L’impero carolingio Sintesi
Le origini del regno francese Franchi: IV – V sec. popolazioni germaniche guidate da capi militari; riunite dal re Clodoveo (481-511), re dei Franchi Salii fondatore della dinastia Merovingia da Meroveo, leggendario conquistatore del V sec.; 510: Clodoveo fa redigere la Lex Salica raccolta delle norme tradizionali dei Franchi. la capitale è fissata a Parigi. Pagani in origine, rapidamente convertiti al cattolicesimo appoggio della Chiesa. elementi di debolezza: forte aristocrazia guerriera ostile alla monarchia; frammentazione politica. Morte di Clodoveo 511: regno franco diviso tra i quattro figli: in Neustria, Austrasia, Borgogna e Aquitania
Austrasia Neustria Borgogna Aquitania img
Dai Merovingi ai Pipinidi Crisi dei Merovingi: contrasti politici interni; lotte di successione; pressione ai confini di altre popolazioni germaniche; prevalenza delle aristocrazie a danno della monarchia. Prevalere maestri di palazzo Pipinidi: nobili funzionari dell’amministrazione terriera o fiscale del re; detti maggiordomi (maiores domus) o maestri di Palazzo. Pipino di Heristal (679-714), capostipite; riunifica il regno, dopo aver sconfitto i maggiordomi di Neustria e Borgogna; rende ereditaria la carica di maestro di palazzo. Carlo Martello (714-741) figlio di Pipino di Heristal, lotta a difesa della Cristianità; 732 – Battaglia di Poitiers: respinge l’avanzata musulmana dalla Spagna verso Occidente. re di fatto, divide alla sua morte, la carica tra i suoi due figli: Carlomanno (Austrasia, Alemanna, Turingia); Pipino il Breve (Neustria, Borgogna e Provenza).
La battaglia di Poitiers in una miniatura del XV secolo
Ascesa dei Carolingi 747 – Carlomanno abdica in favore del fratello Pipino; Pipino il Breve (747-768) capostipite della dinastia Carolingia; 761 – depone l’ultimo dei re merovingi (Childerico III) chiamati “re fannulloni” proclamato re da un’assemblea di nobili franchi; consacrato con l’olio santo (unzione) dal papa Stefano II consacrazione divina della dinastia Carolingia. la Chiesa di Roma si legava ai Franchi rendendosi indipendente dall’impero bizantino; i Franchi si legavano al papa con un debito di gratitudine. 754-756 – Stefano II chiede aiuto ai Franchi contro i Longobardi: due vittoriose spedizioni militari in Italia contro i Longobardi.
La donazione di Pipino III al papa Stefano II, Quierzy, 754.
Franchi e Longobardi in Italia Morte di Pipino il Breve (768): successori i figli Carlo (il futuro Carlo Magno) e Carlomanno regnano insieme per tre anni. Declino del regno longobardo: Desiderio (757-774), successore di Astolfo trattative diplomatiche con i Franchi; dà in sposa la figlia Ermengarda a Carlo Magno, figlio maggiore di Pipino. 771 – muore Carlomanno Carlo unico re Carlo ripudia Ermengarda, esiliata a Pavia quella che Alessandro Manzoni avrebbe poi cantato nel poema Adelchi come l'infelice Ermengarda 774 – Carlo discende in Italia conquista Pavia, cattura Desiderio e lo rinchiude in un convento. Conquista franca e fine del dominio longobardo in Italia. Carlo aggiunge “re dei Longobardi”al titolo “re dei Franchi”. Dopo la conquista Carlo per combattere i Sassoni lascia l’Italia, affida l’Italia al figlio Pipino che nel 781 viene incoronato re d’Italia dal papa.
