Capitolo 8 La curva di Phillips, il tasso naturale di disoccupazione e l’inflazione
Disoccupazione Inflazione Inflazione attesa Π =Tasso di inflazione * * * * * * * * * * * * * * * * * * u =Tasso di disoccupazione * * * *
Disoccupazione, inflazione e inflazione attesa W=Pe*F(u,z) P = (1 + m)*W Con il reinserimento di Pe e sostituendo: P = Pe*(1+ m)*F(u,z)
Disoccupazione, inflazione e inflazione attesa Assumiamo che la funzione F abbia la forma: F(u,z) = 1 - u + z Quanto maggiore è il tasso di disoccupazione tanto minore è il salario; quanto maggiore è z tanto maggiore è il salario. P = Pe*(1 + m)*(1 - u + z)
= e + (m + z) - u L’equazione: P=Pe(1 + m)(1-u+z) può essere riscritta in termini di tassi di inflazione: = e + (m + z) - u Un aumento del markup o dei fattori che influenzano la determinazione dei salari porta ad un aumento dell’inflazione. Data l’inflazione, un aumento del markup o di z provoca un aumento dei salari e quindi del livello dei prezzi Un aumento dell'inflazione attesa provoca un aumento dell’inflazione. Se chi fissa i salari ha aspettative di un livello maggiore dei prezzi, fisserà salari più elevati
Data l’inflazione attesa, un aumento della disoccupazione porta ad una diminuzione dell’inflazione. Un aumento della disoccupazione comporta una riduzione del salario nominale e, dunque, un minore livello dei prezzi (in termini di variazione: si riduce il tasso di aumento !!!)
Disoccupazione, inflazione e inflazione attesa = e + (m + z) - u t = te + (m + z) - ut E, per te = 0 t = (m + z) - ut
Spirale dei prezzi Disoccupazione più bassa salari nominali maggiori livello dei prezzi maggiori dati i prezzi maggiori, i lavoratori chiedono salari più elevati i prezzi aumentano ulteriormente i lavoratori chiedono salari ancora maggiori...
Passaggio verso nuove formulazioni t = t° + (m + z) - ut
Le formulazioni successive Dal 1970 in poi, non sembra emergere alcuna relazione significativa tra disoccupazione e inflazione. Nuovo modo di formulare le aspettative da parte delle imprese e dei lavoratori a fronte di una inflazione Sistematicamente positiva persistente. Il cambiamento nella formazione delle aspettative modificò la natura stessa della relazione tra disoccupazione e inflazione
Ma come vengono formulate le aspettative? Supponiamo che le aspettative siano così formulate: et = (1- )° + t-1 Il valore del parametro descrive il peso dell’effetto del tasso di inflazione del periodo precedente sul tasso di inflazione atteso per il periodo corrente. inflazione attesa (a parità di inflazione del periodo precedente)
La “formuletta” si amplia (ma di poco!) Prima: t = te + (m + z) - ut Con le aspettative “adattive”: t = (1- )° + t-1 + (m + z) - ut
t = ° + (m + z) - ut t = (1- )° + t-1 + (m + z) - ut Se fosse: = 0 t = (1- )° + t-1 + (m + z) - ut t = ° + (m + z) - ut
t = (1- )° + t-1 + (m + z) - ut Se fosse: 0 < < 1 t = (1- )° + t-1 + (m + z) - ut
t - t-1 = (m + z) - ut t = (1- )° + t-1 + (m + z) - ut Se fosse: = 1 t = (1- )° + t-1 + (m + z) - ut t = t-1 + (m + z) - ut t - t-1 = (m + z) - ut
Il tasso naturale di disoccupazione Da: t - t-1 = (m + z) - ut un t - t-1 = 0 0 = (m + z) - un E ricomponendo: un = (m + z) /
Cosa è accaduto dal 1970 in poi? Il valore di Inflazione più persistente tramite le aspettative, pressioni inflazionistiche anche per i periodi correnti. Un’elevata inflazione ieri è associata ad un elevata inflazione oggi. 1 l’inflazione attesa l’inflazione del periodo precedente
4 punti fermi = 0: curva di Phillips originaria, relazione negativa tra tasso di inflazione e tasso di disoccupazione > 0: il tasso di inflazione dipende negativamente dal tasso di disoccupazione e positivamente dal tasso di inflazione del periodo precedente =1: il tasso di inflazione influenza la variazione del tasso di disoccupazione. Curva di Phillips modificata: elevata disoccupazione inflazione decrescente bassa disoccupazione inflazione crescente
un = (m + z) / t= et + (m + z) - ut t = et + [un – ut] Se et = t-1 t- t-1 = [un – ut]
L’evidenza più recente suggerisce che la relazione: La relazione tra inflazione e disoccupazione è una buona descrizione dei dati per gli Stati Uniti a partire dagli anni Settanta. L’evidenza più recente suggerisce che la relazione: può essere differente in diversi paesi può variare nel tempo
Differenze nel tasso naturale tra Paesi europei Alcuni paesi europei registrano tassi di disoccupazione (a tassi di inflazione stabili) più bassi rispetto agli Stati Uniti: Olanda e Svezia Altri invece registrano una disoccupazione elevata: Finlandia, Francia, Irlanda e Regno Unito. Una possibile spiegazione potrebbe essere che un alto tasso di disoccupazione riflette un altrettanto elevato tasso naturale di disoccupazione e non uno scostamento del tasso di disoccupazione dal tasso naturale.
Che cosa spiega la disoccupazione in Europa Gli economisti quando parlano di “rigidità del mercato del lavoro” che affligge l’Europa, di solito, si riferiscono: a un generoso sistema di sussidi di disoccupazione un elevato livello di tutela del lavoro il minimo salariale regole di contrattazione
Variazioni del tasso naturale nel tempo Abbiamo implicitamente trattato sia z che il markup come costanti, ma non c’è alcuna ragione per credere che siano costanti nel tempo. Il grado di potere monopolistico delle imprese, la struttura della contrattazione salariale, il sistema di sussidi di disoccupazione ecc. cambiano nel tempo, facendo variare il tasso naturale di disoccupazione.
Elevata inflazione e curva di Phillips Le contrattazioni salariali cambiano al variare dell’inflazione. L’indicizzazione dei salari rappresenta un meccanismo che adegua automaticamente i salari all’inflazione e diventa imprescindibile in caso di elevata inflazione. Se la proporzione di contratti indicizzata è data da , l’equazione diventa:
Elevata inflazione e curva di Phillips Assumendo che l’inflazione attesa sia uguale a quella dell’anno scorso e che sia positivo, otteniamo: L’indicizzazione salariale aumenta l’effetto della disoccupazione sull’inflazione.