Questioni di pelle
Dal «National Geographic» Aprile 2018 Marcia (a sinistra) e Millie Biggs, entrambe undicenni, dicono che la gente resta sconvolta quando scopre che sono gemelle. Marcia assomiglia alla madre, inglese, e Millie al padre, di origine giamaicana. Fotografia di Robin Hammond
La «razza»: un’idea dura a morire Fotografia di Nina Robinson
Il Manifesto della razza (1938) “Esistono grandi razze e piccole razze. […] Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali è una verità evidente”. Questa frase fa parte del secondo punto di un decalogo pubblicato in forma anonima sul Giornale d’Italia il 15 luglio 1938, il Manifesto degli scienziati razzisti. Che proseguiva al punto 3: “Il concetto di razza è concetto puramente biologico. Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza”. Cercatelo, il Manifesto, vale la pena leggerlo per intero. Era stato redatto da 10 eminenti studiosi delle università italiane, i cui nomi sarebbero stati resi noti 10 giorni dopo. Sottoscritto da altri 180 scienziati, sarebbe stato ripubblicato il 5 agosto sul primo numero del quindicinale La difesa della razza, la rivista che per cinque anni avrebbe abbracciato e diffuso le tesi del razzismo biologico. In autunno, poi, sono arrivate le leggi razziali.
La difesa della razza Pubblicato, con il titolo Il fascismo e i problemi della razza, su “Il Giornale d'Italia” del 14 luglio 1938, il Manifesto degli scienziati razzisti o Manifesto della razza, anticipa di poche settimane la promulgazione della legislazione razziale fascista (settembre-ottobre 1938). Firmato da alcuni dei principali scienziati italiani, Il Manifesto diviene la base ideologica e pseudo-scientifica della politica razzista dell'Italia fascista.
Razza e DNA Che cos'è, di preciso, la razza? I ricercatori ci spiegano che si tratta di un concetto del tutto privo di basi scientifiche, inventato solo per catalogare e dividere gli esseri umani. Le quattro lettere del codice genetico – A, C, G e T – proiettate sul viso dell’ugandese Ryan Lingarmillar. Il DNA rivela ciò che il colore nasconde: tutti gli esseri umani hanno antenati africani.
Sono nati in Italia, ma non hanno gli stessi diritti dei cittadini italiani
Alabama 1965 I sostenitori del diritto al voto in marcia da Selma a Montgomery nel marzo del 1965 sfidarono la violenza dei separatisti bianchi e delle forze dell’ordine. L’artista senegalese Omar Victor Diop ricostruisce questo evento conservando un dettaglio storico: alcuni manifestanti indossavano ghirlande di fiori donate da un eminente pastore hawaiano.
Selma 1965 Dr. Martin Luther King, Jr. wears a wreath of flowers during Selma civil rights march. (Photo by Steve Schapiro/Corbis via Getty Images)
Guerra delle donne, Nigeria 1929 Khadjia Boye veste i panni delle donne igbo che si ribellarono al governo coloniale inglese nel 1929. Foto di Omar Victor Diop.
I teschi della collezione di Morton Samuel Morton, uno dei più influenti scienziati americani della prima metà dell’Ottocento, catalogò la popolazione umana in cinque razze che avrebbero avuto origine da distinte creazioni divine.
C’è più diversità in Africa che in tutti gli altri continenti messi insieme Foto di Robin Hammond
Le migrazioni dall’Africa Jebel Irhoud, Marocco: sito dei più antichi resti di Homo Sapiens -300.000 anni fa
Humanae, progetto di Angelica Dass
Color pelle
Geno 2.0 DNA Ancestry Kit
Anita Foeman The DNA Discussion Project Docente di Comunicazione alla West Chester University della Pennsylvania, ha avviato dal 2006 con i suoi studenti un progetti di discussione e ricerca sulle origini di ciascuno di loro, a partire dalla ricerca sul DNA.