale 44,7 34,1 16,2 5,0 Autorevolezza e leadership 36,1 33,3 24,2 6,4 Capacità di innovazione e creatività 46,3 30,4 17,2 6,1 Rappresentanza interessi specifici/settoriali 25,3 29,8 8,8 Capacità di far convergere interessi diversi 45,0 34,0 13,1 7,9 Responsabilità pubblica e sociale 50,9 30,8 12,5 5,8 Senso morale legalità, etica 58,0 26,1 11,4 4,5 Immagine positiva 33,9 31,0 25,4 9,7 Ricchezza 8,3 16,0 68,0 7,7 Relazioni importanti 10,3 24,8 54,2 10,7 * I totali di riga sono pari a 100%. Fonte: Generare classe dirigente. Primo Rapporto 2007

Quanto effettivamente contano Quanto dovrebbero contare Tab. 6: L’opinione della popolazione italiana su chi conta effettivamente e su chi dovrebbe contare nelle classi dirigenti italiane punteggi medi (valutazione compresa da 1 min. a 5 max) Gruppi Quanto effettivamente contano Quanto dovrebbero contare Differenza Cariche istituzionali dello Stato 3,99 4,52 + 0,53 Imprenditori e manager di medie-grandi imprese 3,97 4,09 + 0,12 Vertici di banche e assicurazioni 3,88 3,36 - 0,52 Politici e cariche elettive nazionali/europee 3,87 4,48 + 0,61 Dirigenti di assoc. di rappresentanza degli interessi datoriali 3,69 3,82 + 0,13 Esponenti dei mass media, giornalisti e opinionisti 3,61 2,99 - 0,62 elettive locali 3,60 4,29 + 0,69 degli interessi dei lavoratori 3,17 3,63 + 0,46 Gerarchia della Chiesa cattolica 3,06 2,50 - 0,56 Personaggi dello sport e dello spettacolo 3,02 2,08 - 0,94 Professori, ricercatori e personaggi della cultura 2,73 3,73 + 1,00 Responsabili di associazioni sociali e volontariato 2,46 3,03 + 0,57 Fonte: 1°Rapporto Luiss, Generare Classe dirigente, Roma 2007

Quanto effettivamente contano Quanto dovrebbero contare Tab. 7: L’opinione dei dirigenti su chi conta effettivamente e su chi dovrebbe contare nelle classi dirigenti italiane punteggi medi (valutazione compresa da 1 min. a 5 max) Gruppi Quanto effettivamente contano Quanto dovrebbero contare Differenza Vertici di banche e istituzioni finanziarie 4,27 3,09 -1,18 Esponenti dei mass media, giornalisti e opinionisti 4,07 2,87 -1,20 Principali cariche istituzionali dello Stato 4,05 4,15 +0,10 Gerarchia della Chiesa Cattolica 3,77 2,44 -1,33 Dirigenti asso. Rappresentanza degli interessi dei lavoratori 3,75 2,80 -0,95 Politici e cariche elettive nazionali ed europee 3,69 3,62 -0,07 Imprenditori e manager di medie-grandi imprese 3,64 3,52 -0,12 Dirigenti asso. Rappresentanza di interessi datoriali 3,08 -0,56 Vertici della massoneria 3,50 1,48 -1,67 Personaggi dello sport e dello spettacolo 3,51 1,84 -2,02 Politici e cariche elettive locali 3,42 3,36 -0,06 Dirigenti di ordini professionali 3,34 2,20 -1,14 Gruppi professionali 3,13 2,46 -0,67 Professori, ricercatori e personaggi della cultura 2,49 3,54 +1,05 Responsabili di associazioni con finalità sociali e di volontariato 2,12 3,02 +0,90 Fonte: 1°Rapporto Luiss, Generare Classe dirigente, Roma 2007