Giuseppe Bezzuoli, Svenimento di Ermengarda, 1837 Firenze, Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
Altre imprese di Carlo Magno Contro i musulmani di Spagna. celebre la sconfitta di Roncisvalle (778): la retroguardia dell'esercito franco sorpresa e vinta dai musulmani si trattava in realtà di guerrieri baschi, cristiani. Secondo una leggenda, sviluppatasi tre secoli dopo, morì nell'agguato anche Orlando, uno dei più valorosi paladini (i 'conti palatini', conti del palazzo) di Carlo Magno. Nella Chanson de Roland si narra che Orlando morì per il tradimento del perfido zio Gano; prima di spirare aveva però fatto strage di musulmani. Contro Sassoni e Àvari (772-804): i Sassoni occupavano i territori a nord della Germania, gli Àvari, popoli mongoli che dall'Ungheria minacciavano Baviera e Friuli. Dovunque impose la religione cattolica con conversioni in massa dei popoli vinti, imposte in maniera spietata: chi non si convertiva veniva decapitato. Risultato di queste lunghe guerre: Carlo diventa come il vero e solo capo della cristianità; accumulo di enormi ricchezze a spese dei vinti; estensione del regno dall'Elba all'Atlantico, all'Ebro, al Danubio.
Miniatura del XIV secolo, Biblioteca Marciana di Venezia. Morte di Orlando img Miniatura del XIV secolo, Biblioteca Marciana di Venezia. Morte di Orlando, paladino di Carlo Magno, nella battaglia di Roncisvalle. L'eroe carolingio è il protagonista della Chanson de Roland, poema epico della seconda metà dell'XI secolo.
Il Sacro romano impero L’incoronazione di Carlo Magno: il giorno di Natale dell'800 papa Leone III incorona Carlo Magno «imperatore dei Romani», con questo rito prende inizio il Sacro Romano Impero, Sacro, perché cattolico e consacrato dal papa, Romano, perché raccoglie l’eredità dell’impero romano. Effetti sulla chiesa: Il papa nell’incoronazione di Carlo Magno afferma la sua autorità sul nuovo imperatore; suggella la sua definitiva autonomia dall’impero bizantino. Conseguenze sull’impero e apprensioni di Carlo Magno: l’incoronazione papale pone un vincolo all'indipendenza dell'imperatore; aggrava il contrasto con l’impero bizantino da cui scaturisce una guerra tra Carlo Magno e Bisanzio.
Incoronazione img Il 25 dicembre dell’800, in San Pietro a Roma, Carlo Magno incoronato imperatore dal papa Leone III. Chroniques de France ou de Saint Denis, XIV secolo.
Carlo Magno incoronato. Incoronazione img Carlo Magno incoronato. Grandes Chroniques de France, Paris, BnF, département des Manuscrits, Français 6465, fol. 89v. (Second Livre de Charlemagne), 1450 circa.
L'ordinamento dell'impero Titolo di imperatore: In Occidente cessa nel 476 con la deposizione di Romolo Augustolo, in Oriente continua con l'imperatore bizantino considerato l'unico legittimo imperatore romano. Al tempo di Carlo Magno vi regnava una donna, Irene, un fatto inaccettabile per il guerriero franco Carlo Magno, secondo cui solo un uomo poteva reggere un impero. La corte: iI centro dell'impero carolingio, la cui sede principale è Aquisgrana; I capitolari: nelle riunioni generali, chiamate placiti, si emettevano le ordinanze per fare in modo che ci fossero valide per tutti delle norme chiamate capitolari, dal latino capitulum "capitolo", perché queste disposizioni ‒ molto minuziose ‒ erano divise in capitoli.. L'amministrazione centrale dell`impero affidata a due funzionari: il conte palatino e l'arcicappellano.
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Aquisgrana img. Visita di Carlo Magno al cantiere del palazzo e della cappella di Aquisgrana. Miniatura di Jean Fouquet nelle Grandes Chroniques de Frances, XV secolo
Organizzazione dell'impero carolingio I conti e i marchesi. il territorio fu diviso in comitati presieduti dai conti (in latino comites "compagni"), funzionari pubblici del re, riscuotevano le imposte nel territorio loro assegnato, amministravano la giustizia convocavano l'esercito quando il re lo chiedeva. Lungo il confine, che andava particolarmente protetto, più comitati vennero riuniti in marche, con a capo un marchese dai poteri più ampi del conte. I missi dominici: alcuni messi, in latino missi dominici, cioè gli "inviati del signore", di solito un laico e un ecclesiastico, giravano per l'impero controllando l'operato dei conti.
