SENOFONTE Sintesi
La vita: prima dell’inizio della vita politica e militare Fonti: Diogene Laerzio: Vita di Senofonte; Anabasi dello stesso Senofonte. Data di nascita incerta, collocabile attorno al 430/425. Ceto equestre, agiato; Si conosce il nome del padre, Grillo, che fu il medesimo nome dato da Senofonte ad uno dei suoi figli. Ricevette una buona educazione, fu allievo di Sofisti e conobbe Socrate, cui si legò di profonda amicizia, pur non essendone discepolo.
Vita: la posizione filospartana alla fine della guerra del peloponneso Partecipò al Consiglio dei Quattrocento, di cui era stato membro anche Tucidide; Alla sconfitta di Atene, appoggiò il regime dei Trenta Tiranni (404) istituito da Sparta, di cui, secondo Canfora, fu uno dei due ipparchi. Alla rivolta democratica di Trasibulo che riportò la democrazia ad Atene (403), andò probabilmente in esilio ad Eleusi insieme agli oligarchi. Nel 401 si trasferisce in Asia Minore (Efeso, Sardi). Il fatto che Senofonte, come il contemporaneo Alcibiade, si ponga al servizio dei nemici di Atene, perfino dei barbari persiani, è un segno della crisi della polis e dell’avanzare della nuova concezione cosmopolita, che sarà propria dell’Ellenismo.
Vita: la spedizione del 401 (Anabasi) Ciro il Giovane, per destituire dal trono di Persia il fratello Artaserse, organizza una spedizione militare: tra i mercenari greci, un’armata di circa 10.000 uomini, assoldati da Ciro e comandati da Clearco di Sparta, vi era anche Senofonte. Nella battaglia di Cunassa (un villaggio a circa 90 km da Babilonia) i greci vinsero, Ciro tuttavia morì. Tissaferne, consigliere di Artaserse, tese un agguato, in cui morirono tutti i comandanti greci. L’armata greca rimase sbandata e smarrita, senza capi e in un territorio lontano migliaia di chilometri dalla patria. I soldati nominarono allora dei condottieri, tra cui lo stesso Senofonte, che li guidarono nella lunga marcia di ritorno verso la Grecia (Anabasi dei Diecimila). Il resoconto di questa epica marcia è nell'Anabasi di Senofonte.
Vita: la battaglia di coronea e l’esilio Senofonte si schiera con Sparta e partecipa, al seguito di Agesilao, re di Sparta, alla battaglia di Coronea (394), in cui Sparta sconfisse Tebe, cui si era alleata Atene. Fu esiliato da Atene per vent’anni, a causa del suo comportamento ostile ad Atene e alla sua democrazia (era stato mercenario di Ciro, aveva appoggiato i Trenta tiranni, aveva infine combattuto contro Atene a Coronea) e si recò a Scillunte, nel Peloponneso, dove gli Spartani gli donarono una fattoria; qui visse serenamente dedicandosi al culto degli dei, all’equitazione, alla caccia, nonché alla stesura dell’Anabasi; sposò una donna del luogo da cui ebbe due figli, Diodoro e Grillo, che fece istruire secondo l'educazione spartana.
Vita: Da Leuttra alla morte Nel 370 vi fu un nuovo scontro, la battaglia di Leuttra, tra Sparta a Tebe, che vinse ad opera di Epaminonda: Scillunte fu conquistata e la fattoria di Senofonte fu espropriata: Senofonte, dopo aver vagabondato in vari luoghi, si stabilì a Corinto Miglioravano intanto i rapporti tra Sparta e Atene e nel 368/367 Atene annullò l’esilio di Senofonte, riconoscendone cittadinanza ateniese per i figli e assegnandogli un indennità in denaro. E probabile che in quegli anni Senofonte sia tornato ad Atene, ma non definitivamente; pare infatti che il luogo della morte, che lo colse attorno al 355 a.C., sia stato Corinto e non Atene, come pure sostengono alcune fonti.
Le opere storico-politiche: L’Anabasi Narra in 7 libri la spedizione di Ciro il Giovane contro Artaserse II: I libro: «marcia verso l’interno» (anàbasis) del regno persiano, da Sardi a Cunassa, dei Greci; Altri 6 libri: battaglia di Cunassa, morte di Ciro, agguato di Tissaferne, uccisione dei capi greci, difficile rientro in patria (katàbasis) dei Diecimila guidati da Senofonte, attraverso terre sconfinate e sconosciute. Genere: non ascrivibile a quello storiografico Tucidideo, ma è il prototipo di un nuovo genere, l’autobiografia: la struttura è diaristica, l’interesse è rivolto alla cronaca e ai dettagli tecnici degli eventi, non alla ricerca delle cause Intento apologetico: usa la III persona e lo pseudonimo di Temistògene di Siracusa, il che non dissimula l’intento autobiografico, autocelebrativo e apologetico*: difende le proprie decisioni, riferisce i suoi discorsi e enfatizza il ruolo decisivo dei suoi interventi militari, nonché l’ammirata fiducia dei suoi soldati (Cfr. Anabasi di Alessandro di Arriano e Commentari della Guerra Gallica di Cesare). Il viaggio e l’interesse etnografico: l’Anabasi è anche il racconto di un viaggio e delle sue avventure, in ambienti geografici ed etnografici stranieri e favolosi (cfr. logografia, ma anche le gesta di Alessandro Magno). Per alcuni aspetti l’opera precorre l’Ellenismo, eclettismo, poligrafia, critica alla democrazia, simpatica per le monarchie orientali, ideale cosmopolita, passione per i viaggi e lo spirito d’avventura.
