ULSS 1 DOLOMITI INCONTRA I giovedì della Salute Non lasciamoci… influenzare Relatore: Dott.ssa Valeria Mondardini Data 8 novembre 2018 Belluno 1 1
Malattia infettiva virale diffusa in tutto il mondo. Infezione stagionale tipica dei mesi invernali (da noi fine dicembre/fine febbraio), con andamento epidemico. Casi sporadici possono verificarsi in altri periodi dell’anno. Ogni anno colpisce il 5-10% della popolazione adulta ed il 20-30% della popolazione pediatrica (0-14 anni). Nel mondo si calcolano 250-500 mila decessi per complicanze ogni anno (prevalentemente in anziani ed appartenenti a gruppi a rischio).
Negli Stati Uniti si verificano ogni anno L’influenza è tuttora una delle patologie infettive ad eziologia virale di maggiore rilievo per gli alti costi sanitari ed economici che comporta. Negli Stati Uniti si verificano ogni anno 114.000 ospedalizzazioni 20.000 decessi Costi Diretti: 1-3 miliardi di dollari Indiretti: 10-15 miliardi di dollari
Impatto “globale” dell’influenza Aumento delle visite del MMG e PLS Stato di malessere individuale Perdita di giornate di lavoro Problematiche familiari e sociali Riduzione della performance lavorativa Eccesso di mortalità Minore produttività Aumento dell’ospedalizzazione
“Peso personale” dell’influenza L’influenza mette l’individuo “a terra” 5-7 giorni di malattia Riduzione dell’attività per 7-10 giorni Tosse e malessere possono persistere Rischio di complicanze
Il virus dell’influenza penetra nelle cellule epiteliali delle vie respiratorie, replicandosi attivamente e danneggiandole.
TRASMISSIONE prevalentemente per via aerea, attraverso le goccioline di saliva emesse con tosse e starnuti o semplicemente parlando diffusione molto facile, specie in ambienti affollati e chiusi
TRASMISSIONE possibile anche per contatto con mani od oggetti contaminati dalle secrezioni respiratorie IMPORTANTI galateo respiratorio coprire bocca e naso quando si tossisce o starnutisce non “seminare” i fazzoletti usati buona igiene delle mani
CLINICA INCUBAZIONE 1-3 GIORNI FEBBRE esordio brusco, 38-39°C , preceduta da sensazione di freddo, accompagnata da: cefalea malessere generale astenia intensa sintomi respiratori inappetenza lacrimazione e talora fotofobia mioartralgie ( sensazione di “ ossa rotte” prevalenti al bacino ed agli arti inferiori)
CLINICA Sintomi respiratori precoci e sempre presenti rinite secchezza delle fauci mal di gola dolore retrosternale tosse (secca e stizzosa, con scarso espettorato) Sintomi gastrointestinali non comuni nausea vomito diarrea
Se la febbre persiste considerare la possibilità di complicanze ! CLINICA Il quadro clinico descritto persiste per 3-5 giorni, quindi recede bruscamente. La guarigione si completa in genere in una settimana. Può persistere astenia o facile stancabilità più a lungo. Se la febbre persiste considerare la possibilità di complicanze !
VARIANTI CLINICHE PER FASCE D’ETÀ i lattanti eccezionalmente hanno febbre, mentre possono accusare vomito e diarrea i bambini più piccoli, non ancora in grado di parlare, accusano inappetenza, irritabilità, pianto e sonnolenza
VARIANTI CLINICHE PER FASCE D’ETÀ in età prescolare la febbre è elevata, con puntate > 39°C, sono presenti occhi arrossati e congiuntivite fino a 5 anni sono presenti laringotracheiti e bronchiti
VARIANTI CLINICHE PER FASCE D’ETÀ >75-80 anni, nei cosiddetti anziani fragili, la febbre è più bassa, l’insorgenza dei disturbi non è brusca. Prevalgono: mancanza di forza, dolori articolari e disturbi neurologici. Possibile presenza di: sopore, disorientamento, difficoltà di coordinazione motoria, stato confusionale.
OBIETTIVITÀ L’obiettività è modesta, si possono rilevare: iperemia congiuntivale flogosi oro-faringea (con scolo di muco dal retrofaringe) congestione della mucosa nasale. L’esame fisico del torace è in genere negativo.