Il rinascimento carolingio Carlo Magno promuove anche la rinascita culturale: in particolare, sollecita chierici e monaci all'uso di un latino più corretto, così che essi possano adempiere meglio ai loro compiti religiosi e, nel contempo, essere impiegati quali funzionari imperiali. L’esigenza di maggior chiarezza nella scrittura porta all'introduzione della minuscola carolina. La necessità di una migliore formazione culturale è all'origine della fondazione della Schola palatina e di altri centri di insegnamento.
Il declino dell'impero carolingio L’organizzazione dell'impero mostra ben presto i suoi limiti già con il successore di Carlo Magno, Ludovico il Pio, il quale, non volendo suddividere l'impero tra i suoi figli, secondo la tradizione franca, designa a suo unico erede il primogenito Lotario. Ciò causa una lunga lotta che oppone l'un l'altro Ludovico e i suoi quattro figli. Infine, l'accordo di Verdun (843) sancisce la spartizione dell'impero tra i tre figli superstiti: a Lotario il titolo imperiale e la fascia centrale dei territori dell'impero compreso il regno d'Italia, a Ludovico il Germanico il regno di Germania, a Carlo il Calvo il regno di Francia. I titoli di re d'Italia e di imperatore sono riuniti in una sola persona: da questo momento l'imperatore avrebbe avuto diritto al regno d'Italia.
Ultime invasioni (cap. 25 par 2. pp. 688-690) Lo disgregazione dell'impero carolingio favorisce nuove invasioni: i pirati arabi, detti Saraceni infestano le coste del Mediterraneo, nell’827 iniziano la conquista della Sicilia, dove si insediano stabilmente per due secoli (902-1091); gli Ungari, di stirpe mongolica, si stabiliscono lungo il Danubio, da qui, dopo una lunga serie di razzie in Europa, si stabiliscono in Pannonia e fondano il regno di Ungheria. l Normanni (o Vichinghi), provenienti dalla Scandinavia, suddivisi in Danesi, Norvegesi, Svedesi e Vareghi: si insediano in Islanda e nelle isole britanniche, da cui compiono dal IX sec. incursioni in vari paesi europei. i Vareghi fondano fiorenti principati in Russia e Ucraina, entrano in contatto con l’impero bizantino si convertono al Cristianesimo. I Danesi in Normandia (feudo danese dal 912), adottano la lingua francese si convertono al cristianesimo.
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Estinzione della dinastia carolingia Regno d’Italia 887: l’ultimo dei carolingi, Carlo il Grosso, riesce a riunificare l’impero, ma viene subito deposto dai suoi feudatari. Sfaldamento dell’impero. Il Regno d’Italia che apparteneva all’Impero, venne disputato tra i feudatari. 915 – prevale Berengario, marchese del Friuli, che però non riuscì a organizzare un potere forte. 926 – prevale Ugo di Provenza che però presto fallì non riuscendo a domare l’aristocrazia romana che gli era ostile. il Regno d’Italia esisteva ormai solo di nome, privo di re, presto sarebbe stato annesso all’impero di nazione germanica che nel frattempo stava prendendo forma.
Cause della fine del Sacro Romano Impero La crisi del Sacro Romano Impero aveva radici profonde. I fattori che portarono alla sua dissoluzione sono: la concezione dell’impero come un patrimonio di famiglia ; l’appropriarsi da parte dei signori locali di compiti amministrativi spettanti al re; 877 - capitolare di Quierzy: riconoscimento da parte di Carlo il Calvo dell'ereditarietà dei feudi maggiori rafforza l'autonomia dei poteri locali, a danno del potere centrale. le nuove incursioni del IX secolo, che diedero il colpo di grazia a un organismo già debole e disgregato.