Tab. 8: I gruppi guida. A suo giudizio, quali gruppi tra i seguenti dovranno svolgere una funzione di guida per uscire dalla crisi? GRUPPI/CATEGORIE VALUTAZIONE (%) Per niente o poco In parte Abbastanza o molto Non risponde Cariche istituzionali dello Stato 2,3 6,8 84,3 6,6 Politici e cariche elettive nazionali/europee 3,7 7,5 82,0 Politici e cariche elettive locali 5,3 12,7 74,6 7,4 Imprenditori e manager di medie-grandi imprese 4,4 16,2 72,4 7,0 Associazioni di rappresentanza degli interessi datoriali 26,1 57,6 8,8 Professori, ricercatori e personaggi della cultura 14,6 22,8 53,4 9,2 Associazioni di rappresentanza degli interessi dei lavoratori 13,8 26,2 51,4 8,6 Vertici di banche e assicurazioni 20,3 44,4 9,1 Esponenti dei mass media, giornalisti e opinionisti 30,0 32,0 8,0 Responsabili di associazioni sociali 31,4 25,3 30,4 12,9 Religiosi 50,5 19,6 9,6 Personaggi dello sport e dello spettacolo 65,0 15,0 10,5 9,5 * I totali di riga sono pari a 100%.

Tab. 9: Secondo lei, le difficoltà del nostro paese, sono attribuibili soprattutto a quali gruppi delle classi dirigenti? GRUPPI/CATEGORIE VALUTAZIONE (%)* Per niente o poco In parte Abbastanza o molto Non risponde Politici e cariche elettive nazionali/europee 3,6 13,3 78,5 4,6 Cariche istituzionali dello Stato 6,1 15,6 73,8 4,5 Politici e cariche elettive locali 7,0 17,4 70,4 5,2 Vertici di banche e assicurazioni 10,0 23,0 60,0 Associazioni di rappresentanza degli interessi datoriali 12,0 36,1 44,8 7,1 Imprenditori e manager di medie-grandi imprese 16,4 32,0 46,1 5,5 Associazioni di rappresentanza degli interessi dei lavoratori 18,3 32,6 43,5 5,6 Esponenti dei mass media, giornalisti e opinionisti 30,3 31,9 32,3 Religiosi 54,3 20,1 18,1 7,5 Personaggi dello sport e dello spettacolo 55,6 21,4 15,7 7,3 Professori, ricercatori e personaggi della cultura 58,7 22,4 12,6 6,3 Responsabili di associazioni sociali 60,8 20,6 7,4 11,2 * I totali di riga sono pari a 100%.

Tab. 10: Riconoscimento e valorizzazione del merito nei principali ambiti professionali (val. %) OPINIONI POPOLAZIONE Molto+Abbastanza riconosciuto e apprezzato OPINIONI CLASSE DIRIGENTE Poco+Per nulla riconosciuto e apprezzato Non saprei dare un giudizio PMI 51,2 81,6 29,7 13,3 19,1 5,1 Professioni 49,9 74,7 30,7 21,5 19,4 3,8 Scuola elemen. 49,6 53,5 34,2 36,7 16,2 9,8 Scuola media inf. 49,1 35,2 40,1 15,7 8,7 Scuola superiore 46,4 57,5 37,7 36,1 15,9 6,4 Università 43,5 49,5 37,3 44,1 19,2 Cultura 60,7 37,1 32,9 Grande impresa 41,5 71,7 36,2 20,4 22,3 7,9 Ricerca 38,7 42,4 41,7 47,8 19,6 Finanza/Banche 38,3 58,2 34,0 30,8 27,7 11,0 Lavoro dip. 44,8 53,1 14,3 2,1 Classe dirigente 34,4 52,2 40,3 42,1 25,3 5,7 Mass-media 32,6 34,9 44,4 55,8 23,0 9,3 Magistratura 31,1 48,9 26,8 14,4 Ass. sindacali 27,9 31,0 43,1 56,5 29,0 12,5 Ass. datoriali 24,5 45,2 36,5 39,3 39,0 15,5 P.A. 24,0 18,0 56,3 77,8 19,7 4,2 Politica 22.9 16,0 54,2 78,7 22,9 5,3

