Progetto “fare rete”: Le cause della disabilità Le cause più comuni della disabilità, relative al momento di insorgenza, si possono classificare in: -FATTORI del periodo PRENATALE -FATTORI del periodo PERINATALE -FATTORI del periodo POSTNATALE
FATTORI PRENATALI -ANEUPLOIDIE O FATTORI CROMOSOMICI Sindrome di Down, Sindrome di Patau, Sindrome di Edwards, Sindrome di Turner, Sindrome di Klinefelter, Sindrome di Jacobs. -ABERRAZIONI CROMOSOMICHE -FATTORI GENETICI (MUTAZIONI) Sindrome di Douchenne, Còrea di Huntington, Spina bifida. -FATTORI ESOGENI Farmaci, Rosolia, Herpes, Toxoplasmosi.
ANEUPLOIDIE O FATTORI CROMOSOMICI Un’aneuploidia è un’anomalia cromosomica ossia una variazione del numero dei cromosomi rispetto al numero cromosomico specie – specifico. Un’aneuploidia è causata, nella maggior parte dei casi, da errori di non – disgiunzione cromosomica durante la divisione meiotica della gametogenesi. La causa della non – disgiunzione non è nota, ma sappiamo che la sua frequenza aumenta con l’età. Fenomeni di non – disgiunzione possono verificarsi anche durante le divisioni mitotiche delle cellule embrionali: in tale caso si osserverà un cariotipo a mosaico per la presenza, nello stesso individuo, di cellule con corredo cromosomico diverso.
SINDROME DI DOWN o TRISOMIA 21 La sindrome di Down o trisomia 21, detta in passato “mongoloidismo”, è una condizione cromosomica causata dalla presenza, nel cariotipo di un individuo, di una terza copia del cromosoma 21. Si tratta della più comune anomalia cromosomica del genere umano, associata ad un ritardo della capacità cognitiva, della crescita fisica e ad un particolare insieme di caratteristiche del viso. La trisomia 21 è causata da un evento meiotico non-disgiunzionale che si verifica durante la gametogenesi: i due omologhi della coppia 21 possono non separarsi durante l’anafase della I divisione meiotica oppure non si separano i cromatidi fratelli nel corso della anafase della II divisione meiotica. Di conseguenza, il gamete presenterà una copia extra del cromosoma 21 con un totale di 24 cromosomi. Se combinato con un gamete normale dell’altro genitore, darà origine ad uno zigote con 47 cromosomi, con tre copie del cromosoma 21.
SINDROME DI PATAU o TRISOMIA 13 La sindrome di Patau o trisomia 13 è una malattia cromosomica molto rara. Il cariotipo dell’individuo affetto presenta tre copie del cromosoma 13 invece delle normali due. Le anomalie fenotipiche sono numerose: palatoschisi, dita delle mani e dei piedi in soprannumero, occhi piccoli, ritardo psicomotorio, cardiopatia, encefalopatia, ciclopia. La maggior parte degli individui muore entro i primi tre mesi di vita. La sindrome di Patau può verificarsi anche quando una parte del cromosoma 13 si attacca ad un altro cromosoma (traslocazione robertsoniana) prima o dopo il concepimento. L’individuo con traslocazione ha una trisomia parziale per il cromosoma 13. Nella maggior parte dei casi la sindrome è a carattere ereditario, ma può presentarsi come evento casuale durante la formazione delle cellule riproduttive (ovuli e spermatozoi). La sindrome di Patau con mosaicismo non ha origine ereditaria e si presenta come un errore casuale durante le prime divisioni mitotiche dello sviluppo embrionale. Una persona senza segni evidenti può presentare un riarrangiamento di materiale genetico tra il cromosoma 13 e un altro cromosoma. Questa riorganizzazione è chiamata “traslocazione bilanciata” perché non vi è materiale extra del cromosoma 13.