COMPLICANZE popolazioni a rischio Anziani (età oltre i 64 anni) Bambini piccoli (età inferiore a 5 anni) Donne in gravidanza Persone di qualunque età affette da: malattie croniche respiratorie (BPCO, enfisema, asma, fibrosi cistica) cardiopatie diabete mellito immunodepressione (da farmaci o altre patologie)
COMPLICANZE POLMONARI Broncopolmonite primitiva da virus influenzale (rara) Broncopolmonite batterica secondaria Broncopolmonite da patogeni inusuali Esacerbazione di malattie croniche polmonari
POLMONITE DA VIRUS INFLUENZALE Patogenesi: diffusione del virus dalle vie aeree direttamente al parenchima polmonare Forme cliniche: LOCALIZZATA bassa letalità DIFFUSA alta letalità cardiopatici, donne in gravidanza
BRONCOPOLMONITE BATTERICA SECONDARIA Patogenesi: compromissione del meccanismo di difesa dell’epitelio pabulum offerto dalla mucosa necrotizzata moltiplicazione di batteri occasionalmente presenti nel cavo orale Soggetti colpiti: anziani, defedati, cardiopatici, immunodepressi, con malattie respiratorie croniche 20
MUCOSA NORMALE DELLA TRACHEA 3 GIORNI DOPO INFEZIONE 7 GIORNI DOPO INFEZIONE
costituisce la più comune causa di morte POLMONITE BATTERICA SECONDARIA Etiologia: Stafilococco aureo, Streptococcus pneumoniae, Haemophilus influenzae, altri streptococchi Clinica: ripresa di febbre o persistenza dopo il 4° giorno tosse diventa produttiva espettorazione abbondante e mucopurulenta costituisce la più comune causa di morte
Broncopolmoniti da patogeni inusuali e forme simil-infettive Aspergillus Chlamydia pn. Streptococchi beta-em. Legionella Bronchioliti Polmoniti interstiziali S.di Goodpasture Bronchioliti obliteranti
Esacerbazioni di malattie croniche polmonari Il virus influenzale incide per il 25%; sono prevalentemente implicati i Rhinovirus ed i Coronavirus.; Il meccanismo patogenetico è correlato ai mediatori dell’infiammazione (citokine, interleukine) Alterazione dei rapporti T-cellulari
COMPLICANZE CARDIOLOGICHE MIOCARDITE ECG: alterazioni della ripolarizzazione, modesti disturbi del ritmo, blocchi A-V I° grado nel 30-60% delle influenze Obiettività: ritmo di galoppo, ipotensione, aumento aia cardiaca SPESSO SI ACCOMPAGNA A PERICARDITE in anziani e in cardiopatici può condurre all’exitus per shock cardiogeno miocardiociti infiltrato infiammatorio
COMPLICANZE NEUROLOGICHE meningoencefaliti, encefaliti, poliradicolomieliti Patogenesi: localizzazione diretta virus non chiara meccanismo immunologico Sintomi: alterazioni psichiche fenomeni convulsivi deficit motori FORME RARE
SINDROME DI REYE interessa il SNC ed il fegato Patogenesi: poco nota, pare riconducibile al danno acuto e generalizzato della funzionalità mitocondriale operato da virus (Influenza, Varicella, Coxackiae) ed agenti tossici (Ac. acetilsalicilico) FORME CLINICHE: 5 stadi con diversa gravità Forme lievi: vomito, letargia, alterazioni epatiche Forme gravi:a, flaccidità, midriasi fissa, assenza di respirazione spontanea MORTALITA’ 10-60 %
COMPLICANZE RESPIRATORIE sinusiti, otiti medie Eziologia: Streptococcus pneumoniae, Haemophilus influenzae, Moraxella catarrhalis, virus. Non molto comuni. Più frequenti nei bambini.
TERAPIA DELL’INFLUENZA SINTOMATICA antipiretici antinfiammatori non steroidei Paracetamolo e Ibuprofene Febbre > 38,5°C Sintomatologia dolorosa Tosse derivati della codeina Attenzione! sotto i 12 anni non usare acido acetilsalicilico
TERAPIA DELL’INFLUENZA Sintomatologia dolorosa riposo a casa stare al caldo bere molta acqua astenersi da lavoro/scuola fino alla guarigione
uso limitato a casi particolari FARMACI ANTIVIRALI AMANTADINA Mantadan Inibitori della Proteina M2 RIMANTADINA (inibiscono l’uncoating del virione all’interno delle cellule infettate) ZANAMIVIR Relenza Inibitori della Neuroaminidasi OSELTAMIVIR Tamiflu (inibiscono il distacco di nuove particelle virali dalle cellule infettate) uso limitato a casi particolari
è il metodo più efficace La vaccinazione è il metodo più efficace nella prevenzione dell’influenza
CONCLUSIONI 1 In assenza di complicanze, per il controllo della febbre e per la sintomatologia dolorosa è indicato l’uso di antipiretici e antinfiammatori non steroidei, tenendo conto della diversa tollerabilità delle singole molecole. Paracetamolo ed Ibuprofene sono raccomandati in età pediatrica per la loro relativa sicurezza ed efficacia. Nei bambini al di sotto dei 12 anni è controindicato l’Acido acetilsalicilico perché vi sono prove della sua associazione con la sindrome di Reye. In gravidanza per il controllo della febbre è raccomandato il Paracetamolo per la sua relativa sicurezza ed efficacia.
CONCLUSIONI 2 Gli antibiotici non sono raccomandati nel comune raffreddore e nella sindrome influenzale senza complicanze. L’uso di antibiotici è indicato in caso di presenza di complicazioni di probabile origine batterica. L’utilizzo di farmaci antivirali va considerato in determinate situazioni e comunque NON sostituisce la vaccinazione. Il migliore strumento disponibile contro i virus influenzali è la vaccinazione.
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