Tab. 11: Italia, Paese in cui le "relazioni" prevalgono sulle regole? Opinioni Val. % Vero, contano purtroppo più le conoscenze che le norme 48,6 Vero, le relazioni e gli interessi particolari contano più di quelli generali 17,0 Vero, ma non mi sembra un problema particolarmente grave 6,4 Falso, in Italia le regole ci sono e sono cogenti ma purtroppo non vengono fatte rispettare (superficialità/mancanza dei controlli) 12,7 Falso, gli italiani hanno la tendenza ad ingigantire i problemi interni 3,9 Falso, in Italia le regole ci sono e sono cogenti 1,8 Non risponde 9,6 Totale 100,0 Fonte: LUISS, “Generare Classe Dirigente”, Rapporto/2008

Tab. 12: Nel concreto in Italia le relazioni e le raccomandazioni contano più del merito? Molto + Abbastanza d'accordo Poco o per nulla d'accordo Non saprei dare un giudizio Nel concreto in Italia le relazioni e le raccomandazioni contano più del merito? 80,6 10,2 9,2 Fonte: LUISS, “Generare Classe Dirigente”, Rapporto/2008, Indagine sulla popolazione

Tab. 13: A suo giudizio, in Italia cosa conta di più per entrare a fare parte della classe dirigente? VALUTAZIONE (%) QUALITÀ/ATTITUDINI Per niente o poco In parte Abbastanza o molto Non risponde Motivazione e passione 22,4 25,3 47,7 4,6 Conoscenza di persone influenti e raccomandazioni 7,9 10,8 77,5 3,8 Competenza e esperienza 18,0 28,2 49,0 4,8 Obbedienza e fedeltà 23,3 27,0 41,8 Affidabilità e lealtà 28,3 38,5 6,2 Senso di responsabilità pubblica e sociale 34,0 27,8 32,2 6,0 Spregiudicatezza e ambizione 7,8 16,3 71,4 4,5 Reddito 29,8 45,8 8,1 Notorietà e visibilità 14,0 26,5 51,0 8,5 Essere leader 8,3 23,7 58,4 9,6 * I totali di riga sono pari a 100%.

Tab. 14: Caratteristiche di innovatività della Classe Dirigente nei diversi settori di appartenenza (val. %) Settori di appartenenza Classe dirigente innovatrice Classe dirigente conservatrice Non saprei dare un giudizio Totale Piccola e/o media impresa 35,5 32,4 32,1 100,0 Grande impresa 33,1 36,3 30,6 Cultura 29,6 37,5 32,9 Università e ricerca 28,7 41,3 30,0 Mass-media 27,3 31,4 Scuola 26,9 46,8 26,3 Finanza/Banche 26,7 40,9 Pubblica Amministrazione 17,1 55,1 27,8 Ordini Professionali 16,1 51,0 Magistratura 16,0 50,8 33,2 Associazioni sindacali 50,6 33,4 Associazioni datoriali 15,8 39,3 44,9 Politica 12,2 60,1 27,7 Fonte: LUISS, “Generare Classe Dirigente”, Rapporto/2008

Leader 23 Paesi europei per grandi stati (4) e macroaree Tab. 5. Leader 11 Paesi UE per grandi stati (4) e macroaree europee (3) per fascia d’età e livello d’istruzione Leader 23 Paesi europei per grandi stati (4) e macroaree europee (7) per sesso 81,4 80,0 56,7 73,9 63,6 82,8 78,3 73,7 76,4 81,5 75,2 18,6 20,0 43,3 26,1 36,4 17,2 21,7 26,3 23,6 18,5 24,8 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Benelux Area Alpina Isole Britanniche Scandinavia Francia Italia Polonia Europa Centro-Orientale Germania Penisola Iberica Area Balcanica Maschi Femmine Fonte: LUISS, “Generare Classe Dirigente”, Rapporto/2008: nostre elaborazioni