SINDROME DI EDWARDS o TRISOMIA 18 La sindrome di Edwards o trisomia 18 è una malattia genetica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma 18 in più (3 invece di 2). E’ dovuta ad una non-disgiunzione cromosomica durante la meiosi. La frequenza è di 1 caso su 6000 nati vivi. L’incidenza aumenta con l’aumentare dell’età della madre. L’80% degli individui colpiti è di sesso femminile. Nella maggior parte dei casi il feto muore prima della nascita.
SINDROME DI TURNER La sindrome di Turner è un’aneuploidia sessuale rara che colpisce solo il sesso femminile: nella donna è in parte o del tutto assente un cromosoma X. La condizione di tipo XO è conseguente ad un errore nel corretto appaiamento dei cromosomi durante la meiosi. In genere le donne affette da tale sindrome non hanno il ciclo mestruale, non sviluppano le mammelle e non sono in grado di avere figli. La menopausa avviene prima del menarca, all’età di due anni. Il QI è normale. Può essere presente un deficit nella visualizzazione spaziale necessaria per l’applicazione della matematica. Problemi di vista e di udito sono frequenti.
SINDROME DI KLINEFELTER La sindrome di Klinefelter è una malattia genetica caratterizzata da un’anomalia cromosomica in cui un individuo di sesso maschile possiede un cromosoma X soprannumerario: gli individui affetti dalla sindrome hanno almeno due cromosomi X e almeno un cromosoma Y. Pertanto, gli individui con tale cariotipo sono solitamente indicati come “maschi XXY” o “47 XXY”. Molte persone affette dalla sindrome di Klinefelter non presentano alcun segno fino alla pubertà, quando le caratteristiche fisiche divengono più evidenti. Nella popolazione umana, la condizione 47 XXY è la più comune aneuploidia dei cromosomi sessuali nei maschi.
SINDROME DI JACOBS La sindrome 47,XYY o sindrome di Jacobs è un’aneuploidia eterosomica cioè un’anomalia cariotipica nella quale è presente, oltre ai cromosomi X e Y tipici del corredo maschile umano, un cromosoma soprannumerario Y. Tale polisomia è dovuta ad una non-disgiunzione durante la seconda divisione meiotica della gametogenesi maschile. I soggetti affetti - i cosiddetti “super maschi” - possono presentare un’altezza superiore a 180 cm ed un lieve ritardo mentale, problemi cardio-vascolari, denti grandi o con radici grandi. I livelli di testosterone sono normali. La frequenza con cui questa aneuploidia si manifesta è di 1-5/10000 maschi.
FATTORI GENETICI o MUTAZIONI Le mutazioni sono variazioni puntiformi del DNA di un gene. Esse determinano la cosiddetta variabilità genetica ovvero la condizione per cui gli organismi differiscono tra loro per uno o più caratteri. Le mutazioni possono riguardare le cellule somatiche o quelle germinali. Solo le mutazioni delle cellule della linea germinale vengono trasmesse alla discendenza e possono eventualmente causare malattie genetiche ereditarie. Le mutazioni possono essere casuali oppure indotte da particolari agenti esterni fisici o chimici detti “agenti mutageni”.
SINDROME DI DUCHENNE o DISTROFIA La distrofia di Duchenne o distrofia muscolare è la più frequente tra le distrofie muscolari dell’infanzia. E’ anche detta “distrofia muscolare generalizzata dell’infanzia” ed ha un decorso relativamente rapido. Colpisce quasi esclusivamente il sesso maschile. La causa è una mutazione del gene che controlla la sintesi della distrofina, una proteina fibrillare del citoscheletro delle fibrocellule muscolari. Essa stabilizza le membrane ancorandole al citoscheletro e organizzando la distribuzione delle proteine. Nella distrofia di Duchenne la distrofina viene sintetizzata ma risulta danneggiata nelle parti non terminali e presenta un peso molecolare minore del normale.