Le opere storico-politiche: Le Elleniche In 7 libri, con il sottotitolo Aggiunte alla storia di Tucidide, riprendono le vicende della storia greca dal dove s’interrompe Tucidide, cioè dal 410 a.C., fino alla battaglia di Mantinea (362) che pone fine, con la morte di Epaminonda, all’egemonia tebana. E’ stato osservato che, al contrario del resto dell’opera, il I libro e parte del II abbiano elementi stilistici tucididei: esposizione oggettiva, impersonale, ordine annalistico degli eventi, ecc.; per il resto prevale l’impostazione diaristica consueta in Senofonte Se ne potrebbe dedurre che almeno la parte iniziale (fino al governo dei Trenta) sia in realtà di Tucidide. Tolta la parte iniziale l’opera è più simile all’Anabasi, per l’autobiografismo e la varietà dei contenuti: vicende politico-militari, esperienze personali, digressioni sull’arte della guerra e sui regimi autocratici esemplificati in figure tipiche di tiranni.
Le opere storico-politiche: opere filospartane: Agesilao, ierone, Costituzione di Sparta Agesilao: biografia celebrativa del re di Sparta, in cui si espongono le imprese, sottolineandone le virtù. Si ricordi che Senofonte strinse con Agesilao un vincolo di stima e amicizia e che per anni visse al suo seguito e sotto la sua protezione. Ierone: dialogo tra il tiranno di Siracusa e il poeta Simonide sulla tirannide, sui suoi vantaggi e svantaggi e sulle differenze tra la condizione del tiranno e quella del privato cittadino, che viene infine considerata come preferibile, sebbene anche il tiranno possa essere felice, se è equo e assennato, dedito all’interesse della collettività. Costituzione di Sparta: il saggio costituisce un’esaltazione della costituzione di Licurgo e dell’antica disciplina di Sparta, poste in antitesi alla democrazia ateniese. Se anche Sparta è ormai in decadenza, ciò è dovuto alla corruzione degli antichi ferrei e integerrimi costumi.
Le opere storico-politiche: Ciropedia o Educazione di Ciro 8 libri: biografia di Ciro il Vecchio (590 – 529 a.C.), fondatore dell’impero persiano: educazione, formazione e conquiste del re. La figura di Ciro, magnanimo e depositario di ogni virtù, è evidentemente idealizzata a rappresentare il modello del sovrano illuminato (optimus princeps), esempio di humanitas anche per il mondo romano Genere: non opera storiografica, ma biografia romanzata o «pseudo-biografia pedagogica» (Momigliano), che precorre il romanzo ellenistico e il moderno romanzo di formazione (bildungsroman) europeo; la storia d’amore di Pantea ed Abradata (libro V, VI), è la prima novella della letteratura occidentale.
Altre opere (non storico-politiche) Opere socratiche: Apologia di Socrate, Memorabili di Socrate (4 libri di dialoghi e scritti socratici), Simposio (sulla natura dell’amore), Economico (dialogo tra Socrate e il giovane Critobulo, nel quale si tratta dell’amministrazione della casa, del metodo per la lavorazione dei campi, dei rapporti con i subordinati,dei rapporti con la moglie). Opere tecnico-didascaliche: Trattato sull’equitazione, Ipparchico, Cinegetico (che riguarda la caccia vista come contributo alla formazione del carattere), Poroi (o Modi e mezzi o Le Entrate) Uno studio delle finanze ateniesi e proposte affinché la città possa risollevarsi.
Lingua e Stile Lodato fin dall’antichità (Lessico Suda) per l’asciuttezza e la chiarezza del linguaggio, sia per spontaneo senso estetico sia per una voluta ricerca della linearità e della scorrevolezza delle costruzioni sintattiche; perciò è considerato un modello di stile per la prosa e l’oratoria. La lingua, nell’antichità lodata come esempio di purezza dell’attico (ape o musa attica lo chiamarono i grammatici) è, invece, un impasto di elementi diversi: vengono accolti sulla base del dialetto attico (Tucidide), elementi di diversi dialetti e generi letterari del mondo greco: influssi della prosa scritta ionica (Ecateo, Erodoto), coloriture doriche, dovute alla sua lunga frequentazione con Sparta, vocaboli frutto dei suoi contatti con l'Asia, vocaboli provenienti del registro linguistico parlato. In questo senso la lingua di Senofonte anticipa la koinè diàlektos, la lingua comune dell'epoca ellenistica.