LA CREAZIONE DEI POLI TECNICO PROFESSIONALI

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Transcript della presentazione:

LA CREAZIONE DEI POLI TECNICO PROFESSIONALI Job&Orienta Verona 23 novembre 2012 Stefano Quaglia Dirigente Ufficio V° USR-Veneto LA CREAZIONE DEI POLI TECNICO PROFESSIONALI Le nuove frontiere dei sistemi di Istruzione Integrati Conferenza di Servizio dell’istruzione Tecnica e Professionale

Un contesto preoccupante 28 milioni di cittadini adulti in possesso, al massimo, di un titolo di studio conclusivo del primo ciclo e oltre l’80% della popolazione adulta non raggiunge il livello 3, ovvero “il livello necessario per garantire il pieno inserimento nella società della conoscenza”. Importanti cambiamenti demografici, radicale trasformazione della popolazione italiana: indice di vecchiaia più alto in Europa. Popolazione italiana nel 2050 composta per il 34,4 % da over 65enni (oggi al 19%, mentre all’inizio degli anni ’80 era al 13,1%). In aumento la presenza degli stranieri: oggi regolari al 7,5%; nei prossimi dieci anni 10%; nel 2050, 20%. mobilità sociale in Italia tra le più basse in Europa: più della metà di quanti hanno un genitore con, al massimo, la licenza media tende a riprodurre questa situazione e solo il 5% di questi raggiunge la laurea.

Prima Parte dall’EdA all’IdA ovvero dai CTP ai CPIA

La risposta dell’USR Veneto alle sollecitazioni istituzionali per l’Educazione degli Adulti Tavolo Regionale di coordinamento con le Prefetture Struttura Tecnica per i Test di Italiano: identiche prove sul territorio negli stessi giorni e nelle stesse ore Confronto continuo con e fra CTP e Prefetture sul territorio, integrazione dei processi di educazione civica con la formazione linguistica Assistenza alle prefettura per la progettazione di azioni finanziate FEI

La risposta dell’USR Veneto alle sollecitazioni istituzionali per l’Educazione degli Adulti Collaborazione con l’Assessorato ai Flussi Migratori: Progetti FEI CIVIS1 e CIVIS2 Costituzione Gruppo di Lavoro presso la Direzione Generale Scolastica per la progettazione del nuovo assetto CPIA Progettazione congiunta con Assessorato Regionale Istruzione dell’offerta CPIA (in elaborazione)

PUNTI SALIENTI DELLO SCHEMA DI DPR

Art. 2 Identità dei centri I centri costituiscono una tipologia di istituzione scolastica autonoma, (…) articolata in reti territoriali di servizio, di norma su base provinciale (…) strutturata per livelli di apprendimento. (…) 5. I centri possono ampliare l’offerta formativa, (…), secondo quanto previsto [dal DPR 275/1999], nel rispetto delle competenze delle regioni e degli enti locali in materia e nel quadro di accordi con gli enti locali ed altri soggetti pubblici e privati, con particolare riferimento alle strutture formative accreditate dalle regioni.

Art. 3 Utenza Ai centri possono iscriversi gli adulti anche stranieri che non hanno assolto l’obbligo di istruzione o che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione. Ai fini di cui all’articolo 9, comma 2-bis, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, (…) resta comunque ferma la possibilità per gli adulti stranieri in età lavorativa, anche in possesso di titoli di studio conseguiti nei Paesi di origine, di iscriversi ai percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana, di cui all’articolo 4, comma 1, lettera c). Ai centri possono iscriversi anche coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno di età e che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione, … nei limiti dell’organico assegnato e in presenza di particolari e motivate esigenze, coloro che hanno compiuto il quindicesimo anno di età.