COREA DI HUNTINGTON La Còrea di Huntington è una malattia genetica neurodegenerativa che colpisce la coordinazione muscolare e porta ad un declino cognitivo e a problemi psichiatrici. La malattia è causata da una mutazione autosomica dominante in una delle due copie (alleli) di un gene codificante una proteina chiamata huntingtina. Una sezione di questo gene varia in lunghezza da un individuo all’altro. Quando la lunghezza di questa sezione raggiunge una certa soglia, il gene produce una forma alterata della proteina chiamata “proteina huntingtina mutata”; quest’ultima provoca la morte di alcuni tipi di neuroni.
SPINA BIFIDA La spina bifida è un’anomalia genetica multifattoriale dovuta a mutazioni di più geni e influenzata da fattori ambientali quali carenze di acido folico in gravidanza, alcolismo, obesità, diabete. La spina bifida aperta deriva dalla mancata chiusura del neuroporo posteriore, formatosi durante il processo di neurulazione a seguito del ripiegamento delle pieghe neurali.
FATTORI ESOGENI L'aggettivo esogeno, nel campo della biologia e della medicina, viene attribuito a qualsiasi fattore o sostanza che si origina esternamente rispetto all'organismo considerato. Una malattia è spesso dovuta alla concorrenza di fattori endogeni e fattori esogeni (ambientali) che ne favoriscono la comparsa.
HERPES Contratto l’herpes una prima volta, il virus responsabile della malattia non viene mai completamente eliminato dall’organismo, ma si annida nelle terminazioni nervose cutanee e torna a manifestarsi periodicamente quando le difese immunitarie dell’organismo ospite si abbassano (per esempio in concomitanza con altre malattie oppure con l’ assunzione di farmaci immunodepressori o, talvolta, anche nei periodi di forte stress psicofisico). Durante i 9 mesi di gravidanza le difese immunitarie della futura mamma vanno incontro ad un lieve abbassamento fisiologico che, comunque, non aumenta l’incidenza di riattivazione dell’herpes, labiale o genitale che sia. In caso di riattivazione del virus durante l’attesa, l’eventualità di infezione del nascituro è molto rara: la madre può trasmettere il virus al feto, ma al tempo stesso gli trasmette anche gli anticorpi che lo proteggono dal rischio di contagio. Se durante il parto il piccolo entra in contatto con lesioni herpetiche dei genitali, il rischio di contagio è dell’85%. Le conseguenze possono essere: esantema diffuso, manifestazioni a carico della mucosa del naso e della bocca, congiuntivite, infezioni, encefalomeningite.
ROSOLIA La rosolia è una malattia infettiva esantematica virale, causata da un virus della famiglia “Rubivirus”. Se contratta in gravidanza, in particolare nei primi mesi di gestazione, la malattia può essere molto pericolosa per il feto in quanto comporta il rischio di gravi malformazioni quali difetti della vista, sordità, malformazioni cardiache e ritardo mentale. L’unica strategia preventiva è la vaccinazione.
TOXOPLASMOSI La toxoplasmosi è una malattia parassitaria causata dal “Toxoplasma gondii”. Questo parassita si stabilisce nell’intestino degli animali che contagia producendo uova che vengono disperse nell’ambiente attraverso le feci degli animali stessi. La malattia si contrae mangiando cibo poco cotto contenente le cisti del parassita o toccando le feci di un gatto infetto. Se la futura mamma contrae l’infezione, i danni possono essere tanto maggiori quanto più precocemente è avvenuto il contagio.
FARMACI Durante le prime settimane di gravidanza è meglio non assumere farmaci, specialmente analgesici e antinfiammatori, perché potrebbero aumentare il rischio di aborti spontanei ed avere effetti teratogeni ovvero causare malformazioni congenite nel bambino. Il Talidomide, ad esempio, venduto negli anni cinquanta e sessanta come farmaco anti-nausea, fu ritirato dal commercio nel 1961 perché teratogeno: le donne trattate con questo farmaco davano alla luce neonati con gravi alterazioni congenite dello sviluppo degli arti ovvero amelia (assenza degli arti) o vari gradi di focomelia (riduzione delle ossa lunghe degli arti).
