‘Dà quanto ricevi, tutto andrà bene’, dice un proverbio Maori”

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Questa parte della meditazione va inserita dopo il canto/ppt di Irene Grandi, Prima di partire per un lungo viaggio…
Advertisements

Il grido “Jerusalem convertere” di N. Casanoves (Montserrat) ci invita a convertirci durante il Cammino.
Custodi di un legame LO STILE E IL METODO DELLA PROMOZIONE ASSOCIATIVA.
VENDESI CUCCIOLI.
21 G M G 2013.
Né impaurito, né temerario. Semplicemente…al sicuro
Piazza T. Lucrezio Caro, Milano
“Perché non scrivere qualcosa per il giorno dopo la cerimonia?”
11.00.
COSMOLOGIA - INDICE METODO DEFINIZIONE METODO SCIENTIFICO
ATTO DI FEDE 2 - INDICE Fiducia negli Apostoli Reazioni
ATTO DI FEDE 2 - INDICE Fiducia negli Apostoli Reazioni
CONSIGLI PER UN MATRIMONIO FELICE!
misericordie del Signore”
TEMPI MODERNI.
Materiali didattici Questi strumenti didattici sono stati sviluppati nell'ambito del progetto Ethika: Ethics and Values Education in Schools and Kindergartens.
Sentiamo come sono grandi “Le misericordie del Signore”
E adesso ... ascoltami!.
6. Subordinate sostantive o completive
L’insostenibile leggerezza dell’essere
COME DECIDERE CON CHI SPOSARSI? (Inchiesta fatta a bambini)
Socrate ed il test del filtraggio
Quando mi sento con il calice pieno fino a traboccare?
11.00.
No, non parlo di quelli che puoi trovare in Internet....
Partiamo dalla Parola di Dio: “Questo comando che OGGI ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te… Anzi, questa Parola è molto vicina.
“…COLTIVA E CUSTODISCI…”
Noi e gli altri Mc 5, Noi e gli altri Mc 5,25-34.
11.00.
LE COSE CHE HO IMPARATO NELLA VITA
L’imprudenza fa morire i fiori più belli.
12.00.
Le meraviglie della vita
Tu sei speciale.
“Io dirigo i tuoi passi”
L’ISOLA DESERTA ….
LA REGOLA DI VITA PER I 18enni
Bentornati!.
15.00.
Vincenti e Perdenti.
COME DECIDERE CON CHI SPOSARSI? (Domanda fatta ai bambini)
TERRORISTA Il terrorismo oggi.
Parola di Vita Aprile 2018.
10.00.
V domenica di pasqua ANNO C
L'ascolto “Dio ci ha dotato di due orecchie e di una bocca. Probabilmente voleva che ascoltassimo di più e parlassimo di meno” (Armstrong e Lampe, 1983)
misericordie del Signore”
Ti racconto la croce Lo sguardo degli uomini verso Gesù.
Parola di Vita Luglio 2013.
Etica socratica.
Perle di Saggezza “Le cose che ho imparato nella vita” di Paulo Coelho
Tweets di Papa Francesco
“13 spunti per la vita".
Arzilli vecchietti Mio nonno frequenta un centro sociale.
L ’ ANELLO A cura di Dinis Bento
6. Subordinate sostantive o completive
Cosa c’è in copertina? Un bambino che si chiama Roberto e il … mago dei numeri.
Parola di Vita Giugno 2013.
Non ne posso più! Dovere, potere, volere Ti voglio bene!
LA VITA CI INSEGNA.
L ’ ANELLO A cura di Dinis Bento
Lo so che mi vede elegante raffinata e piena di me, ma ora che sono libera voglio deliziarmi con tanti abiti carini… provate voi a starvene in quel buio.
Le particelle Ci (Vi), Ne Τα μόρια
1. Risparmiare fa star bene
A LEZIONE DI PRIMO SOCCORSO
“Io dirigo i tuoi passi”
La valigia della vita.
PAROLA DI VITA Marzo 2019.
IL REGNO È IN MEZZO A NOI IL REGNO È IN MEZZO A NOI DOMENICHE
IL DONO DELLA SCIENZA.
Transcript della presentazione:

Questa seconda parte della meditazione si inserisce dopo il canto/ppt degli U2, One

‘Dà quanto ricevi, tutto andrà bene’, dice un proverbio Maori” ‘Dà quanto ricevi, tutto andrà bene’, dice un proverbio Maori”. Chi di noi non sottoscriverebbe questo proverbio? L’uomo è, ‘nel fondo’, sempre ‘primitivo’. E non può che essere così.