Leader 11 Paesi europei per grandi stati (4) e macroaree europee (3) per settore professionale 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% Isole Britanniche Scandinavia Francia Italia Polonia Germania Penisola Iberica Cultura professioni Arte e comunicazione Economia Politico-istituzionale

Modelli socio-economici e modelli di leadership in Europa Ricerca “Le classi dirigenti nel mondo globale” Modelli socio-economici e modelli di leadership in Europa

Modelli sociali in Europa (1) Con l’espressione modello sociale europeo si intende da un lato il modello sociale dei singoli Stati nazionali, con particolare attenzione ai sistemi di welfare, dall’altro il modello sociale dell’intera Unione europea (UE) in quanto tale, ovvero la politica sociale comunitaria. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, che va al di là delle caratteristiche dei sistemi dei vari Stati, va considerata la presenza di principi e norme sociali inscritte nei Trattati, una piattaforma comune di garanzie sociali disciplinate da norme comunitarie, l’introduzione di programmi di intervento finanziari diretti, l’implementazione di un progressivo coordinamento tra i vari sistemi e le politiche nazionali sociali, economiche e della ricerca.

Modelli sociali in Europa (2) Il concetto di modello sociale europeo richiama inoltre una peculiare strutturazione di politiche del lavoro, delle relazioni industriali, di politiche sociali, che presuppone a sua volta una specifica configurazione degli attori rilevanti per tali politiche e delle relazioni tra gli stessi. I principali tratti costitutivi che informano il dibattito sul modello sociale europeo e che connotano tali configurazioni sono i seguenti:

Modelli sociali in Europa (3) Un regime di protezione sociale caratterizzato da livelli relativamente generosi di spesa pubblica, nel quale i servizi sociali e le prestazioni di welfare non sono meramente “residuali”, ovvero non rivolti esclusivamente a fasce sociali deboli della popolazione; Un modello di regolazione del mercato del lavoro che cerca di coniugare le esigenze di flessibilità espresse dalle imprese in relazione alle dinamiche produttive con varie misure e istituti di garanzia e tutela del lavoro o del reddito; Un sistema istituzionalizzato di relazioni industriali, fondato su associazioni di rappresentanza degli interessi inclusive e riconosciute, al quale si affianca un metodo di regolazione del lavoro basato sulla contrattazione collettiva coordinata; Un processo di formazione delle politiche sociali ed economiche che impiega modalità di consultazione o coinvolgimento formale o informale di tali associazioni di rappresentanza degli interessi da parte della sfera politico-istituzionale (Governi); Una struttura dei redditi e delle retribuzioni in genere più ugualitaria rispetto ai Paesi non europei.

Modelli sociali in Europa (4) A fronte di questi caratteri comuni generali e rilevanti, le analisi comparate evidenziano tuttavia notevoli differenze tra i vari Paesi europei in relazione a tali aspetti. Ciò consente di osservare la presenza di una pluralità di modelli, i quali si discostano a loro volta dai contesti economici di mercato non regolato (ad es.: Stati Uniti). L’analisi delle differenziazioni tra i modelli sociali ha stimolato un articolato dibattito e orientato diverse ricerche tra gli studiosi di scienze sociali. In letteratura, sono stati individuati due principali “modelli”, frutto di una rilevante biforcazione avvenuta a metà del secolo scorso sulla base del criterio della modalità di copertura: occupazionale o “bismarckiano” il primo, adottato dalla maggioranza dei Paesi continentali, e universalistico o “beveridgeano” il secondo, prescelto dai Paesi anglo-scandinavi.