FATTORI PERINATALI ASFISSIA PERINATALE Questa condizione si manifesta quando il neonato non è in grado di completare con successo tutte quelle trasformazioni che gli permettono di respirare autonomamente dopo il taglio del cordone ombelicale. L’asfissia perinatale è dovuta ad un insufficiente apporto di ossigeno attraverso la placenta o all’assenza/insufficienza della respirazione. Alla mancanza di ossigeno seguono l’aumento di anidride carbonica e dell’acidità del sangue.
UTILIZZO DEL FORCIPE Il forcipe è uno strumento ginecologico largamente utilizzato fino a qualche tempo fa. Possiede due estremità costituite da grandi cucchiai di metallo da inserire ai lati della testa del bambino: il forcipe, quindi, funge da grossa pinza. L’uso del forcipe comporta vari rischi sia per la madre che per il nascituro: la donna può andare incontro a lesioni gravi della parete vaginale e del collo dell’utero; il bambino può subire danni neurologici o la frattura delle ossa del collo con conseguente paralisi totale o parziale.
FATTORI POSTNATALI MENINGITE La meningite è un’infiammazione delle meningi cioè delle membrane che avvolgono l’encefalo e il midollo spinale. Esse hanno una funzione protettiva sul SNC. Questa infiammazione si ripercuote sul SNC determinando gravi sintomi neurologici che possono portare a sordità, ritardo mentale e paralisi fino ad esiti letali. Le cause della meningite possono essere molteplici. Tuttavia, nella maggior parte dei casi la malattia è di origine infettiva ed è causata principalmente da virus e batteri. La forma batterica è più seria di quella virale.
ENCEFALITE Col termine “encefalopatia” si indica un gruppo di malattie che alterano la struttura e/o le funzioni dell’encefalo. Le varie forme di encefalopatia possono essere permanenti o temporanee. Tra i vari tipi ricordiamo: encefalopatia traumatica cronica, encefalopatia epatica, encefalopatia di Wernicke, encefalopatia mitocondriale. Il sintomo tipico è l’alterazione dello stato mentale con perdita di memoria, cambiamenti di personalità, depressione e incapacità di risolvere anche semplici problemi di vita quotidiana.
MALATTIE METABOLICHE Queste malattie sono causate dall'assenza o dalla carenza di uno degli enzimi che catalizzano le reazioni chimiche del metabolismo cellulare. Un enzima, per essere presente all'interno della cellula in "quantità" e "qualità" sufficiente a svolgere la sua funzione, deve essere "previsto" dal nostro patrimonio genetico grazie alla presenza del gene corrispondente. Un'alterazione del gene causa l'assenza o il malfunzionamento dell'enzima con conseguente alterazione del metabolismo. Per alcune malattie metaboliche il danno è dovuto principalmente alla carenza di una sostanza che non viene più sintetizzata, per altre invece all’accumulo di metaboliti che risultano tossici oppure per entrambi i meccanismi.
FENILCHETONURIA La fenilchetonuria indica la presenza di alti tassi di fenilpiruvato nelle urine e di fenilalanina nel sangue. E’ la più comune malattia pediatrica genetica, dovuta ad una mutazione recessiva di un gene localizzato sul cromosoma 12. Una carenza di tirosina, dovuta all’inefficiente conversione di fenilalanina in tirosina, determina bassi livelli di tirosina ed un’insufficiente produzione di molecole da esse derivate come i neurotrasmettitori adrenalina, noradrenalina, dopamina e il precursore della dopamina (DOPA). La malattia può essere tenuta sotto controllo con una dieta povera di fenilalanina, sostituendo le proteine alimentari con una miscela dei singoli amminoacidi ma privi di fenilalanina.
GALATTOSEMIA Per “galattosemia” si intende una malattia a carattere ereditario, autosomica recessiva, dovuta al malfunzionamento dell’enzima che metabolizza il galattosio. Nei soggetti affetti da galattosemia, il galattosio si accumula nei tessuti raggiungendo quantità tossiche.
PowerPoint realizzato dalle alunne della classe 5^C SU: Ciarmoli Marta Iannelli Giovanna Ciccarelli Roberta Bonghi Paola