Lazarillo de Tormes La vida de Lazarillo de Tormes y de sus fortunas y adversidades Tre edizioni conosciute, tutte stampate nel 1554: Burgos Amberes (Anversa) Alcalá de Henares L’edizione di Alcalá de Henares reca un’importante avvertenza: “nuevamente impresa, corregida y de nuevo añadida en esta segunda impresión”. Ciò significa que Alcalá non è l’editio princeps: presenta 6 brevi aggiunte che dilatano le avventure di Lázaro e preludono a possibili future continuazioni. L’edizione di Alcalá non dipende dalle due precedenti e dunque probabilmente ci fu un’altra edizione, oggi perduta. L’opera ebbe una Segunda parte pubblicata ad Amberes nel 1555. Ciò dimostra il grande successo di pubblico.
Lazarillo de Tormes Molti dubbi e tesi contrastanti circa la data di ambientazione e quella di redazione del Lazarillo. Nell’opera si allude alle Cortes che si svolsero a Toledo quando entrò Carlos V. Per tale eventi si può supporre la data del 1525 ma anche quella del 1538-39. Per quanto riguarda la battaglia “de los Gelves”, menzionata come l’occasione nella quale Lázaro perse suo padre, si può riferire non soltanto alla sfortunata spedizione di don García de Toledo del 1510, sonora sconfitta di Fernando il Cattolico contro i mori in Nordafrica, ma anche alla fortunata impresa di don Hugo de Moncada del 1520. Quanto alla cronologia della storia narrata, potrebbero essere valide entrambe le ipotesi e in ogni caso eventuali anacronismi sarebbero giustificati dalla finzione letteraria. Per quel che concerne la data di redazione dell’opera, bisogna invece presupporre una data molto vicina alla pubblicazione a stampa.
Lazarillo de Tormes Capostipite della novela picaresca e del romanzo moderno spagnolo. La voce “pícaro” si consolidò nell’ultimo terzo del XVI secolo per designare un soggetto “vil y de baja suerte”. Rappresenta una figura libera da vincoli, libera, e incarnava un’aspirazione che nella Spagna di Carlo V, tormentata dal fantasma delle genealogie e dall’imperativo delle apparenze onorevoli, non osava confessare se non in forme ironiche o burlesche. L’autore si nasconde dietro l’opera letteraria proponendola come una autobiografia del protagonista. Non ci offre dunque una ‘finzione’ ma una ‘falsificazione’. Si tratta di un autore apocrifo più che di un anonimo.
Ipotesi sull’identità dell’autore Lazarillo de Tormes Ipotesi sull’identità dell’autore Fray Juan de Ortega, frate geronimita, indicato nel 1605 dal frate José de Sigüenza come autore del Lazarillo: “Dicen que siendo estudiante en Salamanca, mancebo, como tenía un ingenio tan galán y fresco, hizo aquel librillo que anda por ahí, llamado Lazarillo de Tormes, mostrando en un sujeto tan humilde la propiedad de la lengua castellana y el decoro de las personas que introduce con tan singular artificio y donaire, que merece ser leído de los que tienen buen gusto. El indicio desto fue haberle hallado el borrador en la celda, de su propia mano escrito”.
Lazarillo de Tormes Fray Juan Ortega prese l’abito nel Monastero di San Leonardo ad Alba de Tormes e verso il 1539 era una figura molto in vista, tanto che Carlo V gli diede l’incarico di vescovo del Chiapas (Messico). In questo caso, l’anonimato si spiegherebbe con l’appartenenza di Ortega alle fasce alte del clero.
Diego Hurtado de Mendoza Lazarillo de Tormes Diego Hurtado de Mendoza Nel 1607 il bibliografo fiammingo Valerio Andrés Taxandro, nel suo Catalogus clarorum Hispaniae scriptorum, parla dell’ambasciatore, scrittore e poeta Diego Hurtado de Mendoza come di: “persona noble (...) dicen que escribió un comentario de Aristóteles y la guerra de Túnez. Poseía rica biblioteca de autores griegos, que dejó al morir a Felipe II. Compuso también poesías en romance y el libro de entretenimiento llamado Lazarillo de Tormes”.
Lazarillo de Tormes Altra ipotesi è quella di una redazione collettiva da parte di una “cofradía de pícaros”: “seis mozos, sin más ni más, lo escribieron en dos días”. Juan de Valdés (1509-1541), umanista e letterato. Autore del Diálogo de la lengua, trattato in cui parla del realismo nell’arte, dello stile, dell’uso dell’elemento popolare in letteratura. Autore del Diálogo de la doctrina, in cui parla del concetto di onore, della condanna della mancanza di carità e del materialismo
Lazarillo de Tormes Alfonso de Valdés (1490-1532) Umanista ed erasmista come il fratello Juan. Ipotesi meno probabile perché bisognerebbe supporre una redazione del Lazarillo prima del 1532, anno della morte di Alfonso.