Modelli sociali in Europa (5) Nella fase dell’espansione del welfare state avvenuta nei trenta anni gloriosi si sono sviluppati modelli “misti”: Un modello occupazionale misto nei Paesi dell’Europa meridionale (oltre che in Svizzera e Olanda), che hanno affiancato agli schemi occupazionali tradizionali programmi universalistici (nel campo delle pensioni in Olanda e Svizzera e nella sanità nei Paesi sud-europei); Modelli universalistici misti nei Paesi anglo-scandinavi, i quali alla tradizione di schemi universali hanno aggiunto vari programmi occupazionali, specie in campo pensionistico.

Modelli sociali in Europa (6) In seguito i Paesi europei sono stati raggruppati secondo una tipologia di “regimi di welfare”, originariamente proposta da Esping-Andersen (1990), successivamente rielaborata e integrata da Ferrera (1996) e utilizzata da diversi autori, che individua e distingue quattro modelli: socialdemocratico (o nordico); corporativo-conservatore (o continentale); liberale (o anglosassone); mediterraneo (o familistico). Quando si discute di modello sociale europeo abitualmente si fa riferimento al modello nordico e a quello continentale, e con alcune riserve a quello mediterraneo, mentre il regime liberale anglosassone è comunemente ritenuto più vicino alle economie di mercato puro.

Modelli sociali in Europa (7) Andrè Sapir (2005) ha proposto una tassonomia imperniata su due criteri: efficienza (un sistema che offre incentivi adeguati per l’accesso al mercato del lavoro favorendo elevati tassi di occupazione e massimizza la mobilità); equità (un modello che mantiene basso il rischio di povertà e garantisce una equilibrata distribuzione del reddito).

Modelli sociali per grado di equità ed efficienza EFFICIENZA/COMPETITIVITÀ Bassa Alta EQUITÀ/PROTEZIONE SOCIALE CONTINENTALE NORDICO MEDITERRANEO ANGLOSASSONE Fonte: Sapir (2005)

Recenti evoluzioni e principali caratteristiche dei modelli sociali europei. Focus sulle trasformazioni morfologiche avvenute negli ultimi anni.

Modelli socio-economici in Europa (1) Indicatori Indice di Gini, 2007 Debito pubblico in % del PIL, 2009 Indice di competitività globale, 2009 Indice di sviluppo democratico, 2008 Spesa sociale in % del PIL, 2006 PIL pro capite in PPS, 2009 Tasso per 100 abitanti con ISCED 5-6, 2006 In totale utilizzati nello studio 25 indicatori (area economica; area welfare e società; area politico-istituzionale) per 24 Paesi UE

Modelli socio-economici in Europa (2) Cluster Aree/Gruppi di Paesi Paesi inclusi nel cluster 1 REGNO UNITO E PAESI CONTINENTALI/CENTRO-SETTENTRIONALI (L’EUROPA CHE C’È ) Austria, Belgio, Francia, Germania, Olanda, Regno Unito 2 I PAESI SCANDINAVI Danimarca, Finlandia, Svezia 3 PAESI MEDITERRANEI E IRLANDA (L’ITALIA E I RITARDATARI / I PAESI “PIIGS”) Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo, Spagna 4 I PAESI MITTELEUROPEI Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria 5 POLONIA E I PAESI BALTICI Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia 6 L’EUROPA SUD-ORIENTALE (IL “FAR EAST”) Bulgaria, Romania

Gli indicatori dell’area economia

Debito pubblico in percentuale del PIL nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE Anno 2009 Fonte: Eurostat, Government Statistics. Nostre elaborazioni

Debito pubblico in percentuale del PIL in 24 Paesi UE – Anno 2009 Fonte: Eurostat, Government Statistics. Nostre elaborazioni

Indice di competitività globale nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anni 2009-2010 (score) Fonte: World Economic Forum. Nostre elaborazioni

Indice di competitività globale (The Global Competitiveness Index) in 24 Paesi UE – Anni 2009-2010 (score) Fonte: World Economic Forum. Nostre elaborazioni

PIL pro-capite a parità di potere d’acquisto (UE 27=100) nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2009 Fonte: Eurostat, Structural Indicators. Nostre elaborazioni.

