1300: L’ARRESTO DELLO SVILUPPO E LA PESTE IN EUROPA

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Transcript della presentazione:

1300: L’ARRESTO DELLO SVILUPPO E LA PESTE IN EUROPA A CURA DELLA PROF.SSA MARIA ISAURA PIREDDA

La fase di crescita che ebbe inizio nel X sec La fase di crescita che ebbe inizio nel X sec. toccò il suo culmine nel 1300. Nei successivi quarant’anni la crescita si arrestò perchè nel 1300 diverse e gravissime calamità si abbatterono a più riprese sull'Europa:

sconvolgimento del clima (stagioni più fredde e umide, aumento delle piogge), ripetuti cattivi raccolti insufficienti a sfamare la popolazione europea, carestie ed epidemie, aumento della mortalità

A partire dal 1346 tutta l’Europa venne colpita dalla peste, detta “Morte Nera”, che falcidiò la popolazione in tutta Europa. La malattia era provocata da un batterio letale, il bacillo di Yersin (dal nome del medico che nel 1894 riuscì ad isolarlo).

Sembra che il morbo abbia fatto la sua prima comparsa nel 1333 in Cina; da lì si sarebbe poi diffuso attraverso le rotte commerciali carovaniere e i movimenti degli eserciti. A propagarlo sarebbe stato infatti l'esercito del principe mongolo Djanibek, che nel 1347 arrivò in Crimea per assediare la colonia genovese di Caffa.

Il morbo si diffuse anche tra gli assediati a causa dell'usanza dei mongoli di catapultare i propri cadaveri infetti al di là delle mura allo scopo di sterminare i nemici. I genovesi contribuirono a diffondere il morbo lungo le loro rotte marittime perchè il bacillo si annidava nei topi che affollavano le stive delle loro navi.

La malattia si presentava in due forme: peste bubbonica: trasmessa dalla pulce che si annida nella pelliccia dei roditori. Colpiva le ghiandole linfatiche con dei bubboni. Dopo una breve incubazione, si manifestava con febbre altissima e allucinazioni ed era mortale nel 60% dei casi.

peste polmonare: colpiva l’apparato respiratorio (il contagio avveniva come per un raffreddore) e si manifestava con espettorazioni emorragiche ed era mortale nel 100% dei casi.

La peste colpiva le persone di ogni ceto e di ogni età e non era possibile trovare scampo. Chi poteva fuggiva. I malati venivano abbandonati a loro stessi anche dai familiari più stretti.

L’Europa venne decimata dalla peste ( tra i 20 e i 25 milioni di uomini, donne e bambini) Le città erano colpite in modo particolare a causa delle scarse condizioni igieniche e per la maggiore facilità del contagio.

I cadaveri venivano accatastati in fosse comuni senza segni di riconoscimento Si arrivò a seppellire fino a ottocento persone al giorno

Le pestilenze si ripeterono ciclicamente a distanza di circa dieci anni l’una dall’altra per tutto il secolo. Il panico era generalizzato: si diffuse il terrore collettivo perché la peste veniva vista come l’inevitabile punizione divina per il comportamento immorale degli uomini.

Si svilupparono i flagellanti, gruppi di fanatici religiosi che sfilavano per le strade di città e villaggi autoflagellandosi fino a sanguinare, credendo di placare in questo modo la collera divina

Il fanatismo religioso portava anche a cercare il capro espiatorio (qualcuno a cui addossare la colpa) Furono accusati i musulmani, le streghe (donne accusate di intrattenere rapporti con il diavolo), i lebbrosi, ma soprattutto gli ebrei

Gli ebrei furono raggiunti da false accuse (ad esempio di trasmettere la peste avvelenando l’acqua) Fu loro estorta sotto torture la confessione di crimini di ogni tipo Fu avviata contro una persecuzione su larga scala (in molte città furono massacrati) Fino a che il papa Clemente VI emanò la bolla Quamvis perfidiam che difendeva gli ebrei dall’accusa di essere i colpevoli del contagio