Sebastián de Horozco (1510-1579) Lazarillo de Tormes Sebastián de Horozco (1510-1579) Autore del Libro de proverbios o refranes glosados. Cultore della tradizione popolare e del repertorio paremiologico. Non vi sono però punti di contatto significativi fra lo stile del Lazarillo e quello di Horozco.
Lazarillo de Tormes Le proposte di identificazione sono state numerose nel corso del secolo passato. Tuttavia, per nessun candidato può essere proposta un’identificazione sicura. L’unico dato certo è che si tratta di una figura colta, di formazione umanistica e probabilmente vicina al movimento erasmista.
Lazarillo de Tormes Autobiografia fittizia: un banditore di Toledo racconta in prima persona, in uno stile piano e giocoso, come e da chi è nato, quale è stata la sua infanzia e a quali padroni ha prestato servizio fino a ottenere un impiego presso l’arciprete di San Salvador, con la cui serva ha contratto matrimonio. Lázaro struttura la storia in forma di lettera indirizzata a un Vuesa Merced che gli aveva chiesto di spiegargli i dettagli di un “caso”. Nell’ultima pagina dell’opera si scopre che “el caso” ha a che vedere con il presunto ménage a trois fra Lázaro, la moglie e l’arciprete.
Lazarillo de Tormes Realismo del Lazarillo: presenza di personaggi di vile condizione, aspetti deteriori della vita delle persone, povertà, miseria. Il realismo sta nella materia scelta e nella modalità di presentare la storia. Influenza dell’Asinus aureus (Asino d’oro) di Apuleio. Racconto in prima persona dello sventurato Lucio, servo dell’avaro Milone, che nel suo viaggio verso la Tessalia si trasforma in asino ed entra al servizio di vari padroni vivendo diverse avventure.
Lazarillo de Tormes Il modello narrativo dell’Asino d’oro ebbe molta fortuna nel XVI secolo e il Baldo, poema burlesco di Teofilo Folengo, si ispira proprio a questa fonte. Stesso modello si rileva anche in Trapesonda o Cuarto libro del esforzado caballero Reinaldos de Montalbán (che riprendeva lo schema burlesco del Baldo italiano) e nel Crotalón o Diálogo de las transformaciones, pubblicati entrambi nel 1550. Anche la seconda parte del Lazarillo, pubblicata nel 1555, mostra di avere recepito la lezione di Apuleio giacché il protagonista si trasforma qui in un tonno.
Lazarillo de Tormes È notevole anche l’influsso dell’epistolografia umanistica Lettere (1538) di Pietro Aretino Epístolas familiares (1539-1541) di Antonio de Guevara Cartas en refranes di Blasco de Garay (1541) Proceso de cartas de amores (1548) di Juan de Segura
Lazarillo de Tormes Ibridazione di letteratura e realtà, racconto serio e facezia. L’autore del Lazarillo riusa una materia folklorica e riprende altre fonti letterarie; pertanto non deve essere interpretato ingenuamente solo come un racconto realista. Il realismo ha più a che vedere con l’enunciazione dei temi che con i temi in sé. Ciò che viene presentato come se fosse reale è il linguaggio, il fatto che un banditore scriva una lettera a un certo corrispondente.
Lazarillo de Tormes Il comune denominatore dei romanzi picareschi è il punto di vista singolare ovvero il fatto che si tratti di finzioni autobiografiche, una delle cui funzioni principali è quella di mostrare la trasformazione del protagonista in scrittore. Il “caso” è punto di partenza e punto di arrivo della storia narrata. Applica al “caso” tutti gli insegnamenti ricevuti nel suo apprendistato. Qui lo spazio del romanzo risulta definitivamente chiuso e unificato.
Lazarillo de Tormes Il punto di vista del romanzo è quello di Lázaro adulto. Qual è la tesi dell’autore del Lazarillo? Lázaro ha raggiunto un’ascesa sociale solo grazie alle sue forze e alla sua capacità di adattarsi alla realtà. Pluralità di significati, ambiguità e ironia sono consustanziali al Lazarillo. Rivela il grande scetticismo dell’autore riguardo alla possibilità umana di conoscere davvero la realtà. L’io è l’unica guida disponibile nella selva confusa del mondo. L’autore si fa carico delle ragioni del personaggio e le comprende. Relativismo umanista. La soggettività è la misura delle cose.
Lazarillo de Tormes Il personaggio del pícaro è un carattere e lo schema di una vita: schema che non è tratto necessariamente dalla realtà ma che deriva da una fortunata elaborazione romanzesca. Così, l’eroe della picaresca è anche una forma e una formula narrativa.
Altre fonti letterarie spagnole Lazarillo de Tormes Altre fonti letterarie spagnole La Celestina (1499) di F. de Rojas La lozana andaluza (1528) di Francisco Delicado La Propalladia (1517) di Bartolomé de Torres Naharro