PIL pro capite a parità di potere d’acquisto (UE 27=100) in 24 Paesi UE – Anno 2009* Fonte: Eurostat, Structural Indicators. Nostre elaborazioni * Bulgaria e Polonia, dati al 2008; Romania, dati al 2007

Gli indicatori dell’area welfare/società

Diseguaglianza nella distribuzione del reddito nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE (Indice di concentrazione di Gini sui redditi netti familiari) Anno 2007 Fonte: Eurostat, European statistics on income and living conditions (Eu-silc). Nostre elaborazioni

Diseguaglianza nella distribuzione del reddito in 24 Paesi UE (Indice di concentrazione di Gini sui redditi netti familiari) – Anno 2007 Fonte: Eurostat, European statistics on income and living conditions (Eu-silc). Nostre elaborazioni

Spesa sociale in percentuale sul PIL nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2006 Fonte: Eurostat, Espross. Nostre elaborazioni

Spesa sociale in percentuale sul PIL in 24 Paesi UE – Anno 2006 Fonte: Eurostat, Espross. Nostre elaborazioni

Persone con livello di istruzione ISCED 5-6 sul totale della popolazione nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2006 (Val. %) Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Percentuale di persone con livello di istruzione ISCED 5-6 sul totale della popolazione in 24 Paesi UE – Anno 2006 Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Spesa totale in ricerca e sviluppo (R&S) nei modelli sociali europei in percentuale sul PIL - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2008 Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni – * Grecia, dati al 2007. Spesa totale in ricerca e sviluppo (R&S; tutti i settori) in percentuale sul PIL in 24 Paesi della UE – Anno 2008* Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni – * Grecia, dati al 2007.

Indicatori del mercato del lavoro nei modelli sociali europei (1) Indicatori del mercato del lavoro nei modelli sociali europei (1). Tasso di occupazione: totale, per genere e lavoratori anziani - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2009 (Val. %) Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso di occupazione totale in 24 Paesi della UE – Anno 2009 (Val. %) Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso di occupazione femminile in 24 Paesi della UE – Anno 2009 (Val Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso di occupazione dei lavoratori anziani in 24 Paesi della UE – Anno 2009 (Val. %) Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Indicatori del mercato del lavoro nei modelli sociali europei (2) Indicatori del mercato del lavoro nei modelli sociali europei (2). Tasso di disoccupazione: totale, per genere e giovanile - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2009 (Val. %) Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso di disoccupazione totale in 24 Paesi della UE – Anno 2009 (Val Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso di disoccupazione maschile in 24 Paesi della UE – Anno 2009 (Val Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso di disoccupazione femminile in 24 Paesi della UE – Anno 2009 (Val. %) Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso disoccupazione giovanile (<25 anni) in 24 Paesi della UE – Anno 2009 (Val. %) Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso di rischio povertà a seguito dei trasferimenti sociali nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE Anno 2008 (Val. %) Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso di rischio povertà a seguito dei trasferimenti sociali in 24 Paesi della UE – Anno 2008 (Val. %) Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso di fertilità nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2008 Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso di fertilità in 24 Paesi della UE Anno 2008 Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso di invecchiamento Tasso di invecchiamento. Percentuale di persone con 65 anni e più sulla popolazione totale nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2008 Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Persone di 65 anni e più sulla popolazione totale in 24 Paesi della UE – Anno 2008 (Val. %) Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Indice di dipendenza degli anziani nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2008 Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Indice di dipendenza degli anziani in 24 Paesi della UE – Anno 2008 Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Indice di dipendenza nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2007 (Val. %) Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Indice di dipendenza in 24 Paesi della UE Anno 2007 (Val. %) Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Mortalità Infantile (per 1 Mortalità Infantile (per 1.000 nati vivi) nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2008 Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Mortalità Infantile (per 1 Mortalità Infantile (per 1.000 nati vivi) in 24 Paesi della UE – Anno 2008 Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni - * Francia e Irlanda, dati al 2007