D’altra parte, volendo allargare lo spettro del nostro discorso dalle dinamiche di coppia alle relazioni in generale, e volendo andare ancora più a fondo, possiamo chiederci: è mai possibile pensare ad un atteggiamento autenticamente gratuito? Oramai, nel Duemila, siamo abbastanza ‘scaltri’. Non esiste ‘ego’ (io) senza ego-ismo. Ogni forma di generosità non è che una maschera dietro cui si cela il bisogno di avere, di possedere, di mostrarsi superiori.

Tanti Autori hanno fatto delle analisi interessanti e molto crude di tanti atteggiamenti propri soprattutto di noi cristiani (e, potremmo dire, di un modo sbagliato di vivere il cristianesimo). La compassione pietistica: quella che vede l’altro come il ‘poverino’ da aiutare (mi dispiace che stai così… ora ti ‘do’ qualcosa…, ora ti aiuto io). Quanti atteggiamenti di questo tipo troviamo anche in molte ‘frange’ del CVS, soprattutto quelle di una certa età.

Oppure l’atteggiamento altrettanto odioso di chi ‘dà’ perché si sente superiore, dà perché ha di più, e così, invece di aiutare veramente l’altro, lo fa sentire ancora ‘peggio’, lo schiaccia nel peso della sua inferiorità.

La logica del mercante è veleno sottile, che si insinua a tutti i livelli, da quello dell’amore di coppia alle relazioni di amicizia e sociali, al livello del volontariato.

Ma quando il dono è veleno e non medicina? Interessante: il termine gift, nelle lingue germaniche, significa sia dono che veleno. Come pharmakon: veleno che può uccidere o medicina che può salvare. Tutto dipende dalla quantità e dalla modalità in cui è somministrato. Ma quando il dono è veleno e non medicina?

E qui ci imbattiamo in quello che è stato giustamente chiamato ‘il paradosso del dono’. Dicevamo: un dono che consciamente o inconsciamente chiede restituzione, non è gratuito: allora non è vero dono. Ma basta, per renderlo ‘gratuito’ non chiedere ‘ufficialmente’ restituzione? Assolutamente no. Anzi, spesso, in questo secondo caso, come dicevamo anche prima, è ancora più sottilmente venefico, perché pone il donatore ‘più su’ del destinatario del dono.

In entrambi i casi, al centro, non c’è l’altro, ma ‘io’ In entrambi i casi, al centro, non c’è l’altro, ma ‘io’. Nel primo caso ci sono ‘io’ che voglio ‘rientro’, contraccambio. Nel secondo caso ci sono io che voglio compiacimento (guarda come sono bravo a dare…, e non chiedo nemmeno nulla in cambio, perché… tanto… quel poveraccio che cosa potrebbe mai darmi in cambio?)

Nel primo caso è come se obbligassimo l’altro alla riconoscenza, e quindi non c’è gratuità. Quando faccio un gesto veramente gratuito non mi aspetto nemmeno il grazie…, non posso obbligare l’altro ad essere riconoscente nei miei confronti…

Nel secondo caso, comunque non c’è un vero riconoscimento dell’altro e quindi non ci può essere vera riconoscenza, perché – in fondo – resta una forma di sottile disprezzo per l’altro. Quante volte ci siamo sentiti ‘male’ perché ci siamo trovati davanti ad una relazione a senso unico: io ti posso fare regali, ma da te non ne voglio; io posso fare pazzie per te, ma tu non ne devi fare per me; io posso lasciare tutto per stare con te, ma tu non devi lasciare le tue cose per me; io devo sapere tutto di te, ma tu non devi sapere tutto di me; io devo essere la persona grande, brava e generosa, ma non venire tu a cercare di curare le mie ferite, perché sono fatti miei…

Cosa dicono questi atteggiamenti, in fondo, se non: non mi interessa quello che tu potresti darmi, non mi interessi tu come donatore?

Se il primo atteggiamento è offensivo perché chiede per forza un ricambio. Il secondo è offensivo proprio perché per forza non vuole ricambio. Ma chi non ricambia, non sarà mai all’altezza del donatore. Quindi sarà eternamente debitore. Eternamente insolvente. Eternamente inferiore. Da qui il paradosso del dono. Paradosso che sembra insolubile. Il mutuo riconoscimento nella riconoscenza è allora solo un’illusione?

Non illusione. Non mito. Ma neanche assoluto Non illusione. Non mito. Ma neanche assoluto. Neanche proposta che si impone come paradigma necessario. Solo una fragile speranza. L’indicazione di un percorso che è quello dell’amore nella gratuità.

Qui va inserita la canzone/ppt ‘PRIMA DI PARTIRE PER UN LUNGO VIAGGIO’, DI IRENE GRANDI