Art. 4.1 Assetto didattico I percorsi di istruzione degli adulti sono riorganizzati in percorsi di primo livello: realizzati dai CPIA (Art. 2), finalizzati al conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione e della certificazione attestante l’acquisizione delle competenze di base connesse all’obbligo di istruzione (DM 139/ 2007) relative alle attività e agli insegnamenti (c2, lett. b) generali comuni a tutti gli indirizzi degli istituti professionali e degli istituti tecnici, di cui ai DPR 87/2010 e 88/2010. percorsi di secondo livello: realizzati dalle istituzioni scolastiche presso le quali funzionano i percorsi di istruzione tecnica, professionale e artistica, rimanendo in esse incardinati , sono finalizzati al conseguimento del diploma di istruzione tecnica, professionale e artistica; percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana: realizzati dai CPIA (Art. 2) destinati agli adulti stranieri nei limiti dell’organico assegnato, finalizzati al conseguimento di un titolo attestante livello non inferiore al livello A2 del QCER del Consiglio d’Europa.

Art. 4.2 Assetto didattico 2.I percorsi di primo livello di cui al com- ma 1, lettera a), sono articolati in due periodi didattici così strutturati primo periodo: finalizzato al conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo; secondo periodo didattico: finalizzato al conseguimento della certificazione attestante l’acquisizione delle competenze di base con- nesse all’obbligo di istruzione (DM 139/2007) relative ai bienni Tecnici e Professionali (DPR 87/2010 e 88/2010) (e i L. A.?).

Art. 4.3 Assetto didattico I percorsi di secondo livello di istruzione tecnica e professionale [e artistica?] sono articolati in tre periodi didattici, così strutturati: primo periodo didattico: finalizzato all’acqui- sizione della certificazione necessaria per l’ammissio-ne al secondo biennio (…) in relazione all’indirizzo scelto dallo studente. secondo periodo didattico: finalizzato all’acquisizione della certificazione necessaria per l’ammissione all’ultimo anno (…) in relazione all’indirizzo scelto dallo studente. terzo periodo didattico: finalizzato all’acquisizione del diploma di istruzione tecnica o professionale [e artistica?] in relazione all’indirizzo scelto dallo studente.

Art. 4.4 Assetto didattico 4. I percorsi di primo livello relativi al primo periodo didattico di cui al comma 2, lettera a), hanno un orario complessivo di 400 ore, articolato secondo le indicazioni contenute nelle linee guida di cui all’articolo 11, comma 10, destinato allo svolgimento di attività e insegnamenti obbligatori relativi ai saperi e alle competenze attesi in esito ai percorsi della scuola secondaria di primo grado. I percorsi sono organizzati anche con riferimento alle competenze chiave in materia di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria di cui all’allegato 2 al decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 agosto 2007, n. 139. In assenza della certificazione conclusiva della scuola primaria, l’orario complessivo può essere incrementato fino ad un massimo di ulteriori 200 ore, in relazione ai saperi e alle competenze possedute dallo studente. Tale quota, articolata secondo le indicazioni contenute nelle linee guida di cui all’articolo 11, comma 10, può essere utilizzata anche ai fini dell’alfabetizzazione in lingua italiana degli adulti stranieri, di cui al comma 1, lettera c

Art. 4.5 Assetto didattico 5. L’orario complessivo obbligatorio dei percorsi di cui al presente articolo è così determinato : i percorsi di primo livello, relativi al secondo periodo didattico di cui al comma 2, lettera b), hanno un orario complessivo pari al 70 per cento di quello previsto dai corrispondenti ordinamenti degli istituti tecnici o professionali per l’area di istruzione generale, articolato secondo le indicazioni contenute nelle linee guida di cui all’articolo 11, comma 10 . i percorsi di secondo livello di cui al comma 3, lettere a), b) e c), hanno rispettivamente un orario complessivo pari al 70 per cento di quello previsto dai corrispondenti ordinamenti degli istituti tecnici o professionali con riferimento all’area di istruzione generale e alle singole aree di indirizzo (e i L. A.?).