Tasso di popolazione carceraria (ogni 10 Tasso di popolazione carceraria (ogni 10.000 abitanti) nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2007 Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Tasso di popolazione carceraria (ogni 10 Tasso di popolazione carceraria (ogni 10.000 abitanti) in 24 Paesi della UE – Anno 2007 Fonte: Eurostat. Nostre elaborazioni

Gli indicatori dell’area politico-istituzionale

Indice di sviluppo democratico (Democracy index) nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2008 (score) Fonte: Economist Intelligent Unit (2010). Nostre elaborazioni

Indice di sviluppo democratico (Democracy index) in 24 Paesi UE – Anno 2008 (score) Fonte: Economist Intelligent Unit. Nostre elaborazioni

Indice di corruzione percepita (Corruption perception index) nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE Anno 2009 (score) Fonte: Transparency International (2010). Nostre elaborazioni

Indice di corruzione percepita (Corruption perception index) in 24 Paesi della UE Anno 2009 (score) Fonte: Transparency International. Nostre elaborazioni

Indice di libertà della stampa nei modelli sociali europei - 6 cluster; 24 Paesi UE – Anno 2009 (score) Fonte: Freedom House (2010). Nostre eleborazioni

Indice di libertà della stampa in 24 Paesi della UE – Anno 2009 (score) Fonte: Freedom House. Nostre elaborazioni

Top leader europei, per cluster di Paesi % Over 65 anni: 57,6 % Donne: 25,7 % Laurea/PostLaurea: 96,5 % 1° Settore prof.le: Cultura e Professioni (42,6) % Esperienze estero: 93,2 % Over 65 anni: 56,7 % Donne: 27,8 % Laurea/PostLaurea: 95,9 % 1° Settore prof.le: Cultura e Professioni (39,5) % Esperienze estero: 84,5 % Over 65 anni: 33,9 % Donne: 22,4 % Laurea/PostLaurea: 92,3 % 1° Settore prof.le: Politica e Istituzioni (60,0) % Esperienze estero: 80,0 % Over 65 anni: 54,6 % Donne: 18,6 % Laurea/PostLaurea: 93,9 % 1° Settore prof.le: Cultura e Professioni (40,8) % Esperienze estero: 82,9 % Over 65 anni: 44,0 % Donne: 29,0 % Laurea/PostLaurea: 94,6 % 1° Settore prof.le: Politica e Istituzioni (36,8) % Esperienze estero: 99,6 % Over 65 anni: 36,2 % Donne: 21,8 % Laurea/PostLaurea: 96,9 % 1° Settore prof.le: Politica e Istituzioni (48,8) % Esperienze estero: 95,3

Top leader europei dei principali Paesi UE

Composizione della leadership nei modelli sociali europei per fasce d’età - 6 cluster; 24 Paesi UE (Val. %)

Composizione della leadership nei modelli sociali europei per sesso - 6 cluster; 24 Paesi UE (Val. %)

Deputati eletti al Parlamento europeo, per genere, 1979-2008 (Val. %)

Donne elette nel Parlamento europeo e nei Parlamenti nazionali nei Paesi della UE a 27 Anno 2008 (Val. %)

Composizione della leadership nei modelli sociali europei per livello d’istruzione - 6 cluster; 24 Paesi UE (Val. %)

Composizione della leadership nei modelli sociali europei per settore professionale - 6 cluster; 24 Paesi UE (Val. %)

