Il monachesimo benedettino Nasce in occidente Fondato da San Benedetto da Norcia a Montecassino (Lazio, provincia di Frosinone) nel 529 d.C. Si diffonde in tutta Europa.
Subiaco, il Sacro Speco. San Benedetto. Pieve di Vigoleno, San Benedetto.
Monastero di Montecassino
Monastero di Montecassino
Vita di San Benedetto: da anacoreta a cenobita Nacque a Norcia (PG) verso il 480 d.C. da una famiglia benestante, che lo mandò a Roma per studiare. Inorridito dalla corruzione romana andò a vivere come eremita ad Affile, poco distante da Roma, e in seguito, desideroso di maggior solitudine, a Subiaco (sempre nei pressi di Roma). Dopo tre anni, trascorsi in una grotta del monte Taleo (sulla quale sarà costruito il Sacro Speco), alcuni eremiti dei dintorni lo vollero come padre spirituale (abate). Interrompendo la sua solitudine, Benedetto accettò, ma i monaci trovandolo troppo severo, tentarono di avvelenarlo, ed egli tornò alla sua grotta. Nel 529 si trasferì a Cassino, dove, su un’altura, fondò il celebre monastero di Montecassino che divenne il punto di partenza dell’Ordine dei Benedettini, basato sulla Regola che Benedetto scrisse nel 540, sintetizzata nel motto ORA et LABORA (Prega e Lavora).
Il SACRO SPECO a Subiaco, costruito sulla grotta in cui Benedetto visse da eremita
Capillare diffusione delle abbazie benedettine in Europa
Aspetti del monachesimo benedettino
Importanza religiosa del monachesimo benedettino I monaci benedettini svolsero un’opera di evangelizzazione dell’Europa (necessaria perché i culti pagani erano ancora molto diffusi, spesso mescolati con il cristianesimo). I benedettini furono inviati prima in Inghilterra e Irlanda, poi presso varie popolazioni germaniche, infino presso le popolazioni scandinave e slave. Una fitta rete di monasteri ed abbazie si estese così in tutta l'Europa. Questi monasteri divennero un punto di riferimento essenziale per tutte le popolazioni vicine. I monaci non insegnavano soltanto i contenuti della fede cristiana ma anche a leggere e scrivere, a bonificare i terreni paludosi, a coltivare la terra, a tracciare nuove strade.
Importanza culturale del monachesimo benedettino Trasmissione della cultura greca e latina attraverso gli amanuensi (copisti). Grande impulso alle scienze mediche attraverso lo studio dell’erboristeria. Introduzione del minuscolo carolino. Invenzione dell’antecedente del rigo musicale, dando vita al canto gregoriano. Per lungo tempo i monasteri furono l'unico luogo in cui ci si preoccupava di istruire ed insegnare. Nel 789 Carlo Magno in un suo capitolare ordina che "in ciascuna diocesi, in ciascun monastero vengano insegnati i salmi (per apprendere le letture), le note, il canto, l'aritmetica, la grammatica (per saper scrivere) e vi siano dei libri corretti con cura".
Lo scriptorium Uno dei luoghi più importanti del monastero era lo scriptorium. Era di solito un vasto ambiente esposto a sud e con molte vetrate per godere di tutta la luce possibile dove operavano gli amanuensi (copisti), che trascrivevano i testi sacri ma anche opere di grandi autori latini e greci. San Benedetto voleva che i suoi monaci sapessero leggere e scrivere (cosa a quel tempo molto rara), per poter studiare e meditare la Parola di Dio.
L’antecedente del rigo musicale
Importanza sociale ed economica del monachesimo benedettino La valorizzazione del lavoro (ora et labora), considerato come mezzo di elevazione dello spirito e perciò imposto a tutti come un dovere, portò ad una ripresa della bonifica del suolo e del lavoro dei campi in tempi in cui gran parte dell'Europa occidentale era incolta e spopolata. Il monastero, che normalmente sorgeva in un luogo isolato, divenne un centro presso cui si radunavano, in determinati giorni dell'anno, le popolazioni vicine per scambiarsi i loro prodotti; ben presto divenne il luogo in cui, sotto la protezione dell'abate, poté sorgere un vero e proprio mercato.
Circondato da portici sostenuti da colonne e pilastri, servono ai monaci per passeggiare e ripararsi. Alcuni hanno al centro delle aiuole fiorite, altri il tradizionale pozzo. Nei chiostri vige la regola del silenzio. Il chiostro
La sala del capitolo Qui i monaci ascoltano ogni giorno la lettura di un capitolo della regola di san Benedetto commentata dall’abate e discutono degli affari più importanti del convento. Qui il postulante si presenta a chiedere l'ammissione al monastero; qui, iniziando il noviziato, l'abate gli impone il nome nuovo e, in segno di umiltà ed affetto, ad imitazione di Cristo, si piega a lavargli i piedi, seguito in ciò da tutti i fratelli.
Il refettorio C’è una immagine del pasto Il refettorio è il luogo del pasto comune. Prima del pranzo c'è la benedizione del cibo; durante il pranzo viene fatta la lettura pubblica di alcuni brani della S. Scrittura come prescrive la Regola: "mai la lettura deve mancare alla mensa dei fratelli". Nell’immagine, un monaco dal pulpiti legge il Vangelo mentre i confratelli consumano il pasto.
La biblioteca Le biblioteche benedettine hanno avuto una funzione importantissima nel corso della storia: dopo la caduta dell'impero romano e per molti secoli hanno custodito con cura innumerevoli manoscritti di opere antiche, consentendo che arrivassero fino a noi.
L’infermeria L'infermeria era un edificio separato dedicato ad ospitare i monaci malati o deboli che erano affidati ad un monaco-medico. Era dotata di un orto per la coltivazioni delle erbe medicinali, il giardino dei semplici. Spesso erano poste vicino al dormitorio. La Regola di San Benedetto stabiliva che “sempre deve essere posta attenzione ai malati, che devono essere serviti come se si trattasse di Cristo”. La medicina monastica era considerata quindi come parte del dovere religioso.
Lo scriptorium in una miniatura
Erboristeria Dotati di un giardino dei semplici (semplici = piante medicinali), nei monasteri si sviluppò l’arte di preparare farmaci con le erbe. Molti monasteri benedettini sono dotati ancora oggi di laboratori di erboristeria.
Foresteria La regola di san benedetto raccomanda ai monasteri l’ospitalità: «Gli ospiti che arrivano siano accolti tutti come se fossero Cristo, perché Egli dirà un giorno: Fui forestiero e mi ospitaste. E a tutti si faccia onore come si conviene, ma soprattutto verso i fratelli nella fede e ai pellegrini». Nel medioevo i monasteri svolgevano dunque anche l’importante funzione di ostello per i viaggiatori. Oggi le foresterie dei conventi benedettini sono spesso state trasformate in bed e breakfast. Nelle immagini di questa scheda, la foresteria dell’eremo di Camaldoli (AR).
Un monaco benedettino può appartenere: all’Ordine fondato da San Benedetto all’Ordine Cluniacense all’Ordine Cistercense all’Ordine dei Padri Trappisti