Commento Valorizzazione a sistema dell’esperienza “Sirio”: l’adulto con il suo patrimonio di esperienze formalizzate e no è al centro dell’attenzione educativa. Fondamentale il concetto di Rete. Tutto questo sistema è di fatto costituito da Istituti-Rete, che devono collegarsi a loro volta in rete con i Poli tecnico-professionali e le reti liceali. Importante la connessione con l’istruzione carceraria, anche il livello primario (Art. 1.2, ma vedi richiamo anche in Art 4.4) Qualche problema: la possibilità di istituire corsi liceali non artistici: è necessario chiarire il ruolo delle province e delle regioni non è chiaro dove si tengano i corsi relativi al secondo periodo didattico del primo livello e il rapporto di questa fase con l’istruzione artistica non è comunque chiaro il rapporto fra l’Istruzione Tecnica – Professionale e i Licei Artistici Da risanare la contraddizione dell’Art. 6.4.

I POLI Cenni rapidi dallo schema di D.I.

POLI TECNICO-PROFESSIONALI I Poli costituiscono una modalità organizzativa di condivisione delle risorse pubbliche e private disponibili, anche ai fini di un più efficiente ed efficace utilizzo degli spazi di flessibilità organizzativa delle istituzioni scolastiche e formative, con il pieno utilizzo degli strumenti previsti dagli ordinamenti in vigore.

Significato e funzionalità del polo Il polo tecnico-professionale è: a) un ambiente di apprendimento in contesti applicativi e di lavoro, dove si raccolgono e si coordinano saperi, tecnologie, intelligenze e professionalità ; b) un contesto didattico strutturato nelle risorse, nei ruoli, nel percorso, nel risultato atteso ed evoca un contesto aperto, ricco, fluido, composito; c) un luogo dell' apprendimento in situazione e può essere inserito all'interno di attività produttive e/o professionali; Esso favorisce la collaborazione tra differenti soggetti coinvolgendo discenti e formatori in una “comunità di pratica”.

Standard Minimi Almeno due istituti tecnici e/o professionali, due imprese iscritte nel relativo registro presso le competenti Camere di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato, un I.T.S. operante in ambito regionale ovvero, sulla base di collaborazioni multiregionali, anche in altre regioni un organismo di formazione professionale. Nel predetto numero di istituti tecnici o professionali e di imprese non vanno conteggiati gli istituti e le imprese soci fondatori dell’I.T.S. Nel primo triennio di applicazione delle presenti linee guida, la partecipazione degli I.T.S. non è requisito vincolante per la costituzione del Polo.

I Programma di Rete All’atto di costituzione del Polo, viene definito il programma di rete contenente gli obiettivi strategici di innovazione e di innalzamento della qualità dei servizi formativi a sostegno dello sviluppo delle filiere produttive sul territorio e dell’occupazione dei giovani, anche attraverso la promozione dei percorsi in apprendistato.

Accordi di Rete Gli accordi di rete hanno la forma dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata. La pubblicità dell’accordo di rete è assicurata dalla registrazione, che ne costituisce condizione di efficacia non solo nei confronti di terzi, ma anche nei rapporti interni tra i soggetti partecipanti al Polo.

Assetto Regionale - Filiere Ferma restando l’autonomia delle istituzioni scolastiche, la programmazione dei Poli tecnico-professionali è di competenza regionale. Elementi di conoscenza e valutazione: descrizione territoriale delle complementarità tra filiere; descrizione territoriale delle filiere formative e di quelle produttive di riferimento, che espliciti l’insieme potenziale dell’offerta verticale e orizzontale di filiera con l’utilizzo dei dati e delle analisi di livello regionale per supportare le scelte di indirizzo delle politiche e degli obiettivi di sviluppo del capitale umano nonché dell’orientamento scolastico e professionale; la descrizione delle reti per la ricerca industriale (parchi tecnologici e cluster tecnologici).

quaglia@edaveneto.it ufficio5.veneto@istruzione.it Stefano Quaglia Ufficio V° - USR Veneto, Venezia 041-2723.163/161/197 quaglia@edaveneto.it ufficio5.veneto@istruzione.it