Composizione della leadership nei modelli sociali europei per professione - 6 cluster; 24 Paesi UE (Val. %) Professione Paesi centro-settentrionali e Regno Unito Paesi scandinavi Paesi mediterranei e Irlanda Polonia e Paesi baltici Paesi mitteleuropei L’Europa sud-orientale Totale Architetto e Ingegnere 1,1 1,6 3,0 1,0 1,9 0,8 1,7 Avvocato 0,6 1,4 2,9 2,4 2,7 - 1,8 Medico 1,2 0,7 Professionista, consulente 3,3 1,5 Professore universitario 11,6 16,8 10,6 9,1 5,3 11,7 Scienziato, Ricercatore 4,3 3,6 2,2 2,6 Scrittore, Poeta 13,4 11,1 17,7 7,8 13,5 15,4 13,3 Artista, Regista 6,4 4,7 5,2 5,0 4,6 Giornalista stampa 1,3 2,1 Giornalista radio TV e Conduttore, Intrattenitore TV/Radio Esponente associazioni 7,0 9,7 6,3 12,6 8,8 Banchiere, Finanziere 2,5 Imprenditori e commercianti 0,1 4,0 Manager privato 9,9 5,8 2,3 4,2 6,1 Componente CDA privato o pubblico Dirigenti e autorità istituzionali 2,8 3,7 5,7 5,9 4,1 Esponenti politici e di rappresentanza 4,5 7,5 4,9 Carriera elettiva locale ed istituzionali di Stato 8,4 9,5 15,6 16,7 10,7 11,8 Parlamentare nazionale o europeo 3,5 16,5 6,2 Diplomatico, Carica istituzionale internazionale 7,9 10,2 11,3 12,1 10,3 Ecclesiastico 100,0

Composizione della leadership nei modelli sociali europei per esperienze di studio/lavoro all’estero - 6 cluster; 24 Paesi UE (Val. %)

Tavola sinottica della leadership Tavola sinottica della leadership. Alcune caratteristiche delle élite nei modelli sociali europei (Val. %) Cluster Over 65 Donne Laurea e Post-laurea 1° Settore professionale 1° Professione Esperienze estero Paesi centro-settentrionali e UK 56,7 27,8 95,9 Cultura e Professioni (39,5) Esponente associazioni/ Scrittore, Poeta (13,4) 84,5 Paesi scandinavi 57,6 25,7 96,5 Cultura e Professioni (42,6) Professore universitario (16,8) 93,2 Paesi mediterranei e Irlanda 54,6 18,6 93,9 Cultura e Professioni (40,8) (17,7) 82,9 Paesi mitteleuropei 36,2 21,8 96,9 Politica-Istituzioni (48,8) Carriera elettiva locale, istituzionale di Stato (16,7) 95,3 Polonia e Paesi baltici 33,9 22,4 92,3 Politica-Istituzioni (60,0) Parlamentare nazionale o europeo (16,5) 80,0 L’Europa sud-orientale 44,0 29,0 94,6 Politica-Istituzioni (36,8) (15,4) 99,6 Totale 48,1 23,8 95,1 Politica-Istituzioni (39,2) (13,3) 87,6

Fiducia nelle istituzioni da parte delle popolazione in alcuni Paesi europei e media UE a 27; primavera 2010 (Val. %) Istituzioni Spagna Francia Germania Italia UK UE 27 Unione Europea 43 39 37 42 20 Commissione UE 45 49 24 Parlamento UE 47 53 48 Governo nazionale 25 32 26 Parlamento nazionale 21 36 31 Enti regionali/locali 57 29 Partiti politici 14 19 18 Sistema giudiziario (2009) 40 58 Fonte: Eurobarometro, n. 73 (rilevazione: primavera 2010); Commissione europea (2010). Nostre elaborazioni

Fiducia nelle istituzioni da parte delle popolazione in alcuni Paesi europei e media UE a 27 (1); primavera 2010 (Val. %) Fonte: Eurobarometro, n. 73 (rilevazione: primavera 2010); Commissione europea (2010). Nostre elaborazioni

Fiducia nelle istituzioni da parte delle popolazione in alcuni Paesi europei e media UE a 27 (2); primavera 2010 (Val. %) Fonte: Eurobarometro, n. 73 (rilevazione: primavera 2010); Commissione europea (2010). Nostre elaborazioni